Oggetto: ammiccare sillabe - inconsapevolmente - col movimento delle labbra: quesito.-
Oggetto: ammiccare sillabe – inconsapevolmente - col movimento delle labbra: quesito.-
Capita da un po’ di tempo di scorgere nostra figlia ammiccare di tanto in tanto, a sua insaputa, delle sillabe incomprensibili, come se stesse parlando con qualcuno. E lei non se rende conto.
Quando glielo facciamo notare, fa lo gnorri, ammette di non essersene accorta.
Noi crediamo che la cosa, che peraltro, comincia preoccuparci un po’, possa avere origini nell’interruzione di un rapporto sentimentale con il suo ex ragazzo, durato circa 7 anni.
Un ragazzo al quale lei era molto legata sentimentalmente, ma che ha provato tanta delusione quando, dietro sua insistenza, lui ha ammesso di non essere molto sicuro che il sentimento che lui provava per lei fosse amore.
Per la verità, avevamo notato in più d’una occasione che lui capace di segni roboanti, appariscenti, nelle ricorrenze più importanti, come: per un compleanno le ha regalato un televisore da 32 pollici; in qualche altra occasione un vistoso mazzo di rose rosse, ecc., ecc.
Invece, nelle piccole cose, quelle che solitamente fanno felici le coppie di innamorati, era spesse volte assente.
Ad esempio, mai una volta ad aspettarla al pulmann, al ritorno dal lavoro; oppure una passeggiata la sera per prendere un caffè e scambiare qualche parola. Ciò in quanto lui era preso molto dagli amici coi quali passava molto del suo tempo libero.
Adesso che mia figlia mostra di queste stranezze non sappiamo come intervenire per aiutarla ad uscire da questo problema. E’ una gran brava ragazza, puntuale sul lavoro e quasi mai un’assenza lavorativa, tranne che per necessità.
Poiché lavora tutta la giornata, ha poco tempo libero da dedicare a stessa e condividere un rapporto con amici, molti dei quali ce li aveva in comune col suo ex ragazzo.
Recentemente, dopo la rottura del precedente rapporto, ha conosciuto un ragazzo che le ha fatto capire di essere attratto da lei, ma lei si è mostrata indifferente, probabilmente perché ancora penserà al suo ex ragazzo.
In che modo codesto Consultorio on line può indicarci come aiutare nostra figlia? Quali specialisti contattare ed in che modo. Visto che trattasi di rapporti relazionali molto delicati che coinvolgono gioco forza la personalità di una adolescente già matura, responsabile, sensibile, che in questo momento vive questa difficoltà psicologica interiormente, non esiste un modo per renderla partecipe delle nostre mosse a venirle incontro senza destarle alcun problema di irritabilità, od al massimo, della sua presunta acuita introversione?
Ringraziamo tanto per la gentile attenzione e rimaniamo in attesa di una cortese e possibile sollecita risposta.
alriguardochi (Nickname), li 15 Agosto 2011-08-15
E-Mail: al_riguardo_chi@virgilio.it
Capita da un po’ di tempo di scorgere nostra figlia ammiccare di tanto in tanto, a sua insaputa, delle sillabe incomprensibili, come se stesse parlando con qualcuno. E lei non se rende conto.
Quando glielo facciamo notare, fa lo gnorri, ammette di non essersene accorta.
Noi crediamo che la cosa, che peraltro, comincia preoccuparci un po’, possa avere origini nell’interruzione di un rapporto sentimentale con il suo ex ragazzo, durato circa 7 anni.
Un ragazzo al quale lei era molto legata sentimentalmente, ma che ha provato tanta delusione quando, dietro sua insistenza, lui ha ammesso di non essere molto sicuro che il sentimento che lui provava per lei fosse amore.
Per la verità, avevamo notato in più d’una occasione che lui capace di segni roboanti, appariscenti, nelle ricorrenze più importanti, come: per un compleanno le ha regalato un televisore da 32 pollici; in qualche altra occasione un vistoso mazzo di rose rosse, ecc., ecc.
Invece, nelle piccole cose, quelle che solitamente fanno felici le coppie di innamorati, era spesse volte assente.
