Solitudine

Buona sera, il mio problema è che mi sento sola e non riesco a cambiare questa situazione che ormai dura da 5 anni. Vivo una vita complicata, ma questo basta a spiegare perchè nessuno si interessa a me come donna? Sono un ottima mamma, un'ottima amica ma evidentemente nessun uomo mi vede come una compagna.
Sono separata da sei anni e ho una figlia di 14. La separazione è estremamente conflittuale. Ho dovuto citare il mio ex in tribunale, per avere un provvedimento d'urgenza e costringere il mio ex a rispettare un minimo di regole. Cosa che ancora adesso tende a non fare. Per esempio a lui andava benissimo vedere nostra figlia ogni 15 giorni dal sabato pomeriggio alla domenica sera. Abitiamo nella stessa città, gli ho imposto attraverso una delibera del giudice di vedere nostra figlia anche una sera a settimana.
Altro esempio ha detto a nostra figlia di avere una nuova compagna una settimana prima di andare a convivere con quest'ultima. In breve cresco nostra figlia da sola.
Dopo il matrimonio ci siamo trasferiti in un'altra città quindi dopo la nascita di nostra figlia ho dovuto lasciare il lavoro, perchè non avevo nessun tipo di appoggio. Non è stata una scelta troppo difficile, perchè crescere nostra figlia è stato bello. Il problema è stato dopo la separazione rientrare nel mondo del lavoro. Solo ora dopo anni di tentativi e di rifiuti sono riuscita a trovarne uno.
E' il mio lavoro e quindi sono molto contenta. Ma oltre alla normale preoccupazione per l'inizio di nuovo lavoro, ho il problema dell'orario, che è al pomeriggio. Questo comporta che vedrò mia figlia solo la sera, in un'età difficile, e che no potrò più fare l'attività di volontariato alla quale tenevo e che condividevo con gli amici più intimi. E temo che questo mi farà sentire ancora più sola. Un anno e mezzo fa ho conosciuto un uomo, con il quale ho molto in comune e del quale mi sono innamorata, ma lui non ha ricambiato. Il problema del rifiuto non sarebbe così grave se non fosse stato l'unico uomo di tutti questi anni.
In breve come modificare una situazione, questa della solitudine, che sta diventando insostenibile. Dove sto sbagliando? Razionalmente riuscivoa reggere, ma ora emotivamente sento che sono arrivata al limite.
Grazie per l'ascolto.
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile signora,

sarebbe necessario spostarsi dalla visione che Lei ha e ampliare un po' di più il campo delle ipotesi e delle possibilità.

La separazione probabilmente ha inciso nel regalarLe un bel po' di problemi e nel sottrarLe energie che diversamente avrebbe speso in altro modo.

Oltre a questo sembra che ci sia una modalità prevalente che è quella di fare la mamma e l'amica. Lei è così anche con gli uomini?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Gentile dott.ssa

riesco benissimo a fare la mamma e l'amica. Probabilmente non riesco a fere la compagna. Quindi come ampliare il campo delle ipotesi e delle possibilità?
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Ok, perchè dice che probabilmente non riesce a fare la compagna?
Secondo Lei che succede in una relazione?

