Relazioni sentimentali
Buongiorno, sono un ragazzo omosessuale di 25 anni che vuole richiedere qui un consulto nel mare delle relazioni sentimentali. Quello che mi spinge a rivolgermi a voi è una serie di sensazioni e di stati d'animo che si creano in me quando trovo una persona che mi piace realmente, con la quale vorrei si potesse costruire qualcosa di solido, serio. Premetto che non sono una persona dall'innamoramento facile o che si fa piacere spesso le persone, anzi, accade di rado che io trovi qualcuno in grado di stimolarmi.
Succede che all'inizio io sono sereno e tranquillo e mi beo della situazione che si sta creando, soprattutto se la persona mi corrisponde. Do fiducia a prescindere e mi crogiolo semplicemente nelle emozioni adrenaliniche che un'inizio di frequentazione solitamente dà. Dopo un periodo di tempo non meglio identificabile, anche sulla base di inezie o piccolissimi screzi, è come se io ritirassi la fiducia che prima ho dato con tanta nonchalance e tirassi le redini mettendomi un po' sulla difensiva.
E' un comportamento generalmente standard che assumo, sia davanti a persone trasparenti che sembra diano di tutto, sia davanti a persone più schive e introverse con le quali bisogna essere pazienti, solamente che mi crea frustrazione e molte paranoie. E' qui che il brutto comincia: comincio a diventare esigente all'inverosimile.
Attualmente mi trovo all'inizio di una frequentazione con un ragazzo schivo e introverso, per sua stessa ammissione "un po' orso", poco espansivo e con la tendenza a sbilanciarsi poco. Tuttavia qualcosa è successo col tempo e uno sbilanciamento c'è stato in positivo, cosa che ho apprezzato: afferma di pensarmi, di essere interessato a me, di volermi lì con lui in certi momenti. Però sembra che per me non sia abbastanza, sembra che io voglia sempre di più, anche non potendomelo permettere, dato che ci frequentiamo solo da un mese e mezzo e le volte in cui ci siamo visti sono state solo quattro. Mi sento di non fare la differenza, di non avere un posticino nella sua vita di tutti i giorni, nonostante ci sentiamo ogni giorno. Forse perché lui non è espansivo come me nell'espressione delle sue emozioni e a volte non reagisce come io vorrei a delle mie manifestazioni. Ieri sera abbiamo pure discusso e ci siamo lasciati in malo modo, cosa che mi ha fatto dormire e svegliare male e comunque mi ha lasciato addosso una tristezza che perdura da stamattina.
E' vero che io non ho molta autostima e che mi sento molto vulnerabile, come penso sia normale in queste situazioni di esposizione e di conoscenza più intima, ma perché non riesco a essere più sereno e tranquillo, dato che comunque non ho davanti a me una persona che gioca, ma che visibilmente è molto lenta e più chiusa nell'espressione di sé? Perché è come se io mi rimpicciolissi e mi sentissi ferito ogni volta che magari non mi scrive o che non mi scrive quello che vorrei sentirmi dire?
Spero possiate darmi un consulto nonostante la difficoltà che questo supporto presenta.
Succede che all'inizio io sono sereno e tranquillo e mi beo della situazione che si sta creando, soprattutto se la persona mi corrisponde. Do fiducia a prescindere e mi crogiolo semplicemente nelle emozioni adrenaliniche che un'inizio di frequentazione solitamente dà. Dopo un periodo di tempo non meglio identificabile, anche sulla base di inezie o piccolissimi screzi, è come se io ritirassi la fiducia che prima ho dato con tanta nonchalance e tirassi le redini mettendomi un po' sulla difensiva.
E' un comportamento generalmente standard che assumo, sia davanti a persone trasparenti che sembra diano di tutto, sia davanti a persone più schive e introverse con le quali bisogna essere pazienti, solamente che mi crea frustrazione e molte paranoie. E' qui che il brutto comincia: comincio a diventare esigente all'inverosimile.
Attualmente mi trovo all'inizio di una frequentazione con un ragazzo schivo e introverso, per sua stessa ammissione "un po' orso", poco espansivo e con la tendenza a sbilanciarsi poco. Tuttavia qualcosa è successo col tempo e uno sbilanciamento c'è stato in positivo, cosa che ho apprezzato: afferma di pensarmi, di essere interessato a me, di volermi lì con lui in certi momenti. Però sembra che per me non sia abbastanza, sembra che io voglia sempre di più, anche non potendomelo permettere, dato che ci frequentiamo solo da un mese e mezzo e le volte in cui ci siamo visti sono state solo quattro. Mi sento di non fare la differenza, di non avere un posticino nella sua vita di tutti i giorni, nonostante ci sentiamo ogni giorno. Forse perché lui non è espansivo come me nell'espressione delle sue emozioni e a volte non reagisce come io vorrei a delle mie manifestazioni. Ieri sera abbiamo pure discusso e ci siamo lasciati in malo modo, cosa che mi ha fatto dormire e svegliare male e comunque mi ha lasciato addosso una tristezza che perdura da stamattina.
E' vero che io non ho molta autostima e che mi sento molto vulnerabile, come penso sia normale in queste situazioni di esposizione e di conoscenza più intima, ma perché non riesco a essere più sereno e tranquillo, dato che comunque non ho davanti a me una persona che gioca, ma che visibilmente è molto lenta e più chiusa nell'espressione di sé? Perché è come se io mi rimpicciolissi e mi sentissi ferito ogni volta che magari non mi scrive o che non mi scrive quello che vorrei sentirmi dire?
Spero possiate darmi un consulto nonostante la difficoltà che questo supporto presenta.
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Caro ragazzo, Lei si è già dato una risposta: la bassa autostima, che La rende una persona insicura.
E' come se razionalmente Lei avesse capito e "accettato" che questo ragazzo è timidi e "orso", ma emotivamente no, perchè ha bisogno di continue "conferme".
A cosa Le servono queste conferme?
E' come se razionalmente Lei avesse capito e "accettato" che questo ragazzo è timidi e "orso", ma emotivamente no, perchè ha bisogno di continue "conferme".
A cosa Le servono queste conferme?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Probabilmente all'inizio non si verificano screzi, se no Lei taglierebbe prima.
Poi, quando c'è lo screzio, Lei si irrigidisce e sta male.
Sicuramente potrebbero esserci altre ragioni, ma per comprendere il modo in cui Lei funziona ed elabora le informazioni che Le arrivano e attribuisce dei significati, è necessario un trattamento di tipo psicoterapico.
E' Lei l'esperto di se stesso, lo psicologo può eventualmente fare le domande giuste, facilitare la comprensione, ma via email è impossibile capire se ci sono altre ragioni.
Un cordiale saluto,
Poi, quando c'è lo screzio, Lei si irrigidisce e sta male.
Sicuramente potrebbero esserci altre ragioni, ma per comprendere il modo in cui Lei funziona ed elabora le informazioni che Le arrivano e attribuisce dei significati, è necessario un trattamento di tipo psicoterapico.
E' Lei l'esperto di se stesso, lo psicologo può eventualmente fare le domande giuste, facilitare la comprensione, ma via email è impossibile capire se ci sono altre ragioni.
Un cordiale saluto,
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.6k visite dal 21/08/2011.
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