La depressione di mia madre
Salve,
Sono una ragazza di ventuno anni e vi scrivo per avere un consiglio riguardo la depressione di mia madre.
Lei soffre di depressione da più di quindici anni, e da alcuni anni (non so quanti, ma certamente più di cinque) è in cura con psicofarmaci. All'inizio dovevano servire a curare la depressione, più tardi ha cominciato ad usarne altri per la cura dei disturbi psicosomatici muscolo-tensivi e per contrastare le emicranie fortissime di questi ultimi anni. Periodicamente deve cambiare cure a causa dell'assuefazione e in quei momenti i suoi disturbi si acuiscono.
Io non non sono un medico, ma ciò non mi impedisce di constatare che i farmaci, da soli, non funzionano. Mia madre non verrà mai a capo dei suoi problemi così. La depressione è diventata la sua compagnia, e il suo vanto in un certo senso. Noi in famiglia sappiamo come sta (IO lo so, avendo sofferto di depressione a mia volta) e la sua malattia è il modo che ha per dimostrare quanto è brava e quanto si sacrifica nonostante la sua sofferenza. Le piace essere depressa. Ma soffre terribilmente. Non le importa di nulla, tutte le sue attività sono svolte con malpazienza, ha un astio smisurato pronto a riversarsi sugli altri in qualsiasi momento. E' cattiva. Confesso che qualche volta mi ha inquietata davvero.
Io ho (ho avuto) un enorme ascendente su mia madre e tante volte ho cercato di farla riflettere sulla necessiatà di intrapredere una VERA terapia, con una persona che la segua, con dei colloqui. Ma lei non ne ha bisogno, dice. Lei nega di essere malata, e io non capisco come fa a negare una malattia una persona che fa colazione col lorazepam. Non vuol sentir parlare di psichiatri o psicologi, e io non ho più modi per convicerla (ho tentato anche sistemi poco ortodossi: "se tu vai in terapia io smetto di fumare", ma non ha funzionato).
Io sono esasperata. Sono piena di sensi di colpa perchè non mi prendo cura di lei, la rabbia che assorbo da lei mi ha ormai saturata e mi peggiora la vita: ho passato a casa l'ultimo mese ed è stato un inferno, non vedo l'ora di tornarmene in città dove studio per non aver più questa cappa (e me ne vergogno, e mi sento in colpa). Ma non ho scritto per i miei problemi psicologici, magari farò un altro consulto per quelli.
Mi interessa sapere se posso fare qualcosa di pratico per farla curare, se esiste un sistema per "costringerla" a prendere atto dei suoi problemi.
Ho addirittura pensato di prendere appuntamento per lei da uno specialista e portarcela con l'inganno (lo so che magari vi sembra stupido, ma non so più dove sbattere la testa). Ho pensato di parlarne col suo medico di base, che però è un'incompetente (dice lei) e non gode presso mia madre di nessuna stima.
Vi prego di non dirmi che intraprendere una trerapia deve essere un atto volontario perchè questo significa che avrò per sempre una madre depressa e non potrò fare altro che starla a guardare o fuggire da lei.
Vi ringrazio per la pazienza e mi scuso per le lungaggini.
Sono una ragazza di ventuno anni e vi scrivo per avere un consiglio riguardo la depressione di mia madre.
Lei soffre di depressione da più di quindici anni, e da alcuni anni (non so quanti, ma certamente più di cinque) è in cura con psicofarmaci. All'inizio dovevano servire a curare la depressione, più tardi ha cominciato ad usarne altri per la cura dei disturbi psicosomatici muscolo-tensivi e per contrastare le emicranie fortissime di questi ultimi anni. Periodicamente deve cambiare cure a causa dell'assuefazione e in quei momenti i suoi disturbi si acuiscono.
Io non non sono un medico, ma ciò non mi impedisce di constatare che i farmaci, da soli, non funzionano. Mia madre non verrà mai a capo dei suoi problemi così. La depressione è diventata la sua compagnia, e il suo vanto in un certo senso. Noi in famiglia sappiamo come sta (IO lo so, avendo sofferto di depressione a mia volta) e la sua malattia è il modo che ha per dimostrare quanto è brava e quanto si sacrifica nonostante la sua sofferenza. Le piace essere depressa. Ma soffre terribilmente. Non le importa di nulla, tutte le sue attività sono svolte con malpazienza, ha un astio smisurato pronto a riversarsi sugli altri in qualsiasi momento. E' cattiva. Confesso che qualche volta mi ha inquietata davvero.
