Incertezza, malinconia, insicurezza, depressione, un insieme di sensazioni strane e mai provate.
Buonasera,
sono un ragazzo di 19 anni che ha ottenuto la maturità classica quest'anno, con un ottimo voto, ho sempre avuto un buon profitto a scuola, sono sempre stato considerato da professori, amici e conoscenti (e da me stesso) una persona intelligente e talvolta geniale. Ultimamente provo un insieme di sensazioni negative, mai sperimentate prima, che consistono in questo perenne pensiero: "non sono più quello di prima, *questa cosa* se fossi stato quello di prima l'avrei fatta diversamente/avrei detto questa cosa pensandoci di più" ho come la sensazione di concentrarmi meno sulle mie azioni, sui miei pensieri, ho l'ossessione di essere meno "intelligente" di prima e questo mi provoca un perenne rimorso da "cosa avrei fatto se fossi stato quello di prima". In aggiunta, è come se tutte le emozioni fossero "smorzate": belle o brutte, le vivo pensando a come dovrei reagire ad esse, piuttosto che semplicemente lasciandomi trasportare e sentirle. Ho "paura" di non godere più delle cose che mi piacevano, ho pensieri come questo "fra poco vado in viaggio ma se fossi quello di prima apprezzerei *determinate cose* e invece no", magari le apprezzo, in realtà, ma sempre attraverso questo "filtro" malinconico. Penso sempre a questo, continuamente, con la perenne paura di "non essere più lo stesso di prima". Non è successo niente di particolare recentemente a cui possa imputare tutto questo, le uniche due cose sono l'aver per la prima volta fumato erba e l'essere andato con una prostituta (con paura di aver contratto l'HIV nonostante avessi indossato correttamente il profilattico). Forse nel subconscio ho paura che quei 3 spinelli abbiano inficiato perennemente alla mia capacità intellettiva o che l'HIV segnerà per sempre la mia vita togliendomi ogni ambizione.
Cosa ho?
sono un ragazzo di 19 anni che ha ottenuto la maturità classica quest'anno, con un ottimo voto, ho sempre avuto un buon profitto a scuola, sono sempre stato considerato da professori, amici e conoscenti (e da me stesso) una persona intelligente e talvolta geniale. Ultimamente provo un insieme di sensazioni negative, mai sperimentate prima, che consistono in questo perenne pensiero: "non sono più quello di prima, *questa cosa* se fossi stato quello di prima l'avrei fatta diversamente/avrei detto questa cosa pensandoci di più" ho come la sensazione di concentrarmi meno sulle mie azioni, sui miei pensieri, ho l'ossessione di essere meno "intelligente" di prima e questo mi provoca un perenne rimorso da "cosa avrei fatto se fossi stato quello di prima". In aggiunta, è come se tutte le emozioni fossero "smorzate": belle o brutte, le vivo pensando a come dovrei reagire ad esse, piuttosto che semplicemente lasciandomi trasportare e sentirle. Ho "paura" di non godere più delle cose che mi piacevano, ho pensieri come questo "fra poco vado in viaggio ma se fossi quello di prima apprezzerei *determinate cose* e invece no", magari le apprezzo, in realtà, ma sempre attraverso questo "filtro" malinconico. Penso sempre a questo, continuamente, con la perenne paura di "non essere più lo stesso di prima". Non è successo niente di particolare recentemente a cui possa imputare tutto questo, le uniche due cose sono l'aver per la prima volta fumato erba e l'essere andato con una prostituta (con paura di aver contratto l'HIV nonostante avessi indossato correttamente il profilattico). Forse nel subconscio ho paura che quei 3 spinelli abbiano inficiato perennemente alla mia capacità intellettiva o che l'HIV segnerà per sempre la mia vita togliendomi ogni ambizione.
Cosa ho?
[#1]
Non è possibile dirti cos'hai a distanza, senza poterti vedere e avere dei colloqui clinici di persona. Magari però possiamo orientarti un po'.
Diresti che la fine della scuola ti ha lasciato come un senso di vuoto, dentro?
Cordiali saluti
Diresti che la fine della scuola ti ha lasciato come un senso di vuoto, dentro?
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
La cosa che più mi inquieta è questa: fra poco ad esempio ceno, solitamente sarei contento di cenare, invece non provo nulla, niente, niente emozioni, umore piatto. Ho paura di non essere felice per determinate cose e QUINDI non lo sono. La fine della scuola può essere correlata a questo? Non lo so, non mi è comparsa subito questa sindrome, anzi, prima ero felice di poter studiare all'università cose che mi piacciono e per conto mio, adesso invece ho paura di non essere felice di farlo e se ci penso non provo quella sensazione di "non vedo l'ora di" che vorrei provare: non provo niente. In generale, anche ascoltando musica, vorrei che mi piacesse un certo brano che solitamente mi piace, invece no, perché mi concentro sul fatto che DEVE piacermi. È BRUTTISSIMO.
