Troppo tardi?

Ho 34 anni e cinque anni fa è finita una storia decennale con una persona che mi ha segnato per sempre. Sembrava all'inizio tutto perfetto finchè lui ha cominciato a soffrire di un disturbo ossessivo compulsivo che mi ha letteralmente travolta. All' inizio il problema era circoscritto alla sua persona, poi mi ha coinvolto mentalmente e materialmente nel suo "disordine". Mi controllava fisicamente, si assicurava che non avessi scarpe o mani sporche, mi chiedeva di lavarmi 3 volte e pretendeva di essere presente! Ero costretta a lavare tre volte, sempre, anche borse, vestiti, cappotti...comprati faticosamente e che risultavano irrimediabilmente rovinati. Mi faceva continue domande sulle mie storie passate che erano state quanto di più innocente vi potesse essere. Mi portava in campagna o in qualche strada fuori mano e giù con le domande, sempre le stesse domande cui dovevo rispondere per rassicurarlo. Mi sembrava così fragile! Si lavava con l'alcool, anche il viso, e d'estate, per paura di essere contaminato dalla sabbia, giravamo in macchina coi finestrini chiusi, senz'aria condizionata!Dormiva per terra! Se incontravamo qualcuno che per affetto gli dava una pacca sulla spalla o una stretta di mano...era finita. Giù a lavare tutto...tre volte. Per i nostri momenti intimi si presentava...sporco, con vestiti sporchi...tanto comunque si sarebbe sporcato! Non potevo toccarlo o dargli la mano se prima non mi fossi lavata nel modo più opportuno. La domanda più ricorrente era: "A cosa pensi?". Sempre, di continuo. Pretendeva di avere il controllo su tutto. Non potevo più uscire, diceva che non sapevo difendermi ed io gli ho creduto. Litigava con tutti, per qualsiasi cosa: è ventuo alle mani, in mia presenza, mille volte. Che strazio! Mi sentivo in colpa per lui, lo proteggevo, lo coprivo, nascondevo il suo problema. In casa mia, coi miei amici facevo di tutto per nascondere la cosa. E con i suoi? Cercavo di sostenerli: erano stanchi e anziani. Ci siamo conosciuti in un periodo difficile per me: ero infelice, dopo la fine della scuola superiore mi sentivo così spaesata, ma dopo, anche grazie a lui, ho iniziato ad inseguire un sogno: la laurea in medicina. Ma i problemi con lui, iniziati prestistissimo, mi hanno spenta giorno dopo giorno. Ed ora, nonostante i bei voti, una nuova storia equilibrata e più serenità, dopo una lunga terapia che mi ha letteralmente salvato la vita, faccio i conti con gli anni passati, con gli anni persi...Ho affrontato un inferno da sola ed ora mi trovo ad affrontare chi tuttora non sa nulla, non immagina nulla e mi dice che sono ANCORA all'università! E sembra che non contino niente i miei bei voti, la media perfetta, la passione per quello che faccio. Sembra che siano passati tutti i treni, dicono che è troppo tardi, che alla mia età avrei dovuto già lavorare...da un pezzo.Non si può tornare indietro?E'proprio vero che non ci sarà più posto per me?Le cose ormai sono andate così e dovrò rinunciare a tutto?E'tutto così ingiusto!
[#1]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Amica,

la vita di chi sta accanto a persone che soffrono di gravi disturbi ossessivo-compulsivi è davvero molto difficile.
Non può aspettarsi l'altrui solidarietà perchè chi non ha vissuto quelle situazioni (o non le ha conosciute per motivi professionali, come noi) non può davvero capire e neanche credere che cose simili esistano.
Di conseguenza non si abbatta e cerchi di non ascoltare quello che le dicono gli altri, che non immaginano e che, se sapessero quello che lei avrebbe da raccontare, non crederebbero alla metà di quanto lei potrebbe riferire loro, perchè il suo ex sarà stato sicuramente una persona molto attenta a non far trasparire all'esterno nulla del proprio forte disagio psicologico.

La nota positiva in tutto ciò è che la storia si è conclusa e che lei ha ripreso le redini della sua vita riuscendo a studiare quello che avrebbe voluto con passione e buoni risultati.

