Bisogno di primeggiare e riconoscimenti

salve, spero di ricevere un parere su questa situazione: sono una studentessa, da tempo l'università è diventata una specie di corsa contro tutto, unic ragione di vita perchè devo raggiungere determinati obiettivi in un determinato tempo e modo. non tollero di sforare e di non attenermi ai miei standard (che molti definiscono severi, ideali, difficili da raggiungere, da suicido...) e se non li rispetto mi sento una persona mediocre e fallimentare.
ultimamente mi sono accorta che ho proprio il desiderio di primeggiare, stare al centro dell'attenzione, avere un pubblico pronto ad applaudire ogni mia "esibizione" ma che mi vergogno tantissimo ad ammettere di avere certi desideri perchè ritenuti infantili, vacui, superficiali, immaturi, mentre dovrebbe esistere solo il sacrificio e il lavoro duro.
nelle mie fantasie c'è questa voglia di ricevere applausi, medaglie, oscar e premi nobel con tanto di stupore e meraviglia negli occhi della gente.
mi sono chiesta spesso se sono narcisista, istrionica e ossessivo-compulsiva, probabilmente sono tutt'e tre le cose e magari sono anche bipolare visto che a periodi sono un fulmine di idee e in altri momenti vorrei solo dormire, morire e scomparire (ma da me stessa proprio!). ecco, vorrei un parere, se per un problema come il mio è possibile "guarire", se è possibile rimuovere questo desiderio di riconoscimento per dedicarmi al lavoro come una persona degna di esistere e seria quale dovrei essere. se sì, in quanto tempo. infine se la terapia d'elezione è la psicoanalisi: come faccio ad accettare il ruolo di paziente dall'alto del mio orgoglio, desiderio di dominanza nelle relazioni, desiderio di essere apprezzata e idealizzata? mi sembra un problema senza uscita. grazie a tutti.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazza, da qui non è possibile fare diagnosi. E' vietato dalle linee guida del sito e comunque non sarebbe corretto attraverso un consulto on line.

Bisogna valutare se questa tua modalità, il tuo bisogno di primeggiare e di ricevere riconoscimenti dall'esterno non sia in realtà l'espressione di una modalità depressiva di vivere.

La psicoterapia è indicata, in quanto ti permetterebbe di lavorare su temi quali l'autostima e l'amabilità personale che, da quanto dici, sembrano dipendere dai risultati che ottieni e non dalla consapevolezza del tuo valore.

Io credo che possa fare al caso tuo una psicoterapia come quella cognitivo-comportamentale, in quanto lavora sul problema, modificando quegli aspetti problematici, senza impegnarti per anni. In genere il trattamento è relativamente breve.

Ad ogni modo ti incollo il link di un articolo che ti aiuterà a orientarti tra i diversi modelli
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara ragazza,

da quanto scrivi ("da tempo l'università è diventata una specie di corsa contro tutto") mi sembra di capire che questa situazione non ti accompagna da sempre, ma che è cambiato qualcosa forse in tempi recenti: è così?
Questo tuo desiderio di primeggiare e di ricevere un riconoscimento potrebbe ad es. essere una compensazione rispetto ad altri aspetti della tua vita, attualmente insoddisfacenti, e non avere nulla a che fare con la psicopatologia.
Non scambiare comportamenti ed emozioni che forse hanno un legame con l'attualità e quindi una spiegazione più che comprensibile per segni di squilibrio, o almeno aspetta che a dirtelo sia un esperto in materia.

Hai scelto tu il corso di laurea che stai frequentando? Sei in pari con gli esami?
Ti stai paragonando ad altri?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#3]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
intanto ben tornata, visto che questo non è il Suo primo consulto.

Interessante il Suo post: mi ricorda una frase del tipo "Lo voglio, Non lo voglio".

Lei sa perfettamente che avrebbe bisogno di una psicoterapia, ma ne è spaventata allo stesso tempo.

Infatti il Suo è davvero uno strano narcisismo, se volessimo usare tale termine: al narcisista non credo verrebbe nemmeno in mente di scrivere un consulto (figuriamoci 2 consulti...) su questo sito, perchè sarebbe fermamente convinto che tutto sta procedendo bene.

Il desiderio di "riconoscimento" potrebbe essere una sorta di "compensazionie" necessaria per gestire un profondo senso di inadeguatezza.

i Suoi standard severi potrebbero essere legati ad un disturbo ossessivo.

Le oscillazioni emotive potrebbero essere dovute ad un disturbo dell'umore.

Insomma, quando diamo una bella e concreta risposta a tutti questi "potrebbero"?

