Attacchi di panico ansia
dottore o problemi di ansia legati alla paura di avere un infarto, perche mi prende sempre la parte del cuore modificando il dolore non e mai uguale mima talmente l'infarto che in ospedale davvero si pensavano che lo avevo, e partita da un anno mi sta cambiando la vita sto anche facendo colloqui con psichiatra ora la gestisco ma vorrei capire di che tipo e la mia ansia, mi prende senza una ragione di solito quando sto applicato a fare qualcosa, mi vengono tipo dolori al petto con nausea a volte anche mal di testa e poi verso la sera quando sto a letto ecco l'inferno fatico ad addormentarmi e mi vengono difficolta respiratorie come se stessi soffocando oppure scatti involontari del braccio ecc anche se dormo a volte mi sveglio nel pieno della notte cosi sempre con dolore al torace, mi sembro un idiota vorrei vivermi la vita come un ragazzo normale e invece mi sento intrappolato in me stesso, di tutto ciò esco lo stesso non mi fermo e solo che vivo male o paura di fare qualche sforzo una corsa per paura che fosse davvero il cuore le sto provando tutte per non prendere medicinali mi date un consiglio per favore vi ringrazio
[#1]
Gentile Ragazzo,
leggendo lo storico dei suoi consulti, contiene le stesse problematiche che lei lamenta oggi.
Ha fatto quello che le avevamo consigliato?
Saluti
leggendo lo storico dei suoi consulti, contiene le stesse problematiche che lei lamenta oggi.
Ha fatto quello che le avevamo consigliato?
Saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Gentile ragazzo,
lei sta facendo quindi un percorso con una psichiatra che la aiuti a comprendere le origini della sua ansia e a trovare un modo per ridurre questi sintomi?
Se così fosse si dia il tempo per proseguire nel percorso intrapreso; se invece si è rivolto ad una psichiatra solo per sapere che tipo di ansia ha, questo non le sarà di alcun aiuto e, come già indicato in precedenza, le suggerisco di rivolgersi ad uno psicoterapeuta e di intraprendere un percorso insieme.
Cordiali saluti
lei sta facendo quindi un percorso con una psichiatra che la aiuti a comprendere le origini della sua ansia e a trovare un modo per ridurre questi sintomi?
Se così fosse si dia il tempo per proseguire nel percorso intrapreso; se invece si è rivolto ad una psichiatra solo per sapere che tipo di ansia ha, questo non le sarà di alcun aiuto e, come già indicato in precedenza, le suggerisco di rivolgersi ad uno psicoterapeuta e di intraprendere un percorso insieme.
Cordiali saluti
Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com
[#5]
Gent.le ragazzo,
la paura di diventare dipendenti dal farmaco è molto frequente e andrebbe affrontata all'interno del percorso psicoterapeutico.
In questo caso lo specialista che ti ha prescritto il lexotan, se ho capito bene, è lo stesso con il quale fai i colloqui di psicoterapia, quindi è importante parlarne con lui.
Naturalmente questo è possibile solo in presenza di un rapporto di FIDUCIA con lo specialista.
la paura di diventare dipendenti dal farmaco è molto frequente e andrebbe affrontata all'interno del percorso psicoterapeutico.
In questo caso lo specialista che ti ha prescritto il lexotan, se ho capito bene, è lo stesso con il quale fai i colloqui di psicoterapia, quindi è importante parlarne con lui.
Naturalmente questo è possibile solo in presenza di un rapporto di FIDUCIA con lo specialista.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#6]
Gentile ragazzo,
ciò che mi colpisce di questa sua richiesta di consulto è che sembra riprendere, come nella maggior parte dei suoi consulti, la sua preoccupazione per il suo cuore in quanto organo. Per questo motivo del suo cuore riesce a riferire i sintomi e i relativi dubbi al riguardo. Nello specifico sembra che faccia spesso riferimento al vissuto personale del funzionamento del suo organo 'cuore', quando questo si fa sentire tanto.