Come mai si è separata dal Suo ex marito?
[#4]
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Mi sono separata da mio marito perchè avevamo due progetti di vita diversi.
Quando ci siamo conosciuti era alla ricerca di una persona con dei valori, con la quale formare una famiglia.Pensava di non poter avere e questo per lui era un dramma. Quindi quando sono rimasta incinta era l'uomo più contento di questo mondo fino a che nostra figlia non è diventata una realtà. Una realtà bellissima ma impegnativa. Soprattutto la parola impegno per mio marito non ha significato. Se ne è andato di casa perchè aveva perso la testa per una ragazza che aveva sedici anni meno di lui e che era gelosa se una domenica lui stava con sua figlia. E' finita nel giro di sei mesi. La sua attuale compagna ha due figli da due matrimoni precedenti che vivono con i rispettivi padri. Mi ha accusato di aver voluto sabotare la sua nuova relazione perchè quando mi ha detto che sarebbe andato a convivere gli ho chiesto di dare il tempo a nostra figlia di conoscere questa donna. Lui invece ha comunicato a nostra figlia che aveva una compagna e che dopo una settimana sarebbero andati avivere insieme.
Come ho fatto a vivere dieci anni con un uomo così? Ora non lo so, posso solo dire che l'amavo molto. Che quando l'ho conosciuto mi sembrava così diverso da tutti i carrieristi soiu colleghi. Che prima o poi sarebbe cambiato.
Che nella separazione mi ha fatto più male il disinteresse verso sua figlia che le cattiverie gratuite che mi ha fatto.
Per l'altra domanda il problema è che non riesco nemmeno ad iniziare una relazione. Non voglio un uomo solo per una notte, ma è l'unico limite che ho. Mi faccio mille domande ma forse uno sguardo esterno può essere utile, almeno per indicarmi quali domande farmi. Magari domande che siano diverse da quelle che mi faccio da sola, e che mi facciano vedere quello che io da sola non vedo.
[#5]
Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta 354 3
Gentile signora,
sembra che l'esperienza di un divorzio burrascoso abbia lasciato segni profondi.

Sembra anche che il suo mondo sia stato completamente assorbito dalla presenza e dalle attenzioni dedicate a sua figlia e che solo ora lei sia alla ricerca di un cambiamento anche nell'assetto relazionale. D'altra parte sembra rendersi conto che non è così semplice.

Lei sta cercando un uomo che nnon sia solo per una notte, ci dice; ma sta cercando un compagno per sè o un padre per sua figlia? Questo potrebbe essere uno dei motivi che amplificano le difficoltà con l'altro sesso per relazioni che vanno oltre l'amicizia.


Cordiali saluti

Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com

[#6]
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Gentile dott.ssa,
cerco un compagno per me, una persona con la quale stare bene. Se poi la relazione dovesse diventare qualcosa di veramente importante solo allora coinvolgerei mia figlia facendoglielo conoscere. Non cerco un padre per mia figlia, perchè ce l'ha già. Come elaborerà il rapporto problematico con il padre al momento non è dato saperlo, ma solo lei potrà farlo.
Chi si avvicina a me sa che ho una figlia e che è diverso avere una relazione con una donna con una figlia rispetto a d una donna senza impegni famigliari.
Ma quasi certamente un eventuale compagno avrebbe dei figli suoi, e quindi avrebbe ben presente la situazione.
Inoltre mia figlia sta diventando grande e sempre più autonama. Quest' anno ha fatto una vacanza studio all'estero di tre settimane, dove si è trovata benissimo. Quindi gli spazi per avere del tempo solo per me ci sono e saranno sempre più ampi.
Credo che il problema di come relazionarsi con mia figlia venga dopo avere scelto me come compagna ed eventualmente possa essere causa della fine di una relazione. Ma ripeto io non riesco nemmeno ad arrivare ad avere un uomo interessato a me. Vorrei capire se sono io che commetto errori e quali o semplicemente la realtà è questa e devo solo farmene una ragione.
[#7]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Cara signora, da quello che scrive le ipotesi che si possono fare sono molte, ma tutte andrebbero verificate in un setting psicoterapico, non certo in un consulto on line.
Ad es. si potrebbe ipotizzare che Lei, pur desiderando molto una relazione, in realtà ne sia anche un po' turbata e preoccupata a causa del Suo passato (può fidarsi?) e che, di conseguenza, sappia anche come tener lontano un uomo.
Ovviamente sono solo ipotesi; potrebbe prendere in considerazione l'idea di parlarne personalmente con uno psicologo della Sua città.


