Insoddisfazione

Da circa 6 mesi sono in terapia per un problema di ansia che sono riuscito a risolvere. Ormai la terapia si avvia alla fine, ho instaurato con il mio terapeuta un ottimo rapporto, mi restano solo le ultime sedute in cui vorrei fare un bilancio di quello che sento essere la mia vita e tentare per quanto possibile di riprogrammarla. Mi rendo conto però che mi sento non pienamente soddisfatto della mia vita, cioè mi sento come una specie di bomba che non riesce ad esplodere. Sono orgoglioso di quello che ho fatto nella mia vita e sono consapevole di avere molte qualità... sento però che non sono ancora riuscito ad affermarmi come vorrei, in campo professionale, sociale e affettivo. Sento che posso avere di più di una vita mediocre e vorrei investire le mie risorse per attivare un cambiamento. ma non so se faccio bene a ragionare così... forse dovrei continuare semplicemente a vivere e accontentarmi di quello che mi capita senza avere troppe pretese. Vorrei però poter esplodere e impormi al mondo, non essere una specie di bomba ad alto potenziale che rischia di rimanere inesplosa o comunque di fare poco rumore.
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Dr. Luca Pizzonia Psicologo, Psicoterapeuta 58 3
Cortese utente,
ha parlato di questo con il Suo terapeuta?
Il percorso intrapreso, presumo esclusivamente per il disturbo d'ansia, volge al termine ma non è escluso che possiate, insieme, iniziare a lavorare su altri aspetti della Sua vita che Lei ritiene ancora insoddisfacenti.
Ne parli apertamente e si faccia consigliare da lui, che rispetto a noi La conosce sicuramente meglio e con il quale, come Lei stesso scrive, ha instaurato un ottimo rapporto.
Saluti

Dr. Luca Pizzonia
Psicologo Psicoterapeuta
Napoli
www.lucapizzonia.com

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Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Sì, ne ho già provato a parlare con lui e lui su singoli aspetti mi spinge ad agire. mi propone di impegnarmi maggiormente sul lavoro, di frequentare più persone... insomma di spingere l'acceleratore. ma se poi andassi a sbattere contro un muro? non vorrei cioè che poi le mie aspettative andassero deluse... e così anzichè viaggiare a 120 km/h preferisco viaggiare sui 70-80 km/h. però nn sono soddisfatto di questo, soprattutto quando vedo altri che in modo spericolato, con una macchina di cilindrata inferiore, mi sorpassano.
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Dr.ssa Cristina Polese Psicologo, Psicoterapeuta 15
Gentile Utente
mi associo al consiglio del collega in quanto capita spesso di intraprendere una terapia a causa di una sintomatologia (in questo caso ansiosa) che ci fa stare male ma poi nel risolvere tale problematica emergono nuovi aspetti più generali legati alla propria personalità, alla propria idea di realizzazione, alle proprie aspettative nei confronti della vita. E'importante che ne parli con il suo terapeuta in modo da stabilire dei nuovi obiettivi terapeutici volti ad approfondire tutti questi deisderi, aspettative,credenze rispetto alle sue qualità, a ciò che è meglio per lei perseguire come obiettivi di vita.
Le auguro di riuscire a fare chiarezza dentro di sè e trovare attraverso il lavoro terapeutico il modo migliore per realizzare le sue potenzialità.

Un caro saluto

Dr.ssa Cristina Polese
Psicologa Psicoterapeuta

www.MilanoPsicologo.it

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Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Lo stato ansioso che vivevo mi ha bloccato per circa due anni... mi sentivo come in una prigione, non ero libero di essere me stesso. adesso invece è finita la carcerazione, sono finalmente libero e di questo sono contentissimo. però ora mi guardo intorno e non so come muovermi dopo aver passato un lungo periodo ad evitare le situazioni che mi facevano stare male e a isolarmi. mi sento un po' disorientato. credo poi che la terapia è ormai al termine. so che un aiuto mi potrebbe ancora giovare, ma forse è arrivato il momento di andare avanti con le mie forze.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

Lei ha mai provato a fare ciò che il Suo terapeuta Le ha suggerito in seduta?
Oppure ha il timore di agire e pensandoci su ha scelto di rinunciare?
Perchp questo potrebbe essere il nocciolo da discutere poi col Suo terapeuta, ovvero la paura di cominciare a camminare, accettando una dose di rischio.
Il lavoro terapeutico sui sintomi d'ansia è molto importante, ma ancor più importante è il lavoro per prendere consapevolezza di ciò che la "impriogiona" e imparare a gestirlo autonomamente.
Che tipo di psicoterapia ha fatto?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Luca Pizzonia Psicologo, Psicoterapeuta 58 3
>"ma se poi andassi a sbattere contro un muro? non vorrei cioè che poi le mie aspettative andassero deluse... e così anzichè viaggiare a 120 km/h preferisco viaggiare sui 70-80 km/h."

Ecco perché il sostegno del Suo terapeuta diventa, ora, fondamentale. E' una bella metafora, questa che Lei scrive.
Mi chiedo, restando sul tema automobilistico, perché poi dovrebbe andare a 120 km/h? Se Lei fa il pilota, allora può essere utile, altrimenti a cosa Le serve?
E se ci fosse un muro, Lei sa dov'è il freno?

