Ma mi chiedo come superare il dolore e andare avanti
Buongiorno e grazie del vostro aiuto
vi avevo scritto un po' di tempo fa per richiedere un supporto per affrontare gli sbalzi umorali della gravidanza. Ora che avevo imparato ad accettare le mie umane paure e dubbi, il mondo mi è crollato addosso: senza nessun sintomo (nè perdite, nè dolori..), durante una visita alla decima settimana, ho scoperto che il cuoricino aveva smesso di battere. Sono solitamente una persona forte, o perlomeno una persona che ha sempre affrontato le sfide della vita, ma ora non riesco a smettere di pensare. Mi immagino anche il mio bambino/a (chissà perchè pensavo ad una femmina...) che sgambetta seduta su un muretto, lassù, mi guarda e mi dice che tornerà presto ma io mi sento devastata. Ho subito l'iontervento di revisione esattamente una settimana fa e, nonostante alterni momenti allegri anche per gli altri, un pezzo della mia vita si è fermata quel giorno.Razionalmente so tutto: che può succedere, che non pregiudica nulla (anche se tra un mese compirò 38 anni...), che le mie sensazioni sono naturali..ma in questo momento non riesco a vedere avanti con il solito ottmismo, voglia di vivere, coraggio. Mi immagino avanti in autunno, quando non ci sarà nemmeno il supporto della luce del sole (grande terapia per me!)a consolarmi. Penso a come vivrò il natale quando già di per sè è una festività molto dura per me essendo una grande nostalgica e vivendo struggendomi, nei giorni di feste di famiglia.
So che non ho colpa di quanto successo, ringrazio anche Dio di avermi dato la possibilità di vedere - grazie anche a questo fatto - quanto sono amata perchè ho avuto mille dimostrazioni di affetto e vicinanza. So anche che la natura segue il suo corso e forse se è andata così, è giusto che sia così. Ma mi chiedo come superare il dolore e andare avanti. NOn dimenticare, questo no. Ma superarlo. Perchè mi rendo conto che se non lo supererò, sarà molto più dura riuscire a rimanere incinta a breve, non essendo solo una questione di fisico ma anche di testa. E se mai ritornasse una gravidanza, non potrei affrontarla con queste paure. Anche se questo mi ha insegnato che sono pronta, anche se le mie paure me ne facevano dubitare.
Chiedo scusa per la mia fastidiosa logorrea di sfogo, ma ringrazio chi di voi mi saprà aiutare, tifando per me!
buon lavoro a tutto lo staff
vi avevo scritto un po' di tempo fa per richiedere un supporto per affrontare gli sbalzi umorali della gravidanza. Ora che avevo imparato ad accettare le mie umane paure e dubbi, il mondo mi è crollato addosso: senza nessun sintomo (nè perdite, nè dolori..), durante una visita alla decima settimana, ho scoperto che il cuoricino aveva smesso di battere. Sono solitamente una persona forte, o perlomeno una persona che ha sempre affrontato le sfide della vita, ma ora non riesco a smettere di pensare. Mi immagino anche il mio bambino/a (chissà perchè pensavo ad una femmina...) che sgambetta seduta su un muretto, lassù, mi guarda e mi dice che tornerà presto ma io mi sento devastata. Ho subito l'iontervento di revisione esattamente una settimana fa e, nonostante alterni momenti allegri anche per gli altri, un pezzo della mia vita si è fermata quel giorno.Razionalmente so tutto: che può succedere, che non pregiudica nulla (anche se tra un mese compirò 38 anni...), che le mie sensazioni sono naturali..ma in questo momento non riesco a vedere avanti con il solito ottmismo, voglia di vivere, coraggio. Mi immagino avanti in autunno, quando non ci sarà nemmeno il supporto della luce del sole (grande terapia per me!)a consolarmi. Penso a come vivrò il natale quando già di per sè è una festività molto dura per me essendo una grande nostalgica e vivendo struggendomi, nei giorni di feste di famiglia.
So che non ho colpa di quanto successo, ringrazio anche Dio di avermi dato la possibilità di vedere - grazie anche a questo fatto - quanto sono amata perchè ho avuto mille dimostrazioni di affetto e vicinanza. So anche che la natura segue il suo corso e forse se è andata così, è giusto che sia così. Ma mi chiedo come superare il dolore e andare avanti. NOn dimenticare, questo no. Ma superarlo. Perchè mi rendo conto che se non lo supererò, sarà molto più dura riuscire a rimanere incinta a breve, non essendo solo una questione di fisico ma anche di testa. E se mai ritornasse una gravidanza, non potrei affrontarla con queste paure. Anche se questo mi ha insegnato che sono pronta, anche se le mie paure me ne facevano dubitare.
Chiedo scusa per la mia fastidiosa logorrea di sfogo, ma ringrazio chi di voi mi saprà aiutare, tifando per me!
buon lavoro a tutto lo staff
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile signora, penso che lei stia vivendo un grande dolore. Probabilmente avrà vissuto queste settimane di gravidanza con attesa, aspettative, avrà condiviso con le persone vicine le gioie e le emozioni che ci descrive.