Ad esempio, mai una volta ad aspettarla al pulmann, al ritorno dal lavoro; oppure una passeggiata la sera per prendere un caffè e scambiare qualche parola. Ciò in quanto lui era preso molto dagli amici coi quali passava molto del suo tempo libero.
Adesso che mia figlia mostra di queste stranezze non sappiamo come intervenire per aiutarla ad uscire da questo problema. E’ una gran brava ragazza, puntuale sul lavoro e quasi mai un’assenza lavorativa, tranne che per necessità.
Poiché lavora tutta la giornata, ha poco tempo libero da dedicare a stessa e condividere un rapporto con amici, molti dei quali ce li aveva in comune col suo ex ragazzo.
Recentemente, dopo la rottura del precedente rapporto, ha conosciuto un ragazzo che le ha fatto capire di essere attratto da lei, ma lei si è mostrata indifferente, probabilmente perché ancora penserà al suo ex ragazzo.
In che modo codesto Consultorio on line può indicarci come aiutare nostra figlia? Quali specialisti contattare ed in che modo. Visto che trattasi di rapporti relazionali molto delicati che coinvolgono gioco forza la personalità di una adolescente già matura, responsabile, sensibile, che in questo momento vive questa difficoltà psicologica interiormente, non esiste un modo per renderla partecipe delle nostre mosse a venirle incontro senza destarle alcun problema di irritabilità, od al massimo, della sua presunta acuita introversione?
Ringraziamo tanto per la gentile attenzione e rimaniamo in attesa di una cortese e possibile sollecita risposta.
alriguardochi (Nickname), li 15 Agosto 2011-08-15
E-Mail: al_riguardo_chi@virgilio.it
[#1]
La situazione non è molto chiara e sicuramente non è l'ambito della consulenza on-line quello più adatto per affrontarla.
Essendo sua figlia maggiorenne è lei stessa che si deve rivolgere al medico curante o ad uno specialista (può effettuare un incontro di valutazione presso gli psicologi dell'ASL).
Voi genitori potete rivolgervi di persona ad uno psicologo per una consulenza. In quella sede avrete certamente la possibilità di spiegare meglio la situazione (cosa che non è possibile fare on line) e ricevere dei consigli adeguati.
Cordiali saluti.
Essendo sua figlia maggiorenne è lei stessa che si deve rivolgere al medico curante o ad uno specialista (può effettuare un incontro di valutazione presso gli psicologi dell'ASL).
Voi genitori potete rivolgervi di persona ad uno psicologo per una consulenza. In quella sede avrete certamente la possibilità di spiegare meglio la situazione (cosa che non è possibile fare on line) e ricevere dei consigli adeguati.
Cordiali saluti.
Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it
[#2]
Ex utente
Con riferimento alla mia richiesta di parere sull’argomento succitato, ripreso dal Dr. Gianmaria Benedetti, chiedo gentilmente si sapere se l’articolo pubblicato in data 23/10/2010 da Simona Marchetti circa uno studio dell’Università di Toronto, che per titolo “Parlate da soli? Non siete pazzi (forse)”, che riproduco integralmente di seguito, abbia una qualche relazione con l’argomento in discussione.
Ringrazio molto e rimango in attesa di cortese risposta.
Mario (Nickname)
-----------------------
citazione testuale ripresa integralmente da Internet
__________________________________-
STUDIO DELL'UNIVERSITÀ DI TORONTO
Parlate da soli? Non siete pazzi (forse)
Serve a migliorare il proprio autocontrollo e ridurre l’impulsività, oltre che a rafforzare la volontà
Pinocchio e il Grillo Parlante: un esempio di "vocina interiore"
MILANO - Parlare da soli non sarebbe affatto un sintomo di pazzia latente, bensì un modo per migliorare il proprio autocontrollo e ridurre l’impulsività, oltre che un valido aiuto per rafforzare la volontà quando si fa una dieta, per disinnescare i litigi e per aumentare la capacità decisionale. Questa la conclusione a cui sono giunti gli psicologi dell’Università di Toronto dopo aver sottoposto alcuni volontari a una serie di test, volti a studiare il loro autocontrollo quando dovevano ripetere ossessivamente una parola senza poter dar retta alla loro "vocina interiore" né parlare da soli. In un primo esperimento veniva chiesto ai partecipanti di spingere un bottone sul computer all’apparire sullo schermo di un determinato simbolo e di astenersi dallo schiacciare il tasto se, invece, il segno mostrato era differente. In realtà, la maggior parte dei simboli richiedeva l’atto richiesto, trasformando così il gesto in una risposta impulsiva. In questo modo, si è potuto misurare il self control dei volontari in base a come avessero opposto resistenza a premere il tasto all’apparire di un segno diverso da quello concordato.
