Sofferenza psicologica
Sono un uomo di 46 anni con cultura universitaria, sposato con figli. Mi rivolgo a questo sito in quanto, per la prima volta nella mia vita, da un paio di anni, ho forti sofferenze psicologiche che stanno minando la tranquillità della mia vita. Prima di rivolgermi direttamente ad un professionista vorrei avere un Vs parere.
Sono felicemente sposato con un donna che adoro e che non ho mai tradito. Esiste però una significativa differenza di età fra me e mia moglie. Io sono più giovane di moglie di oltre 10 anni.
Mia moglie è ai miei occhi una bella donna, elegante, simpatica e con i nostri figli è una madre eccezionale. Successivamente al 53/54esimo anno di età, mia moglie ha mostrato un serio calo della libido e i nostri rapporti sessuali, fino a quel momento più che soddisfacenti, sono diventati meno frequenti. Direi quasi sporadici. Ne abbiamo parlato e lei mi ha detto che la sera è molto stanca
a causa del suo lavoro, mia moglie è un avvocato e di due figli adoloscenti che impegnano molto me, ma soprattuto lei.
Il risultato di questo evento ha avuto in me delle serie conseguenze. All'inizio molto blande ma con il passare del tempo sempre più significative. Ad oggi la soddisfazione dei miei bisogni sessuali è diventato un pensiero costante che mi provoca sofferenza per i seguenti motivi;
* Sono molto appagato sentimentalmente ma poco sessualmente questo squilibrio mi crea sofferenza. Rispetto molto mia moglie, non voglio forzare i suoi desideri;
* Non voglio tradire mia moglie con una amante. Avrei paura di distruggere la mia famiglia. La mia vita è molto intensa ed ho molte occasioni di incontrare altre donne ma non mi viene naturale di "andare oltre";
* Vorrei rivolgermi occasionalmente ad una professionista del sesso. La mia condizione sociale mi permetterebbe di rivolgermi a professioniste di alto livello. Tale soluzione sarebbe la migliore in quanto il rapporto è ben circoscritto all'interno di un contratto. Finito il rapporto finito il contratto. Ma ho il terrore di contrarre delle malattie. Inoltre, visto che sarebbe la prima volta, avrei paura degli inevitabili sensi di colpa successivi;
Tenga presente che sono un uomo che ha sempre vissuto la propria sessualità in modo normale. Non sono un perverso ne tantomeno un "affamato" di sesso.
Ho ricevuto una buona educazione ed ho molto rispetto per le donne con le quali ho sempre avuto un ottimo e sereno rapporto. Considero l'atto sessuale con
una donna un momento in cui donarsi reciproco piacere e non solo un momento di pura soddisfazione personale.
Le chiedo se lei pensa che con una terapia psicologica potrei risolvere il mio problema, tenga inoltre presente che non vorrei fare utilizzo di farmaci.
La ringrazione per le risposte che mi saprà dare
Cordiali Saluti
Il mio suggerimento è di fare un colloquio individuale iniziale con uno psicologo psicoterapeuta, e sulla base di quello decidere insieme al collega la strada più adatta.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
ho letto attentamente e credo di aver compreso il Suo stato d'animo.
Mi chiedevo però come associare l'idea di potersi rivolgere ad una prostituta con la frase
" Considero l'atto sessuale con
una donna un momento in cui donarsi reciproco piacere e non solo un momento di pura soddisfazione personale."
Se il problema è di pura soddisfazione carnale, allora comprendo la Sua necessità, ma mi sembra ci sia un po' di confusione, tra biologia e moralità. Forse già solo per questo motivo potrebbe valere la pena effettuare una consulenza psicologica.
Inoltre credo che tale consulenza non possa prescindere da un lavoro sulla coppia: i tempi sono cambiati, avete bisogno di un riadattamento (che Lei fatica a raggiungere evidentemente) e forse un consulente potrebbe esservi d'aiuto.
Ma non credo esista una "soluzione" priva di conseguenze: se vado a prostitute rischio le malattie; se tradisco rischio di mandare a monte il matrimonio, se affronto questo problema con mia moglie rischio di offenderla, ecc.
