Complessi che vanno e che vengono

Buonasera,
so che è molto difficile inquadrare la situazione da una prospettiva strettamente informatica però proverò a spiegare quanto segue per avere da voi consigli oltre a quello di rivolgermi direttamente ad un vostro collega.
Sono un ragazzo di 22 anni,sono ansioso (prendo lexotan 1,5mg),perennemente insoddisfatto, la gran parte delle giornate sono triste e anche se magari rido con gli amici dentro di me non sto affatto ridendo tuttavia lo nascondo piuttosto bene tranne con mia madre che mi vede sempre preoccupato per qualcosa, infatti in questo periodo mi preoccupo davvero per ogni cosa, a volte mi viene da piangere senza particolari motivi, spesso ho sensazioni di non avere via d'uscita, sono sempre in uno stato di apprensione, molte volte quando vengo toccato su una spalla scatto come se fossi spaventato.
Sto studiando anche se non ho progetti particolari per la mia vita tanto che a volte desidero la pace dei sensi, non nascondo che ho pensato più volte di farla finita tuttavia razionalmente restano solo pensieri perchè non sopporto l'idea di dare altro dolore ai miei genitori con i quali vivo.
A 17 anni sono stato in cura per una depressione per la quale ho assunto zoloft per un anno.
Ho molta difficoltà a relazionarmi con le ragazze a causa della mia timidezza credo, non ho attrattiva per il sesso pur avendo nel corpo gli stimoli.

Lasciando il quadro generale vi scrivo per capire come mai negli ultimi tempi i miei principali "complessi" che mi turbano si alternano, mi spiego: da 17 anni ho cominciato a perdere capelli, cosa che non ho mai accettato (e che mai farò),questo ha sempre costituito per me motivo di sconforto mentre l'altro complesso riguarda, come potete vedere dalle domande precedenti, le dimensioni del mio organo.
Il punto è che sono estremamente preoccupato per una cosa in un periodo, poi si attenua e subito dopo mi angoscio per l'altra..perchè c'è questa alternanza??
Possibile che non riesco a stare sereno??
Alla lunga sta diventando stancante,a volte balbetto pure anzichè parlare, non mi vengono le parole e ho difficoltà mnemoniche, inoltre non ho interesse per niente...
So che è un disastro...secondo voi ci sarebbe qualcosa da fare per migliorare la situazione?

Saluti
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Caro Ragazzo,
la sua storia di vita contiene tanti elementi importanti, oltre quelli dell'insoddisfazione, che andrebbero attenzionati a fondo, come il rapporto con la sua fisicità, autostima, sessualità e, tanto altro ancora-
La terapia farmacologica, solitamente la si associa ad una terapia psicoterapica, per avere migliori e risolutivi risultati, da quello che scrive non è chiaro se lei le abbia seguite entrambe.
Le difficoltà si alternano, come il balbettare, la difficoltà di comunicazione, l'angoscia ...perchè non è sttao fatto un lavoro di fondo sul suo disagio, quindi lei passa da un problema all'altro.
Valuti l'ipotesi di una consulenza de visu, con uno psicolgo
Cari saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"sono ansioso (prendo lexotan 1,5mg),perennemente insoddisfatto, la gran parte delle giornate sono triste e anche se magari rido con gli amici dentro di me non sto affatto ridendo tuttavia lo nascondo piuttosto bene tranne con mia madre che mi vede sempre preoccupato per qualcosa"

Caro ragazzo,

chi ti ha prescritto il Lexotan e in precedenza lo Zoloft?
E' stato il tuo medico di base, o sei stato indirizzato da uno specialista (psichiatra)?

Vista anche la giovanissima età alla quale hai iniziato a manifestare un disagio era il caso che tu fossi seguito anche da uno psicologo per approfondire la questione.
Essere intervenuti solo farmacologicamente a quanto dici non è servito, e di conseguenza è come se tu non avessi fatto nulla (o quasi) per stare meglio, e la situazione fosse lentamente peggiorata fino ad oggi.
Non c'è nulla da meravigliarsi quindi che tu ora dica che stai "impazzendo".

Francamente non abbiamo consigli da darti anche perchè la situazione sta proseguendo da anni e non ci hai neanche riferito di aver ricevuto una particolare diagnosi (e quindi immagino che questo non sia avvenuto).
Non sai quindi neanche tu bene che cos'hai, ed è perfettamente comprensibile che la situazione ti spaventi e ti faccia temere di "diventare matto" o di cedere prima o poi ad impulsi autodistruttivi.

