Difficoltà rapporto tra genitore e figlio:
Salve, già tempo fa ho scritto a proposito di un problema di relazione all'interno della famiglia.
Vi riscrivo perchè purtroppo la situazione si è inasprita.
Dall'ultima volta che ho scritto ho provato a mettere in atto qualcosa ma con insuccesso. Nel tentativo di parlarle, purtroppo, si è creata una situazione di ostilità anche tra noi e per mesi il nostro rapporto si è annullato.
Ora, ultimamente si è ripreso perchè ho provato a fare il primo passo (e come spesso accade,posso dirvi di aver notato, in seguito al mio gesto, una forte volontà di riavvicinarsi da parte sua).
Il punto di cui voglio parlarvi è però un altro. Nel messaggio precedente non ne ho parlato ma questa persona, oltre tutto ciò già detto, da poco dopo il momento della separazione dei genitori, ha vissuto un rapporto conflittuale con uno dei due (quello con il quale viviamo in casa).
Vi scrivo perchè ormai la tensione ha raggiunte vette spaventose...
Il problema sta nei caratteri che queste persone hanno,che nel momento del confronto/scontro si incastrano perfettamente..ma nel senso che non riesco a immaginare due caratteri capaci di incendiarsi più rapidamente:
questa persona è una persona che vuole fare le cose a modo suo,senza che nessuno le dica come e soprattutto vuole vivere la vita a modo suo,con i tempi che stabilisce lei;
il genitore è invece uno di quei genitori"autoritari",nel senso che vorrebbe che tu facessi le cose in un certo modo e con certi tempi (in sostanza, come vuole lui).
Le due cose ovviamente si scontrano e il problema è che nello scontro il figlio"sbraita"affermando ancora di più quanto voglia fare quello che vuole; mentre il genitore piange e si dispera,"fa la vittima".
Il problema è che non sono più in grado di capirsi,ormai ognuno di loro è arroccato sulle sue convinzioni e il comportamento dell'altro lo disturba. Ormai si fanno la guerra e non se ne rendono conto.
Parlargli a impossibile. Parlare significherebbe far provare a capire ad ognuno di loro che la colpa non sta solo da una parte. Ma ormai il loro rancore è tale che non sarebbero mai in grado di accettare di aver commesso un minimo errore.
La colpa di tutto questo è forse mia che non sono stato capace di capire ed agire al momento giusto, quando forse qualcosa si poteva fare...
Però ora vorrei rimediare e fare la cosa giusta,almeno ora. Recuperare credo ormai sia impossibile e l'unica cosa che credo giusta, è però drastica e perciò vi chiedo consiglio:
ha senso pensare che la soluzione in questa casi sia eliminare la convivenza tra i due?
magari la distanza e il fatto di spingerli a vedersi in un ottica diversa,che sarebbe quella volontaria e non forzata dalla convivenza,possa spingerli a rivedere nell'altro ciò che li faceva stare bene insieme prima che accadesse tutto.Perchè c'era un bellissimo rapporto tra loro.
Vi ringrazio.
(chiedo scusa per la poca chiarezza ma ho scritto di getto e di fretta,spero si capisca)
Vi riscrivo perchè purtroppo la situazione si è inasprita.
Dall'ultima volta che ho scritto ho provato a mettere in atto qualcosa ma con insuccesso. Nel tentativo di parlarle, purtroppo, si è creata una situazione di ostilità anche tra noi e per mesi il nostro rapporto si è annullato.
Ora, ultimamente si è ripreso perchè ho provato a fare il primo passo (e come spesso accade,posso dirvi di aver notato, in seguito al mio gesto, una forte volontà di riavvicinarsi da parte sua).
Il punto di cui voglio parlarvi è però un altro. Nel messaggio precedente non ne ho parlato ma questa persona, oltre tutto ciò già detto, da poco dopo il momento della separazione dei genitori, ha vissuto un rapporto conflittuale con uno dei due (quello con il quale viviamo in casa).
Vi scrivo perchè ormai la tensione ha raggiunte vette spaventose...
Il problema sta nei caratteri che queste persone hanno,che nel momento del confronto/scontro si incastrano perfettamente..ma nel senso che non riesco a immaginare due caratteri capaci di incendiarsi più rapidamente:
questa persona è una persona che vuole fare le cose a modo suo,senza che nessuno le dica come e soprattutto vuole vivere la vita a modo suo,con i tempi che stabilisce lei;
il genitore è invece uno di quei genitori"autoritari",nel senso che vorrebbe che tu facessi le cose in un certo modo e con certi tempi (in sostanza, come vuole lui).
Le due cose ovviamente si scontrano e il problema è che nello scontro il figlio"sbraita"affermando ancora di più quanto voglia fare quello che vuole; mentre il genitore piange e si dispera,"fa la vittima".