Essendosi iscritta ad una facoltà che garantisce ancora un lavoro, soprattutto se lei sceglierà una di quelle specializzazioni che al momento mi risultano essere meno conseguite di quanto occorrerebbe (come Pediatria), non ha motivo di preoccuparsi per il "dopo".
Quanto le manca per terminare gli studi?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Attivo dal 2009 al 2015
Ex utente
Grazie!
Sto finendo gli esami del terzo anno e ne ho fatti alcuni anche degli anni successivi, ma ho assolto tutti gli obblighi di frequenza per cui per lo meno non devo più sostenere la solita levataccia alle 5.30 del mattino per raggiungere la facoltà.Ma studio con una zavorra addosso: non passa giorno che non mi senta mortificata per tutto ciò che è successo e soprattutto perchè ho sempre la sensazione che sia "troppo tardi". Mi fa male l'idea che qualcuno possa pensare che non mi sono impegnata abbastanza, che mi diverta a restare a casa dei miei...E' terribile sentirsi dire cose del tipo: "Non ti sei ancora laureata? Quando metterai la testa a posto?". E' assurdo! Ho provato contemporaneamente a lavorare: ho fatto i lavori più umili e impensabili, ma ero decisamente sottopagata e sottraevo solo ulteriore tempo allo studio, allontanando ulteriormente la laurea. So che non vivrò più finchè non avrò quel maledetto-benedetto pezzo di carta. Ma mi dispiace! Credo di meritare un pò di serenità ma non so come isolarmi dal mondo, come diventare insensibile ai giudizi degli altri...e ai miei!Sarebbe bello se esistesse una bacchetta magica che mi facesse svanire questo nodo allo stomaco!
Grazie ancora: è stata gentilissima!
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

la terapia che ha seguito in passato non l'ha aiutata a vincere questo senso di colpa così profondo? non ne avete mai parlato?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Chi è che le chiede quando metterà la testa a posto?
Pensa di dare l'idea di una che "sta a casa a divertirsi", oppure, a pensarci meglio, queste persone le dicono così perchè cercano semplicemente dei motivi per criticare?
[#5]
Attivo dal 2009 al 2015
Ex utente
Innanzitutto grazie ancora!
La terapia fatta ( anche farmacologica) per me è stata letteralmente un salvavita, ma periodicamente tutto riaffiora. Non me la sento però di ricominciare perchè mi fa male l'idea di ripercorrere ancora una volta tutto. In effetti le cose vanno molto meglio rispetto a prima: ormai la mia vita è perfettamente compatibile con la normalità, se non fosse che periodicamente il mio sonno è turbato da incubi che mi riportano indietro nel passato. Sogno spesso di essere costretta a tornare contro la mia volontà con il mio ex. Nel periodo in cui ci siamo lasciati ha minacciato più volte di togliersi la vita: ora anche per lui le cose vanno meglio e abbiamo anche un minimo di rapporto . Ma certo sarebbe meglio per me saperlo...in coppia. Ho paura che non riuscirà facilmente ad avere un'altra storia e l'idea invece che io stia facendo tanti progetti mi lascia un pò d'amaro in bocca. E' vero: mi sento in colpa! Ma stare ancora con lui non lo aiuterebbe! Non lo amo più! Ma come posso restare indifferente quando sua madre, sempre più anziana, mi incontra e non riesce a trattenere le lacrime: "La mia casa è vuota senza di te!". Mi torna in mente tutto e ho paura che la situazione stia per precipitare, ho paura che si senta solo ,troppo solo.E i suoi genitori, periodicamente, in buona fede, mi ricordano che sarà difficile per lui trovare un'altra persona che gli voglia bene come me.Sicuramente la mia serenità è turbata da tutto questo. Chi rimarrebbe indifferente dinanzi alla sofferenza di un'intera famiglia? Mi chiedo spesso:" Potrei fare la differenza? Ma come se non lo amo più?".Ho pensato anche di ritornare con lui...ma...solo il pensiero... E mentre mi convinco, con l'aiuto prezioso del mio fidanzato, che ormai "non è più una mia responsabilità", tento di concentrarmi sulla mia vita, ecco giù le critiche della persona di turno che mi racconta di figli, amici o conoscenti che alla mia età hanno già una carriera ben avviata. So che molto spesso la gente parla con leggerezza, non necessariamente con cattiveria, ma sono stanca!E non intendo mettere in piazza ciò che è successo per rispetto nei miei e soprattutto nei confronti di chi sta ancora vivendo un vero e proprio strazio.
Lo studio è sempre stato la mia vita. I miei risultati sono sempre stati eccellenti e non perchè sia un genio ma perchè mi sono sempre impegnata mille volte più di quanto avrei dovuto. Ho vinto vari concorsi già ai tempi del liceo. Mi sentivo così sicura di me! Ed ora non mi capacito...Ogni volta che prendo un bel voto mi chiedo se i miei professori non si siano sbagliati. I miei 30 e lode non mi infondono fiducia nelle mie capacità. Capisco quelle povere persone che in momenti particolari della loro vita si fanno travolgere da chiromanti e sedicenti maghi. Sembra che anche a me abbiano fatto il lavaggio del cervello. Sono stata letteralmente demolita! Non sono stata spezzata, ma piegata piano piano...lentamente ma piegata! Basta poco, in giorni come questi, a farmi sentire incapace, anche solo il commento di chi si aspetta che alla mia età sia laureata, sposata e con qualche figlio. Ma le cose sono andate così! Temo che non si possa tornare indietro. Resta il fatto che non mi arrenderò mai, a costo di arrivare alla laurea distrutta;è che vorrei trovare il modo di rendere questi anni più vivibili. Ne ho già persi tanti a gestire in silenzio problemi più grandi di me. Mi si stringe il cuore a pensarmi ancora tormentata, ma temo che l'unico sollievo definitivo per me sarà quel traguardo tanto desiderato! Nel frattempo approfitterò di tanto in tanto del Vostro generoso incoraggiamento e di qualche abbraccio silenzioso dalla persona giusta.
Grazie mille ancora!
[#6]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Che tipo di psicoterapia ha fatto, per quanto tempo e quando?