Credo che la cosa più importante sia essere consapevole della capacità di guidare, alle diverse velocità, adattandosi alle strade che incontrerà nella vita e agli ostacoli che Le si parano davanti.
Può scegliere se intraprendere questo nuovo viaggio da solo o farsi accompagnare ancora per un po'.
Saluti
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Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Rispondo alla dr. Pileci:
ho fatto una terapia cognitivo-comportamentale, ho eseguito di volta in volta dei compiti che il terapeuta mi dava e pian piano sono riuscito ad affrontare le situazioni che mi bloccavano. Il dottore stesso ha detto che ho ottenuto in poco tempo risultati straordinari. Effettivamente ora se devo fare una cosa per un momento sono bloccato dall'ansia, ma poi la faccio e mentre la faccio riesco a gestirla senza voler fuggire come prima. Diciamo che rimane solo un timore prima di fare una cosa, ma cmq non è un ostacolo. Spero che la cosa sia duratura, sono contentissimo per questo risultato, stentavo quasi a crederci... Per quanto riguarda il resto, io sento una forte pulsione a voler emergere, affermarmi, essere protagonista della mia vita... ma questo richiede una dose di coraggio, impegno, dedizione, sacrifico e pazienza... un grosso investimento insomma, a cui a volte sembro preferire una vita tranquilla e mediocre (che non mi impensierisce ma che non mi rende felice)

Rispondo al dr. Pizzonia:
io voglio andare a 120 km/h perchè so di avere la macchina giusta per farlo, perchè so che non mi vado a schiantare contro un muro ma al massimo rischio di graffiare l'auto, di fare ammaccatture, rompere qualche fanale... non ho però la certezza che dopo questa corsa e tanti sorpassi, io riesca ad arrivare dove voglio arrivare. allora fare una corsa senza avere buone possibilità di vincere non mi motiva molto. però se penso di avere una ottima auto e di non averla sfruttata mi sento male... soprattutto pensando che altri con una macchina di minore cilindrata ce l'hanno fatta.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"...questo richiede una dose di coraggio, impegno, dedizione, sacrifico e pazienza... un grosso investimento insomma, a cui a volte sembro preferire una vita tranquilla e mediocre (che non mi impensierisce ma che non mi rende felice)..."

Forse un equilibrio tra i due?
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Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Io ho sempre l'impressione di aver messo il cartello "lavori in corso" ma che l'opera che su di me voglio costruire stenta ad arrivare a conclusione. forse pretendo troppo da me? certo se gli eventi mi dessero una mano, forse i lavori in corso andrebbero più veloci.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86
Gent.le utente,
forse vale la pena affrontare questi aspetti all'interno del percorso terapeutico già avviato, una consulenza on line può fornire qualche spunto ad un processo di elaborazione, ma non può sostituire il lavoro che si svolge all'interno di un colloquio di psicoterapia.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
ieri pomeriggio ho incontrato il mio terapeuta e gli ho parlato di questa mia insoddisfazione, della sensazione di non riuscire ad essere protagonista della mia vita, della lentezza delle cose rispetto ai miei desideri e delle difficoltà ed incertezze che spesso mi scoraggiano. lui mi ha invitato a non rinunciare ai miei desideri, a lavorare per realizzarli senza temere che nell'inseguirli io possa rischiare di farmi male. forse ha ragione, dovrei concentrare le mie energie su obiettivi precisi, sapendo che semplicemente prendere una strada che mi piace, seppure in salita, sarà già una fonte di soddisfazione. eppure oggi mi ritrovo solo nella mia camera, parlo con un'amica per internet che mi sbatte in faccia quanto si senta realizzata e io invece che mi sento così impotente di fronte ad una vita che subisco anzichè dominare. come posso fare?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Confrontarsi con gli altri l'aiuterà a stare peggio: ciascuno di noi ha una storia di vita diversa.
Lei, con tutte le opportunità che ha avuto a disposizione, crede di aver dato il meglio? C'è un margine per lavorare e ottenere di più? i suoi obiettivi sono raggiungibili e sensati?
Mi spiego meglio: se mi ponessi obiettivi non raggiungibili (per qualunque ragione) è chiaro che il mio sforzo sarebbe notevole ma il rischio di non raggiungerli sarebbe certo.

Lei che ne pensa?
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Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Le rispondo in maniera sintetica, ringraziandola per il supporto.

Se guardo al passato penso di aver lavorato bene, di aver prodotto risultati più che buoni e di poter essere soddisfatto di quello che ho fatto (si poteva fare forse un poco di più, ma molto è dipeso dalle circostanze. E posso dire che nelle circostanze in cui mi sono trovato ho reso davvero molto)

Se guardo al presente mi sembra un po' di vagare senza una meta precisa. devo decidere cosa fare, che strada intraprendere, se voglio seguire fino in fondo le mie aspirazioni e a cosa devo rinunciare per farlo. Oppure se voglio accontentarmi, ridimensionare le mie aspirazioni e vivere una vita tranquilla ma mediocre e probabilmente fonte di frustrazioni e rimpianti.

Se guardo al futuro credo che sia arrivato il momento di giocarmela tutta, nel senso di premere l'acceleratore e andare con coraggio avanti, senza voltarmi troppo indietro.

Come si fa a dare concretezza a una volontà che sembra ormai abbastanza chiara?

Cioè a me sembra solo che questa volontà sia frenata da una sorta di indolenza, di paura di rischiare, di paura del nuovo... però l'alternativa è restare fermo in quello che faccio e che di fatto non mi soddisfa. allora perchè questi freni e queste paure?
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 86
Gent.le utente,
questi sono aspetti da approfondire all'interno del contesto psicoterapeutico, sostituirsi a lei nel darle le risposte la priverebbe dell'opportunità di "percorrere la strada in salito" che ora l'attrae e la spaventa.