Quando la sua gravidanza si è interrotta, sarà stato un momento duro. Potrà aver vissuto incredulità, rabbia, tristezza; ora, alla malinconia per il presente e per ciò che è accaduto si sta sovrapponendo una visione negativa del futuro.
Sono reazioni umanissime. Immagini che, per ora, lei stia "tirando i remi in barca", e ritirando le sue energie dal resto (altri, futuro, etc) per concentrarle su di sè e lavorare per far cicatrizzare queste ferite.
Lei dice bene, non dimenticherà. Ma non sarà neppure costretta a ricordare, come in una veglia che duri per il resto dei suoi giorni.
E' molto importante che lei non rinunci alle attività quotidiane, che siano il lavoro, la cura della casa, gli amici, la famiglia, o eventuali interessi personali: potranno sembrarle meno attraenti o addirittura futili, si impegni egualmente nel portarle avanti.
Si dia tempo, ed abbia pazienza. Immettere un evento come quello che lei ed i suoi cari avete vissuto nella trama della vita richiede un certo lavoro, ma si può fare.
Se dovesse sentire bisogno di aiuto per rielaborare questa esperienza, potrà sempre rivolgersi ad uno specialista.
Con sincero dispiacere per la sua perdita, e con la fiducia che possa andare avanti, le porgo cordiali saluti.
Quando la sua gravidanza si è interrotta, sarà stato un momento duro. Potrà aver vissuto incredulità, rabbia, tristezza; ora, alla malinconia per il presente e per ciò che è accaduto si sta sovrapponendo una visione negativa del futuro.
Sono reazioni umanissime. Immagini che, per ora, lei stia "tirando i remi in barca", e ritirando le sue energie dal resto (altri, futuro, etc) per concentrarle su di sè e lavorare per far cicatrizzare queste ferite.
Lei dice bene, non dimenticherà. Ma non sarà neppure costretta a ricordare, come in una veglia che duri per il resto dei suoi giorni.
E' molto importante che lei non rinunci alle attività quotidiane, che siano il lavoro, la cura della casa, gli amici, la famiglia, o eventuali interessi personali: potranno sembrarle meno attraenti o addirittura futili, si impegni egualmente nel portarle avanti.
Si dia tempo, ed abbia pazienza. Immettere un evento come quello che lei ed i suoi cari avete vissuto nella trama della vita richiede un certo lavoro, ma si può fare.
Se dovesse sentire bisogno di aiuto per rielaborare questa esperienza, potrà sempre rivolgersi ad uno specialista.
Con sincero dispiacere per la sua perdita, e con la fiducia che possa andare avanti, le porgo cordiali saluti.
[#2]
Ex utente
Gentile Dottor Cali
la ringrazio infinitamente per il suo supporto e per la sua analisi, non solo professionale ma molto tenera, tale da farmi sentire meno sola nel mio dolore.
Il fatto è che mi sento un po' stupida, nel senso che so che sono cose che capitano e che la vita dovbrebbe andarte avanti. Proprio io che non piango mai sulle mie ferite, che mi faccio aiutare dalla razionalità per superare le sfide, mi sento così vuota. Mi dico che è un'esperienza comune, che esiste di peggio, che avrei già dovuto rielaborarla ma sono qui che, nonostante prosegua con le mie attività e rida e scherzi con gli amici, quando mi fermo mi sento un dolore enorme dentro e non riesco ad immaginarmi il mio solito futuro. E questo mi spaventa.
Già il fatto che Lei mi abbia detto che è una reazione umana, mi fa sentire meno stupida.
Grazie per la Sua vicinanza e per la fiducia che ripone nel mio "andare avanti".
Buon lavoro.
la ringrazio infinitamente per il suo supporto e per la sua analisi, non solo professionale ma molto tenera, tale da farmi sentire meno sola nel mio dolore.
Il fatto è che mi sento un po' stupida, nel senso che so che sono cose che capitano e che la vita dovbrebbe andarte avanti. Proprio io che non piango mai sulle mie ferite, che mi faccio aiutare dalla razionalità per superare le sfide, mi sento così vuota. Mi dico che è un'esperienza comune, che esiste di peggio, che avrei già dovuto rielaborarla ma sono qui che, nonostante prosegua con le mie attività e rida e scherzi con gli amici, quando mi fermo mi sento un dolore enorme dentro e non riesco ad immaginarmi il mio solito futuro. E questo mi spaventa.
Già il fatto che Lei mi abbia detto che è una reazione umana, mi fa sentire meno stupida.
Grazie per la Sua vicinanza e per la fiducia che ripone nel mio "andare avanti".
Buon lavoro.
[#3]
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Mi dico che è un'esperienza comune, che esiste di peggio, che avrei già dovuto rielaborarla ma sono qui che, nonostante prosegua con le mie attività e rida e scherzi con gli amici, quando mi fermo mi sento un dolore enorme dentro e non riesco ad immaginarmi il mio solito futuro. E questo mi spaventa.
