Sessualità dei genitori vista come un problema
Salve, vivo da anni una situazione piuttosto incasinata, credo di poterla scrivere solo su un forum, conscia del fatto di essere anonima..ad un psicologo non riuscirei mai a dirla e nemmeno ad una qualsiasi altra persona, visto che mi vergognerei troppo; razionalmente penso che sia una cosa troppa strana, infantile, stupida e non deve essere un problema, ma purtroppo non riesco a "mettere a posto" i miei pensieri...
Il mio problema è fatto di più problemi messi insieme, ma ormai credo che il punto principale siano i miei genitori.
Ho letto il topic di quella ragazza che aveva visto i suoi genitori mentre facevano sesso, anche a me è capitato ma quando ero piccola (6-7 anni) e per più volte, oltre a scoprire anche mio padre che vedeva "certe" videocassette. Quando l'ho scoperto mi ha anche insultata (a 5-6 anni..) e ricordo scoppiai a piangere..non fece una grinza..a distanza di anni quelle scene non riesco a levarmele dalla testa.
Comunque a quell'età non me ne fregava molto, non capivo, anche se in un primo momento ricordo di esserci rimasta male (la prima volta che li ho visti mi ero nascosta a piangere, le volte dopo nulla), ma non ho detto, fatto né pensato niente, ho solo tenuto dentro di me tutto (come continuo ancora a fare, con qualsiasi problema).
Credo che la colpa sia soprattutto di mio padre e delle sue paranoie. Mi accontentava in tutto, quando ero molto piccola (fino a 1-2 anni) mi facevano dormire nel loro letto perché mio padre aveva paura che soffocassi o una cosa del genere, quando ero un po' più cresciuta non volevo dormire da sola per paura del buio e di cadere dal letto e quindi ho continuato a dormire con loro da sempre..questo ovviamente ha influito su tutto, visto che di notte non potevano fare niente lo facevano di giorno, con me in casa..probabilmente pensavano che tanto ero piccola e non capivo niente. Ero inoltre molto attaccata a mia madre e per questo non sono quasi mai andata all'asilo, non riuscivo a stare lontano.
Gli anni dopo ricordo solo che con mio padre non c'era rapporto, quasi non parlavamo o comunque lo vedevo come estraneo, non sono mai riuscita a chiamarlo papà (e anche ora non è molto diverso).
Durante l'adolescenza uscivo solo per andare a scuola, ho cambiato tante scuole perché in ogni classe non riuscivo a stare bene, ero presa in giro, sentivo tutti troppo distanti e io troppo diversa, mi isolavo e non socializzavo, avevo ansia e stavo male (nausea, mal di stomaco ecc). Mai avuto un ragazzo (e quasi nemmeno ora lo voglio, forse), non ho amiche, riesco a fare solo conoscenze molto superficiali di convenienza e solo in occasioni "formali" come al lavoro, mai per uscite di divertimento.
Ora mi ritrovo a 23 anni a non riuscire a uscire di casa se almeno uno dei due genitori non esce..e a controllare mio padre in ogni cosa, solo a pensare che potrebbe succedere "qualcosa" mi viene il panico e sto male.
In una situazione simile c'è possibilità di guarire? O avrò questi pensieri per sempre? grazie..
Il mio problema è fatto di più problemi messi insieme, ma ormai credo che il punto principale siano i miei genitori.
Ho letto il topic di quella ragazza che aveva visto i suoi genitori mentre facevano sesso, anche a me è capitato ma quando ero piccola (6-7 anni) e per più volte, oltre a scoprire anche mio padre che vedeva "certe" videocassette. Quando l'ho scoperto mi ha anche insultata (a 5-6 anni..) e ricordo scoppiai a piangere..non fece una grinza..a distanza di anni quelle scene non riesco a levarmele dalla testa.
Comunque a quell'età non me ne fregava molto, non capivo, anche se in un primo momento ricordo di esserci rimasta male (la prima volta che li ho visti mi ero nascosta a piangere, le volte dopo nulla), ma non ho detto, fatto né pensato niente, ho solo tenuto dentro di me tutto (come continuo ancora a fare, con qualsiasi problema).
Credo che la colpa sia soprattutto di mio padre e delle sue paranoie. Mi accontentava in tutto, quando ero molto piccola (fino a 1-2 anni) mi facevano dormire nel loro letto perché mio padre aveva paura che soffocassi o una cosa del genere, quando ero un po' più cresciuta non volevo dormire da sola per paura del buio e di cadere dal letto e quindi ho continuato a dormire con loro da sempre..questo ovviamente ha influito su tutto, visto che di notte non potevano fare niente lo facevano di giorno, con me in casa..probabilmente pensavano che tanto ero piccola e non capivo niente. Ero inoltre molto attaccata a mia madre e per questo non sono quasi mai andata all'asilo, non riuscivo a stare lontano.
Gli anni dopo ricordo solo che con mio padre non c'era rapporto, quasi non parlavamo o comunque lo vedevo come estraneo, non sono mai riuscita a chiamarlo papà (e anche ora non è molto diverso).
Durante l'adolescenza uscivo solo per andare a scuola, ho cambiato tante scuole perché in ogni classe non riuscivo a stare bene, ero presa in giro, sentivo tutti troppo distanti e io troppo diversa, mi isolavo e non socializzavo, avevo ansia e stavo male (nausea, mal di stomaco ecc). Mai avuto un ragazzo (e quasi nemmeno ora lo voglio, forse), non ho amiche, riesco a fare solo conoscenze molto superficiali di convenienza e solo in occasioni "formali" come al lavoro, mai per uscite di divertimento.