Il problema è che non sono più in grado di capirsi,ormai ognuno di loro è arroccato sulle sue convinzioni e il comportamento dell'altro lo disturba. Ormai si fanno la guerra e non se ne rendono conto.
Parlargli a impossibile. Parlare significherebbe far provare a capire ad ognuno di loro che la colpa non sta solo da una parte. Ma ormai il loro rancore è tale che non sarebbero mai in grado di accettare di aver commesso un minimo errore.
La colpa di tutto questo è forse mia che non sono stato capace di capire ed agire al momento giusto, quando forse qualcosa si poteva fare...
Però ora vorrei rimediare e fare la cosa giusta,almeno ora. Recuperare credo ormai sia impossibile e l'unica cosa che credo giusta, è però drastica e perciò vi chiedo consiglio:
ha senso pensare che la soluzione in questa casi sia eliminare la convivenza tra i due?
magari la distanza e il fatto di spingerli a vedersi in un ottica diversa,che sarebbe quella volontaria e non forzata dalla convivenza,possa spingerli a rivedere nell'altro ciò che li faceva stare bene insieme prima che accadesse tutto.Perchè c'era un bellissimo rapporto tra loro.
Vi ringrazio.
(chiedo scusa per la poca chiarezza ma ho scritto di getto e di fretta,spero si capisca)
[#1]
Gentile utente,
direi che la sua mail è un po' criptica, se lei fa parte di questa famiglia, come mi pare di avere capito, ha senso rivolgersi a un terapeuta familiare.
Potrebbe cortesemente chiarire la sua posizione, lei è uno dei figli?
direi che la sua mail è un po' criptica, se lei fa parte di questa famiglia, come mi pare di avere capito, ha senso rivolgersi a un terapeuta familiare.
Potrebbe cortesemente chiarire la sua posizione, lei è uno dei figli?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Gentile Utente,
anche nel consulto precedente lei ha fornito pochi elementi utili a risponderle e, nel tentativo di tutelarsi dall'eventuale riconoscibilità del vostro caso, ha fatto molti giri di parole.
Il suo intento è comprensibile, anche se penso che sia davvero improbabile che qualcuno capisca chi siate (visto che purtroppo le famiglie nella vostra situazione sono moltissime!).
Ad ogni modo, mi sembra di aver capito che parliamo di suo fratello e che nessuno di voi sia più un ragazzino: per questo non posso che vedere favorevolmente l'ipotesi di un allontanamento fra lui e il genitore con cui la situazione è divenuta insostenibile, anche perchè si tratterà di un passaggio fisiologico e del tutto naturale.
La conflittualità fra genitori e figli può sicuramente "esplodere" a seguito di avvenimenti importanti, come una separazione dei genitori dopo molti anni di matrimonio, ma questo avviene già normalmente quando i figli crescono e in casa si è tutti adulti, ognuno con desideri a abitudini propri e in contrasto con quelli altrui.
Per questo quando suo fratello si farà finalmente la propria vita fra lui e il genitore in questione si creerà la distanza necessaria per "raffreddare" il conflitto e cercare, in un secondo tempo, di (ri9stabilire dei rapporti più civili e tranquilli.
I problemi di relazione che si sono creati fra loro riguardano 2 persone adulte e non hanno nulla a che vedere con lei, perciò non si faccia alcuna colpa e non pensi che avrebbe potuto intervenire, dal momento che lei non è l'altro genitore ma solo un altro figlio.
Se vuole incoraggi suo fratello a trovare una nuova sistemazione, ma non si senta responsabile di alcunchè se non vuole ottenere solo di deresponsabilizzarlo invece che di aiutarlo.
anche nel consulto precedente lei ha fornito pochi elementi utili a risponderle e, nel tentativo di tutelarsi dall'eventuale riconoscibilità del vostro caso, ha fatto molti giri di parole.
Il suo intento è comprensibile, anche se penso che sia davvero improbabile che qualcuno capisca chi siate (visto che purtroppo le famiglie nella vostra situazione sono moltissime!).
Ad ogni modo, mi sembra di aver capito che parliamo di suo fratello e che nessuno di voi sia più un ragazzino: per questo non posso che vedere favorevolmente l'ipotesi di un allontanamento fra lui e il genitore con cui la situazione è divenuta insostenibile, anche perchè si tratterà di un passaggio fisiologico e del tutto naturale.
La conflittualità fra genitori e figli può sicuramente "esplodere" a seguito di avvenimenti importanti, come una separazione dei genitori dopo molti anni di matrimonio, ma questo avviene già normalmente quando i figli crescono e in casa si è tutti adulti, ognuno con desideri a abitudini propri e in contrasto con quelli altrui.
Per questo quando suo fratello si farà finalmente la propria vita fra lui e il genitore in questione si creerà la distanza necessaria per "raffreddare" il conflitto e cercare, in un secondo tempo, di (ri9stabilire dei rapporti più civili e tranquilli.