Se vuole davvero "primeggiare" (e secondo me ne ha tutto il diritto) forse dovrebbe imparare a conoscersi profondamente ed a gestire meglio alcuni Suoi risvolti emotivi: per questo ci sono le psicoterapie.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#4]
Utente
Utente
vi ringrazio tutti per le vostre risposte che mi sembrano davvero competenti! (stranamente, di solito sono critica)


"valutare se questa tua modalità, il tuo bisogno di primeggiare e di ricevere riconoscimenti dall'esterno non sia in realtà l'espressione di una modalità depressiva di vivere."

questa frase mi ha colpita, mi piacerebbe capire che collegamento c'è tra il bisogno di primeggiare e la modalità depressiva, perchè in effetti a volte sento una cosa del genere, come se il primeggiare, il raggiungimento di unrisultato, la perfezione, tutto ciò che può essere un "premio" siano come degli incentivi per vivere, come se una parte di me facesse i capricci di fronte a una vita monotona o poco gratificante... per a serie "va bene, vivo e non mi deprimo solo se ho di buoni motivi" (contando che fino a qualche anno fa vivevo in un mondo immaginario e non investivo sulla realtà)

"l'autostima e l'amabilità personale che, da quanto dici, sembrano dipendere dai risultati che ottieni e non dalla consapevolezza del tuo valore."

so che puo' sembrare strano ma in realtà la mia autostima non dipende propriamente dai risultati, quelloo che mi succede è questo "so di valere, valgo moltissimo perciò devo dare il massimo altrimenti è uno spreco"....

"Io credo che possa fare al caso tuo una psicoterapia come quella cognitivo-comportamentale, in quanto lavora sul problema, modificando quegli aspetti problematici, senza impegnarti per anni. In genere il trattamento è relativamente breve."

sì, meglio, così non c'è il transfert e tutte quelle cose che mi bloccherebbero..

"Questo tuo desiderio di primeggiare e di ricevere un riconoscimento potrebbe ad es. essere una compensazione rispetto ad altri aspetti della tua vita, attualmente insoddisfacenti"

anche questo lo condivido, in effetti sono insoddisfatta dal punto di vista sociale e relazionale (pochi amici e nessun confidente stretto, diffido...), economico (mi mantengono i miei e mi pesa, così non spendo niente, spendoo tipo 50 euro al mese e mi sento in colpa lo stesso, solo che un po' sono frustrata perchè non ho davvero niente!), sentimentalmente sono messa abbastanza bene per ora ma h paura che un giorno dovrò tipo sposarmi, metter su famiglia e al pensiero mi viene da scappare alle hawaii!


"Hai scelto tu il corso di laurea che stai frequentando? Sei in pari con gli esami?
Ti stai paragonando ad altri? "

sì, l'ho scelto io, sono in pari , ai miei non interessa quello che faccio, ne' i risultati che ottengo. non mi paragono molto perchè sono tra i migliori del mio corso e più che in competizione con i miei colleghi sono in competizione con i docenti!!

"ll desiderio di "riconoscimento" potrebbe essere una sorta di "compensazionie" necessaria per gestire un profondo senso di inadeguatezza."

sì, fino a 14 anni ero una deficiente, grassoccia e timida poi mi sono svegliata, ho passato un po' di anoressia e simili e mi sono ripresa un po' di rivalsa... iin effetti ho anche la pecca di voler piacere a tutti.sono diventata cinica e stronxa, critico tutti e mi credo sempre nel giusto. sono molto selettiva e non ammetto errori ne' imperfezioni ne' da me ne' dagli altri, non posso assolutamente permettermi di fare schifo, l'ho gia' fatto abbastanza in passato.


"Se vuole davvero "primeggiare" (e secondo me ne ha tutto il diritto) forse dovrebbe imparare a conoscersi profondamente ed a gestire meglio alcuni Suoi risvolti emotivi: per questo ci sono le psicoterapie. "

è questo conoscermi profondamente che mi infastidisce, io mi conosco profondamente ma nego certo miei difetti, sarei costretta ad ammettere di avere delle pecche :P non so se mi spiego...
comunque sì, forse una terapia non sarebbe male...

grazie ancora, mi avete fatto riflettere molto e siete stati molto gentili.


[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
È possibile che la tua situazione, in base a ciò che dici e a ciò che ti hanno già suggerito i colleghi, possa riassumersi come segue: tu sei una persona che ha un forte desiderio di riuscire. Di per sé questo sarebbe anche sano, è ciò che gli psicologi chiamano "need of achievement". Ma siccome sei un po' ossessiva, ciò che ottieni non ti basta mai, ti autopunisci per non far di meglio e ti distruggi da sola. E dato che da un certo tempo ormai non riesci a uscire da questa trappola, ti sei un po' depressa. Sai, può succedere quando si ha come la sensazione di lottare contro i mulini a vento.

