Timidezza, arrossire

Salve a tutti, vorrei avere un consulto su un problema che ho da un pò di tempo. Premetto che sono un ragazzo "nato" timido, nel senso che lo sono fin da piccolo ma col crescere la mia timidezza è un pò diminuita; purtroppo non del tutto. Questo periodo non riesco più a parlare con una persona (amico, parente, sconosciuto, collega) che appena iniziamo a dialogare arrossisco subito e vado in crisi. Devo ammettere che ultimamente la cosa è diventata una "fissazione", cioè già so che quando una persona mi deve chiedere una cosa o vuole parlare con me, io già immaggino la scena e quando mi si avvicina arrossisco. In passato arrossivo per una normale timidezza mentre ultimamente arrossisco per questa cosa che vi ho raccontato. Come devo fare? Sono disperato...aiutatemi!!! Grazie
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Amico,

la paura di arrossire (eritrofobia) è piuttosto frequente fra le persone timide e introverse e può crescere fino al punto di diventare una vera e propria ossessione.

Ci sa dire cosa teme in particolare quando parla con qualcuno?
Pensa di poter fare brutta figura?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Intanto la ringrazio per avermi risposto...Sinceramente non c'è una cosa che temo in particolare o forse ancora non l'ho capito. Per quanto riguarda la mia timidezza in generale (quotidiana), le porto un esempio: a Natale arrossisco quando l'attenzione è incentrata su di me, quando tutti mi guardano, ma il motivo principale non lo riesco a capire; a volte mi chiedo: "di che cosa dovrei vergognarmi?". Però poi non riesco a mettere in pratica i miei ragionamenti. arrossisco tutte le volte. Forse temo il fatto di arrossire davanti alle persone e allora il cervello "mi viaggia" e puntualmente appena mi si presenta una persona davanti a me che vuole interagire mi vergogno. Però non me lo fa sempre; per esempio me lo fa in posti chiusi (casa, lavoro) forse perchè nei posti aperti riesco a togliere l'attenzione che la gente ha nei miei confronti (anche qui non sempre). E poi detesto soprattutto il fatto che una persona mi fissa dentro gli occhi, non ci riesco, è più forte di me, mi vergogno. Cosa devo fare? C'è un rimedio? Grazie
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Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicoterapeuta, Psicologo 648 21
Gentile ragazzo,
da quello che racconta pare che si sia instaurato un vero circolo vizioso per il quale la "paura" di arrossire anticipa la sua emozione facendolo così arrossire anche quando (probabilmente) non sarebbe successo se lei non ci avesse pensato.
Le soluzioni esistono ma deve parlarne con un collega psicoterapeuta che valuti personalmente tutta la situazione.
Le faccio tanti auguri

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazzo,
uno psicologo-psicoterapeuta, potrà aiutarla a decodificare il rossore e le emozioni ad esso correlate, al fine di imparare una funzionale decodifica e modulazione, sostitutiva nel tempo, del rossore.
Saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta 354 3
Gentile ragazzo,
sembra che ad una timidezza iniziale si sia aggiunta la preoccupazione anticipatoria di poter arrossire, cosa che autoalimenta questa reazione corporea.

Ci dice che non sa individuare una ragione precisa di quanto le accade, ma poi evidenzia come ciò le accade maggiormente quando si trova al centro dell'attenzione o con lo sguardo altrui direttamente rivolto a lei.
Questo potrebbe essere un punto di partenza per una sua riflessione personale, anche se una soluzione più stabile alla sua problematica potrebbe trovarla rivolgendosi ad uno psicologo che la segua vis a vis.

Cordiali saluti

Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"a volte mi chiedo: "di che cosa dovrei vergognarmi?". Però poi non riesco a mettere in pratica i miei ragionamenti. arrossisco tutte le volte."