Ora mi ritrovo a 23 anni a non riuscire a uscire di casa se almeno uno dei due genitori non esce..e a controllare mio padre in ogni cosa, solo a pensare che potrebbe succedere "qualcosa" mi viene il panico e sto male.
In una situazione simile c'è possibilità di guarire? O avrò questi pensieri per sempre? grazie..
[#1]
Gentile ragazza,
venire a conoscenza della sessualità dei propri genitori in età infantile può essere un'esperienza che lascia dei turbamenti e che influenza il seguito della propria vita.
Nel suo caso lei ci dice che effettivamente si sono manifestate delle difficoltà successive, in particolare più volte sottolinea il rapporto con suo padre e la necessità attuale di doverlo controllare.
La sua situazione può essere risolvibile attraverso un percorso vis a vis con uno psicoterapeuta, non certo con un consulto on line. E' proprio con la relazione diretta che lei potrà affrontare il "trauma" infantile e riconfigurarlo all'interno della sua vita attuale in modo che sia accettabile.
Le suggerisco poi che sembra che la vergogna associata al parlare direttamente con uno psicologo di quanto ha vissuto da bambina sia proprio un residuo della vergogna che potrebbe aver sperimentato in età infantile e di cui poi non si è liberata.
Se le può essere di aiuto le faccio presente che psicologi e psicoterapeuti dovrebbero ascoltare le sue parole e i suoi stati emotivi, lasciando fuori dal setting giudizi di ogni genere.
Cordiali saluti
venire a conoscenza della sessualità dei propri genitori in età infantile può essere un'esperienza che lascia dei turbamenti e che influenza il seguito della propria vita.
Nel suo caso lei ci dice che effettivamente si sono manifestate delle difficoltà successive, in particolare più volte sottolinea il rapporto con suo padre e la necessità attuale di doverlo controllare.
La sua situazione può essere risolvibile attraverso un percorso vis a vis con uno psicoterapeuta, non certo con un consulto on line. E' proprio con la relazione diretta che lei potrà affrontare il "trauma" infantile e riconfigurarlo all'interno della sua vita attuale in modo che sia accettabile.
Le suggerisco poi che sembra che la vergogna associata al parlare direttamente con uno psicologo di quanto ha vissuto da bambina sia proprio un residuo della vergogna che potrebbe aver sperimentato in età infantile e di cui poi non si è liberata.
Se le può essere di aiuto le faccio presente che psicologi e psicoterapeuti dovrebbero ascoltare le sue parole e i suoi stati emotivi, lasciando fuori dal setting giudizi di ogni genere.
Cordiali saluti
Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com
[#2]
Non deve confondere la vergogna che sente per la vita sessuale dei suoi genitori con la vergogna che sentirebbe a parlarne (solo i primi 10 minuti) con uno psicologo. Legga questi articoli, e veda come non è sola a sentire queste emozioni:
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=383
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/156-dubbi-e-miti-dell-aspirante-psico-paziente-indeciso.html
Il fatto è che da qui, a parte degli spunti di riflessione, non potrà ricevere alcun tipo di aiuto concreto e risolutivo. L'unica possibilità che ha di essere aiutata da uno psicologo, se sente di non farcela da sola a superare la difficoltà, è andarci di persona.
Cordiali saluti
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=383
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/156-dubbi-e-miti-dell-aspirante-psico-paziente-indeciso.html
Il fatto è che da qui, a parte degli spunti di riflessione, non potrà ricevere alcun tipo di aiuto concreto e risolutivo. L'unica possibilità che ha di essere aiutata da uno psicologo, se sente di non farcela da sola a superare la difficoltà, è andarci di persona.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Gentile ragazza,
alle indicazioni già ricevute dalla Collega, aggiungo soltanto che non sempre l'infanzia influenza poi ciò che siamo da adulti.
Piuttosto, partirei proprio da chi è Lei ora e dalle difficoltà che incontra in questo momento.
Mettere ordine nella Sua vita è qualcosa che, come Le ha già detto la Collega, può avvenire attraverso una psicoterapia.
Comprendo la vergogna che prova, ma Lei stessa è partita dalla richiesta di un consulto dimile al Suo da parte di un'altra ragazza. Come vede sono esperienze che capitano anche ad altre persone. Che possano generare vergogna o imbarazzo non lo discuto. Tuttavia ha già sperimentato che vivere nella vergogna non la porta da nessuna parte.
Saluti,
alle indicazioni già ricevute dalla Collega, aggiungo soltanto che non sempre l'infanzia influenza poi ciò che siamo da adulti.
Piuttosto, partirei proprio da chi è Lei ora e dalle difficoltà che incontra in questo momento.
Mettere ordine nella Sua vita è qualcosa che, come Le ha già detto la Collega, può avvenire attraverso una psicoterapia.
Comprendo la vergogna che prova, ma Lei stessa è partita dalla richiesta di un consulto dimile al Suo da parte di un'altra ragazza. Come vede sono esperienze che capitano anche ad altre persone. Che possano generare vergogna o imbarazzo non lo discuto. Tuttavia ha già sperimentato che vivere nella vergogna non la porta da nessuna parte.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.4k visite dal 30/08/2011.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.