Depressione, angoscia esistenziale o tanatofobia?
Salve,
ho 24 anni e da qualche tempo soffro di un senso di angoscia che non mi permette di vivere serenamente. Si tratta di un angoscia di morte che porta a "ribellarmi" al fatto che la nostra vita non è infinita. Sono cristiano ma non riesco a non pensarci. Mi sono laureato con grandi risultati e mi appresto a lasciare casa, forse, per sempre. Sto male e non so come reagire. Sono abituato a trovare soluzioni per ogni problema ma questa volta non è possibile. Come fermare la morte? Ci sto provando con la fede ma non riesco ad ottenere grandi risultati. Ho fasi depressive con un senso di angoscia che mi pervade il petto e fasi in cui mi sento euforico perché sostenuto dalla mia fede. So che vivere pensando alla morte significa non vivere perché sono ossessionato da questa angoscia. Che tipo di soluzione dovrei adottare?
Grazie in anticipo
Cordiali saluti
ho 24 anni e da qualche tempo soffro di un senso di angoscia che non mi permette di vivere serenamente. Si tratta di un angoscia di morte che porta a "ribellarmi" al fatto che la nostra vita non è infinita. Sono cristiano ma non riesco a non pensarci. Mi sono laureato con grandi risultati e mi appresto a lasciare casa, forse, per sempre. Sto male e non so come reagire. Sono abituato a trovare soluzioni per ogni problema ma questa volta non è possibile. Come fermare la morte? Ci sto provando con la fede ma non riesco ad ottenere grandi risultati. Ho fasi depressive con un senso di angoscia che mi pervade il petto e fasi in cui mi sento euforico perché sostenuto dalla mia fede. So che vivere pensando alla morte significa non vivere perché sono ossessionato da questa angoscia. Che tipo di soluzione dovrei adottare?
Grazie in anticipo
Cordiali saluti
[#1]
Gentile ragazzo,
è capitato qualche evento particolare che ha suscitato in Lei tali riflessioni fonte di angoscia?
è capitato qualche evento particolare che ha suscitato in Lei tali riflessioni fonte di angoscia?
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Utente
Gentile Dr.ssa,
sì mia sorella si è ammalata ma si tratta di qualcosa di curabile. In ogni caso, non credo sia questo a causarmi questo stato. E' stato un anno particolare. Dopo aver vissuto 5 anni sotto stress universitario mi sono ritrovato nel mondo della disoccupazione. Dopo 6 mesi di nullafacenza ho svolto un tirocinio di 3 mesi all'estero ma ho sofferto fortemente la solitudine. Tornato a casa ho iniziato a interrogarmi sulla mia vita, sul percorso da seguire, su quello che avrei dovuto/voluto fare da grande. E forse in tutto pensare ho iniziato a guardare anche alla fine del percorso. Ora vivo con questo stato di angoscia, un magone. All'estero lo attribuivo al fatto che mi sentivo da solo e mi mancassero la mia famiglia e la mia ragazza. Ora sono a casa e a quel magone si sono associate paure sulla morte. Mi sento minuscolo nell'orizzonte spazio-temporale e sono terrorizzato dal fatto di non esistere più dopo la morte. Ora questa angoscia di morte si sta lentamente attenuando ma il magone resta. Piango spesso perché non mi va di stare così male. Da settembre, inoltre, inizio un'altra esperienza all'estero che non posso farmi scappare ma ho paura di me stesso.
Grazie in anticipo
[#3]
<<Sono abituato a trovare soluzioni per ogni problema ma questa volta non è possibile. Come fermare la morte?>>
Gentile ragazzo,
forse non è possibile trovare una soluzione al problema per come il problema è stato posto: certo non possiamo "fermare la morte", ma possiamo imparare a convivere con l'idea che la morte faccia parte della nostra esistenza, per quanto ciò possa risultare anche molto doloroso.
<<So che vivere pensando alla morte significa non vivere perché sono ossessionato da questa angoscia.>>
Oppure "vivere pensando alla morte" ci può aiutare a non sprecare la vita, a vivere al massimo delle nostre potenzialità, cogliendo la bellezza e l'unicità di ogni attimo, consapevoli del fatto che non si ripeterà.
In questa fase della sua vita ha già raggiunto notevoli risultati e sta progettando e ponendo le basi per il suo futuro. Ciò che sta probabilmente cercando di comprendere è quale sia il senso della sua esistenza.
Nel medesimo tempo però si trova a dover fare i conti con l'umana finitezza e quindi con una sorta di "imperfezione" difficile da accettare.
Cosa intende, ad esempio quando dice di aver paura di se stesso?
Il disagio, o la vera e propria sofferenza, che discendono da questi suoi pensieri potrebbero essere affrontati effettuando alcuni colloqui con uno psicologo psicoterapeuta che ne valuti l'entità e le prospetti un possibile percorso da seguire.
Sinceri auguri.
Gentile ragazzo,
forse non è possibile trovare una soluzione al problema per come il problema è stato posto: certo non possiamo "fermare la morte", ma possiamo imparare a convivere con l'idea che la morte faccia parte della nostra esistenza, per quanto ciò possa risultare anche molto doloroso.
<<So che vivere pensando alla morte significa non vivere perché sono ossessionato da questa angoscia.>>
Oppure "vivere pensando alla morte" ci può aiutare a non sprecare la vita, a vivere al massimo delle nostre potenzialità, cogliendo la bellezza e l'unicità di ogni attimo, consapevoli del fatto che non si ripeterà.
In questa fase della sua vita ha già raggiunto notevoli risultati e sta progettando e ponendo le basi per il suo futuro. Ciò che sta probabilmente cercando di comprendere è quale sia il senso della sua esistenza.
Nel medesimo tempo però si trova a dover fare i conti con l'umana finitezza e quindi con una sorta di "imperfezione" difficile da accettare.
Cosa intende, ad esempio quando dice di aver paura di se stesso?
Il disagio, o la vera e propria sofferenza, che discendono da questi suoi pensieri potrebbero essere affrontati effettuando alcuni colloqui con uno psicologo psicoterapeuta che ne valuti l'entità e le prospetti un possibile percorso da seguire.
Sinceri auguri.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 5.2k visite dal 02/08/2011.
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