Ossessione sporco
Vi scrivo perchè ho deciso di iniziare a farmi aiutare da una psicologa per un'ossessione che ho ormai da tempo. Ho 21 anni, frequento l'università e ho condiviso per un anno un appartamento con una ragazza che non considerava nemmeno l'ipotesi di pulire e ordinare la casa e soprattutto di lavarsi. Da allora ho iniziato a vedere sporco ovunque. Per un periodo mi sono sentita a disagio soltanto in quell'appartamento e ho continuato a pulire i mobili e qualsiasi oggetto che potesse aver toccato la mia coinquilina. Col tempo l'ossessione è peggiorata e ora non riesco nemmeno a vivere serenamente a casa mia, con la mia famiglia. Mi lavo le mani in continuazione e sto attenta a tutto quello che tocco o che toccano i miei familiari. Se rientrano a casa e non vanno subito a lavare le mani mi convinco che abbiano "contaminato" casa mia con lo sporco portato da fuori e inizio a lavare tutto ciò che toccano. So che ho bisogno di farmi aiutare ma quello che vi chiedo è: Servirà davvero andare da una psicologa? O cos'altro dovrei fare? E' possibile guarire da questa ossessione? Sono preoccupata che non ci siano vere soluzioni. Vorrei tornare a vivere serenamente come ho fatto fino a due anni fa. Grazie in anticipo per le vostre risposte.
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Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazza, riferisce una preoccupazione per lo sporco di cui individua l'esordio, l'andamento (si è progressivamente "generalizzata") e le conseguenze sulla sua qualità di vita.
E' possibile che si tratti di una problematica dello spettro ansioso, ed in particolare ossessivo-compulsiva.
Se questa ipotesi sarà avvalorata da una accurata valutazione psicodiagnostica, allora potrebbe prendere in seria considerazione l'ipotesi di un trattamento psicoterapeutico. Insisto sulla differenza con le sedute di sostegno psicologico: esistono svariati modelli di psicoterapia, ed alcuni di questi hanno dimostrato di essere efficaci ed efficienti nel trattamento delle problematiche oggetto della sua richiesta, come il modello cognitivo-comportamentale e quello strategico breve.
Da un punto di vista cognitivo-comportamentale, uno degli obiettivi-cardine del trattamento potrebbe essere quello di imparare a gestire l'ansia connessa alle ossessioni (ad esempio, l'idea che ci sia dello sporco, che lei o gli oggetti possiate essere contaminati etc.) senza mettere in atto le compulsioni (cioè i gesti tramite cui si tenta di "scacciare" o "controllare" l'ansia, come lavarsi le mani, sterilizzare gli oggetti, non toccare alcune superfici etc.).
Le allego alcune informazioni per una scelta consapevole:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/406-il-trattamento-delle-ossessioni.html
Cordiali saluti
E' possibile che si tratti di una problematica dello spettro ansioso, ed in particolare ossessivo-compulsiva.
Se questa ipotesi sarà avvalorata da una accurata valutazione psicodiagnostica, allora potrebbe prendere in seria considerazione l'ipotesi di un trattamento psicoterapeutico. Insisto sulla differenza con le sedute di sostegno psicologico: esistono svariati modelli di psicoterapia, ed alcuni di questi hanno dimostrato di essere efficaci ed efficienti nel trattamento delle problematiche oggetto della sua richiesta, come il modello cognitivo-comportamentale e quello strategico breve.
Da un punto di vista cognitivo-comportamentale, uno degli obiettivi-cardine del trattamento potrebbe essere quello di imparare a gestire l'ansia connessa alle ossessioni (ad esempio, l'idea che ci sia dello sporco, che lei o gli oggetti possiate essere contaminati etc.) senza mettere in atto le compulsioni (cioè i gesti tramite cui si tenta di "scacciare" o "controllare" l'ansia, come lavarsi le mani, sterilizzare gli oggetti, non toccare alcune superfici etc.).
Le allego alcune informazioni per una scelta consapevole:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/406-il-trattamento-delle-ossessioni.html
Cordiali saluti
[#2]
Cara ragazza,
prima dell'esperienza negativa con la coinquilina nemica delle pulizie avevi già avuto qualche avvisaglia della tendenza a concentrarti eccessivamente sui temi dello sporco e del contagio?
Oppure è davvero nato tutto durante quel periodo?
