Ricominciare la terapia dopo l'estate
sta ormai finendo la pausa estiva dalla terapia e a breve dovrei ricominciare le sedute regolari con la psicologa. dico "dovrei" perchè sono piena di dubbi, non so se voglio riprendere. finora mi sono sempre trovata bene con la dottoressa e credo fermamente che il percorso intrapreso con lei mi stia aiutando e possa essere una valida via d'uscita per liberarmi di questo maledetto disturbo alimentare ed i suoi annessi e connessi.
durante questo ultimo periodo in cui si è fatta vacanza, sono notevolmente retrocessa, me ne rendo conto da me. grandi passi indietro non solo dal punto di vista pratico dell'alimentazione, ma anche proprio nel modo di pensare. e mi rendo conto anche, però, che non ho più tutta quella determinazione che avevo prima ad uscirne. cioè sto male, me ne rendo conto, mi sento male anche fisicamente (questo caldo, unito alle abitudini poco sane, mi sta uccidendo!) ma è come se mi lasciassi solo trasportare dalle cose, facendo passare i giorni senza far nulla.
ed ora non mi sembra di voler tornare dalla psicologa. vorrei cancellare, rimandare, qualsiasi cosa per prendere un pò di tempo. magari concedendomi dell'altro tempo potrei chiarirmi le idee. anche se mi suona un pò di bugia detta a me stessa.
e allora mi chiedo, come mai ora tutta questa reticenza? finora sono sempre andata senza problemi, perchè ora voglio smettere? so che è sciocco chiederlo a voi, ma il fatto è che io non riesco proprio a darmi una spiegazione per questo mio comportamento. ci ho pensato a lungo, ma non capisco. anzi, ora che sto peggio, dovrei essere più desiderosa di andare e cercare di stare meglio! perchè questo blocco? e quindi, la spinosa questione: andare o non andare? non so proprio che fare. cioè da sola lo so che non ce la posso fare, voglio stare bene e allora la risposta mi sembrerebbe ovvia. eppure non lo è. e sono seriamente tentata di smettere. non lo so, gran confusione!
durante questo ultimo periodo in cui si è fatta vacanza, sono notevolmente retrocessa, me ne rendo conto da me. grandi passi indietro non solo dal punto di vista pratico dell'alimentazione, ma anche proprio nel modo di pensare. e mi rendo conto anche, però, che non ho più tutta quella determinazione che avevo prima ad uscirne. cioè sto male, me ne rendo conto, mi sento male anche fisicamente (questo caldo, unito alle abitudini poco sane, mi sta uccidendo!) ma è come se mi lasciassi solo trasportare dalle cose, facendo passare i giorni senza far nulla.
ed ora non mi sembra di voler tornare dalla psicologa. vorrei cancellare, rimandare, qualsiasi cosa per prendere un pò di tempo. magari concedendomi dell'altro tempo potrei chiarirmi le idee. anche se mi suona un pò di bugia detta a me stessa.
e allora mi chiedo, come mai ora tutta questa reticenza? finora sono sempre andata senza problemi, perchè ora voglio smettere? so che è sciocco chiederlo a voi, ma il fatto è che io non riesco proprio a darmi una spiegazione per questo mio comportamento. ci ho pensato a lungo, ma non capisco. anzi, ora che sto peggio, dovrei essere più desiderosa di andare e cercare di stare meglio! perchè questo blocco? e quindi, la spinosa questione: andare o non andare? non so proprio che fare. cioè da sola lo so che non ce la posso fare, voglio stare bene e allora la risposta mi sembrerebbe ovvia. eppure non lo è. e sono seriamente tentata di smettere. non lo so, gran confusione!
[#1]
Da ciò che ci hai detto in passato è evidente che la tematica del controllo è centrale per te. Potrebbe essere che temi di tornare in terapia perché per te significa non sentirti nel pieno controllo di ciò che ti succede?