Forse lei riesce bene anche in altre cose, oltre che nello studio, e questo l'ha spinta involontariamente a caricarsi sulle spalle anche il peso di una persona (o di una intera famglia)disturbata.

"I miei risultati sono sempre stati eccellenti e non perchè sia un genio ma perchè mi sono sempre impegnata mille volte più di quanto avrei dovuto"

Non pensa che questo valga anche per la passata relazione, oltre che per lo studio?

Se vuole davvero sentirsi utile al suo ex e ai suoi genitori li consigli bene, inviandoli ad una struttura pubblica che si occupi di psicoterapia familiare e/o che si possa occupare della psicoterapia dei disturbi del suo ex.
Non penso davvero che in famiglia nessuno sappia come sta il ragazzo, anche se non ho capito se lei e i suoi genitori ne avete mai parlato apertamente.

E' ovvio che lei da sola non può fare nulla per loro, se non indirizzarli da chi li può davvero aiutare.
Se fosse rimasta o tornata per senso di colpa avrebbe fatto del male soprattutto a sè stessa, ma non avrebbe nemmeno prodotto alcun miglioramento nella loro situazione.
[#7]
Attivo dal 2009 al 2015
Ex utente
Sono stata in cura per due anni e mezzo privatamente, cinque anni fa, dallo stesso psichiatra che seguiva il mio ex e che pertanto conosceva bene la situazione.Era specializzato in psicoterapia. Mi ha aiutato tantissimo. Mi ripeteva più volte che non avrei dovuto farmi carico di un problema così grande. Ho risposto alla terapia farmacologica velocemente, non c'è stato bisogno di raggiungere dosaggi elevati,ho fatto psicoterapia ma ancora ritengo che senza quei farmaci forse ora non sarei qui. Ho parlato spesso con lo psichiatra del mio ex. Volevo essere informata sui suoi progressi o regressi. Mi diceva soprattutto nell'ultimo periodo che in fondo secondo lui il mio ex non ci stava mettendo troppa volontà. Le abbiamo provate tutte: dalla psicoterapia alla terapia cognitivo-comportamentale, a quella farmacologica, cambiando più volte medici, farmaci, strutture. Da quando non stiamo più insieme però le cose vanno meglio per lui: ha dovuto reagire! Ma "mi sforzo" di non interessarmi molto alla cosa: se ci incontriamo, non riesco a tirar fuori l'argomento...Ho bisogno di staccarmi da lui, ma mi basta guardargli le mani per capire che in fondo in fondo...le cose vanno meglio! Con i suoi genitori ho parlato spesso. Col padre lui non ha mai avuto un ottimo rapporto, ma non gli ha mai negato la possibilità di curarsi. Sua madre lo adora, ma si limitava, poverina, a sfogarsi con me, preoccupata. Ed io non facevo altro che consolare loro e proteggere lui ,senza a mia volta trovare pace da qualche parte.Non volevano parlarne con nessuno, volevano proteggere il loro figlio.
Qualche mese fa mi ha scritto che si era laureato. Ho pianto infinite lacrime,ero felice per lui!Ma ha aggiunto: "Avremmo dovuto vivere questo momento insieme, lo avevamo sognato tanto". Non mi ha fatto soffrire l'idea che non sia stata lì con lui quel giorno, ma avrebbe potuto essere...meno egoista, almeno quel giorno , il suo giorno di gloria. A volte, se ragiono freddamente, temo che lui semplicemente mi conosca così bene da sapere esattamente come tenermi legata, a volte mi sembra...così egoista!Alcuni giorni fa l'ho visto per uscire da un negozio d'abbigliamento ,solo, di pomeriggio. Qualche ora più tardi mi sono ritrovata in lacrime: mi spaventa la sua solitudine!Ma temo che lui usi un pò il suo problema per attirare periodicamente la mia attenzione.
Ora le cose vanno molto meglio. Ma ho avuto in passato tanta paura che commettesse qualche sciocchezza, sono stata molto molto spaventata ed ogni tanto la paura riaffiora, ma spero, credo che ormai quel grave pericolo possa dirsi scongiurato!
Le confesso che di tanto in tanto gli invio in maniera anonima gli annunci di lavoro, riguardanti il suo profilo, che mi arrivano tramite mail, essendo iscritta a quei portali che inviano periodicamente newsletter, e appunto annunci di lavoro.
Vorrei fare la cosa giusta, vorrei aiutarlo ,ma vorrei anche avere rispetto per me e per il mio attuale fidanzato. Vorrei essere più forte, vorrei non sentirmi fragile, vorrei ritornare a sognare!
[#8]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Mi ripeteva più volte che non avrei dovuto farmi carico di un problema così grande..."