Sì, è vero. E' un'esperienza comune, ma non insignificante.
Esiste di peggio, ma questo non vuol dire che non faccia male.
Non "avrebbe già dovuto rielaborarla". Non è un problema di efficienza. E' possibile che lei conti molto sulla razionalità: pensare in modo razionale non esclude il fatto che si provino emozioni anche intense, anche negative.
Pensare in modo razionale può aiutarla in altri modi. Se lei si convince che "dovrebbe aver già rielaborato", la conseguenza è che, oltre al dolore ed alla tristezza, penserà magari di essere inadeguata, debole, "un pò stupida" e potrà provare frustrazione, rabbia verso sè stessa, delusione.
Il futuro è ancora lì, anche se per ora lei non sta guardando da quella parte. Si conceda anche di essere triste: non vuol dire automaticamente essere disperati, ma riconoscere che si sta attraversando un momento di dolore, e che servirà il tempo che servirà.
Si abbracci di più e si rimproveri di meno, si vive meglio.
Auguri
Sì, è vero. E' un'esperienza comune, ma non insignificante.
Esiste di peggio, ma questo non vuol dire che non faccia male.
Non "avrebbe già dovuto rielaborarla". Non è un problema di efficienza. E' possibile che lei conti molto sulla razionalità: pensare in modo razionale non esclude il fatto che si provino emozioni anche intense, anche negative.
Pensare in modo razionale può aiutarla in altri modi. Se lei si convince che "dovrebbe aver già rielaborato", la conseguenza è che, oltre al dolore ed alla tristezza, penserà magari di essere inadeguata, debole, "un pò stupida" e potrà provare frustrazione, rabbia verso sè stessa, delusione.
Il futuro è ancora lì, anche se per ora lei non sta guardando da quella parte. Si conceda anche di essere triste: non vuol dire automaticamente essere disperati, ma riconoscere che si sta attraversando un momento di dolore, e che servirà il tempo che servirà.
Si abbracci di più e si rimproveri di meno, si vive meglio.
Auguri
[#5]
gentile Signora,
mi associo al collega che le ha risposto.
Un percorso gravidico, inizia prima nella mente e nel cuore e, poi nell'utero.
Il bambino, abita la mente della donna, prima del concepimento , con la presenza di un bambino famtasmatico, prima ancora di un bambino in braccio.
Il dolore, se desidera, con l'aiuto di un professionista, potrà essere elaborato e, lascerà il posto ad una nuova dimensione dell'esistenza più serena e tollerante.
Le auguro buone cose.
mi associo al collega che le ha risposto.
Un percorso gravidico, inizia prima nella mente e nel cuore e, poi nell'utero.
Il bambino, abita la mente della donna, prima del concepimento , con la presenza di un bambino famtasmatico, prima ancora di un bambino in braccio.
Il dolore, se desidera, con l'aiuto di un professionista, potrà essere elaborato e, lascerà il posto ad una nuova dimensione dell'esistenza più serena e tollerante.
Le auguro buone cose.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#6]
Ex utente
un grazie sentito anche alla dottoressa Randone per il suo sostegno e le sue parole.
Siamo abituati culturalmente a dover affrontare sempre tutto e sono la prima ad ammettere di farlo, ma riconosco che il modo migliore per andare avanti è quello di accettare che sia una cosa dolorosa e che si ha il diritto di soffrire. Paradossalmente quando è successa l'analoga esperienza ad una persona cara, le ho sentitamente che era giusto e naturale sentirsi addolorati ma che da quelle ceneri sarebbe risorta. Ora è nuovamente incinta e mi ha ricordato quelle parole.
Spero di riuscire a rinascere anche io e cicatrizzare questa ferita, concedendomi anche il "lusso" di dichiarare di soffrire.
Grazie per averi fatto sentire "normale" : sentirmi rassicurare nel mio dolore mi fa sentire meno sola, nonostante abbia il supporto di tante persone.
Buona continuazione a voi che svolgete un lavoro tanto prezioso.
Siamo abituati culturalmente a dover affrontare sempre tutto e sono la prima ad ammettere di farlo, ma riconosco che il modo migliore per andare avanti è quello di accettare che sia una cosa dolorosa e che si ha il diritto di soffrire. Paradossalmente quando è successa l'analoga esperienza ad una persona cara, le ho sentitamente che era giusto e naturale sentirsi addolorati ma che da quelle ceneri sarebbe risorta. Ora è nuovamente incinta e mi ha ricordato quelle parole.
Spero di riuscire a rinascere anche io e cicatrizzare questa ferita, concedendomi anche il "lusso" di dichiarare di soffrire.
Grazie per averi fatto sentire "normale" : sentirmi rassicurare nel mio dolore mi fa sentire meno sola, nonostante abbia il supporto di tante persone.
Buona continuazione a voi che svolgete un lavoro tanto prezioso.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.5k visite dal 03/08/2011.
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