Somatizzazione depressione

Buongiorno,
ho 34 anni e vi scrivo in quanto sono in cura per un acufene da trauma acustico e temo che si tratti di una forma di somatizzazione, quindi non curabile con la terapia prescrittami dall'otorino. Dico questo in quanto negli ultimi anni (e un po' fin da quando ero ragazzino) sono estremamente ansioso, teso, depresso, e sempre negli ultimi due anni ho accusato disturbi di ogni tipo, poi passati da soli: dolore al petto notturno e corsa in ospedale credendo di avere un tumore al polmone, bruciori di stomaco e gastroscopia risultata negativa, disfunzioni sessuali e senso di peso alla prostata (esami negativi, forse semplice contrazione nervosa del nervo pudendo), mal di schiena e male all'inguine, ripetute visite ed ecografie per un gonfiore al pube (risultato semplice strato di adipe), paranoia eccessiva per una lastra di eternit in giardino (poi rimossa) e per delle guarnizioni in amianto nel sistema di scarico della mia auto (ora chiusa in garage da due mesi), tutto questo nel giro di un anno, un anno e mezzo.
Il problema del mio acufene è che si è presentato alcuni giorni dopo essere stato a un festival rock dal volume semplicemente spaventoso. Già mentre ero là temevo per l'udito e pensavo "potrebbe venirmi un acufene, se mi viene un acufene è finita!" però come un cretino sono rimasto in prima fila per sei ore a bombardarmi le orecchie (solo a scriverlo adesso sento una morsa d'ansia e rimorso stringermi lo stomaco). L'esame audiometrico ha evidenziato un calo di udito all'orecchio sinistro, però, come dice il medico, più simile al sintomo di un'idrope che a un trauma acustico (io in passato ho sofferto di idrope per motivi che, come mi dissero, potevano essere psicosomatici per una forte delusione sentimentale a 16 anni).
Non riesco a fare a meno di pensare a questo acufene e a chiedermi se guarirò, e faccio ipotesi catastrofiche sulla sua irreversibilità e sul futuro (d'inverno quando ci sarà la neve, chissà che silenzio perforante! e così via).
Ieri mi sembrava che l'acufene fosse molto migliorato, ma stanotte mi sono svegliato ed era molto forte, così mi sono agitato di nuovo (ansia, depressione, tremori, mal di testa, acufene a mille, contrazioni allo stomaco). Per di più, il fatto di pesare sulla mia ragazza, che vive con me, con tutti questi problemi mi dispiace e mi genera ancora più ansia.
Cosa posso fare? Avrebbe senso rivolgermi a uno psicologo, a un neurologo o a uno psichiatra?
Grazie mille e scusate per questo romanzo! Grazie!
[#1]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Amico,

sarebbe opportuno che lei si rivolgesse ad uno psicolgoo dal momento che dal punto di vista fisico la sua salute risulta buona.
Le preoccupazioni che vive per il suo corpo infatti possono essere causa o concausa del fastidioso sintomo che attualmente la tormenta.
Lei riferisce alcune difficoltà che risalgono a molti anni fa: non ha mai chiesto un aiuto?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Attivo dal 2009 al 2015
Ex utente
Per un po' di anni andavo da una psicoterapeuta, ma secondo me è stata una perdita di tempo: tanta filosofia, ma poca concretezza... Adesso magari vorrei andare da qualcuno un po' più "scientifico"... La cosa assurda è che nella mia vita non c'è niente che non vada, è tutto apparentemente perfetto: famiglia, amici, fidanzata, casa, lavoro (anche se instabile)... Eppure ho questa sensazione di angoscia, di mancanza di senso e di direzione... L'unica cosa che ho pensato potrebbe essere una causa è proprio la mia relazione, che forse è troppo claustrofobica. La mia compagna è davvero una persona straordinaria, ma interiormente è depressa pure lei e (a differenza di me quando sto/stavo bene) per così dire "priva di entusiasmo nelle cose", priva di obiettivi, di sfide. Per questo anch'io negli ultimi anni ho dovuto adattare la mia vita a uno stile molto lineare, semplice, privo di tutta quella componente giocosa, anche "spaccona", se vogliamo, che mi faceva gustare le cose. Quando sono con lei provo un fortissimo trasporto affettivo, che credo sia dovuto alla sensazione che lei sia infelice, che "non ce la faccia", anche se magari non lo dà a vedere minimamente (e magari non è così). Così facendo mi "esaurisco" emotivamente, per così dire, anche se poi è proprio lei ad assistermi nei momenti di ipocondria o di depressione... Però non potrei mai lasciarla, perché ci amiamo tanto e facciamo ormai parte della vita l'uno dell'altra (siamo insieme da 7 anni e conviviamo da 2). Magari però lei non c'entra niente e la causa di tutto è solo un mio problema neurologico... Non lo so, non so davvero dove sbattere la testa. So solo che questa situazione perdura da troppo tempo e non ce la faccio più. Mi scusi per lo sfogo e grazie mille per l'attenzione.
[#3]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le utente.
è importante che si affidi ad uno specialista verificandone la professionalità (iscrizione all'ordine degli Psicologi e all'albo degli psicoterapeuti, attraverso la consultazione del sito web dell'ordine regionale di appartenenza).
La sua descrizione riflette una realtà con diverse sfaccettature: timori per la sua salute, relazione di coppia, confusione e disorientamento riguardo ala situazione lavorativa ecc.
Questi aspetti andrebbero approfonditi all'interno di un colloquio con uno psicologo-psicoterapeuta, le consiglio di leggere questo articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#4]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
E' possibile che vi "rinforziate" a vicenda nello stare male: mi sembra infatti di capire che quando la sua compagna sta male lei l'assiste, e quando è lei a non star bene è la sua compagna ad attivarsi per darle un supporto.
Penso che il rischio di perpetuare questo modello di interazione/relazione non sia irrilevante.

Sa dirci a che tipo di terapia si è sottoposto?
La sua compagna non ha mai pensato di occuparsi dei propri problemi?
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