Io ho (ho avuto) un enorme ascendente su mia madre e tante volte ho cercato di farla riflettere sulla necessiatà di intrapredere una VERA terapia, con una persona che la segua, con dei colloqui. Ma lei non ne ha bisogno, dice. Lei nega di essere malata, e io non capisco come fa a negare una malattia una persona che fa colazione col lorazepam. Non vuol sentir parlare di psichiatri o psicologi, e io non ho più modi per convicerla (ho tentato anche sistemi poco ortodossi: "se tu vai in terapia io smetto di fumare", ma non ha funzionato).
Io sono esasperata. Sono piena di sensi di colpa perchè non mi prendo cura di lei, la rabbia che assorbo da lei mi ha ormai saturata e mi peggiora la vita: ho passato a casa l'ultimo mese ed è stato un inferno, non vedo l'ora di tornarmene in città dove studio per non aver più questa cappa (e me ne vergogno, e mi sento in colpa). Ma non ho scritto per i miei problemi psicologici, magari farò un altro consulto per quelli.
Mi interessa sapere se posso fare qualcosa di pratico per farla curare, se esiste un sistema per "costringerla" a prendere atto dei suoi problemi.
Ho addirittura pensato di prendere appuntamento per lei da uno specialista e portarcela con l'inganno (lo so che magari vi sembra stupido, ma non so più dove sbattere la testa). Ho pensato di parlarne col suo medico di base, che però è un'incompetente (dice lei) e non gode presso mia madre di nessuna stima.
Vi prego di non dirmi che intraprendere una trerapia deve essere un atto volontario perchè questo significa che avrò per sempre una madre depressa e non potrò fare altro che starla a guardare o fuggire da lei.
Vi ringrazio per la pazienza e mi scuso per le lungaggini.
[#1]
Cara Ragazza,
per quanto doloroso ed ingombrante sia convivere con una madre depressa, un percorso terapeutico è un atto volontario e consapevole, le strategie e gli inganni non servono a molto.
Sua madre, da quello che leggo, probabilmente convive ormai con la depressione avendola eletta a compagna di vita, da cui riveve sicuramente dei "vantaggi secondari".
Consideri inoltre che i cambiamneti, anche se in positivo, spaventano, mentre la malattia anche se dolorosa, sua madre la consoce già e molto bene.
Un suggerimento che mi sento di darle, è quello di parlare co lei, così come ha fatto con noi, sperando di toccare quelle corde emotive, che potrebbero far transitare la malattia da "egosintonica ad egodistonica", creare cioè una spaccatura all'inetrno dell'io e, farle valutare l'ipotesi di una consultazione, sarà poi il teraputa che avrà il piacere di seguirla, a coinvolgerla.
cari saluti
per quanto doloroso ed ingombrante sia convivere con una madre depressa, un percorso terapeutico è un atto volontario e consapevole, le strategie e gli inganni non servono a molto.
Sua madre, da quello che leggo, probabilmente convive ormai con la depressione avendola eletta a compagna di vita, da cui riveve sicuramente dei "vantaggi secondari".
Consideri inoltre che i cambiamneti, anche se in positivo, spaventano, mentre la malattia anche se dolorosa, sua madre la consoce già e molto bene.
Un suggerimento che mi sento di darle, è quello di parlare co lei, così come ha fatto con noi, sperando di toccare quelle corde emotive, che potrebbero far transitare la malattia da "egosintonica ad egodistonica", creare cioè una spaccatura all'inetrno dell'io e, farle valutare l'ipotesi di una consultazione, sarà poi il teraputa che avrà il piacere di seguirla, a coinvolgerla.
cari saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Gentile ragazza,
che cosa fanno tuo papà e gli altri in famiglia per aiutare la mamma?
Sembra non abbiate più fiducia nello psichiatra che segue la mamma. E' così?
Senza conoscervi non è possibile dire che cosa si può fare di "pratico".