I ragionamenti sono utili, ma non sufficienti a bloccare una reazione emotiva.
Intanto mi pare di capire che a pensarci non le vengono in mente dei motivi particolari per i quali si potrebbe vergognare (ad es. quello che potrebbe dire o il suo aspetto) e questo è sicuramente positivo.
Se la maggior parte del problema è attualmente costituita dal timore di arrossire - il che rende più probabile che questo avvenga - potrebbe trattarsi di una situazione che "vive di vita propria", nel senso che questo segnale esteriore di timidezza può essersi conservato mentre il senso di inadeguatezza sottostante è stato per lo più superato con la crescita.
Non conoscendola non è possibile ovviamente pronunciarsi con certezza, ma l'impressione che ho dai suoi post è questa.

Concordo con i colleghi sul fatto che l'aiuto di uno psicologo potrebbe esserle molto utile per bloccare l'ansia anticipatoria e le aspettative relative all'arrossire, e secondo me potrebbe contattare a questo scopo uno psicologo che utilizzi ipnosi o PNL o le tecniche immaginative.

Che ne dice?
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Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Grazie a tutti per i consigli che mi avete dato. In effetti, un pensierino di andare da uno psicologo me lo sono fatto, ma sinceramente preferisco combattere e risolvere da solo le mie paure (fin quando ne ho la forza) o come in questo caso, rivolgermi a voi, e quindi tramite un semplice scambio di messaggi. Tornando al fatto di andare da uno psicologo mi era venuto in mente circa un anno fa, perchè avevo perso forza e speranze e perchè quel periodo mi sono capitati dei fatti che mi hanno molto indebolito. Il problema di cui volevo parlare ( che ho ancora adesso e sicuramente è legato al fatto della timidezza) è legato sempre a disturbi fisico-mentali, nel senso che sfogo le mie paure, le mie ansie, con dei forti dolori di pancia che mi costringono ad andare in bagno e sinceramente ad oggi mi costringe a non essere felice del tutto della mia vita. Vi porto un esempio: ho paura di uscire la sera perchè il mio cervello mi dice: "e se mi vengono i dolori e devo andare in bagno?"...questo accade anche se devo fare colloqui o qualsiasi cosa che mi metta ansia. Informandomi su internet ho visto che questo disturbo è legato alla sindrome del colon irritabile. Sapete se c'è un rimedio o sono costretto ad andare da uno psicologo? Per quanto riguarda la dott. Flavia Massaro quando mi parlava dell'eritrofobia...se ne sono "affetto" diciamo, me la porterò per il resto della vita o si sconfigge? Perchè io come le dicevo mi accade di arrossire dei periodi si e dei periodi no...Grazie a tutti.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Le manifestazioni d'ansia possono avere un andamento non lineare, con peggioramenti e miglioramenti, ma il punto è che difficilmente passano da sole o grazie all'impegno e alla forza di volontà.
Di conseguenza le sarà necessario l'aiuto di uno psicologo per uscire dal circolo vizioso dell'arrossire che avviene in seguito al timore di arrossire.
Possono esserci legami con altri sintomi psicosomatici, ma questo non fa cambiare il senso del discorso e neanche il tipo di soluzione più opportuna.
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Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Grazie dottoressa per il consiglio dato. Buon lavoro!!!
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Grazie a lei per averci scritto, se vuole ci faccia avere sue notizie!
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Psicologo attivo dal 2009 al 2019
Psicologo
Gentile utente,
ci parla del rossore (ma soprattutto della paura dell'arrossire) e della sindrome del colon irritabile; entrambe le cose denotano una tendenza ad esprimere emozioni attraverso il corpo in modi a volte poco gestibili e che quindi la mettono in difficoltà.
Può provare a rifletterci sopra, ad attendere che arrivi un periodo di maggiore stabilità ma anche rivolgersi ad un professionista.

Il fatto che lei si rivolga a noi denota che ci ha già pensato e che ne sta contemplando la possibilità, quindi ci pensi, potrebbe essere un'occasione.
Diciamo che potrebbe offrirsi una possibilità, più che cercare un "rimedio", che è difficile trovare in questi terrmini.
Ci faccia sapere,
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Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Ok dottoressa, ci penserò. Grazie di tutto.