Gentile signora,

sembra che Lei faccia davvero tanta fatica a staccarsi da questa mission. Perchè secondo Lei?

Perchè ogni volta che incontra la madre del Suo ex si sente in colpa?

Probabilmente il lavoro psicoterapico non è terminato. Una buona psicoterapia deve permettere di prendere davvero le distanze con le sofferenze del passato e, quando queste riaffiorano, per il paziente (o ex paziente) hanno un significato completamente diverso, meno doloroso e più chiaro e leggibile.
In terapia avete lavorato sulla Sua responsabilità che sembra ipertrofica?
[#9]
Attivo dal 2009 al 2015
Ex utente
Abbiamo affrontato numerosi punti ed, effettivamente,la terapia, più che concludersi, è stata interrotta da me, perchè volevo staccarmi da tutto, avevo bisogno di liberarmi, volevo ritornare ad una vita normale, non volevo più parlare delle cose strazianti che avevo visto e di cui allora non riuscivo a parlare neanche col terapeuta.
Forse allora non ero pronta a concentrarmi su quello che la cosa aveva davvero significato per me. Ma non mi sento pronta neanche ora. Questa è la prima volta che ci provo: forse perchè internet da la possibilità di approcciarsi o ritirarsi a proprio piacimento. So che questa "chiacchierata" potrebbe interrompersi in qualsiasi momento, se solo lo volessi. Il dolore e la delusione sono troppo grandi. Se dovessi ripercorrere tutto, ancora, il mio corpo prenderebbe fuoco, mi si aprirebbe in due, con violenza. Non posso farcela. E dovrei partire da lontano, da troppo lontano. Da quando un ragazzo, poco più grande di me, tentò il suicidio...riuscendoci. Ero adolescente e pensavo che doveva essersi sentito... così solo! E tutti avremmo dovuto sentirci responsabili perchè sarebbe bastata una parola di conforto da uno qualsiasi di noi...Per lui mi sono sentita molto in colpa. Forse il mio aiuto non lo avrebbe salvato? Ma non ci ho nemmeno provato! Non immaginavo...So bene che quell'evento mi ha segnata profondamente, forse perchè anch'io all'epoca mi sentivo sola, tutta tesa a prendere voti alti a scuola per guadagnarmi un posticino nel cuore di genitori, amici e parenti, dai quali mi sentivo apprezzata solo per le mie "performance" scolastiche. Ma ora sono passati tanti anni e purtroppo lungo la mia strada si è presentato un altro problema di sofferenza estrema...come potevo restare indifferente? A volte mi sembra più un problema morale che uno personale. Dovremmo aiutarci un pò tutti sotto questo cielo. Io ho tentato di farlo, mi sono fermata solo quando ho avuto la sensazione che in gioco ci fosse anche la mia vita. E tra due vite ho deciso di salvare la mia. Vorrei solo dimenticare di aver visto una persona che voleva bere miscele di alcol e disinfettanti...perchè si sentiva contaminato! Voglio solo trovare un pò di serenità, studiare e laurearmi, lavorare e lavorare, godermi un pò la vita...Con la ragione, con l'aiuto di un esperto, mi sono data tante risposte. Mi sembra tutto chiaro. Ma col cuore? So che nessun giudice mi condannerebbe: ho fatto tutto ciò che avrei potuto...Non dovrei temere un banalissimo esame universitario. Ma ogni volta è come se dovessi affrontare un mostro gigantesco: il solo pensiero dell'esame mi fa partire una tachicardia insopportabile. Mi sento così stupida! Per un esame poi...Ed io adoro studiare. Finchè non penso all'esame è tutto perfetto, ma basta qualche frase stupida ("Non sei ANCORA laureata?"), per mandarmi in crisi. Non mi capacito...Forse solo perchè non accetto di non poter più fare carriera, di essere troppo in là con gli anni, a volte il mio impegno mi sembra inutile, e questo mi fa una rabbia...E' tutto così ingiusto! Non volevo "perder tempo", la mia non è stata una "perdita" di tempo...
P.S. Vi ringrazio tantissimo per avermi dato la possibilità di questo sfogo. Il Vostro impegno è stato molto importante per me. Avevo bisogno di sentir "riconoscere" la mia sofferenza. Ne avevo proprio bisogno! Grazie ancora!
[#10]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Avevo bisogno di sentir "riconoscere" la mia sofferenza"