Sembra si sia rivolto quindi ad una psichiatra, con cui ancora non ha stabilito un rapporto di fiducia e tende a far da sè, poiché lei non 'ama i medicinali'.
Quindi riferisce 'problemi di ansia legati alla paura di avere un infarto' e sembra che sia da un anno che le stia succedendo questo.
A questo punto mi verrebbe da chiederle 'cosa sta accadendo da un anno nella sua vita per arrivare ora a vivere questi sintomi? Come sono le sue relazioni familiari e lavorative? C'è qualcuno nella sua famiglia che soffre di sintomi simili al cuore?'
Penso che debba riuscire a parlare anche di questa altra parte della sua vita per individuare altri possibili aspetti correlati con la sua modalità di vivere le sue sensazioni corporee, cioè arrivando a chiedere aiuto senza avere la capacità di affidarsi alla persona a cui si è rivolto.
Tenga presente quindi che cuore e emozioni procedono di pari passo e a volte la presenza dell'ansia e di una specifica paura sembra voler indicarci che dobbiamo cercare di cambiare qualcosa nel modo di comportarci con noi stessi.
Questo lo si può sapere solo chiedendo ad uno specialista, psichiatra e psicoterapeuta, come lei ha soltanto iniziato a fare mi sembra.
Quindi le suggerirei di andare avanti nel suo percorso terapeutico, se lo ha già iniziato.
un cordiale saluto
ciò che mi colpisce di questa sua richiesta di consulto è che sembra riprendere, come nella maggior parte dei suoi consulti, la sua preoccupazione per il suo cuore in quanto organo. Per questo motivo del suo cuore riesce a riferire i sintomi e i relativi dubbi al riguardo. Nello specifico sembra che faccia spesso riferimento al vissuto personale del funzionamento del suo organo 'cuore', quando questo si fa sentire tanto.
Sembra si sia rivolto quindi ad una psichiatra, con cui ancora non ha stabilito un rapporto di fiducia e tende a far da sè, poiché lei non 'ama i medicinali'.
Quindi riferisce 'problemi di ansia legati alla paura di avere un infarto' e sembra che sia da un anno che le stia succedendo questo.
A questo punto mi verrebbe da chiederle 'cosa sta accadendo da un anno nella sua vita per arrivare ora a vivere questi sintomi? Come sono le sue relazioni familiari e lavorative? C'è qualcuno nella sua famiglia che soffre di sintomi simili al cuore?'
Penso che debba riuscire a parlare anche di questa altra parte della sua vita per individuare altri possibili aspetti correlati con la sua modalità di vivere le sue sensazioni corporee, cioè arrivando a chiedere aiuto senza avere la capacità di affidarsi alla persona a cui si è rivolto.
Tenga presente quindi che cuore e emozioni procedono di pari passo e a volte la presenza dell'ansia e di una specifica paura sembra voler indicarci che dobbiamo cercare di cambiare qualcosa nel modo di comportarci con noi stessi.
Questo lo si può sapere solo chiedendo ad uno specialista, psichiatra e psicoterapeuta, come lei ha soltanto iniziato a fare mi sembra.
Quindi le suggerirei di andare avanti nel suo percorso terapeutico, se lo ha già iniziato.
