Preoccupazione per salute bimbi
Sono in separazione da mio marito ed ho due figli, di 5 anni e mezzo e di 27 mesi.
Il periodo è denso di difficoltà, sono sola, non ho nessuno che mi aiuti; lavoro 35 ore a settimana. Il padre abita con noi ma non aiuta in niente, trascura anche i figli, ha un'altra compagna con cui dovrebbe prendere casa a breve.
La situazione in casa non è tranquilla, lui mi tratta spesso senza rispetto davanti ai bimbi.
Il primo figlio ha sofferto di convulsioni febbrili, pare ormai risolte. Ha però problemi di linguaggio (non riesce a rielaborare i concetti e ad esprimerli correttamente) e siamo in osservazione da una NPI; ha fatto 6 mesi di terapia psicomotoria perché in ritardo sul disegno (mentre su lettere e numeri sembra bravo). Le maestre della materna dicono che avrà sicuramente problemi.
Il secondo figlio non ha mai presentato convulsioni; però non parla. Dice poche parole: babbo, mamma, acqua, nonno, cacco (=Marco, il fratello), pappe =scarpe; ne sa pronunciare anche altre ma non le usa mai e se sollecitato non le ripete. Ultimamente sembra quasi peggiorato, perché sapeva dire il suo nome, Addea =Andrea ma pare che non sappia o non voglia più ripeterlo.
Cerco di stimolarlo il più possibile ma non sembra recepire. Motoriamente è normale, sale e scende le scale, mangia da solo.
Io sono fortemente in crisi perchè sono ossessionata da questi problemi che i miei figli stanno dimostrando. Non riesco più a rapportarmici con tranquillità. Mi chiedo continuamente perché oltre all'esser stata abbandonata dal marito debba essermi toccato in sorte non uno, ma ben due bimbi problematici; mi sto convincendo, forse in anticipo, che anche i secondo abbia gli stessi problemi del primo ma in modo più grave. Cerco di reagire ma non è facile. Sto pagando tutte le visite privatamente perché all'Asl non c'è posto fino all'anno prossimo, e il padre non vuole rimborsare niente perché dice che son fissazioni mie e dei medici e non serve nessun controllo. Son terrorizzata dal dover intraprendere un percorso neuropsichiatrico anche con secondo figlio. Temo inoltre, non so se a ragione o meno, che il mio ex marito non mi abbia mai detto la verità su possibili problemi neurologici in famiglia (lui ha avuto un aneurisma a 14 anni, operato senza conseguenze evidenti, e una cugina ha problemi seri di ritardo mentale; anche le convulsioni febbrili sono diffuse tra i suoi parenti). Mi sento sola e schiacciata da tutte queste responsabilità. Non ho nessuno, mia madre è morta, mio padre è l'unico con cui posso sfogarmi ma sia lui che i miei fratelli non vengono mai a trovarmi, hanno tutti troppo da fare, anche nel weekend.
Ho paura di crollare. Ho paura di poter avere problemi economici in futuro. Ho paura che i miei figli non siano in grado di rendersi indipendenti da me perché con problemi mentali. Forse son cose assurde, ma è quello che sento. Sono i miei tesori, ma sto arrivando al punto che vorrei non averli fatti nascere. Che devo fare?
Il periodo è denso di difficoltà, sono sola, non ho nessuno che mi aiuti; lavoro 35 ore a settimana. Il padre abita con noi ma non aiuta in niente, trascura anche i figli, ha un'altra compagna con cui dovrebbe prendere casa a breve.
La situazione in casa non è tranquilla, lui mi tratta spesso senza rispetto davanti ai bimbi.
Il primo figlio ha sofferto di convulsioni febbrili, pare ormai risolte. Ha però problemi di linguaggio (non riesce a rielaborare i concetti e ad esprimerli correttamente) e siamo in osservazione da una NPI; ha fatto 6 mesi di terapia psicomotoria perché in ritardo sul disegno (mentre su lettere e numeri sembra bravo). Le maestre della materna dicono che avrà sicuramente problemi.