Gentile signora,

perdere un amico o un conoscente che decide di togliersi la vita ci costringe sempre ad interrogarci sul nostro ruolo, sul nostro potere di evitare la sciagura.

Come psicoterapeuti, e in equipe, siamo costretti sempre, davanti a questi eventi che ci farebbero chiudere la bocca, ad interrogarci invece. Quindi capisco il Suo sentimento di impotenza e di colpa.

Però questa colpa la sta accompagnando da troppo tempo.

Inoltre l'unica risposta alla Sua domanda è: NO, Lei non è responsabile per le scelte di altri.
Questo è un meccanismo della nostra mente per tenere sotto controllo quei fatti che non possiamo, nè potremmo mai controllare: la morte.

E' come se Lei dicesse: se io fossi stata là col mio amico, non sarebbe morto. Ne è certa? Magari, nel compiere il gesto, Lei sarebbe rimasta ferita o peggio.

Ribadisco: la nostra mente vuole avere il controllo; siamo esseri umani, vulnerabili e deboli, anche se questo non ci piace e non ci rassicura.

D'altra parte comprendo anche la Sua difficoltà a riprendere e continuare la terapia. Il mio suggerimento è continuare, condividendo col terapeuta queste paure e la paura di scappare dalla sofferenza (che abbiamo tutti e che è segno di salute mentale).

Un cordiale saluto,
[#11]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"Da quando non stiamo più insieme però le cose vanno meglio per lui: ha dovuto reagire!"

Questo le insegna che a volte (anzi, molte volte) la sofferenza serve a tenere legati gli altri a sè, ad attirare l'attenzione e a diversi altri scopi (espiare colpe reali o inconsce, far sentire in colpa altri, non crescere e non rendersi autonomi, ...).
Di conseguenza è più che comprensibile che, venendo a mancare una delle 2 parti all'interno di una situazione sostenuta da 2 soggetti con ruoli complementari, l'altra debba adeguarsi e trovare un nuovo e diverso (e migliore) adattamento.
Si può quindi concludere che la separazione sia stata la scelta migliore per entrambi, dal momento che stava anche iniziando a maturare pensieri che noi chiamiamo "di onnipotenza":

"Dovremmo aiutarci un po’ tutti sotto questo cielo. Io ho tentato di farlo, mi sono fermata solo quando ho avuto la sensazione che in gioco ci fosse anche la mia vita. E tra due vite ho deciso di salvare la mia."

Davvero pensava di potergli salvare la vita?
O ha rivisto in lui l'altro ragazzo, e l'esperienza con lui le è servita inconsapevolmente a tentare di riparare a quanto successo anni prima?

