Difficoltà a relazionarmi 'con me stesso' :

Salve,vorrei chiedervi'un opinione'sul mio problema,cosicchè,spinto da un osservazione razionale,possa essere più intenzionato ad andare a fondo(soprattutto perchè avrei da voi conferma di averne bisogno) :
Sono una persona insicura ma questo non è l'oggetto del consulto,credo solo possa essere una chiave di lettura.
Detto ciò,il problema è che da sempre quando ho discussioni,mi capita di continuare a pensarci,anche quando ormai sono tornato a casa e,forse,soprattutto..
Il problema sta nel fatto che,a meno che nonarrivi a pensare di aver torto(e comunque se accade,avviene dopo'strenuanti'e lunghe,cioè 'perditempo',riflessioni alle quali però non riesco a sottrarmi)e quindi pensassi di aver ragione,non posso evitare di mettermi a fare possibili discorsi che avrei potuto dire per essere più convincente(perchè,come si sa,quasi mai alla fine di una discussione si riesce a cambiare opinione,bisogna sempre rielaborare un po' la cosa da soli).E,so che è assurdo,ma quasi non posso farne a meno!E questo mi crea non pochi problemi perchè perdo tempo,ma se non lo faccio sono'nervoso e agitato'perchè in parte continuo a pensarci.Poi penso sempre di credere che al momento della discussione non abbia mai usato le motivazioni più convincenti,le quali,'caso strano',mi verrebbero in mente sempre dopo..E questo è motivo di'stress',e in un certo senso di disistima(senza esagerare..)di me.Anche perchè credo che così,gli altri possano farsi un opinione di me diversa dalla realtà.

La maggior parte della gente,quando fa una discussione,alla fine non se ne preoccupa più di tanto.O per lo meno,nella maggior parte dei casi(quando l'argomento non colpisce particolarmente).
Se,ad esempio,viene criticata(anche da un amico,quindi non con'cattiveria')prova a ribattere ma dopo un po' lascia stare e spesso(si avverte proprio dalla situazione)ciò non significa che ha accettato la critica ma che ha provato a spiegarsi e di farlo oltre non le interessa,'la critica non la tocca più di tanto':ognuno ha una certa sicurezza di sè,io no.
Infatti,a me tocca molto e allora siccome sono una persona che ha trovato'ristoro'nella razionalità,provo a spiegare con logica perchè secondo me non è così.Ma,ad esempio,questo diverso modo di rispondere alle critiche(rispetto alla'massa')viene visto come non accettazione alla critica!Quando invece,siccome sono una persona molto riflessiva,il mio è un atteggiamento per cui è come se dicessi"per quello che mi conosco credo sia così,ma se me lo dimostri lo accetterò,però sappi che ti risponderò finchè non saprò più che dirti e allora saprò che hai ragione".E' un modo diverso,troppo diverso dalla'massa'di pensare e agire e,come nell'esempio specifico citato, per moltissimi altri, spesso sono frainteso.Come detto,già odio che gli altri abbiano un opinione diversa dalla realtà di me,ma il fatto che il mio'io'più profondo ne sia causa,è un controsenso che mi fa'impazzire'.

Qual è il mio problema?Mi preoccupo troppo dell'opinione degli altri?
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Forse non ci crederà, ma fin dalle prime 3 righe della sua descrizione si percepisce che lei è una persona portata alla rimuginazione, ciò che gli psicologi chiamano tendenza ossessiva. Si tratta di una forma di ansia che, se la sta facendo soffrire troppo, può essere portata nello studio dello psicologo psicoterapeuta, meglio se esperto in disturbi d'ansia.

La cosa importante è che per uscirne non conta il contenuto delle rimuginazioni, ma scardinare il meccanismo che ne sta alla base.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
La ringrazio moltissimo per la velocità.
E questo mi fa sentire un po' in difficoltà nel chiederle di intervenire ancora in un consulto a cui ha già risposto, per questo le chiedo scusa in partenza.

Ma volevo sapere quale criterio potrei usare per capire se la 'sofferenza' che mi provoca sia troppa o nella 'norma'.

Inoltre, in caso, con una terapia il problema si risolve senza troppe difficoltà?

E un chiarimento, in termini di curiosità, a quello che ha scritto:
"La cosa importante è che per uscirne non conta il contenuto delle rimuginazioni, ma scardinare il meccanismo che ne sta alla base",
questo vuol dire che il mio problema non è legato a quanto il pensiero rimuginante mi coinvolga ma al meccanismo che lo genera il quale è indipendente da esso e vale a prescindere dal pensiero?