Sarebbe più sensato riuscire a parlare con lo psichiatra che segue la mamma, se possibile.
Saluti,
che cosa fanno tuo papà e gli altri in famiglia per aiutare la mamma?
Sembra non abbiate più fiducia nello psichiatra che segue la mamma. E' così?
Senza conoscervi non è possibile dire che cosa si può fare di "pratico".
Sarebbe più sensato riuscire a parlare con lo psichiatra che segue la mamma, se possibile.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Gentile ragazza,
lei dice che sua madre da anni fa uso di psicofarmaci. Chi glieli ha prescritti?
E' possibile supporre che sia stato uno psichiatra; forse questa potrebbe essere la via per aiutarla a far riflettere sua madre sull'opportunità di affiancare alla cura farmacologica anche un percorso psicoterapeutico.
Rimane comunque un elemento imprescindibile il fatto che deve esserci una motivazione personale per una psicoterapia, quindi tenga presente che dall'esterno potranno venire a sua madre solo spunti di riflessione per l'eventuale inizio di un percorso psicoterapeutico, ma che la decisone ultima sarà sempre sua.
Cordiali saluti
lei dice che sua madre da anni fa uso di psicofarmaci. Chi glieli ha prescritti?
E' possibile supporre che sia stato uno psichiatra; forse questa potrebbe essere la via per aiutarla a far riflettere sua madre sull'opportunità di affiancare alla cura farmacologica anche un percorso psicoterapeutico.
Rimane comunque un elemento imprescindibile il fatto che deve esserci una motivazione personale per una psicoterapia, quindi tenga presente che dall'esterno potranno venire a sua madre solo spunti di riflessione per l'eventuale inizio di un percorso psicoterapeutico, ma che la decisone ultima sarà sempre sua.
Cordiali saluti
Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com
[#4]
Utente
Vi ringrazio per avere risposto.
La dottoressa Randone parla di corde emotive. Dove sono? In mia madre non le vedo più, sembra non provare più interessi forti per nulla, nemmeno per noi figlie, io e mia sorella, che tratta con indifferenza. Quindi certamente continuerò a parlare con lei, ma lei continuerà a dirmi che gli psicologi non possono conoscere meglio di lei il suo problema e che l'unica cura è conviverci.
Per quanto riguarda lo psichiatra, ecco un altro problema: mia madre non si fa "seguire". Di tanto in tanto va dallo psichiatra, che non è "il suo psichiatra", naturalmente il medico cerca di instaurare un rapporto con lei, dal quale puntualmente scappa. Così ha disertato tutti i controlli e attualmente non c'è un dottore che la segua. L'ultima visita risale allo scorso dicembre, da allora più niente. Lo psichiatra per lei è il dottore che le prescrive le nuove pastiglie quando quelle vecchie non funzionano più.
Infine, io non ho l'appoggio di nessuno. Mio padre è inerte in questa faccenda, mia sorella odia mia madre.
Che faccio? Mi metto in contatto con uno dei suoi psichiatri? Mi sembra allucinante.
La dottoressa Randone parla di corde emotive. Dove sono? In mia madre non le vedo più, sembra non provare più interessi forti per nulla, nemmeno per noi figlie, io e mia sorella, che tratta con indifferenza. Quindi certamente continuerò a parlare con lei, ma lei continuerà a dirmi che gli psicologi non possono conoscere meglio di lei il suo problema e che l'unica cura è conviverci.
Per quanto riguarda lo psichiatra, ecco un altro problema: mia madre non si fa "seguire". Di tanto in tanto va dallo psichiatra, che non è "il suo psichiatra", naturalmente il medico cerca di instaurare un rapporto con lei, dal quale puntualmente scappa. Così ha disertato tutti i controlli e attualmente non c'è un dottore che la segua. L'ultima visita risale allo scorso dicembre, da allora più niente. Lo psichiatra per lei è il dottore che le prescrive le nuove pastiglie quando quelle vecchie non funzionano più.
Infine, io non ho l'appoggio di nessuno. Mio padre è inerte in questa faccenda, mia sorella odia mia madre.
Che faccio? Mi metto in contatto con uno dei suoi psichiatri? Mi sembra allucinante.