Inoltre lei ci dice:

"Con la ragione, con l'aiuto di un esperto, mi sono data tante risposte. Mi sembra tutto chiaro. Ma col cuore? So che nessun giudice mi condannerebbe: ho fatto tutto ciò che avrei potuto..."

Lo scopo di una psicoterapia non è "convincere" la persona di cosa sia giusto e realistico, ma agevolare un cambiamento che vada di pari passo sul versante emotivo e su quello cognitivo/razionale.
Mi sembra che questo non sia davvero avvenuto nel percorso che lei ha seguito con lo psichiatra che l'aveva in cura (sicura che fosse specializzato in psicoterapia? Le faccio presente che con la specializzazione in psichiatria si conseguono entrambi i titoli - psichiatra e psicoterapeuta - senza aver frequentato alcuna scuola di psicoterapia, come invece è richiesto agli psicologi).

Mi sentirei di consigliarle di rivolgersi ad un altro psicoterapeuta, questa volta psicologo, per riprendere il filo del discorso e riuscire ad andare avanti con la sua vita – cosa che mi pare stia faticando molto a fare, per la presenza di aspettative molto negative (chi le ha detto che non farà carriera a causa dell’età?) e addirittura di sintomi fisici che intralciano il sereno proseguimento del suo percorso universitario.
Così non va bene, e non trovo giusto che una persona intelligente e sensibile come lei continui a vivere con tutta questa sofferenza un presente che potrebbe invece essere soddisfacente, perché vede in corso un altro fidanzamento, che mi pare di capire felice, e un impegno universitario in un ambito che lei ama.

[PS: mi permetto di segnalarle che il bruciore agli occhi per il quale ha chiesto un consulto negli ultimi mesi può essere legato alla parassitosi sulla quale ha chiesto informazioni in precedenza, e che eventuali parassiti che producono ammoniaca possono incidere negativamente sul funzionamento cerebrale.
La invito quindi ad approfondire la questione, perchè il benessere dell'organismo come unità inscindibile corpo-mente risente di presenze estranee a diversi livelli.]
[#12]
Attivo dal 2009 al 2015
Ex utente
Innanzitutto ancora grazie!
Non pensavo che una "consulenza a distanza" potesse rivelarsi così preziosa!
Siete state molto generose!
Diverso tempo fa ho provato ad iniziare un percorso con una psicologa del nostro consultorio, ma l'esperienza è stata non proprio positiva. Mi sono sentita più volte...giudicata! E non che pensassi che il servizio sanitario pubblico fosse meno efficace qualitativamente di quello privato, ma in quell' occasione l'ho pensato...eccome!
Ho iniziato perciò una terapia da uno psicologo, privatamente, ma dopo un pò è stato lui stesso a propormi di consultare uno psichiatra perchè riteneva che nel mio caso una terapia farmacologica dovesse essere presa in considerazione. Essendo seguita poi da uno psichiatra, ho proseguito con lui il mio percorso.
Effettivamente ogni tanto penso all'eventualità di ritornare ad una psicoterapia, ma non mi sento ancora pronta e poi mi spaventa l'idea di ritrovare un contesto disorganizzato, anche se è passato molto tempo, probabilmente le cose saranno cambiate e, in effetti, ci saranno sicuramente anche tanti altri bravi professionisti.
Ci penserò! Ci penserò seriamente, soprattutto ora che ho due pareri specialistici favorevoli alla cosa. E' che a volte forse ci si abitua un pò anche a stare male! Mi sembra quasi strano che anch'io possa essere serena un giorno! Mentre leggevo le Vostre parole pensavo: "Quindi un giorno potrei essere spensierata anch'io?". Sarebbe un sogno!
E a proposito delle precedenti consulenze...Alcune sono state richieste per un paio di familiari che credevano potessi esprimere meglio i loro quesiti e probabilmente in qualche caso non ho specificato si trattasse di loro. Ma la parassitosi sì...è "roba mia". Nel periodo più nero ho contratto una toxoplasmosi per nulla asintomatica. Ho avuto una linfoadenopatia molto pronunciata e febbricola molto molto persistente.Tuttora gli esami di laboratorio mostrano una lieve positività per le IgM, oltre ad una normale positività per le IgG. Sono stata sottoposta all'attenzione di 4 specialisti e sono stata anche ricoverata per una settimana, su consiglio di un infettivologo. Anche da quello che leggo sui miei libri, la mia dovrebbe essere una semplice falsa positività ma 2 specialisti su 4 mi hanno detto comunque di seguire una terapia farmacologia in caso di gravidanza.Hanno dunque qualche dubbio...Però sinceramente non so più a chi rivolgermi: sono stata persino nel Policlinico universitario, nel reparto di Malattia infettive. La mia prof.ssa di Parassitologia a lezione ha parlato di casi come il mio, sostenendo fossero falsi positivi. In effetti non ho mai avuto un colloquio diretto con lei a proposito di questo. A settembre ripeterò le analisi di controllo,prenotate tempo fa...Effettivamente, se le cose dovessero essere rimaste immutate, potrei parlarne anche con lei. Effettivamente mi sento spesso stanca, ma gli specialisti che ho consultato mi hanno detto che l'alterazione dei valori di laboratorio, che è minima nel mio caso, non giustifica le mie sensazioni di stanchezza, che secondo loro potrebbero essere riconducibili più al lungo periodo di stress subìto. Comunque seguirò il Suo consiglio e a settembre vedrò di chiudere anche questa "finestra"!
Vi ringrazio ancora tanto per la Vostra dolce disponibilità! Spero veramente che tutto si risolva! Vorrei fare talmente tante cose nella mia vita che probabilmente non me ne basterebbero 10 di vite: sarebbe un vero peccato sprecare l'unica che ho!
[#13]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"E' che a volte forse ci si abitua un pò anche a stare male!"