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
un'altra possibile soluzione pratica potrebbe essere quella di riorganizzare il vostro ménage familiare in modo che sua moglie possa stancarsi meno e, magari, essere più disponibile.
Questo se la sua domanda non sottintende altro.
Se invece la differenza d'età che cita sta, in qualche modo diventando per voi un problema, o se ci sono altre questioni che causano la sua sofferenza psicologica, allora qualche colloquio con uno psicologo per chiarire di cosa si tratta sarebbe indicato.
Potrebbe rivolgersi Lei individualmente o potreste recarvi in coppia da un professionista: si tratterebbe di due opzioni non equivalenti, la cui opportunità sta a Lei giudicare.
A disposizione per ulteriori chiarimenti, la saluto.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
il calo del desiderio che sua moglie ha avuto può essere legato alla menopausa ed è piuttosto frequente nelle donne della sua età.
Questa ipotesi non è stata presa in considerazione dal suo ginecologo?
Il cambiamento ha avuto comprensibili ripercussioni sulla serenità della vostra coppia, e sembra che non l'abbiate affrontato al di là di discorsi piuttosto generici sullo stress (che può sicuramente incidere, ma per prima cosa considererei la possibile causa ormonale e ne parlerei con un medico).
Se dal punto di vista ginecologico non emergesse alcuna causa potrete rivolgervi ad uno psicologo che si occupi di problemi di coppia, perchè il disagio che sta vivendo e del quale lei si sta facendo carico da solo fa pensare che qualcosa fra di voi non funzioni al meglio, e che la comunicazione fra voi non sia sufficientemente libera ed efficace.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
In effetti devo spiegare meglio la mia considerazine sul "donarsi reciproco piacere";
Si, il mio problema è di pura soddisfazione carnale ma ci si può rivolgere ad una "professionista" con rispetto essendo coscenti di essere davanti ad un essere umano e non ad un oggetto di piacere. Forse nel rapporto con una prostituta non è opportuno usare il verbo "donare". Non ritengo immorale il lavoro di una prostituta (ci sono paesi europei un cui la prostituzione è legale e ben gestita) come non ritengo immorale rivolgersi ad una prostituta. Ritengo immorale perdere la propria "umanità" di fronte ad una prostituta.
Vorrei inoltre ringraziare Lei ed i suoi colleghi per le risposte che mi sono state date
Saluti
il calo del desiderio sessuale o desiderio sessuale ipoattivo, ha solitamente cause poliedriche , come quelle ormonali, relazionali, intrapsichiche, da stress, da pregresse disfunzioni sessuali non diagnosticate, e, tanto altro.
La sessualità mercenaria, potrebbe appagare momentaneamente, ma non essere terapeutica per la coppia.
Inviti la sua signora ad una valutazione ginecologica completa ed una volta escluse possibili cause organiche, la inviti ad investigare le cause altre correlata al calo del desiderio.
Legga ,se desidera, questo mio articolo, sulla sessualità femminile.
Saluti
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/861-sessualita-femminile-disfunzioni-cause-e-terapie.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Sono abbastanza sicuro che il calo della libido di mia moglie non ha cause organiche., anche se cercherò di indagare ulteriormente. Sicuramente i figli adolescenti impegnano e l'età avanza. Io sono un padre molto attento ma sono meno ansioso di mia moglie. Ritengo che la situazione si sia creata per una serie di concause (Menopausa, stress, ecc. ecc.). Vorrei però mettere in evidenza che il mio "disagio" vorrei risolverlo con un aiuto psicologico e che il mio pensiero di ricorrere al sesso mercenario è una "extrema ratio" dettata da una sensazione di forte insoddisfazione sessuale. La domanda che rivolgevo ai professionisti dei questo sito è; Posso risolvere il mio problema ricorrendo ad una terapia psicologica che coinvolga solo me? Non vorrei coinvolgere mia moglie in una terapia di coppia, ho il timore di rompere gli equilibri familiari.
Saluti
La possibilità di affrontare il suo problema con uno psicologo psicoterapeuta è, come già le scrivevo, una delle strade possibili. Certo i risultati dipenderanno molto dagli obiettivi che stabilirete e dalle sue aspettative e dalla sua motivazione ad impegnarsi in un tale percorso.