I problemi di relazione che si sono creati fra loro riguardano 2 persone adulte e non hanno nulla a che vedere con lei, perciò non si faccia alcuna colpa e non pensi che avrebbe potuto intervenire, dal momento che lei non è l'altro genitore ma solo un altro figlio.
Se vuole incoraggi suo fratello a trovare una nuova sistemazione, ma non si senta responsabile di alcunchè se non vuole ottenere solo di deresponsabilizzarlo invece che di aiutarlo.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#3]
Ex utente
Si, sono uno dei figli.
E comprendo l'idea di non dovermi sentire responsabile ma è molto difficile. Voglio dire, se fosse stato possibile aiutare delle persone, magari solo con delle parole e "perdendo" un po' di tempo, perchè non averlo fatto??
Questo è il punto per me...
A maggior ragione che sono tuoi familiari e problemi che fanno stare male loro, in un certo senso, fanno stare male anche te.
E' un po' questa la mia posizione...non riesco a osservarla in un ottica unicamente di responsabilità..
Voglio dire (e non lo faccio per provocare, è più che altro una domanda di chiarimento posta in modo indiretto), altrimenti, perchè aiutare una persona se facendolo,in realtà, le si fa un danno da un altro punto di vista (in questo caso di deresponsabilizzazione)?
Comunque vi ringrazio molto.
E comprendo l'idea di non dovermi sentire responsabile ma è molto difficile. Voglio dire, se fosse stato possibile aiutare delle persone, magari solo con delle parole e "perdendo" un po' di tempo, perchè non averlo fatto??
Questo è il punto per me...
A maggior ragione che sono tuoi familiari e problemi che fanno stare male loro, in un certo senso, fanno stare male anche te.
E' un po' questa la mia posizione...non riesco a osservarla in un ottica unicamente di responsabilità..
Voglio dire (e non lo faccio per provocare, è più che altro una domanda di chiarimento posta in modo indiretto), altrimenti, perchè aiutare una persona se facendolo,in realtà, le si fa un danno da un altro punto di vista (in questo caso di deresponsabilizzazione)?
Comunque vi ringrazio molto.
[#4]
Non credo che lei sia una persona indifferente a quello che accade nella sua famiglia, da come ne parla, e di conseguenza penso che la sua sensibilità l'abbia portata a fare quel che poteva anche prima di scrivere a noi.
C'è tuttavia una grossa differenza tra il "fare qualcosa" e il "risolvere tutto": non sempre questo è possibile perchè le risorse e le energie non sono infinite e occorre inoltre trovare il giusto equilibrio per non sostituirsi alla persona (adulta) che si sta aiutando, giungendo a deresponsabilizzarla e portandola involontariamente ad assumere un atteggiamento infantile/adolescenziale in risposta al nostro atteggiamento.
Quando si è parte in causa perchè le persone da aiutare sono dei famigliari la questione si complica, e non sempre è possibile fare un granchè per sbrogliare situazioni complicate che vedono coivolti altri adulti e soprattutto una serie di emozioni e di vissuti che sono estranei a chi vorrebbe far qualcosa per i propri cari, perchè riguardano solo loro ed il loro rapporto.
Anche per questo esistono la consulenza e la psicoterapia familiare, condotte da un esperto che è estraneo all'ambiente dei soggetti coinvolti.
Ad ogni modo se suo fratello ha modo di allontanarsi da casa e dal genitore con cui è entrato in conflitto questo non potrà che fare del bene a tutti: potrebbe iniziare a porsi l'obiettivo di aiutarlo concretamente da questo punto di vista.
C'è tuttavia una grossa differenza tra il "fare qualcosa" e il "risolvere tutto": non sempre questo è possibile perchè le risorse e le energie non sono infinite e occorre inoltre trovare il giusto equilibrio per non sostituirsi alla persona (adulta) che si sta aiutando, giungendo a deresponsabilizzarla e portandola involontariamente ad assumere un atteggiamento infantile/adolescenziale in risposta al nostro atteggiamento.
Quando si è parte in causa perchè le persone da aiutare sono dei famigliari la questione si complica, e non sempre è possibile fare un granchè per sbrogliare situazioni complicate che vedono coivolti altri adulti e soprattutto una serie di emozioni e di vissuti che sono estranei a chi vorrebbe far qualcosa per i propri cari, perchè riguardano solo loro ed il loro rapporto.
Anche per questo esistono la consulenza e la psicoterapia familiare, condotte da un esperto che è estraneo all'ambiente dei soggetti coinvolti.
Ad ogni modo se suo fratello ha modo di allontanarsi da casa e dal genitore con cui è entrato in conflitto questo non potrà che fare del bene a tutti: potrebbe iniziare a porsi l'obiettivo di aiutarlo concretamente da questo punto di vista.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.5k visite dal 21/08/2011.
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