[#5]
Cara ragazza,
qualora provassi a metterti in contatto con i medici, esiste il segreto professionale e, in assenza di tua mamma e senza il suo consenso, il medico non può dirti nulla.
E' ovvio che una persona molto depressa non ha più interesse per nulla, sebbene l'accudimento dei figli sia l'ultimo tra gli interessi di una madre depressa a spegnersi. Quindi provare a far perno sulla sensibilità della mamma non servirebbe a nulla.
Il fatto che la tua famiglia sia così organizzata in effetti non aiuta: una psicoterapia di famiglia, che poi possa coinvolgere anche tua mamma aiuterebbe tutti, anche tuo papà e tua sorella.
Il fatto è che con un padre che, per paura o per sentimenti di inadeguatezza o altro, si ritrae davanti alla malattia della moglie non fa altro che lasciare maggior spazio a te, costringendoti ad assumerti ulteriori responsabilità.
Sebbene la mamma consideri il medico di base incompetente, è davvero così? è il tuo stesso medico? forse potrebbe essere un gancio in questa difficile situazione.
Ad ogni modo, un colloquio psicologico anche con il papà e tua sorella potrebbe aiutarvi a collaudare le energie per affrontare insieme come famiglia la situazione.
Saluti,
qualora provassi a metterti in contatto con i medici, esiste il segreto professionale e, in assenza di tua mamma e senza il suo consenso, il medico non può dirti nulla.
E' ovvio che una persona molto depressa non ha più interesse per nulla, sebbene l'accudimento dei figli sia l'ultimo tra gli interessi di una madre depressa a spegnersi. Quindi provare a far perno sulla sensibilità della mamma non servirebbe a nulla.
Il fatto che la tua famiglia sia così organizzata in effetti non aiuta: una psicoterapia di famiglia, che poi possa coinvolgere anche tua mamma aiuterebbe tutti, anche tuo papà e tua sorella.
Il fatto è che con un padre che, per paura o per sentimenti di inadeguatezza o altro, si ritrae davanti alla malattia della moglie non fa altro che lasciare maggior spazio a te, costringendoti ad assumerti ulteriori responsabilità.
Sebbene la mamma consideri il medico di base incompetente, è davvero così? è il tuo stesso medico? forse potrebbe essere un gancio in questa difficile situazione.
Ad ogni modo, un colloquio psicologico anche con il papà e tua sorella potrebbe aiutarvi a collaudare le energie per affrontare insieme come famiglia la situazione.
Saluti,
[#7]
Utente
Vi ringrazio tanto per tutte le risposte.
"Affrontare insieme come famiglia la situazione" è una frase distante anni luce dalla mia realtà familiare, fatta di tanto silenzio e di nessuna attenzione per le emozioni delle persone. Portare dallo psicologo mia sorella e mio padre è a dir poco inconcepibile.
Ma mi rivolgerò al medico di base di mia madre, che è anche il mio, e cercherò di fare qualcosa io perchè la situazione è giunta a saturazione.
Vi ringrazio ancora, mi avete fatto coraggio.
"Affrontare insieme come famiglia la situazione" è una frase distante anni luce dalla mia realtà familiare, fatta di tanto silenzio e di nessuna attenzione per le emozioni delle persone. Portare dallo psicologo mia sorella e mio padre è a dir poco inconcepibile.
Ma mi rivolgerò al medico di base di mia madre, che è anche il mio, e cercherò di fare qualcosa io perchè la situazione è giunta a saturazione.
Vi ringrazio ancora, mi avete fatto coraggio.
[#8]
Gentile ragazza,
per quanto possa sembrare inconcepibile, prova a pensare a quanto aiuto potreste trovare per imparare a relazionarvi con la mamma e tra di voi in maniera più efficace, quindi imparare a parlarvi e a fare attenzione all'altro.
Comprendo che questi obiettivi adesso possano sembrare lontani.
Se lo desideri, tienici aggiornati.
per quanto possa sembrare inconcepibile, prova a pensare a quanto aiuto potreste trovare per imparare a relazionarvi con la mamma e tra di voi in maniera più efficace, quindi imparare a parlarvi e a fare attenzione all'altro.
Comprendo che questi obiettivi adesso possano sembrare lontani.
Se lo desideri, tienici aggiornati.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 15.5k visite dal 19/08/2011.
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