un cordiale saluto
Dr.ssa Marisa Sciancalepore
Psicologa clinica
[#7]
Utente
si dottore la mia ansia e scatenata per paura del cuore, non lavoro da un anno e mezzo e da li che sto peggio, mi sono morte 4 persone care il mio migliore amico con leucemia mio nonno per infarto e mio zio per infarto e stavo perdendo mamma per un infarto all'intestino, fortunatamente la scampata bene anche se a problemi, ora un altro problema e che non accetto la morte nelle persone giovani per malattie impossibili da curare e a pensare sempre ora sto io in panico, anche se mi viene un doloretto al petto penso che sia il cuore e cosi facendo mi si scatena l'inferno contro, ecco tutto dottore con il mio psicoterapeuta non o molto fiducia perche mi vergogno del mio problema ma mi vergogno tanto perche tutti mi credono scemo compreso nella mia famiglia anche se gli dico che non dipende da me c e dipende ma non vorrei farmi venire questi attacchi ma non capiscono che non sono scaturiti da me, io l'ansia la ritengo come una malattia non riconosciuta da nessuno ma abbastanza grave da distruggerti la vita, prima non ero cosi ero solare non stavo mai a casa anche da malato uscivo o andavo a lavoro e invece ora non ci posso neanche andare a lavoro perche o un leggero vuoto di memoria non so mi sento meno intelligente e nel mio mestiere un po ne serve c e per farvi capire o difficolta a reagire a vivermi la vita quotidiana ecco tutto grazie dottore
[#8]
Gentile ragazzo
comprendo che perdere delle persone care in un anno e mezzo per malattia possa essere davvero destabilizzante e doloroso tanto da continuare a pensarci, senza riuscire a elaborare i lutti subiti.
Per riuscire quindi a elaborare questi dolorosi eventi subiti, che sembra costituiscano ora un carico emotivo pesante per lei è davvero necessario che ne parli con il suo psicoterapeuta. Solo quando lei riuscirà a parlarne con lui potrà permettersi di essere aiutato realmente, altrimenti continuerà a domandare inutilmente e gli altri a non capire il suo modo di comportarsi con ansia.
Potrebbe quindi iniziare a parlare della vergogna che prova nell'esporre i suoi problemi e vedrà che, passo dopo passo, riuscirà a trovare quella fiducia di cui ha bisogno per aprirsi con il suo terapeuta. Solo così il percorso terapeutico funzionerà e potrà aiutarla a trovare la strada per uscire da questo periodo pesante.
Per quanto riguarda gli attacchi di ansia e panico, che persistono da un anno, sembra aver bisogno di un sostegno farmacologico adeguato, che la riabiliti alla sua vita quotidiana e al suo lavoro. Le suggerirei di consultare la sua psichiatra per una terapia antidepressiva e di potersi fidare se ha voglia di reagire e ritrovare la sua memoria e il suo lavoro.
un cordiale saluto
comprendo che perdere delle persone care in un anno e mezzo per malattia possa essere davvero destabilizzante e doloroso tanto da continuare a pensarci, senza riuscire a elaborare i lutti subiti.
Per riuscire quindi a elaborare questi dolorosi eventi subiti, che sembra costituiscano ora un carico emotivo pesante per lei è davvero necessario che ne parli con il suo psicoterapeuta. Solo quando lei riuscirà a parlarne con lui potrà permettersi di essere aiutato realmente, altrimenti continuerà a domandare inutilmente e gli altri a non capire il suo modo di comportarsi con ansia.
Potrebbe quindi iniziare a parlare della vergogna che prova nell'esporre i suoi problemi e vedrà che, passo dopo passo, riuscirà a trovare quella fiducia di cui ha bisogno per aprirsi con il suo terapeuta. Solo così il percorso terapeutico funzionerà e potrà aiutarla a trovare la strada per uscire da questo periodo pesante.
Per quanto riguarda gli attacchi di ansia e panico, che persistono da un anno, sembra aver bisogno di un sostegno farmacologico adeguato, che la riabiliti alla sua vita quotidiana e al suo lavoro. Le suggerirei di consultare la sua psichiatra per una terapia antidepressiva e di potersi fidare se ha voglia di reagire e ritrovare la sua memoria e il suo lavoro.
un cordiale saluto
[#10]
Utente
gentile dottore oggi o avuto un altro colloquio con la mia psicoterapeuta, e dice che sono disturbi psicosomatici e mi voleva dare un medicinale chiamato drumulin, non o capito bene comunque non me lo sono fatto segnare perche sembrava un medicinale abbastanza forte vorrei un consiglio? e mi a dato il lexotan 6 gocce mattina e sera puo avere lo stesso effetto? i disturbi psicosomatici possono portare a conseguenze gravi? tipo eventi drammatici? qualche patologia? grazie dottore
[#11]
Da quanto riferisce sembra che lei continui a non fidarsi della sua psichiatra, che è anche la sua psicoterapeuta.
