Senso di mancanza di respiro

Gentilissimi, due anni fa circa sono stata colpita da una forte depressione, accompagnta da tantissimi problemi neuro vegetativi (mancanza di equlibrio, tremori, debolezza, mancanza di forze) e da attacchi di ansia. Ho assunto fluoxetina per 6 mesi ed ho smesso circa un anno fa. Assumevo anche ansiolitici.
Ora sto molto meglio, purtroppo sono spesso soggetta ad attacchi di ansia, molto più gestibili di prima (me ne sono fatta una ragione), ma non per questo meno fastidiosi. In particolare, mi capita spesso di aver respiro affannoso, dovuto ad un fastidioso senso di non respirare abbastanza, di soffocamento, che spesso mi porta a repirare motlo rumorosamente con il naso (mi dà parecchio fastidio e mi sento a disagio). Questo disturbo mi si presenta soprattutto in ambienti pubblici e duarnte i pasti si fa più accentuato. Mi sento molto a disagio, ho paura di soffocare e di stare male: mi gira persino la testa e mi tremano le mani... a volte mi sento persino debolissima ed esausta. Mi capita di pensare di avere strane malattie o disturbi. é davvero deleterio. Inoltre, questo respiro affannoso, mi crea, dopo un po', una secchezza nasale tale da peggiorare la situazione (è come avere il naso chiuso). Cosa posso fare? Devo preoccuparmi? Provo imbarazzo a raccontare questo disturbo... é la prima volta che ne parlo.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile ragazza se le hanno prescritto la fluoxetina, presumo, abbia già fatto una visita medica e le hanno spiegato l'origine, probabilmente, ansiosa dei suoi disturbi.
Se le cure farmacologiche non le hanno dato una risposta positiva e definitiva , forse, è il caso di parlarne anche con uno psicologo.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
il suo imbarazzo è comprensibile ma non dovrebbe diventare un ostacolo insormontabile al fine di integrare la terapia farmacologica con una psicoterapia, necessaria non solo per
affrontare i disagi da lei descritti, ma sopratutto la sofferenza che in tutto questo tempo non ha avuto la possibilità di esprimere e di elaborare.
A tal proposito le consiglio la lettura di questo articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr.ssa Luisa Laurelli Psicologo, Psicoterapeuta 3
Salve!
Probabilmente dovrebbe fare lo sforzo di collegare i suoi sintomi ad un disagio che sta vivendo negli ultimi tempi.
Il senso di soffocamento di cui parla, potrebbe essere un campanello d'allerme che vuole avvertirla di prendersi cura del suo stato emotivo.
Cerchi con fiducia uno psicoterapeuta che sappia ccompagnarla in questa ricerca.

Cordialità

Dr.ssa Luisa Laurelli

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Carissima,

per caso si sta ponendo questo problema in vista della partenza?
Spero che non lo stia vedendo come un ostacolo all'allontanamento da casa e che non stia iniziando a ripensarci.

Non è nulla di strano o di raro che chi soffre d'ansia sviluppi sintomi come le varie forme di dispnea, quello respiratorio è anzi il distretto corporeo forse più colpito dalle somatizzazioni assieme all'apparato digerente.
Non ha quindi nessun motivo per vergognarsene.

Leggere che si è "fatta una ragione" dell'ansia non mi fa proprio piacere, ci vedo una rassegnazione in qualche modo vicina all'idea che i suoi hanno circa quanto sia meglio accontentarsi di un lavoro non soddisfacente ma vicino a casa.
Quando tornerà in Italia cerchi un aiuto psicologico per uscirne, anche se i suoi non capissero o non fossero d'accordo lei deve preoccuparsi solo di quello che è meglio fare per la sua salute.

