Angoscia da castrazione
Salve, sono un ragazzo di 24 anni e da circa 5 anni soffro di deficit erettivo di natura psicologica, identificato come ansia da prestazione sessuale. La mia autostima sessuale, o virilità, ha sempre risentito del deficit, portandomi - con gli anni, le esperienze e diverse defaillances - nella spirale dell'ansia, fino all'evitare rapporti sessuali per paura di fallire. Premetto che circa 2 anni fa ho provato a "tamponare" il problema prendendo del Viagra, con effetti positivi sull'atto meccanico ma senza effetti positivi dal lato ansioso; quindi ho deciso di smettere. Nel 2011 ho chiuso il rapporto con la mia partner, per cause varie tra cui anche la mia insicurezza, quindi ho cominciato ad approcciare altre ragazze. Nel contatto e nel "flirt" dimostro una notevole sicurezza ed audacia, sono fisicamente prestante e le ragazze mi trovano attraente e simpatico; ma sono arrivato a bloccarmi completamente nei momenti di intimità. Ho deciso di consultare uno psicoterapeuta e per ora ho fatto due sedute da un'ora. Il dottore ritiene che il mio disturbo sia angoscia da castrazione, ed esso risiede nel mio inconscio a causa dei comportamenti dei miei genitori. Mia madre "porta i pantaloni" in casa ed è sempre stata più determinata e forte di mio padre. Secondo il dottore, vedo in mia madre, e quindi nelle altre donne, delle castranti. La "prova del nove" sta nel fatto che sono generalmente intimorito dalle ragazze che prendono iniziativa sessuale e attratto dalle ragazze che si fanno comandare a letto.
Purtroppo le sedute con lo psicologo durano poco e, sommerso dalle domande che giustamente il dottore mi pone, dimentico di descrivere sensazioni che potrebbero essere rilevanti per la psicoterapia. Per esempio: il senso di inadeguatezza rispetto ad altri uomini, a causa delle mie scarse erezioni, mi mette in una condizione di permanente inferiorità poichè non mi ritengo mai all'altezza di avere un rapporto con un'erezione completa.
Secondo la psicoterapia devo approcciare ragazze poco determinate (non "castranti") per accumulare esperienze positive. Ho eseguito ciò ed effettivamente il controllo completo della situazione, anche se molto lentamente, mi porta all'erezione, ma per ora ritengo questo processo - oltre che difficile da attuare sempre - lento e un po' blando. Il mio obiettivo è ritenermi capace di affrontare qualsiasi situazione sessuale senza inadeguatezza.
La mia domanda è questa: quali altri comportamenti e/o approcci dovrei seguire per uscire dalla spirale dell'ansia, liberare la mente e riempire il mio spirito di ciò che mi manca (autostima, virilità, sicurezza a letto, orgoglio, capacità di autocontrollo) ?
Ringrazio anticipatamente i Dottori e lo Staff.
Purtroppo le sedute con lo psicologo durano poco e, sommerso dalle domande che giustamente il dottore mi pone, dimentico di descrivere sensazioni che potrebbero essere rilevanti per la psicoterapia. Per esempio: il senso di inadeguatezza rispetto ad altri uomini, a causa delle mie scarse erezioni, mi mette in una condizione di permanente inferiorità poichè non mi ritengo mai all'altezza di avere un rapporto con un'erezione completa.
Secondo la psicoterapia devo approcciare ragazze poco determinate (non "castranti") per accumulare esperienze positive. Ho eseguito ciò ed effettivamente il controllo completo della situazione, anche se molto lentamente, mi porta all'erezione, ma per ora ritengo questo processo - oltre che difficile da attuare sempre - lento e un po' blando. Il mio obiettivo è ritenermi capace di affrontare qualsiasi situazione sessuale senza inadeguatezza.
La mia domanda è questa: quali altri comportamenti e/o approcci dovrei seguire per uscire dalla spirale dell'ansia, liberare la mente e riempire il mio spirito di ciò che mi manca (autostima, virilità, sicurezza a letto, orgoglio, capacità di autocontrollo) ?
Ringrazio anticipatamente i Dottori e lo Staff.
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gentile ragazzo,l'indicazione che possiamo darle è sull'approccio terapeutico migliore per un problema come il suo. Se non dovesse avere risultati (che forse lentamente sta avendo con la terapia che sta seguendo, probabilmente di tipo analitico) dovrebbe seguire un approccio più focalizzato di tipo comportamentale.
saluti
saluti
[#3]
Gentile Ragazzo,
il deficit erettivo, ha solitamente cause poliedriche, è quasi mai possibile trovarne una ed una sola, anche perchè cause da cattivo apprendimento sessuale si intersecano ad esperienze disfunzionali a quote d'ansia ed alla memoria corporea del disturbo, rinforzando la vulnerabilità erettiva.
Lavori con il suo psicoterapeuta, vedrà che troverà strade relazionali nuove e maggiormente adattive.
Legga, se desidera, questo mio articolo sull'argomento
Saluti
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/261-vagina-dentata-avversione-o-fobia-sessuale.html
il deficit erettivo, ha solitamente cause poliedriche, è quasi mai possibile trovarne una ed una sola, anche perchè cause da cattivo apprendimento sessuale si intersecano ad esperienze disfunzionali a quote d'ansia ed alla memoria corporea del disturbo, rinforzando la vulnerabilità erettiva.