Sai, anche gli equilibri patologici lottano per sopravvivere. Leggi qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/375-la-resistenza-in-psicoterapia.html
Cordiali saluti
Sai, anche gli equilibri patologici lottano per sopravvivere. Leggi qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/375-la-resistenza-in-psicoterapia.html
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
dottore,per prima cosa la ringrazio per la risposta.
poi aggiungo che è molto interessante! devo dire che, tra tutte le varie motivazioni cui avevo pensato, questa non presente. però è interessante. in effetti sì, la tematica del controllo è piuttosto importante per me, ma non pensavo si potesse applicare anche a comportamenti come questi. anche perchè, razionalmente, non voglio mica fare la despota e capisco benissimo che non posso sempre controllare tutto e tutti!
solo una cosa mi domando, è possibile che questa resistenza affiori anche dopo parecchio tempo che si è iniziata la terapia? in tutti questi mesi non mi sembra di aver opposto resistenza- anche se a questo punto potrei averlo fatto in modo inconsapevole- ma quel che è certo è che non ho mai provato questa "non voglia" di andare. oserei quasi dire una paura di andare.
però, a questo punto, se si tratta di un problema legato al controllo, di un tentativo di resistenza o comunque di qualcosa di patologico, immagino che l'unica cosa sensata da fare sarebbe forzarmi un pò la mano e andare nonostante questo blocco..sbaglio? lei cosa ne pensa?
la ringrazio
poi aggiungo che è molto interessante! devo dire che, tra tutte le varie motivazioni cui avevo pensato, questa non presente. però è interessante. in effetti sì, la tematica del controllo è piuttosto importante per me, ma non pensavo si potesse applicare anche a comportamenti come questi. anche perchè, razionalmente, non voglio mica fare la despota e capisco benissimo che non posso sempre controllare tutto e tutti!
solo una cosa mi domando, è possibile che questa resistenza affiori anche dopo parecchio tempo che si è iniziata la terapia? in tutti questi mesi non mi sembra di aver opposto resistenza- anche se a questo punto potrei averlo fatto in modo inconsapevole- ma quel che è certo è che non ho mai provato questa "non voglia" di andare. oserei quasi dire una paura di andare.
però, a questo punto, se si tratta di un problema legato al controllo, di un tentativo di resistenza o comunque di qualcosa di patologico, immagino che l'unica cosa sensata da fare sarebbe forzarmi un pò la mano e andare nonostante questo blocco..sbaglio? lei cosa ne pensa?
la ringrazio
[#3]
>>> è possibile che questa resistenza affiori anche dopo parecchio tempo che si è iniziata la terapia?
>>>
Sì, è possibile. Bisogno di controllo non equivale a bisogno di potere o dominio sugli altri, ma al bisogno che le cose vadano e si svolgano nel modo che uno si aspetta. Che non è detto sia quello più funzionale o "migliore". Gli psicologi la chiamano ossessività, e se questa non è stata affrontata e risolta alla radice, può sempre ripresentarsi sotto varie forme. È una forma d'ansia, e l'ansia si può esprimere in molteplici modi.
Le suggerirei di forzarsi un poco a tornare almeno una volta in terapia, pensando che è per il suo bene e magari spiegando o facendo leggere al terapeuta questa nostra conversazione.
Cordiali saluti
>>>
Sì, è possibile. Bisogno di controllo non equivale a bisogno di potere o dominio sugli altri, ma al bisogno che le cose vadano e si svolgano nel modo che uno si aspetta. Che non è detto sia quello più funzionale o "migliore". Gli psicologi la chiamano ossessività, e se questa non è stata affrontata e risolta alla radice, può sempre ripresentarsi sotto varie forme. È una forma d'ansia, e l'ansia si può esprimere in molteplici modi.
Le suggerirei di forzarsi un poco a tornare almeno una volta in terapia, pensando che è per il suo bene e magari spiegando o facendo leggere al terapeuta questa nostra conversazione.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 4k visite dal 01/09/2011.
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