L'ESPERIMENTO - «Questa ricerca mostra chiaramente che parlare da soli attraverso la nostra "vocina interna" ci aiuta ad esercitare il nostro autocontrollo - ha spiegato al Daily Mail il professor Michael Inzlicht, fra gli autori dello studio pubblicato sulla rivista Acta Psychologica - e a prevenire le decisioni impulsive. Grazie, infatti, a una serie di test abbiamo riscontrato che, in realtà, le persone reagiscono molto più impulsivamente quando non possono usare la loro vocina interiore o parlare da soli mentre svolgono un’attività». La seconda fase dell’esperimento scientifico ha, infatti, puntato sui modi per impedire ai partecipanti di esercitare la loro vocina interiore mentre svolgevano le prove, come ripetere in continuazione una data parola, al fine così di vedere se il blocco del "dialogo interno" avesse un qualche effetto sulla loro capacità di limitazione. «Questa fase - ha proseguito il professor Inzlicht - ha permesso chiaramente di vedere che senza la possibilità di verbalizzare messaggi a se stessi, i partecipanti all’esperimento non erano in grado di esercitare lo stesso autocontrollo di prima sulle loro azioni. Del resto, si è sempre saputo che la gente parla da sola, ma fino ad ora nessuno era stato in grado di stabilire l’importanza che avesse tale funzione». Quindi, dar retta alla propria vocina interiore quando questa ci dice di fare una determinata cosa non solo non è sbagliato, ma aiuterebbe i nostri comportamenti. « Il nostro obiettivo era quello di scoprire se parlare da soli servisse davvero oppure no - ha concluso la dottoressa Alexa Tullett, altra ricercatrice dello studio canadese - e la conclusione è che noi ci mandiamo continuamente dei messaggi, che sia di continuare a correre quando siamo stanchi o di smettere di mangiare anche se vogliamo ancora una fetta di dolce, con la precisa intenzione di controllare le nostre azioni».
Simona Marchetti
23 settembre 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ringrazio molto e rimango in attesa di cortese risposta.
Mario (Nickname)
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citazione testuale ripresa integralmente da Internet
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STUDIO DELL'UNIVERSITÀ DI TORONTO
Parlate da soli? Non siete pazzi (forse)
Serve a migliorare il proprio autocontrollo e ridurre l’impulsività, oltre che a rafforzare la volontà
Pinocchio e il Grillo Parlante: un esempio di "vocina interiore"
MILANO - Parlare da soli non sarebbe affatto un sintomo di pazzia latente, bensì un modo per migliorare il proprio autocontrollo e ridurre l’impulsività, oltre che un valido aiuto per rafforzare la volontà quando si fa una dieta, per disinnescare i litigi e per aumentare la capacità decisionale. Questa la conclusione a cui sono giunti gli psicologi dell’Università di Toronto dopo aver sottoposto alcuni volontari a una serie di test, volti a studiare il loro autocontrollo quando dovevano ripetere ossessivamente una parola senza poter dar retta alla loro "vocina interiore" né parlare da soli. In un primo esperimento veniva chiesto ai partecipanti di spingere un bottone sul computer all’apparire sullo schermo di un determinato simbolo e di astenersi dallo schiacciare il tasto se, invece, il segno mostrato era differente. In realtà, la maggior parte dei simboli richiedeva l’atto richiesto, trasformando così il gesto in una risposta impulsiva. In questo modo, si è potuto misurare il self control dei volontari in base a come avessero opposto resistenza a premere il tasto all’apparire di un segno diverso da quello concordato.