L'unica cosa che puoi fare da solo è cominciare a pensare se ci sono stati dei motivi concreti che ti hanno fatto cadere in depressione 5 anni fa, giusto per mettere ordine in quello che è successo.
Il passo seguente però è obbligato, e consiste nel chiedere aiuto ad uno psicologo per risollevarti da questa brutta situazione.

Pensaci!

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
È possibile che lei soffra di un'ansia che prende corpo a partire dall'insicurezza verso l'altro sesso e si traduce in preoccupazioni (come ipotetici capri espiatori) rivolte ai capelli, all'organo sessuale e ad altro, alimentati dalla sua insicurezza. La depressione potrebbe quindi essere una reazione alla continua incapacità di risolvere il problema principale: le ragazze. Anche ora, da come scrive, sembrano presenti aspetti depressivi.

I farmaci potrebbero aiutarla, ma sarebbe necessario anche un percorso psicoterapeutico che l'aiuti ad accrescere l'autostima e a risolvere gli altri sintomi. Tale percorso dovrà necessariamente essere esperienziale, ovvero passare attraverso piccole esperienze concrete che le insegnino, gradatamente, ad aumentare la fiducia in se stesso.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Annalisa De Filippo Psicologo, Psicoterapeuta 113 4
Gentile ragazzo,

intitola il consulto "complessi che vanno e che vengono"; forse è proprio questo il punto su cui lavorare per "migliorare la situazione": rafforzare la sua autostima, accogliere e comprendere il disagio e le difficoltà che vive, attivare risorse e potenzialità.

Le segnalo questo articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/495-autostima-una-perla-preziosa.html

Saluti.

Dr.ssa Annalisa De Filippo
Psicologa Psicoterapeuta
www.centropianetapsicologia.com
www.psicologasestosangiovanni.com

[#5]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazzo,

leggendo attentamente anche i consulti nelle altre specialità quali andrologia, è evidente che il vero problema è più legato alle paure di non essere all'altezza ed eventualmente di fallire o di non poter piacere, che a fatti concretamente accaduti.

La verità è che queste idee, alimentate dalla paura, non faranno altro che rafforzarsi sempre di più.

Inoltre la vita la viviamo facendo delle cose, non pensando di non riuscire a farle.

Mi rendo conto che in questo momento per Lei sia difficile sganciarsi dai Suoi dubbi che un po' la rassicurano perchè alimentano l'evitamento di tentativi che potrebbe fare nella vita, magari approcciando una ragazza, anzichè soffermarsi sulle dimensioni del pene.

Proprio per questa ragione può essere molto utile consultare di persona uno psicologo.

A Milano ha solo l'imbarazzo della scelta per i servizi di consultazione psicologica presso gli ospedali pubblici: c'è un buon servizio al San Carlo e al Sacco.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#6]
Utente
Utente
Grazie a tutti per avermi risposto.
In tanti avete sottolineato che solo con i farmaci non si risolve nulla, beh io andai da un neurologo che mi prescrisse lo zoloft e me lo tolse dopo un anno esatto,ma non feci alcuna psicoterapia nè mi fu consigliata di farlo; inoltre non sono in grado di riconoscere le cause che mi portarono a vivere quei brutti momenti, non ve lo so spiegare come invece so fare bene adesso..
Diagnosi non me ne sono mai state fatte, non ho alcun foglio che attesti queste cose per intenderci.
Mentre il lexotan mi è stato prescritto un po' di tempo fa dal medico di famiglia.
Riguardo le ragazze beh non ho mai avuto amiche ma solo conoscenti,(eccetto una ragazza che conobbi in chat e che divenne mia fidanzata per qualche mese);
inoltre ho notato che da sempre mi viene molto più facile e naturale approfondire una conoscenza di tipo maschile nella quale sono più "sciolto" rispetto ad una femminile nella quale mi sento come dire "bloccato", è difficile rendere l'idea però non riesco a trovare termini più appropriati.
Ho addirittura pensato di essere dell'altra sponda soltanto che il solo pensiero mi fa spavento e ribrezzo (anche se non disprezzo chi è omosessuale,sia chiaro).
Prenderò in seria considerazione l'ipotesi di rivolgermi ad un vostro collega come mi avete ovviamente e giustamente consigliato.

Dr.ssa Pileci mi perdoni ma non riesco a capire cosa voglia dire quando scrive: "Mi rendo conto che in questo momento per Lei sia difficile sganciarsi dai Suoi dubbi che un po' la rassicurano perchè alimentano l'evitamento di tentativi che potrebbe fare nella vita, magari approcciando una ragazza, anzichè soffermarsi sulle dimensioni del pene."
Come fanno dei dubbi ad essere fonte di rassicurazione?