[#3]
"Ultimamente provo un insieme di sensazioni negative, mai sperimentate prima"
Caro ragazzo,
non conoscendoti di persona posso solo avanzare un'ipotesi basata su quanto accade alla maggior parte dei ragazzi a questo punto della loro vita.
Penso che tu possa essere in crisi per il momento di passaggio che stai vivendo, che ti porta inevitabilmente a ridefinire la tua identità verso la costruzione di un Sè adulto, e a fare i conti con l'evidenza che non sei più "quello di prima" (il ragazzo bravo a scuola, apprezzato da tutti, che conosce l'ambiente in cui si muove e non teme grosse sorprese).
Devi fare i conti con quello che vuoi diventare, e con tutte le incognite che a questo punto ti trovi ad affrontare allontanandoti dalle precedenti certezze.
Stai per iniziare l'università o andrai a lavorare?
Caro ragazzo,
non conoscendoti di persona posso solo avanzare un'ipotesi basata su quanto accade alla maggior parte dei ragazzi a questo punto della loro vita.
Penso che tu possa essere in crisi per il momento di passaggio che stai vivendo, che ti porta inevitabilmente a ridefinire la tua identità verso la costruzione di un Sè adulto, e a fare i conti con l'evidenza che non sei più "quello di prima" (il ragazzo bravo a scuola, apprezzato da tutti, che conosce l'ambiente in cui si muove e non teme grosse sorprese).
Devi fare i conti con quello che vuoi diventare, e con tutte le incognite che a questo punto ti trovi ad affrontare allontanandoti dalle precedenti certezze.
Stai per iniziare l'università o andrai a lavorare?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#4]
Utente
Inizierò l'università, ho paura che questo stato comprometta la mia tranquillità di studio e quindi i miei risultati futuri. (Già dire questa cosa mi aiuta ad identificare un qualcosa di concreto in questo mare di indefinita "tristezza"). Prima di metà Luglio ero contento che iniziasse l'università, ero motivato eccitato, adesso l'emozione è "smorzata".
[#5]
Ti attendi che possa succedere qualcosa di spiacevole, ad es. di scoprire che all'università potresti non essere altrettanto bravo che a scuola?
Senza conoscerti è difficile dire cosa venga prima, se il malessere (che potrebbe compromettere i tuoi risultati) o il timore per il nuovo corso di studi (che può causarti malessere).
Ne hai parlato con i tuoi genitori?
Senza conoscerti è difficile dire cosa venga prima, se il malessere (che potrebbe compromettere i tuoi risultati) o il timore per il nuovo corso di studi (che può causarti malessere).
Ne hai parlato con i tuoi genitori?
[#6]
Ti ho fatto quella domanda perché ad alcuni ragazzi capita che la fine della scuola o dell'università coincida con l'inizio di un periodo di apatia, dove ci si sente inutili e vuoti.
Magari può non essere immediato fare il collegamento, ma per te, che sembri una persona motivata dal riuscire e che s'impegna, il non aver più un'attività continua in cui riversare i propri sforzi potrebbe aver avuto l'effetto come all'anziano che va in pensione: si sente senza più uno scopo da perseguire.
Per questo è importante la domanda della collega: cos'hai pianificato di andare a fare, adesso?
Inoltre, convincersi che si DOVREBBE sentire qualcosa, che una cosa DOVREBBE piacere può essere sintomo di una tendenza ossessiva (ansia), che in una persona perfezionista ci può stare.
Se senti che ciò ti sta disturbando troppo dovresti consultare uno psicologo psicoterapeuta, di persona.
Cordiali saluti
Magari può non essere immediato fare il collegamento, ma per te, che sembri una persona motivata dal riuscire e che s'impegna, il non aver più un'attività continua in cui riversare i propri sforzi potrebbe aver avuto l'effetto come all'anziano che va in pensione: si sente senza più uno scopo da perseguire.
Per questo è importante la domanda della collega: cos'hai pianificato di andare a fare, adesso?
Inoltre, convincersi che si DOVREBBE sentire qualcosa, che una cosa DOVREBBE piacere può essere sintomo di una tendenza ossessiva (ansia), che in una persona perfezionista ci può stare.
Se senti che ciò ti sta disturbando troppo dovresti consultare uno psicologo psicoterapeuta, di persona.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 3.8k visite dal 30/08/2011.
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