Lavori con il suo psicoterapeuta, vedrà che troverà strade relazionali nuove e maggiormente adattive.
Legga, se desidera, questo mio articolo sull'argomento
Saluti
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/261-vagina-dentata-avversione-o-fobia-sessuale.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Ex utente
Ringrazio infinitamente i Dottori per le tempestive risposte.
Per la Dott.ssa Piceni:
sono consapevole di dover seguire la psicoterapia, naturalmente non pretendo altre prescrizioni, intendevo solo chiedere qualche suggerimento che potesse contribuire alla buona riuscita della psicoterapia. Questo mio bisogno nasce dalla sensazione di non essere compreso totalmente dal mio Dottore che - forse perchè specializzato in cura dei disturbi infantili e adolescenziali - sta focalizzando l'aspetto causale della mia adolescenza a scapito dell'aspetto odierno sintomatico, che ritengo di pari importanza. In parole spicciole, capisco l'importanza della causa inconscia del mio disturbo ma vorrei contemporaneamente lavorare sul conscio, cioè sull'aspetto "sicurezza-autostima-virilità" poichè la mancanza di questi pilastri mi causa molto malessere.
Gentile Dr. De Vicentiis,
è d'accordo con me sul richiedere, al Dottore che mi segue, un approccio più comportamentale, o ritiene fondamentale e primario estirpare la radice edipica del disturbo?
Gentile Dott.ssa Randone,
avevo già letto molti suoi articoli, li ho trovati molto interessanti, approfonditi e sorprendentemente veritieri, tuttavia ho chiarito la causa del mio disturbo - che corrisponde ad ansia ma non a fobia - e ho cercato in rete, senza risposte, suggerimenti che vadano di pari passo con la terapia: come degli "esercizi di autostima" che possano coadiuvare il mio percorso verso la liberazione dall'ansia e dall'angoscia.
Ringrazio ancora i Dottori per la pazienza, la tempestività, la professionalità e la disponibilità. Vi faccio i miei complimenti.
Per la Dott.ssa Piceni:
sono consapevole di dover seguire la psicoterapia, naturalmente non pretendo altre prescrizioni, intendevo solo chiedere qualche suggerimento che potesse contribuire alla buona riuscita della psicoterapia. Questo mio bisogno nasce dalla sensazione di non essere compreso totalmente dal mio Dottore che - forse perchè specializzato in cura dei disturbi infantili e adolescenziali - sta focalizzando l'aspetto causale della mia adolescenza a scapito dell'aspetto odierno sintomatico, che ritengo di pari importanza. In parole spicciole, capisco l'importanza della causa inconscia del mio disturbo ma vorrei contemporaneamente lavorare sul conscio, cioè sull'aspetto "sicurezza-autostima-virilità" poichè la mancanza di questi pilastri mi causa molto malessere.
Gentile Dr. De Vicentiis,
è d'accordo con me sul richiedere, al Dottore che mi segue, un approccio più comportamentale, o ritiene fondamentale e primario estirpare la radice edipica del disturbo?
Gentile Dott.ssa Randone,
avevo già letto molti suoi articoli, li ho trovati molto interessanti, approfonditi e sorprendentemente veritieri, tuttavia ho chiarito la causa del mio disturbo - che corrisponde ad ansia ma non a fobia - e ho cercato in rete, senza risposte, suggerimenti che vadano di pari passo con la terapia: come degli "esercizi di autostima" che possano coadiuvare il mio percorso verso la liberazione dall'ansia e dall'angoscia.
Ringrazio ancora i Dottori per la pazienza, la tempestività, la professionalità e la disponibilità. Vi faccio i miei complimenti.
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Anche se fosse vera l'ipotesi della castrazione materna, il saperlo non l'aiuterebbe minimamente a risolvere il problema. Si tratterebbe forse di tornare indietro nel tempo, cambiare sua madre e poi rimandare in avanti la linea del tempo in modo che tutto ritorni a posto? Ovviamente no, il passato non si cambia.
Per superare il suo ostacolo, in un'ottica breve strategica, c'è bisogno di compiere delle azioni che le facciano sperimentare un modo nuovo di sentire la situazione problematica. Il suggerimento che ha ricevuto dal terapeuta potrebbe essere un passo nella direzione giusta, ma ci sono altre cose che si possono fare.
Ritengo che dovrebbe parlare con franchezza al suo terapeuta e dirgli che cosa sente rispetto al percorso che insieme state facendo.
Cordiali saluti
Per superare il suo ostacolo, in un'ottica breve strategica, c'è bisogno di compiere delle azioni che le facciano sperimentare un modo nuovo di sentire la situazione problematica. Il suggerimento che ha ricevuto dal terapeuta potrebbe essere un passo nella direzione giusta, ma ci sono altre cose che si possono fare.
Ritengo che dovrebbe parlare con franchezza al suo terapeuta e dirgli che cosa sente rispetto al percorso che insieme state facendo.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 9.8k visite dal 03/08/2011.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.