Ha ragione!
Aver chiesto aiuto qui è già un primo passo. Accanto alla consapevolezza del problema, bisogn aaggiungere la consapevolezza dei meccanismi che mantengono il problema e debellarli.

Le faccio tanti auguri per tutto.

Saluti,
[#14]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Forse sulla parassitosi le sarà necessario "allargare un po' gli orizzonti":
www.procaduceo.org/it_schede/parassiti.htm#sintom

Eventualmente mi contatti in privato se le interessa approfondire l'argomento.

Le faccio tanti auguri,
[#15]
Attivo dal 2009 al 2015
Ex utente
Ancora grazie e tanti auguri anche a Voi!
[#16]
Attivo dal 2009 al 2015
Ex utente
Alla cortese attenzione delle Dott.sse Angela Pileci e Flavia Massaro
Gentili Dott.sse, avrei bisogno di chiederVi un altro consiglio.
Un paio di settimane fa ho risposto ad un annuncio di lavoro in cui si richiedeva una persona che potesse svolgere un lavoro part time dalle 15 alle 18 tutti i giorni.
Ho accettato nel tentativo di sentirmi più utile e indipendente, visto che il mio cruccio continua ad essere quello di non essere ancora laureata. Ma mi sono fatta subito prendere dal panico. Non sono sicura di poter riuscire a studiare bene, nonostante non abbia altri doveri: vivo ancora coi miei, non ho figli...Da una parte il fatto di poter guadagnare qualcosa a fine mese mi rende più serena, ma ho paura di non riuscire a studiare come dovrei. Lavoro da pochi giorni e non sto riuscendo a studiare, ma non per mancanza di tempo, ma piuttosto perchè penso: "Come farò quando arriverò sotto esame? Dovrò chiedere dei permessi?E se non ce la facessi? E se avessi bisogno anche di quelle 3 ore per ripetere?".
La laurea per me è importantissima ma sarebbe così bello essere un pò più libera e non dover ancora approfittare dei miei, concedermi qualcosa in più.Non faccio che chiedere a tutti cosa avrebbero fatto al mio posto, mi sento confusa, qualsiasi scelta mi genera frustrazione. Eppure tanti riescono a fare mille cose e anch'io prima ci sarei riuscita.
[#17]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Mi sembra che i suoi pensieri siano ricorrenti, e che il fatto di non avere famiglia nè laurea continui a pesare sulla sua serenità impedendole di affrontare anche un impegno non eccessivo (3 ore al giorno) che però le consentirebbe di guadagnare qualcosa e di sentirsi meno dipendente dai suoi.
Ha fatto bene ad iniziare a lavorare, e credo che il rpoblema non sia la gestione del tempo ma dei pensieri.
So che ha già tentato di trovare un aiuto risolutivo e che questo finora non è successo, ma la invito a farlo nuovamente perchè se si sta "attorcigliando" attorno agli stessi concetti da mesi e mesi non è pensabile che ne esca senza un aiuto esterno.
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