Vorrei mi toglieste un dubbio: ho sentito dire che chi accusa depressione in giovane età ha un'alta probabilità di ricadute in età adulta, è vero o sono fandonie? Perchè se fosse vero vorrebbe dire che praticamente non si può guarire mai del tutto.

Grazie per l'attenzione.
[#7]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
È vero che la tendenza a deprimersi si può ereditare, ma questo vale per moltissime altre cose.

L'umore non dipende solo dai geni, dipende dal tipo di vita che si fa. Ed è chiaro che, a 22 anni, chiunque senza una ragazza sarebbe depresso.

Perciò il suo problema non dovrebbe essere la preoccupazione se resterà depresso anche in futuro, ma imprimere alla sua esistenza una svolta tale da non doversi più deprimere. Non solo, anche la resistenza (resilienza) ai rovesci della vita si può migliorare, rendendo più difficile ricadere nell'umor nero.

La depressione in certi casi può venir fuori senza motivi scatenanti, ma spesso le depressioni sono reattive, ovvero insorgono per "sfinimento", come reazione rinunciataria a un problema che per tanto tempo non si è stati in grado di risolvere. Nel suo caso sembra si tratti di questo.

Legga quest'articolo:

http://www.giuseppesantonocito.it/art_depress.htm

Cordiali saluti
[#8]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazzo, intendo dire che fino a quando Lei starà a casa a pensare di non essere all'altezza, non farà altro che peggiorare la situazione. Tuttavia in questa maniera si protegge dall'esporsi a situazioni reali che Lei teme.
Le condotte di evitamento rassicurano, ma alla lunga generano danni.

Quanto alla depressione e ricadute, ritengo sia opportuno una valutazione di persona, in quanto ci sono diversi tipi di depressione.

Saluti,
[#9]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"ho sentito dire che chi accusa depressione in giovane età ha un'alta probabilità di ricadute in età adulta, è vero o sono fandonie?"

E' vero, ma il discorso vale soprattutto se la depressione (o l'ansia) non è stata mai curata.
Se la persona si sottopone ad una psicoterapia è molto difficile che abbia delle ricadute, e se questo si verificasse avverrebbe in maniera molto meno intensa e molto più facilmente superabile rispetto a chi non avesse mai fatto nulla per stare meglio.
[#10]
Utente
Utente
Mi stupisce la sua affermazione Dott. Santonocito : "Ed è chiaro che, a 22 anni, chiunque senza una ragazza sarebbe depresso."
Questo vuol dire che tutti i single di 22 anni dovrebbero essere depressi? Mi sembra azzardato o molto probabilmente ho frainteso la sua affermazione?
La ringrazio per la segnalazione dell'articolo, molto interessante ed esaustivo.
Adesso ho capito cosa intendeva Dott.ssa Pileci, beh si pensandoci molte volte ho cercato di evitare credo anche in modo involontario.


Saluti
[#11]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
La mia affermazione era per evidenziare l'importanza dell'aspetto esperienziale, nel sentirsi depressi, contrapposto a quello fatalista e rinunciatario del "tanto è genetico", di per sé già depressivo: se tutto dipendesse solo dai geni, sarebbe inutile sforzarsi di fare qualsiasi cosa.

Ho utilizzato il termine "depresso" in senso ampio, per indicare un generico senso di umore depresso, non necessariamente una depressione grave. Esistono stati depressivi di varia gravità ed è da questo punto di vista, se pensa alla normalissima motivazione di un giovane nel volere una ragazza, che può essere considerato normale sentirsi un po' depressi quando non ci si riesce.

Spero di essere stato chiaro, in caso contrario manifesti pure i suoi dubbi.

Cordiali saluti
[#12]
Utente
Utente
Adesso è chiaro, io pensavo alla patologia in senso molto stretto.
Riguardo le motivazioni le può sembrare strano ma non so quali potrebbero essere a parte lo sfogo fisico, insomma non sono un burbero ma scarseggio in immaginazione anche perchè di reali motivazioni non ne ho mai avute specie per l'argomento in questione.

In ogni caso ha chiarito i miei dubbi.

Un saluto a lei e ai suoi colleghi che hanno espresso i loro pareri.

Grazie
[#13]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Non è per nulla strano che le motivazioni non ti siano chiare, succede nella maggior parte dei casi che non siano individuabili in parte o del tutto senza un aiuto esterno.

La mente è molto complessa e non fuziona in maniera lineare, secondo meccanismi del tipo causa -> effetto.
L'importante è accettare che a volte non si può capire o risolvere tutto da soli.