Un cordiale saluto,
[#8]
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Gentile dott.ssa,

l'idea era avere delle ipotesi sulle quali lavorare, che non avessi già fatto io.
L'idea di andare da un professionista l'avevo già presa in considerazione, ma non potendo andare da un privato, per motivi economici, potrei rivolgermi al pubblico, ma qui è possibile solo aver 8 incontri, per altro molto dilazionati nei mesi. E credo che siano troppo pochi per poter avere risposte diverse da quelle che ho potuto avere qui.
Vi ringrazio comunque molto per l'ascolto.
Cordiali saluti
[#9]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Cara signora,

in realtà dubito che gli incontri con uno psicologo di persona possano essere uguali a ciò che possiamo darLe noi qui.
Con il consulto on line abbiamo poche informazioni e poi non possiamo sbilanciarci più di tanto (ad esempio è vietato fare diagnosi per ovvie ragioni).

Concordo con Lei sui limiti della consultazione psicologica nel servizio pubblico in termini di spazi offerti ai pazienti, ma magari Lei non ha bisogno di una psicoterapia, ma di un sostegno psicologico. Questo verrà valutato di persona.

Quanto ai tempi tra un colloquio e l'altro, non so nella Sua zona, qui in genere vengono fissati insieme, uno di seguito all'altro, concordandoli col paziente e valutando se ci sia la necessità di lasciare sedimentare il contenuto del colloquio (ogni due settimane ad es.)

Ad ogni modo vale la pena provare, piuttosto che rimanere in questo stato di sofferenza, non crede?
[#10]
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Buona sera,
qui si possonno si possono solo fare 8 colloqui di sostegno psicologico, uno al mese.
Un po' poco e con tempi troppo lunghi. Credo che la loro efficacia sia pari a quella di una chiaccherata con un amico. Forse li farò, e mi piacerrebbe molto essermi sbagliata sulla loro efficacia.
Poi in 8 mesi tante cose possono cambiare.
Grazie ancora
[#11]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile signora,

anche un trattamento di sostegno psicologico nel privato può essere breve.
Questo però non significa che non sia efficace.
Non ho capito se il Suo sia un pregiudizio rispetto alle prestazioni sanitarie erogate all' ASL, il cui unico limite sono le attese (a dire la verità qui in Lombardia i tempi non sono nemmeno esagerati), oppure una resistenza ad incontrare uno psicologo.

Ad ogni modo credo che se la motivazione sia bassa, un percorso di questo tipo servirà a ben poco.

Quanto al fatto che in otto mesi le cose potrebbero cambiare... fortunatamennte è così per tutti! I pazienti non vivono con noi per tutto l'iter (per loro fortuna!) ma hanno la propria vita, che cambia, ci sono novità, ci sono belle e cattive notizie ed eventi con cui confrontarsi durante il tempo di una consultazione o di un psicoterapia.

Quindi è normale che la vita faccia il suo corso. Ciò che si modifica è il modo in cui la persona la vede e la affronta.

Un cordiale saluto,
[#12]
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Gentile dott.ssa

non ho nessun preguidizio per gli psicologi che lavorano nell''Asl, anzi. Ma come viene organizzato il servizio non li mette nella condizione di poter svolgere il loro lavoro al meglio. Forse sbaglio, ma credo che una gran parte del lavoro terapeutico passi attraverso la relazione che si instaura fra psicologo e utente. Alcuni incontri credo servano a conoscersi, ad instaurare quell'alleanza terapeutica che rende efficace un intervento. Ne rimangono ben pochi per poter lavorare. E magari quando le cose cominciano a funzionare devo interrompere.
E almeno fino alla fine della causa di separazione è da escudersi un intervento nel privato solo per motivi economici.

Per brività in questa sede ho parlato solo delle cose negative, ma ci sono anche molte cose positive nella mia vita. Forse per il lungo periodo nel quale non ho avuto un compagno, la solitudine sta diventando troppo pesante.

Grazie ancora
[#13]
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Gentili dott.

un ultimo dubbio, concretamente che tipo di lavoro si può fare in 8 sedute, come viene impostato il lavoro? Che cosa è realistico aspettarsi anche con una forte motivazione?
[#14]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile signora, otto colloqui sono sufficienti per capire come Lei funziona e quindi quali potrebbero essere gli schemi automatici che Lei mette in atto in una relazione e che, con buona probabilità, Le stanno impedendo di avvicinarsi/farsi avvicinare a/da qualcuno.