Rivolgiti a uno psicologo psicoterapeuta, ad esempio a indirizzo comportamentale o strategico, per imparare a restituire alla tua contorsione mentale l'aspetto di un sano desiderio di riuscita.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#6]
Utente
Utente
grazie per la sua risposta!! sì, forse il mio bisogno di riuscita sconfina un po' nel patologico, sono molto competitiva, sempre in modalità "sfida" .... valuterò cosa fare per la terapia. anche se ammetto che questo modo di essere mi porta a dei risultati. un bel dilemma...
grazie.
[#7]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"sì, meglio, così non c'è il transfert e tutte quelle cose che mi bloccherebbero..."

Carissima, il cosiddetto "transfert" si instaura in qualunque tipo di terapia: i diversi orientamenti lo chiamano in modo diverso, ad es. "rapport", ma il concetto è sempre lo stesso e stabilire un buon rapporto terapeutico è la chiave per la riuscita di un trattamento psicologico/psicoterapeutico.
Diversi studi hanno infatti evidenziato che gli aspetti che compongono la relazione psicologo-paziente sono più importanti perfino del tipo di terapia praticata.

Per quale motivo pensi che il "transfert" potrebbe bloccarti?
[#8]
Utente
Utente
certo, il transfert c'è in tutte le terapie e forse in tutti i tipi di relazione in generale. però in analisi viene analizzato, nelle altre che io sappia no, mi pare..... e mi blocca l'idea di un coinvolgimento e relativa sua analisi......
[#9]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazza, certo che il tuo modo di essere ti porta dei risultati, aggiungerei molto buoni e positivi.
E' chiaro che la psicoterapia non va a toccare gli aspetti che funzionano e funzionano bene; quelli, al contrario, li tieni perchè ti sono molto utili. La psicoterapia ti permette di allargare un po' il campo delle possibilità e quindi apprendere modalità nuove, laddove ci sono delle difficoltà.

Saluti,
[#10]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> mi blocca l'idea di un coinvolgimento
>>>

Probabilmente l'idea del coinvolgimento ti blocca in generale, perché sei una persona che ha bisogno di sentire che ha il controllo della situazione. E quando si è coinvolti, il controllo può vacillare.

E forse è proprio questo che avresti bisogno di curare.

Cordiali saluti
[#11]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
adesso che ha ricevuto tutta una serie di stimoli che, a quanto si vede, l'hanno fatta riflettere, cosa ha deciso di fare? Non crede sia l'ora di passare alla parte concreta del percorso di guarigione?

Se aspetta di fugare ogni dubbio potrebbero passare anni, anni di disagio emotivo, e secondo me non ne vale la pena.
[#12]
Dr.ssa Annalisa De Filippo Psicologo, Psicoterapeuta 113 4
Gentile ragazza,

la decisione di rivolgerti ad un professionista sembra essere fonte di dubbi, ad esempio:
- "come faccio ad accettare il ruolo di paziente dall'alto del mio orgoglio, desiderio di dominanza nelle relazioni, desiderio di essere apprezzata e idealizzata?": potrai parlarne e metterti in gioco, comprendendo disfunzionalità/funzionalità del tuo stile relazionale
- "è questo conoscermi profondamente che mi infastidisce, io mi conosco profondamente ma nego certo miei difetti, sarei costretta ad ammettere di avere delle pecche": il vantaggio di riconoscere e ammettere i propri limiti, oltre alle proprie capacità, è una buona autostima (se vuoi approfondire: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/495-autostima-una-perla-preziosa.html)
- "sono molto competitiva, sempre in modalità "sfida" ... ammetto che questo modo di essere mi porta a dei risultati": è possibile trovare un equilibrio dentro di sè che permetta di vivere più serenamente la competizione e il raggiungimento di obiettivi

Dici "mi sembra un problema senza uscita" "un bel dilemma". Prova a mettere su una bilancia i pro e i contro, magari partendo proprio da cosa ti ha spinto a scrivere qua: è importante che tu abbia una motivazione al cambiamento per poter intraprendere un percorso finalizzato al tuo benessere in cui i tuoi bisogni, le tue difficoltà e i tuoi dubbi verranno accolti, compresi e non giudicati.

Un saluto.

Dr.ssa Annalisa De Filippo
Psicologa Psicoterapeuta
www.centropianetapsicologia.com
www.psicologasestosangiovanni.com

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