Malessere in casa, indecisioni
Mi trovo in una situazione che mi risulta complicata da capire e da gestire.
Sono una ragazza di 22 anni, che studia all'università, in procinto di laurearsi.
In casa ho sempre vissuto una situazione non molto piacevole per quanto riguarda soprattutto mio padre. è una persona molto protettiva, esigente, e difficile da capire. Molto lunatico e con lui ho sempre avuto varie discussioni, anche pesanti. La peggiore è stata a 15 anni (ci tenevo molto ad andare ad un compleanno di un amicoe non avevo ricevuto il permesso) quando è arrivato addirittura a dirmi: "se continui a fare quello che vuoi ti uccido". Posso dire sinceramente di aver sempre cercato di compiacerlo, di evitare i conflitti per quanto mi fosse possibile. D'altro canto però mio papà ha sempre sostenuto i miei studi: ha pagato i miei soggiorni studio all'estero e la mia università e per questo ambito è sempre stato disponibile.
Ora, l'anno accademico scorso l'ho trascorso in Erasmus in Germania. Sono tornata a casa da un anno e la situazione, dopo esser stata sola, è peggiore. O così mi sembra. Avendo acquistato una certa autonomia (non economica) mi sono sentita "regredire" a tornare a casa. Controlli sui miei esami, le mie uscite, il mio tempo libero, le mie amicizie... Oltre che ovviamente le discussioni. Sono arrivata ad un punto in cui vorrei andar via di casa, ma so che dovrei lavorare duramente e complicare i miei studi, che restando a casa sarebbero pagati. Inoltre mio padre e mia madre non "trovano ragioni valide" per le quali io dovrei andarmene di casa... Quando io le ragioni le ho. Ci sono, anche se non saranno condivise, ma ci sono.
Questa situazione mi porta a non saper decidere del mio futuro. Ho rimandato 3 volte la laurea e trovo ogni scusa per non cominciare a scrivere la tesi. So di voler studiare l'inglese tra ottobre e dicembre ma non mi decido a iscrivermi ad un programma di studio all'estero. So di non poter accettare un lavoro in un'altra città, ma posticipo la comunicazione all'azienda da 2 settimane.
Ci sono cose che so di dover fare o non dover fare, ma come elencato, non riesco a prendere una minima decisione.
Vorrei riuscire a riprendere in mano le redini della mia vita. Penso che forse un consulto con uno psicologo nella mia zona potrebbe essere d'aiuto. Cosa mi consigliate? Non so decidere nemmeno di questo. Sono ad un punto di stallo orribile e non mi sento in grado di decidere di nulla.
Sono una ragazza di 22 anni, che studia all'università, in procinto di laurearsi.
In casa ho sempre vissuto una situazione non molto piacevole per quanto riguarda soprattutto mio padre. è una persona molto protettiva, esigente, e difficile da capire. Molto lunatico e con lui ho sempre avuto varie discussioni, anche pesanti. La peggiore è stata a 15 anni (ci tenevo molto ad andare ad un compleanno di un amicoe non avevo ricevuto il permesso) quando è arrivato addirittura a dirmi: "se continui a fare quello che vuoi ti uccido". Posso dire sinceramente di aver sempre cercato di compiacerlo, di evitare i conflitti per quanto mi fosse possibile. D'altro canto però mio papà ha sempre sostenuto i miei studi: ha pagato i miei soggiorni studio all'estero e la mia università e per questo ambito è sempre stato disponibile.
Ora, l'anno accademico scorso l'ho trascorso in Erasmus in Germania. Sono tornata a casa da un anno e la situazione, dopo esser stata sola, è peggiore. O così mi sembra. Avendo acquistato una certa autonomia (non economica) mi sono sentita "regredire" a tornare a casa. Controlli sui miei esami, le mie uscite, il mio tempo libero, le mie amicizie... Oltre che ovviamente le discussioni. Sono arrivata ad un punto in cui vorrei andar via di casa, ma so che dovrei lavorare duramente e complicare i miei studi, che restando a casa sarebbero pagati. Inoltre mio padre e mia madre non "trovano ragioni valide" per le quali io dovrei andarmene di casa... Quando io le ragioni le ho. Ci sono, anche se non saranno condivise, ma ci sono.
Questa situazione mi porta a non saper decidere del mio futuro. Ho rimandato 3 volte la laurea e trovo ogni scusa per non cominciare a scrivere la tesi. So di voler studiare l'inglese tra ottobre e dicembre ma non mi decido a iscrivermi ad un programma di studio all'estero. So di non poter accettare un lavoro in un'altra città, ma posticipo la comunicazione all'azienda da 2 settimane.
Ci sono cose che so di dover fare o non dover fare, ma come elencato, non riesco a prendere una minima decisione.
Vorrei riuscire a riprendere in mano le redini della mia vita. Penso che forse un consulto con uno psicologo nella mia zona potrebbe essere d'aiuto. Cosa mi consigliate? Non so decidere nemmeno di questo. Sono ad un punto di stallo orribile e non mi sento in grado di decidere di nulla.
[#1]
(..) Penso che forse un consulto con uno psicologo nella mia zona potrebbe essere d'aiuto. Cosa mi consigliate?(..)
di rendere concreto questo pensiero e di non tornare a rifletterci sopra. Superato lo scoglio del primo incontro, con l'aiuto del terapeuta, il resto verrà da solo.
saluti
di rendere concreto questo pensiero e di non tornare a rifletterci sopra. Superato lo scoglio del primo incontro, con l'aiuto del terapeuta, il resto verrà da solo.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Questa situazione le sta condizionando la vita e gli studi.
Probabilmente vive la laurea come un evento che segna un passaggio e che quindi la metterà ancora di più alle strette sulla sua scelta e così rinvia (con grande svantaggio per lei).
Sembra che ci sia un grosso conflitto dentro di lei (comune nei giovani che si accingono a diventare adulti) tra l'indipendenza (e la "liberazione") e il bisogno di restare sotto la protezione dei genitori.
Uno psicoterapeuta potrebbe aiutarla in questo percorso di crescita e di rafforzamento della sua identità.
Un saluto.
Probabilmente vive la laurea come un evento che segna un passaggio e che quindi la metterà ancora di più alle strette sulla sua scelta e così rinvia (con grande svantaggio per lei).
Sembra che ci sia un grosso conflitto dentro di lei (comune nei giovani che si accingono a diventare adulti) tra l'indipendenza (e la "liberazione") e il bisogno di restare sotto la protezione dei genitori.
Uno psicoterapeuta potrebbe aiutarla in questo percorso di crescita e di rafforzamento della sua identità.
Un saluto.
Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.9k visite dal 31/08/2011.
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