L'ESPERIMENTO - «Questa ricerca mostra chiaramente che parlare da soli attraverso la nostra "vocina interna" ci aiuta ad esercitare il nostro autocontrollo - ha spiegato al Daily Mail il professor Michael Inzlicht, fra gli autori dello studio pubblicato sulla rivista Acta Psychologica - e a prevenire le decisioni impulsive. Grazie, infatti, a una serie di test abbiamo riscontrato che, in realtà, le persone reagiscono molto più impulsivamente quando non possono usare la loro vocina interiore o parlare da soli mentre svolgono un’attività». La seconda fase dell’esperimento scientifico ha, infatti, puntato sui modi per impedire ai partecipanti di esercitare la loro vocina interiore mentre svolgevano le prove, come ripetere in continuazione una data parola, al fine così di vedere se il blocco del "dialogo interno" avesse un qualche effetto sulla loro capacità di limitazione. «Questa fase - ha proseguito il professor Inzlicht - ha permesso chiaramente di vedere che senza la possibilità di verbalizzare messaggi a se stessi, i partecipanti all’esperimento non erano in grado di esercitare lo stesso autocontrollo di prima sulle loro azioni. Del resto, si è sempre saputo che la gente parla da sola, ma fino ad ora nessuno era stato in grado di stabilire l’importanza che avesse tale funzione». Quindi, dar retta alla propria vocina interiore quando questa ci dice di fare una determinata cosa non solo non è sbagliato, ma aiuterebbe i nostri comportamenti. « Il nostro obiettivo era quello di scoprire se parlare da soli servisse davvero oppure no - ha concluso la dottoressa Alexa Tullett, altra ricercatrice dello studio canadese - e la conclusione è che noi ci mandiamo continuamente dei messaggi, che sia di continuare a correre quando siamo stanchi o di smettere di mangiare anche se vogliamo ancora una fetta di dolce, con la precisa intenzione di controllare le nostre azioni».
Simona Marchetti
23 settembre 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA
[#3]
Gentile Utente,
leggendo la Sua richiesta, l'unica risposta plausibile è inviarLa nuovamente a consultare uno psicologo di persona se la sofferenza di Sua figlia Le provoca tale disagio ed eventualmente suggerirlo anche a Sua figlia.
Ho il dubbio che forse c'è molta più apprensione in voi genitori; se la ragazza, pur attraversando un momento difficile come la rottura di una storia sentimentale significativa, non dovesse lamentare alcun ulteriore disagio, non è il caso di preoccuparsi. E' così?
Essere adolescenti e affrontare separazioni significa "vaccinarsi" per le storie successive, non necessariamente aver bisogno di uno psicologo.
Ad ogni modo la valutazione è d'obbligo farla di persona da un Collega.
Quanto alla Sua richiesta relativa all'articolo citato, Le ricordo che gli articoli vengono pubblicati a scopo divulgativo, non per fare diagnosi on line, che peraltro è vietata.
Un cordiale saluto,
leggendo la Sua richiesta, l'unica risposta plausibile è inviarLa nuovamente a consultare uno psicologo di persona se la sofferenza di Sua figlia Le provoca tale disagio ed eventualmente suggerirlo anche a Sua figlia.
Ho il dubbio che forse c'è molta più apprensione in voi genitori; se la ragazza, pur attraversando un momento difficile come la rottura di una storia sentimentale significativa, non dovesse lamentare alcun ulteriore disagio, non è il caso di preoccuparsi. E' così?
Essere adolescenti e affrontare separazioni significa "vaccinarsi" per le storie successive, non necessariamente aver bisogno di uno psicologo.
Ad ogni modo la valutazione è d'obbligo farla di persona da un Collega.
Quanto alla Sua richiesta relativa all'articolo citato, Le ricordo che gli articoli vengono pubblicati a scopo divulgativo, non per fare diagnosi on line, che peraltro è vietata.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.3k visite dal 16/08/2011.
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