Tentato suicidio
Buongiorno dottori, ho assolutamente bisogno di un vostro parere, chiedo informazioni per mio padre, vedovo dal 1998, ora 60enne, con problemi di pressione alta.
non ha mai accettato la morte della moglie, mia mamma, da allora si è sempre trascurato, nonostante le continue insistenze da parte mia e di mio fratello. la settimana scorsa il tracollo, mi tovavo in vacanza quando alle 24 mi chiama un amico di famiglia per avvisarmi che il papà è stato ricoverato per aver ingerito una confezione intera di pastiglie per la pressione, scusate il nome del farmaco non lo ricordo, e alcune dosi di cardioaspirina, il tutto con del vino, i medici hanno portato il papà all'ospedale per tutta notte, lo hanno fatto parlare con uno psicologo, e poi dimesso, il tutto è stato registrato da un verbale dei carabinieri perchè chiamati dai medici per il tentato suicidio, il giorno successivo mio papà si sarebbe dovuto recare dallo psicologo per un altro incontro, cosa che non ha fatto, secondo lui è tutto inutile, sostiene di non aver bisogno di nessuno, piange spesso, appenan gli accenno l'idea di appoggiarci ad uno psicologo lui si arrabbia e piange e si chiude ancora di più. sono veramente preoccupato, non so come muovermi, lui con la testa non è assolutamente presente, ho l'impressione di vederlo con capacità motorie ridotte, molto lento, spesso sguardo fisso, ho paura perchè non so come muovermi, lo psicologo dell'ospedale sinceramente me lo sarei aspettato più partecipe, nonostante abbia avvisato mio papà che, se non si fosse presentato al secondo incontro, lo avrebbe fatto prelevare dai carabinieri questo non è accaduto! il nome del medico non lo conosco, sono riuscito a rientrare dalle ferie solo 2 giorni dopo, anticipando il rientro, le carte dell'ospedale non me le mostra. sono a chiedervi c'è la possibilità di un ricovero coatto? altrimenti non so come fare per fargli capire che abbiamo bisogno di un aiuto di uno specialista per risolvere questo problema! grazie tante a chi mi può dare consigli. cordiali saluti
non ha mai accettato la morte della moglie, mia mamma, da allora si è sempre trascurato, nonostante le continue insistenze da parte mia e di mio fratello. la settimana scorsa il tracollo, mi tovavo in vacanza quando alle 24 mi chiama un amico di famiglia per avvisarmi che il papà è stato ricoverato per aver ingerito una confezione intera di pastiglie per la pressione, scusate il nome del farmaco non lo ricordo, e alcune dosi di cardioaspirina, il tutto con del vino, i medici hanno portato il papà all'ospedale per tutta notte, lo hanno fatto parlare con uno psicologo, e poi dimesso, il tutto è stato registrato da un verbale dei carabinieri perchè chiamati dai medici per il tentato suicidio, il giorno successivo mio papà si sarebbe dovuto recare dallo psicologo per un altro incontro, cosa che non ha fatto, secondo lui è tutto inutile, sostiene di non aver bisogno di nessuno, piange spesso, appenan gli accenno l'idea di appoggiarci ad uno psicologo lui si arrabbia e piange e si chiude ancora di più. sono veramente preoccupato, non so come muovermi, lui con la testa non è assolutamente presente, ho l'impressione di vederlo con capacità motorie ridotte, molto lento, spesso sguardo fisso, ho paura perchè non so come muovermi, lo psicologo dell'ospedale sinceramente me lo sarei aspettato più partecipe, nonostante abbia avvisato mio papà che, se non si fosse presentato al secondo incontro, lo avrebbe fatto prelevare dai carabinieri questo non è accaduto! il nome del medico non lo conosco, sono riuscito a rientrare dalle ferie solo 2 giorni dopo, anticipando il rientro, le carte dell'ospedale non me le mostra. sono a chiedervi c'è la possibilità di un ricovero coatto? altrimenti non so come fare per fargli capire che abbiamo bisogno di un aiuto di uno specialista per risolvere questo problema! grazie tante a chi mi può dare consigli. cordiali saluti
[#1]
Gentile Utente, in casi come questo il protocollo impone che sia lo psichiatra al PS (e NON lo psicologo) ad occuparsi di chi tenta il suicidio.
Sarebbe opportuno quindi che Suo papà venisse seguito da uno psichiatra, che può aiutarlo per questo grave stato depressivo con una terapia farmacologica.