Cordiali saluti.
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In effetti, le suggerivo d'iniziare con dei colloqui individuali proprio perché le terapie di coppia hanno buone prospettive quando sono volute da entrambi, quando cioè il problema è unanimemente riconosciuto e vissuto come tale. Ciò non esclude a priori che non possiate mai recarvi alcune volte con sua moglie dal professionista, ad esempio perché lui abbia modo di capire qual è il suo (di sua moglie) punto di vista. Ma la vedrei semmai come una fase successiva, da valutare e concordare con lo psicologo.
In questo momento è probabile che sia soprattutto lei (che ci scrive) a doversi chiarire.
Cordiali saluti
Lei ci parla di una situazione in cui il disagio è Suo, meno di Sua moglie che, attualmente non pare porsi grandi problemi sulla vostra vita sessuale, essendo maggiormente occupata dalle preoccupazioni relative ai figli e al lavoro.
E' sempre Lei che sta studiando eventuali strategie e soluzioni, ma il Suo sistema di valori, i sensi di colpa e la paura di contrarre malattie, Le impediscono di mettere in atto il Suo piano. O forse si rende conto che non è la direzione giusta per ritrovare Sua moglie.
E' chiaro che uno psicologo psicoterapeuta Le servirà per comprendere meglio che cosa sta accadendo nella coppia. Non è detto che le concause da Lei intercettate fin qui non comprendano altri motivi di allontanamento.
Ma fin quando non sarà anche Sua moglie a manifestare un certo disagio nella relazione e la voglia di ri-costruire, una terapia di coppia non funzionerebbe in quanto sarebbero assenti la collaborazione e l'alleanza tra Lei e Sua moglie contro i motivi che vi stanno allontanando. Per dirla in altri termini Sua moglie potrebbe partecipare agli incontri solo per fare un piacere a Lei, se non addirittura non parteciparvi affatto, non essendone convinta.
Quindi a questo punto non ha molto senso coinvolgere Sua moglie, non perchè si romperebbe un equilibrio (concordo con la Collega Scalco è precario), ma perchè mancherebbero importanti premesse di ogni psicoterapia.
Infine, anche Lei ha le Sue responsabilità e il Suo ruolo nell'allontanamento da Sua moglie (non soltanto lavoro e figli!). Quindi è importante iniziare a cambiare prospettiva.
Un cordiale saluto,
Ho letto con molto interesse quanto lei ha scritto.
Concordo con lei sul fatto che mia moglie non si pone il problema per il fatto che non è coscente del livello di gravità del mio disagio. Lei sà benissimo che provo disagio, ma lo ritiene fisiologico (facilmente superabile) mentre, nonostante tutti i miei sforzi per sopprimerlo razionalmente, il mio disagio è diventato patologico.
Nella mia richiesta di consulto ho scritto che io sono molto appagato sentimentalmente. Quando ho scritto che mia moglie e presa dai figli e dal lavoro, avrei dovuto scrivere che mia moglie è presa dalla famiglia, di cui anche io faccio parte e dal lavoro. E' una donna molta affettuosa, non mi fà mancare un complimento, ha sempre un pensiero nei miei confronti. durante il nostro matrimonio non abbiamo mai avuto forti contrasti. Per questi motivi non ho interesse nel cercarmi una relazione extraconiugale, di fatto non mi interessano altre donne con le quali potrei instaurare una relazione che potrebbe "trasformarsi" in qualcosa che ho già e che non mi manca affatto.
Non ritengo i miei equilibri familiari precari. Il fatto che non metto in atto le mie "strategie e soluzioni" è perchè ho un amore forte per mia moglie ed i miei figli. Chiaramente, l'amore per la mia famiglia rende più forti i mie valori, i miei principi, la mia morale, ecc. ecc.
Forse è arrivato il momento in cui la vita presenta il conto delle scelte fatte in passato. Benchè io non gli dia e non glia abbia mai dato importanza, la differenza di età fra me e mia moglie è importante. ed ogni età ha la propria stagione. Forse mia moglie non concepisce più il sesso come lo concepiva fino a qualche tempo fà. Forse il suo fisico non dà più quegli impulsi che invece io ho ancora. Forse devrò sopportare il mio disagio fino a quando anche io entrerò nella medesima stagione della mia compagna di vita.