Per schemi automatici prevalenti intendo una modalità particolare di "leggere la realtà" e comportarsi di conseguenza, e di relazionarsi con gli altri (che è frutto di apprendimenti, ma anche di elaborazione di significati personali).

E' chiaro che una volta intercettati questi schemi, è già a buon punto, perchè potrebbe essere chiaro cosa succede in una relazione, o prima ancora di arrivare ad una relazione.

Gli esempi che potrei farLe sono infiniti. E' come se io pensassi che il mio valore personale viene da quello che faccio, da quanto sono brava o faccio la brava e non da chi sono. E' chiaro che la mia vita sarà tutta improntata al fare e sarò poco capace di godermi la vita o di pensare a me stessa, magari perchè le emozioni che sento quando provo a pensare al mio benessere sono la colpa o il disagio.

Oppure se io penso che nella vita alcune cose debbono essere meritate (ad esempio l'amore degli altri), avrò la tendenza a sentirmi indegna e non all'altezza se non faccio nulla per meritarmelo.

Ovviamente qui ho semplificato molto ma il senso del lavoro che potrebbe fare è questo.

Inoltre sono fondamentali la Sua richiesta e le Sue aspettative.

Quello che l'ASL eventualmente non potrebbe garantirLe è una successiva psicoterapia, qualora ci si rendesse conto che questo sarebbe il trattamento adatto a Lei, ma attualmente non potrei dire se la psicoterapia potrebbe essere la via da seguire.

Un cordiale saluto,
[#15]
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Mi ha colpito molto l'ipotesi che che nella vita le cose debbano essere meritate.
credo che potrebbe essere uno spunto da cui partire con i colloqui.
Le mie aspettative sono di essere consapevole degli errori che faccio in modo da non precludermi le possibilità da sola.
Prenderò un appuntamento.
Per il momento grazie per l'aiuto che mi avete dato.

Coprdiali saluti
[#16]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Saluti a Lei. Ci aggiorni, se lo desidera.
[#17]
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Buongiorno,
vi aggiorno sulla situazione . Per quello che riguarda la separazione finalmente c'è stata la prima udienza con un giudice che mi è sembrato in gamba. Ha fissato una nuova udienza per febbraio nella quale farà una proposta di mediazione, che se verrà accettata da entrambe le parti chiuderà la causa. Altrimenti ci vorrà circa un anno per giungere alla sentenza giudiziale. La possibilità finalmente di chiudere mi da molta serenità. Il lavoro va abbastanza bene. Mia figlia ha dimostrato di essere matura nell'inserimento nella scuola superiore, dimostrandomi che ho fatto un buon lavoro educativo in tutti questi anni.Ho iniziato i colloqui con lo psicologo, ne ho già fatti 5. Per il momento oltre a sfogarmi un po' l'unico spunto di riflessione è stato quello di ampliare la mia cerchia di conoscenze e di riflettere sul fatto che probabilmente do l'impressione di avere una vita completa e di bastare a me stessa. Mi ha consigliato di riflettere su cosa voglio da una relazione e se l'uomo di cui sono innamorata può darmi le fose di cui ho bisogno. Il prossimo incontro con lo psicologo sarà a fine gennaio. Nell'ultimo incontro con lo psicologo non c'è stato il tempo per parlarne perchè abbiamo parlato solo dell'udienza in tribunale.
Il problema è che non riesco a togliermelo dalla testa.Qualche settimana fa l'ho invitato a pranzo, in campo neutro, e gli ho fatto una sorpresa: gli ho regalato un acquilone. E credo di averlo colpito.
Ieri sera siamo andati a cena. A me sembrava di aver proposto io di vederci, ma lui dice di avermi invitato. Gli avevo chiesto di fare qualcosa di carino e lui ha proposto un ristorante di pesce. Abbiamo parlato molto, soprattutto lui. Il discorso è scivolato sul perchè è solo. La risposta è che non riesce ad innamorarsi, e quindi non vuole illudere nessuno frequentandolo. Per quello che riguarda me c'è l'ulteriore problema che ho la responsabiltità di una figlia. Vorrei avere una possibilità con lui e non so come fare.
Cordiali saluti
[#18]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Signora,
dalle sue ultime informazioni, credo che la situazione si stia evolvendo in positivo.
Un lavoro su se stessa di tipo psicoterapico, le sarà di sicuro utile per trovare fiducia in se stessa, per venir fuori dalla solitudine e per avere la forza ed il coraggio di amare ancora.
Il tempo e la frequentazione, con questo nuovo compagno, l'aiuteranno a capire meglio.
Cari saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#19]
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Gentile dott.ssa,
il problema è che se lui non vuole frequentarmi perchè ho una figlia e ha paura di fare del male a me e a lei, non so da dove cominciare per avere una possibilità. Non voglio pressarlo, ma vorrei che mi vedesse prima di tutto come una donna, che certo ha una figlia, ma che appunto prima di tutto è una donna. Vorrei capire come far sì che il fatto di avere una figlia non diventi un ostacolo insormontabile ad una relazione.
Grazie per la sua risposta
[#20]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile signora, prima di tutto ben ritrovata. Ho letto la Sua mail e ci sono degli spunti che magari è il caso di approfondire con lo psicologo che La vede:

"probabilmente do l'impressione di avere una vita completa e di bastare a me stessa"

"c'è l'ulteriore problema che ho la responsabiltità di una figlia"

Mi chiedo se la vita difficile e le scelte difficili che ha dovuto fare negli ultimi anni non abbiano un po' condizionato la visione che ha di se stessa e del Suo ruolo, cioè come se Lei avesse solo dei doveri e un ruolo molto rigido (è vero che è impegnativo fare la mamma), ma fossero stati tagliati fuori i piaceri. In particolare, con il tentativo di voler/poter controllare tutto (la separazione è sempre destabilizzante per tutti...), magari dall'esterno trasmette l'idea di essere una donna molto forte, che non ha bisogno di tenerezze e affetto... e che potrebbe anche spaventare. Le debolezze e l'insicurezza (ma anche la solitudine) sono caratteristiche che riguardano bene o male tutti gli esseri umani, chi dimostra di averne meno potrebbe spaventare o attirarsi qualche invidia.

Quanto alla responsabilità di Sua figlia, è vero che ha dovuto lottare col Suo ex per cercare di dividere questa responsabilità e che probabilmente ancora oggi pesa più su di Lei che sul Suo ex, ma deve lasciarsi aiutare dallo psicologo a modulare questa responsabilità e a capire se, dietro la responsabilità, si stia nascondendo anche qualche senso di colpa per il quale si stia in qualche modo punendo.

Le faccio tanti auguri per tutto,
[#21]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Solitamente una figlia, è un valore aggiunto sia per la donna, che per la relazione, se per quest'uomo è un impedimento peggio per lui.
[#22]
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Gentile dott.ssa Pileci,
per quello che rigarda l'impegno della figlia ho avuto veramente poca scelta, il padre la vede il sabato pomeriggio e la domenica, ogni due settimane. La mia famiglia abita lontano.
Ho alcuni amici che mi aiutano, ma è veramente poco il tempo che riesco ad avere per me. Il poco tempo libero a dispozione lo passo con gli amici, lavoro con i ragazzi. L'unica cosa che manca nella mia vita è la relazione con un uomo. E sto cercando di capire perchè non riesco ad iniziare una relazione.

Gentile dott.ssa Randone
sono perfettamente d'accordo con lei che "una figlia, è un valore aggiunto sia per la donna, che per la relazione, se per quest'uomo è un impedimento peggio per lui ",ma lui non ha figli, e a me rimane il dubbio che la sua sia solo paura per una situazione che non conosce. E quindi come avvicinarmi a lui facendogli capire che desidero una relazione con un uomo e non un padre per mia figlia.