Ultimamente si sente meglio o peggio?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#5]
Utente
Utente
Gentilissimi, grazie a tutti per le vostre riposte!
Per la gentile Dott.ssa Massaro: questo problema va a periodi: soprattutto quando sono molto stanca e stressata. Ammetto che ultimamente sono sia stanca che stressata; il mio pensiero più grande è il fatto di partire, ma non per la partenza in sè, che mi sta veramente dando molta carica, ma quanto più per il problema economico (riuscirò a mantenermi, trovando un lavoro part time, senza pesare sui miei?). Inoltre, devo trovare il coraggio lasciare questo posto di lavoro: farebbero un concorso appositamente per me, che passerò solo io, per far sì che mi possano prendere per un anno dalla metà di settembre. Si tratta di una novità recente, che mi ha trovato spiazzata e che mi ha messo ancora più a disagio. Praticamente, appena prendo nuovamente servizio, poi dovrò smettere. Mi sembra poco corretto, anche se a me tre settimane di lavoro fanno comodo (economicamente, intendo!). Anche questo pensiero mi perseguita, anche perchè, ovviamente, non posso trovare consigli/appoggio da parte dei miei. Ultimamente, quindi, questo senso di mancanza di respiro è sempre più frequente e vivo ossessionata dall'idea che mi si presenti ogni volta...
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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10
E' normale che nei momenti in cui si devono prendere decisioni importanti riguardo al proprio futuro, l'ansia aumenti. Specialmente se è legata a qualche questione del proprio Sè che non ha risolto.

L'ansia non è una "sensazione" con cui venire a patti (la riduco un po' con i farmaci e poi me ne faccio una ragione) perchè è un segnale che la sua psiche le sta dando di un disagio interiore.
Questo è il risvolto positivo dell'ansia: è un campanello che le dice chiaramente di prendersi cura di sè, delle sue emozioni, dei suoi pensieri, desideri, aspirazioni...

Per farlo, però, si deve affidare ad un professionista che l'aiuti nel percorso di esplorazione di sè (perchè da soli finiamo per vedere solo ciò che già conosciamo).

Cordiali saluti.

Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
" (riuscirò a mantenermi, trovando un lavoro part time, senza pesare sui miei?)."

Gent.le ragazza,
non è possibile prevedere se riuscirà a far fronte alle spese di mantenimento con il denaro guadagnato attraverso un lavoro part-time, ma la domanda potrebbe essere :" ho fiducia nelle mie capacità di fare la scelta più aderente alle mie esigenze?".
[#8]
Utente
Utente
Gentili dottori,
oggi ho parlato con il mio datore di lavoro per interrompere il lavoro qui e per cominciare una nuova vita a Londra. Sono consapevole delle difficoltà che incontrerò; sopravvivere con un lavoro part time non sarà facile in una città cara come Londra... Ma cercherò di metterci tutto il mio impegno possibile. Sono certa che il mio stage mi arricchirà molto e questo mi darà forza per continuare nonostante le difficoltà.
Secondo voi, di fronte ad altri attacchi di ansia, come mi dovrò comportare? Devo assumere ansiolitici? O dite che è meglio aspettare il mio ritorno in Italia per iniziare una terapia?
Grazie infinite
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Secondo voi, di fronte ad altri attacchi di ansia, come mi dovrò comportare? Devo assumere ansiolitici? O dite che è meglio aspettare il mio ritorno in Italia per iniziare una terapia?"


Gentile Utente, l'ansia va trattata con l'aiuto di uno specialista, non è possibile da qui indicarle strumenti e strategie. Stessa cosa per i farmaci che debbono sempre essere prescritti dal medico.

Quanto a cominciare una psicoterapia, l'unica che può decidere in merito è Lei.

saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#10]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Non è detto che gli attacchi si ripetano anche a Londra, visto che staccherà dalla sua vita attuale per un periodo può benissimo aspettarsi di stare meglio e di alleggerirsi un po', invece che di poter stare male.
Non trova?

Il ruolo delle aspettative è fondamentale, per questo potrebbe concentrarsi sull'opportunità di stare meglio invece che di poter avere delle difficoltà.
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