La ringrazio molto in anticipo.
[#3]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazzo,
se ha deciso di scriverci significa che il suo disagio l'ha indotta a chiedere aiuto, ma per riceverlo è necessario che si rivolga di persona ad uno psicologo-psicoterapeuta e che sia disposto a mettere in discussione alcune delle sue convinzioni prima fra tutte il primato della razionalità che alimenta costantemente la tendenza alla rimuginazione.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#4]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> questo mi fa sentire un po' in difficoltà nel chiederle di intervenire ancora in un consulto a cui ha già risposto, per questo le chiedo scusa in partenza.
>>>

Non si preoccupi, anche questo fa parte della tendenza a volersi e voler controllare troppo.

>>> volevo sapere quale criterio potrei usare per capire se la 'sofferenza' che mi provoca sia troppa o nella 'norma'.
>>>

Il solo fatto che se lo chieda è un altro sintomo di ossessività, che potrebbe essere anche leggera, ma che si esprime quasi sempre sotto forma di dubbi. Quando l'ansioso chiede: "Dottore, la mia ansia è grave??" sta realizzando da solo la profezia negativa che ha fatto su di sé.

>>> Inoltre, in caso, con una terapia il problema si risolve senza troppe difficoltà?
>>>

Dipende da quanto è motivato a uscirne e dal terapeuta che trova. Ad esempio, la durata media di una terapia nel modello breve strategico è di una decina di sedute. Può leggere qui per informarsi:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

>>> questo vuol dire che il mio problema non è legato a quanto il pensiero rimuginante mi coinvolga ma al meccanismo che lo genera il quale è indipendente da esso e vale a prescindere dal pensiero?
>>>

Quasi. Significa che non conta il contenuto dei pensieri rimuginatori, ma il fatto che rimugina. Il coinvolgimento è dato dal fatto che per l'ossessivo le cose poco importanti sembrano molto importanti. Perciò, risolvere l'ossessività significa basicamente imparare a dare il giusto peso alle cose. Questo può esssere ottenuto non solo parlando con il terapeuta, ma eseguendo compiti specifici che il terapeuta le darà, almeno se di orientamento strategico o comportamentale.

Cordiali saluti
[#5]
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Sono molto felice di avervi scritto, anche perchè non credevo di trovare così velocemente sollievo al mio problema. Ora so quale è il percorso che devo seguire per risolverlo/curarlo.

Vi ringrazio molto e,beh,come potete immaginare ho subito cercato qualche informazione...
e vorrei chiedervi un ultima cosa:
in alcuni esempi che ho trovato,si parla soprattutto di problemi concreti (ossessione per i germi, inutili preoccupazioni eccessive per qualcosa, ecc).

Per quanto mi riguarda una parola chiave è "dubbi".

Allora un informazione che mi piacerebbe ricevere in anticipo è proprio questa:
non vorrei sembrare adolescenziale, ma è abbastanza un luogo comune l'opinione che solo gli stolti non hanno mai dubbi.
Allora mi chiedo, ad esempio, a proposito di 'dubbi', qual è il confine tra il giusto e il disturbo ossessivo-compulsivo?
Un uomo 'normale' non dovrebbe avere dubbi?

Ed infine: ho letto come le cause del disturbo ossessivo-compulsivo siano principalmente organiche...è possibile abbiano anche origini legate al vissuto di una persona?

Detto ciò voglio concludere ringraziando molto entrambi.
E anche se probabilmente il dottor Santonocito interpreterà questo come un ulteriore sintomo...(ma mi sta bene!) :)
volevo rassicurarvi che oltre quest'ultimo messaggio non scriverò più. Il fatto è che ciò che mi avete detto è stato, per me, come una lampadina che si è accesa e ha fatto luce negli angoli bui della mia mente a cui non davo importanza, e che invece cambiano molto le cose... E' per questo che vorrei chiedervi moltissime altre cose ma mi rendo conto che sarebbe inutile!Quello che potevate fare per aiutarmi l'avete già fatto.
E ora tocca a me.
Ancora grazie!
[#6]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Allora mi chiedo, ad esempio, a proposito di 'dubbi', qual è il confine tra il giusto e il disturbo ossessivo-compulsivo?
Un uomo 'normale' non dovrebbe avere dubbi?
>>>

Vede come tutte queste domande hanno tutte il tarlo del dubbio ossessivo? Più farà questo tipo di domande, più starà confermando a se stesso - e di fatto alimentando - il suo problema.

>>> volevo rassicurarvi che oltre quest'ultimo messaggio non scriverò più.
>>>

Bene, il fatto che abbia capito da solo questo importante punto lascia ben sperare. Un modo per aumentare i dubbi ossessivi è fare sempre nuove domande. Quindi evitando di farsi ulteriori domande ed evitando di fare incetta d'informazioni in rete, eviterà di alimentare la sua ansia.

Pertanto: spegnere il computer e se è il caso cercare aiuto reale di persona.

Cordiali saluti