Il secondo figlio non ha mai presentato convulsioni; però non parla. Dice poche parole: babbo, mamma, acqua, nonno, cacco (=Marco, il fratello), pappe =scarpe; ne sa pronunciare anche altre ma non le usa mai e se sollecitato non le ripete. Ultimamente sembra quasi peggiorato, perché sapeva dire il suo nome, Addea =Andrea ma pare che non sappia o non voglia più ripeterlo.
Cerco di stimolarlo il più possibile ma non sembra recepire. Motoriamente è normale, sale e scende le scale, mangia da solo.
Io sono fortemente in crisi perchè sono ossessionata da questi problemi che i miei figli stanno dimostrando. Non riesco più a rapportarmici con tranquillità. Mi chiedo continuamente perché oltre all'esser stata abbandonata dal marito debba essermi toccato in sorte non uno, ma ben due bimbi problematici; mi sto convincendo, forse in anticipo, che anche i secondo abbia gli stessi problemi del primo ma in modo più grave. Cerco di reagire ma non è facile. Sto pagando tutte le visite privatamente perché all'Asl non c'è posto fino all'anno prossimo, e il padre non vuole rimborsare niente perché dice che son fissazioni mie e dei medici e non serve nessun controllo. Son terrorizzata dal dover intraprendere un percorso neuropsichiatrico anche con secondo figlio. Temo inoltre, non so se a ragione o meno, che il mio ex marito non mi abbia mai detto la verità su possibili problemi neurologici in famiglia (lui ha avuto un aneurisma a 14 anni, operato senza conseguenze evidenti, e una cugina ha problemi seri di ritardo mentale; anche le convulsioni febbrili sono diffuse tra i suoi parenti). Mi sento sola e schiacciata da tutte queste responsabilità. Non ho nessuno, mia madre è morta, mio padre è l'unico con cui posso sfogarmi ma sia lui che i miei fratelli non vengono mai a trovarmi, hanno tutti troppo da fare, anche nel weekend.
Ho paura di crollare. Ho paura di poter avere problemi economici in futuro. Ho paura che i miei figli non siano in grado di rendersi indipendenti da me perché con problemi mentali. Forse son cose assurde, ma è quello che sento. Sono i miei tesori, ma sto arrivando al punto che vorrei non averli fatti nascere. Che devo fare?
[#1]
Gentile Signora,
nella sua richiesta più che la necessità di un consulto, io ho percepito un grido di dolore, più che mai comprensibile data la situazione che descrive.
A me pare che Lei sappia bene come muoversi rispetto alle difficoltà dei suoi bambini.
Ciò che è importante non perda di vista è il prendersi cura di se stessa, delle sue emozioni e della fatica (fisica e mentale) che la situazione che sta vivendo comporta.
Le consiglio di informarsi se dove Lei abita esistano gruppi di sostegno o di auto-aiuto per genitori, oppure associazioni di volontariato che organizzino attività a cui potrebbe far partecipare i suoi piccoli e, soprattutto, un consultorio a cui rivolgersi per ottenere supporto psicologico in questo momento così delicato della sua esistenza.
Auguri di cuore.
Se può farle piacere, ci tenga informati.
nella sua richiesta più che la necessità di un consulto, io ho percepito un grido di dolore, più che mai comprensibile data la situazione che descrive.
A me pare che Lei sappia bene come muoversi rispetto alle difficoltà dei suoi bambini.
Ciò che è importante non perda di vista è il prendersi cura di se stessa, delle sue emozioni e della fatica (fisica e mentale) che la situazione che sta vivendo comporta.
Le consiglio di informarsi se dove Lei abita esistano gruppi di sostegno o di auto-aiuto per genitori, oppure associazioni di volontariato che organizzino attività a cui potrebbe far partecipare i suoi piccoli e, soprattutto, un consultorio a cui rivolgersi per ottenere supporto psicologico in questo momento così delicato della sua esistenza.
Auguri di cuore.
Se può farle piacere, ci tenga informati.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.8k visite dal 09/08/2011.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.