Se vuole, può postare la Sua richiesta anche in area "psichiatria".
C'è la possibilità di un trattamento sanitario obbligatorio solo in determinate condizioni, che i medici del PS hanno comunque già valutato.
Saluti,
Sarebbe opportuno quindi che Suo papà venisse seguito da uno psichiatra, che può aiutarlo per questo grave stato depressivo con una terapia farmacologica.
Se vuole, può postare la Sua richiesta anche in area "psichiatria".
C'è la possibilità di un trattamento sanitario obbligatorio solo in determinate condizioni, che i medici del PS hanno comunque già valutato.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Gentile Amico,
la situazione è sicuramente molto difficile per tutti voi e spero che riusciate a trovare una soluzione.
Il medico di base di suo padre cosa ne dice?
Un eventuale ricovero coatto (TSO) necessita infatti di una sua richiesta, ma prima di arrivare a tanto si potrebbe provare a fargli accettare la somministrazione di un antidepressivo.
Vive da solo o con qualcuno?
la situazione è sicuramente molto difficile per tutti voi e spero che riusciate a trovare una soluzione.
Il medico di base di suo padre cosa ne dice?
Un eventuale ricovero coatto (TSO) necessita infatti di una sua richiesta, ma prima di arrivare a tanto si potrebbe provare a fargli accettare la somministrazione di un antidepressivo.
Vive da solo o con qualcuno?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#4]
Ex utente
dott.sa Flavia buongiorno, mio papà si è recato questa mattina dal suo medico di base per farsi prescrivere ancora le pastilgie per la pressione alta, gli ha fatto visionare le carte del P.S. e gli ha solo raccomandato di non prendere tutte le pastiglie assieme ma seguire le dosi indicate.
non so proprio cosa pensare lui vive con mio fratello ma anche lui è una persona estremamente chiusa e, brutto dirlo, menefreghista, secondo me anche mio fratello ,29enne, avrebbe bisogno di un consulto..
il papà non riusciamo a seguirlo 24h su 24h io abito a 70 km di distanza, mio fratello dalla mattina alla sera è fuori per lavoro e a volte alla sera o nel week-end esce con i suoi amici, con mio papà mi sento tutti i giorni riesco ad andare da lui un giorno si e un giorno no, ma quando sono con lui no riesco a parlare per farlo sfogare, secondo lui è tutto normale, sostiene di essere adulto e poter decidere quello che vuole della sua vita, non so proprio cosa fare...
non so proprio cosa pensare lui vive con mio fratello ma anche lui è una persona estremamente chiusa e, brutto dirlo, menefreghista, secondo me anche mio fratello ,29enne, avrebbe bisogno di un consulto..
il papà non riusciamo a seguirlo 24h su 24h io abito a 70 km di distanza, mio fratello dalla mattina alla sera è fuori per lavoro e a volte alla sera o nel week-end esce con i suoi amici, con mio papà mi sento tutti i giorni riesco ad andare da lui un giorno si e un giorno no, ma quando sono con lui no riesco a parlare per farlo sfogare, secondo lui è tutto normale, sostiene di essere adulto e poter decidere quello che vuole della sua vita, non so proprio cosa fare...
[#5]
Non ha la possibilità di parlare con il suo medico?
Suo padre ha ragione nel dire che è adulto e che è responsabile della propria vita, e se davvero ritiene normale quello che sta succedendo è difficile che possiate fargli cambiare idea (sempre che questa sia la verità, e che non si vergogni invece di ammettere di avere un problema, non vedendo altra soluzione che non sia togliersi la vita).
Considerando tutto ciò forse accetterebbe meglio la prescrizione di un farmaco (magari ricevendo dal medico delle motivazioni legate alla salute fisica) rispetto all'indicazione di sedute di psicoterapia, per le quali non vede una ragione.
Suo padre ha ragione nel dire che è adulto e che è responsabile della propria vita, e se davvero ritiene normale quello che sta succedendo è difficile che possiate fargli cambiare idea (sempre che questa sia la verità, e che non si vergogni invece di ammettere di avere un problema, non vedendo altra soluzione che non sia togliersi la vita).
Considerando tutto ciò forse accetterebbe meglio la prescrizione di un farmaco (magari ricevendo dal medico delle motivazioni legate alla salute fisica) rispetto all'indicazione di sedute di psicoterapia, per le quali non vede una ragione.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 10.4k visite dal 22/08/2011.
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Approfondimento su Ipertensione
L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.