Per le sue domande sia sui medicinali che sui disturbi psicosomatici dovrebbe fare riferimento allo stesso tempo alla sua psichiatra, che glieli ha proposti, e provare ad ascoltare le sue risposte.
Provi a fidarsi e a vedere cosa succede.
un cordiale saluto
Per le sue domande sia sui medicinali che sui disturbi psicosomatici dovrebbe fare riferimento allo stesso tempo alla sua psichiatra, che glieli ha proposti, e provare ad ascoltare le sue risposte.
Provi a fidarsi e a vedere cosa succede.
un cordiale saluto
[#13]
Gent.le ragazzo,
la valutazione sulla necessità della terapia farmacologica non può che farla lo psichiatra che ti spiegherà se e quali effetti collaterali possono esserci, inoltre egli farà un monitoraggio periodico delle tue reazioni ai farmaci in vista di una progressiva riduzione delle dosi, ma si tratta sempre di valutazioni fatte dallo specialista sula base delle condizioni che tu riferisci, non esistono criteri standard uguali per tutti.
In ogni caso la paura di assumere farmaci andrebbe affrontata all'interno dello spazio psicoterapeutico e la sovrapposizione dei due ruoli psichiatra e psicoterapeuta non dovrebbe condizionare la creazione di un'alleanza terapeutica (rapporto di fiducia).
la valutazione sulla necessità della terapia farmacologica non può che farla lo psichiatra che ti spiegherà se e quali effetti collaterali possono esserci, inoltre egli farà un monitoraggio periodico delle tue reazioni ai farmaci in vista di una progressiva riduzione delle dosi, ma si tratta sempre di valutazioni fatte dallo specialista sula base delle condizioni che tu riferisci, non esistono criteri standard uguali per tutti.
In ogni caso la paura di assumere farmaci andrebbe affrontata all'interno dello spazio psicoterapeutico e la sovrapposizione dei due ruoli psichiatra e psicoterapeuta non dovrebbe condizionare la creazione di un'alleanza terapeutica (rapporto di fiducia).
[#14]
Utente
dottoressa lo so, solo che non riesco a creare questa fiducia, i medicinali non mi sembrano rimedi adatti, ho visto un ragazzo piu piccolo di me che era come ipnotizzato mi a fatto una paura, aveva uno sguardo assente ecc io non voglio diventare cosi o paura che i medicinali mi riducano in questo stato.
[#15]
Io mi riferisco alla fiducia nei confronti dello psichiatra, non riguardo all'opportunità della terapia farmacologica, fiducia che è necessaria per poter iniziare un percorso di psicoterapia.
A questo punto puoi prendere in considerazione la possibilità di rivolgerti ad uno psicologo-psicoterapeuta, se escludi la possibilità di costruire un'alleanza terapeutica con lo specialista attuale.
A questo punto puoi prendere in considerazione la possibilità di rivolgerti ad uno psicologo-psicoterapeuta, se escludi la possibilità di costruire un'alleanza terapeutica con lo specialista attuale.
[#16]
Utente
dottoressa quello che vorrei chiederla e che se non faccio uso di medicinali i disturbi di somatizzazione puo portare danni reali a qualche organo? vanno curati perche possono essere pericolosi? possono trasformarsi? oppure rimangono solo disturbi ma che in realta non portano a conseguenze?
Questo consulto ha ricevuto 16 risposte e 2.3k visite dal 11/09/2011.
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Approfondimento su Attacchi di panico
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