Grazie

[#23]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
La percezione di avere poca o nessuna scelta probabilmente Le ha permesso di fare cose che in genere si fanno nell'emergenza: si è rimboccata le maniche per fare bene la mamma e tutto il resto, ma forse trascurando i Suoi bisogni, come appunto una relazione sentimentale. Come Le avevo scritto qualche tempo fa dovrebbe comprendere con l'aiuto del Suo psicologo che cosa Le sta impedendo di avere accesso a una relazione profonda d'amore.

Teme che il fatto di essere una mamma possa dispiacere all'uomo che sta frequentando o renderLa meno attraente o altro? Che teoria ha in merito? Se un uomo che Le interessa sa che Lei è una mamma che cosa potrebbe pensare di Lei?

Ha avuto modo di sapere da quest'uomo che cosa pensa lui a riguardo?

"...me rimane il dubbio che la sua sia solo paura per una situazione che non conosce."

Ok, questo è il Suo dubbio, ma lui che pensa?
[#24]
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Gentile dott.ssa,
ho iniziato il percorso con lo psicologo per cercare di capire che cosa mi sta impedendo di iniziare una relazione con un uomo. Al momento forse perchè gli incontri sono stati pochi, o forse perchè realmente non c'è nulla non c' è un perchè.
L'unico problema è il poco tempo libero che ho.
Credo che la presenza di un figlio, nel mio caso adolescente, crei qualche difficoltà in più nella costruzione dei rapporti. Per me nulla di insormontabile. Un esempio banale: non posso accettare un invito all'ultimo momento, o devo rifiutare un invito perchè non so a chi lasciare mia figlia.Lui dice che vorrebbe una relazione con una donna, che non riesce a innamorarsi, e che frequentarsi anche solo per conoscerci meglio potrebbe farmi del male, cosa che lui non vuole assolutamente, anche perchè io ho la responsabilità di una figlia.

[#25]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Probabilmente colludono i due modi di relazionarsi, il Suo e quello di quest'uomo. Nel senso che entrambi sembrate più spaventati o almeno bloccati da questa relazione che sta nascendo, piuttosto che eccitati, incuriositi, impazienti di vedere l'altro, come una storia all'inzio in genere fa sentire le persone.

E le difficoltà sono da entrambe le parti, ovvero sembra che anche lui sia un po' in difficoltà per ragioni che non conosciamo. Probabilmente Sua figlia non ha a che vedere con le perplessità di quest'uomo, che sembrano invece frutto di vissuti personali legati alle sue (di lui) paure.

Comunque, il mio suggerimento è di vivere serenamente questa storia, ma anche con coraggio, cioè superando le Sue paure e di continuare la consultazione psicologica che Le sta servendo per esplorare il Suo modo di relazionarsi.

Tanti auguri per tutto.
[#26]
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
La ringrazio, e auguri per il nuovo anno
[#27]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Cara Signora,
la coppia è molto di più della somma delle semplici sue parti, paure, aspettative per il futuro, traumi pregressi , meccanismi di difesa della psiche e strutture di personalità, si intersecano per dare poi vita alla relazione.
Senza conoscervi, è complesso dirle come far capire a quest'uomo, che lei non desidera un padre per sua figlia.
Credo che uno psicologo de visu, potrà di sicuro esserle d'aiuto.
Cari saluti
[#28]
Attivo dal 2011 al 2016
Ex utente
Gentile dott.ssa,
mi scuso per la risposta tardiva, sicuramente ne parlerò con lo psicologo a fine mese,
ma nel frattempo potrebbe comunque darmi consiglio per almeno iniziare a fare qualche passo, almeno per evitare errori che lo possano fare allontanare.
Cari saluti
[#29]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile signora,

non si faccia prendere dall'ansia. Piuttosto discuta con il Suo psicologo. Una volta individuate e chiarite le Sue modalità di relazionarsi con l'altro sarà più semplice per Lei avere un punto di partenza per il cambiamento.

Da qui, al contrario, rischieremmo solo di fare confusione perchè le informazione a disposizione sono poche.

Saluti,