Ringraziandola per la risposta che unitamente a quella dei suoi colleghi ha contribuito a fare un po' più di luce sulle possibili soluzioni al mio problema la saluto cordialmente.
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Questa può essere un'alternativa: il non decidere e aspettare.
Prendendo però per buona l'ipotesi delle "stagioni equivalenti", potrebbe trattarsi di un'attesa lunga più di 10 anni.
È disposto ad aspettare tanto?
Cordiali saluti
Forse prima di trarre queste conclusioni dovreste parlarne e chiedere una consulto ginecologico: nel caso in cui il calo del desiderio di sua moglie dipendesse da squilibri ormonali legati alla menopausa sarebbe probabilmente sufficiente una terapia ormonale sostitutiva per risolvere il problema.
Perchè non gliene parla? Si sente in imbarazzo ad affrontare quest'argomento con lei?
Vorrei inoltre capire per quale motivo ci dice:
"Non vorrei coinvolgere mia moglie in una terapia di coppia, ho il timore di rompere gli equilibri familiari".
Cosa pensa che potrebbe accadere?
Gent.le utente,
ha descritto sua moglie come una persona particolarmente ansiosa, è per questo che ha difficoltà a condividere con lei il suo disagio? Immagina forse che potrebbe incrinare il rapporto di fiducia tra i partners?
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
Forse è difficile da capire, ma mia moglie percepisce il mio disagio come un "leggero capriccio" in mezzo a tante questioni familiari che sono più importanti e che devono essere affrontate con maggior impegno (La scuola e l'educazione dei figli, la loro vita sociale, la casa, il lavoro, le nostre rispettive famiglie di origine i cui membri spesso necessitano di cure, ecc.). Sicuramente io non esprimo in modo chiaro alla mia compagna il mio disagio soprattutto per il fatto che parlare dell'argomento mi fa sentire un egoista nei confronti di una donna che dona tutta se stessa alla famiglia e anche per il fatto che stupidamente e forse incosciamente ho paura del suo giudizio.
Poi al problema della bassa frequenza dei rapporti se ne aggiunge anche un'altro. Forse nei miei post precedenti non è emerso chiaramente;
I rapporti sessuali con mia moglie sono sporadici ma non assenti....... I figli dormono nella stanza accanto, non abbiamo più 20/30 anni, il giorno dopo dobbiamo svegliarci presto,....insomma il rapporto si consuma in modo "abitudinario". In questo periodo sono molto confuso ma sento chiaramente un bisogno di "sesso fatto con passione". Per carità, non cose "strane" semplicemente più passione e più libertà. Questo è il motivo per cui spesso penso ad una "professionista" o comunque ad un rapporto con una donna libera senza implicazioni sentimentali. Ma è tutto così difficile!
Saluti
è stato molto chiaro e la ringrazio di aver descritto uno scenario nel quale sono certa che alcune delle persone che leggono i consulti di Medicitalia, si saranno identificate.
" In questo periodo sono molto confuso ma sento chiaramente un bisogno di "sesso fatto con passione". Per carità, non cose "strane" semplicemente più passione e più libertà."
Lei è libero di soddisfare questa esigenza attraverso una prestazione a pagamento, ma questo non cancellerà il disagio che vive all'interno nella sessualità coniugale.
"il fatto che parlare dell'argomento mi fa sentire un egoista nei confronti di una donna che dona tutta se stessa alla famiglia e anche per il fatto che stupidamente e forse incosciamente ho paura del suo giudizio."
Il senso di colpa e il timore del giudizio del partner sono spesso gli ostacoli contro i quali s'infrange la comunicazione di coppia, per questo è importante introdurre un terzo elemento NON GIUDICANTE, lo psicoterapeuta, con il quale costruire uno SPAZIO DI CONDIVISIONE PROTETTO.
All'interno di questo "spazio" (la psicoterapia di coppia) sia Lei che Sua moglie potrete sentirvi liberi di esprimere i vostri disagi, concedendovi la possibilità di "vedere" aspetti di sé e dell'altro troppo "mimetizzati" nella quotidianità per essere "colti" dalla vostra attenzione.
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