C'è qualcuno in casa tua che presenta lo stesso problema?
prima dell'esperienza negativa con la coinquilina nemica delle pulizie avevi già avuto qualche avvisaglia della tendenza a concentrarti eccessivamente sui temi dello sporco e del contagio?
Oppure è davvero nato tutto durante quel periodo?
C'è qualcuno in casa tua che presenta lo stesso problema?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#3]
Utente
Vi ringrazio molto per le risposte e per gli allegati.
Riguardo a ciò che mi chiede lei,Dr. Massaro, direi di si, qualche avvisaglia c'è stata. In particolare da quando ho iniziato l'università e quindi a vivere in città. Il primo anno la mia coinquilina è stata un'altra, con lei non ho avuto nessun problema. Ma già allora ho cominciato a non salire più volentieri in treno o in autobus. Penso che mi abbia influenzato molto, in questo, il periodo in cui si parlava e si temeva per l'influenza A. La paura per le malattie l'ho sempre avuta (questa forse in parte trasmessa da mia madre) ma non avevo mai associato i mezzi pubblici a fonti di contagio. Quando si è diffusa la notizia di quel virus i tg raccomandavano di pulire le mani dopo aver utilizzato mezzi pubblici e da allora mi è sorta questa repulsione per il treno. La cosa si fermava lì. Il peggioramento c'è stato, come ho detto, durante la convivenza con la nuova ragazza. In casa mia o in famiglia non c'è nessun altro che abbia la fobia dello sporco. Cosa può dirmi a riguardo?
Riguardo a ciò che mi chiede lei,Dr. Massaro, direi di si, qualche avvisaglia c'è stata. In particolare da quando ho iniziato l'università e quindi a vivere in città. Il primo anno la mia coinquilina è stata un'altra, con lei non ho avuto nessun problema. Ma già allora ho cominciato a non salire più volentieri in treno o in autobus. Penso che mi abbia influenzato molto, in questo, il periodo in cui si parlava e si temeva per l'influenza A. La paura per le malattie l'ho sempre avuta (questa forse in parte trasmessa da mia madre) ma non avevo mai associato i mezzi pubblici a fonti di contagio. Quando si è diffusa la notizia di quel virus i tg raccomandavano di pulire le mani dopo aver utilizzato mezzi pubblici e da allora mi è sorta questa repulsione per il treno. La cosa si fermava lì. Il peggioramento c'è stato, come ho detto, durante la convivenza con la nuova ragazza. In casa mia o in famiglia non c'è nessun altro che abbia la fobia dello sporco. Cosa può dirmi a riguardo?
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Può essere che una tua preesistente tendenza, alimentata anche dalla paura per la malattie che hai potuto osservare in tua madre, sia "esplosa" nel quadro che ci hai descritto a causa della prolungata esposizione a fattori stressanti come la casa sporca e in disordine e i luoghi pubblici pieni di gente potenzialmente infetta.
Forse prima o poi questa evoluzione ci sarebbe stata comunque: meglio quindi che si avvenuta ora che sei giovane e quindi più "malleabile" e puoi chiedere un aiuto a fronte di una situazione non ancora cronicizzata.
In prima battuta puoi contattare uno psicologo psicoterapeuta, e se la situazione fosse particolarmente invalidante potrete valutare assieme se consultare anche uno psichiatra per un eventuale supporto farmacologico ad integrazione del lavoro psicologico.
Forse prima o poi questa evoluzione ci sarebbe stata comunque: meglio quindi che si avvenuta ora che sei giovane e quindi più "malleabile" e puoi chiedere un aiuto a fronte di una situazione non ancora cronicizzata.
In prima battuta puoi contattare uno psicologo psicoterapeuta, e se la situazione fosse particolarmente invalidante potrete valutare assieme se consultare anche uno psichiatra per un eventuale supporto farmacologico ad integrazione del lavoro psicologico.
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Cara Ragazza,
credo che la sua coinquilina abbia slatentizzato una problematica che aspettava di venire fuori.
Valuti l'ipotesi di una consulenza de visu ed eventalemnte di una psicoterapia per i disturbi ossessivi complulsivi.
cari saluti
credo che la sua coinquilina abbia slatentizzato una problematica che aspettava di venire fuori.
Valuti l'ipotesi di una consulenza de visu ed eventalemnte di una psicoterapia per i disturbi ossessivi complulsivi.
cari saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 7.1k visite dal 20/07/2011.
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