Socializzazione di bambino di 10 anni
Buonasera, ho tre figli , due di tre anni e uno di dieci. Il ragazzo di 10 è sempre stato molto timido ma ultimamente è anche molto insicuro. A scuola va molto bene ed è contento di andarci ma poi non vuole fare nessun tipo di sport o di attività extra. Viviamo in campagna , non ci sono altri bambini, ma io gli propongo di andare in piscina, al mare, al fiume, ma lui è sempre annoiato e dice di no. Vorrebbe solo giocare con i giochini elettronici. E' un pò sovrappeso e se ne vergogna ma non fa niente per migliorare. Non gli si può dire nulla si offende subito o si mette a piangere.Ha paura che io o il papà ci vergognamo di lui. Purtroppo io lavoro molto e quindi posso dedicargli poco tempo. Datemi qualche suggerimento per dargli un pò di sicurezza. Grazie
[#1]
Gentile Signora,
in uqesti casi i consigli servono a poco, non ci dice molto del bambino, della sua crescita e delle vostre abitudini, al fine di poter comprendere da dove nasce l'insicurezza, oltre che dal visibile disagio corporeo correlato al sovrappeso.
L'autostima nei bambini è un processo lento, che si costruisce giorno per giorno e , che va mantenuta con rinforzi positivi.
I giochi elettronici, non aiutano, nè la percezione del se corporeo, nè la socializzazione.
Valuti l'ipotesi di una consulenza de visu ad uno psicologo, il quale potrà raccogliere ulteriori elementi e suggerirvi strategie comportamentali ed emozionali.
Cari saluti
in uqesti casi i consigli servono a poco, non ci dice molto del bambino, della sua crescita e delle vostre abitudini, al fine di poter comprendere da dove nasce l'insicurezza, oltre che dal visibile disagio corporeo correlato al sovrappeso.
L'autostima nei bambini è un processo lento, che si costruisce giorno per giorno e , che va mantenuta con rinforzi positivi.
I giochi elettronici, non aiutano, nè la percezione del se corporeo, nè la socializzazione.
Valuti l'ipotesi di una consulenza de visu ad uno psicologo, il quale potrà raccogliere ulteriori elementi e suggerirvi strategie comportamentali ed emozionali.
Cari saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Gentile signora, perchè non comincia da passi più piccoli per facilitare la socializzazione del Suo bambino?
Dice che il bimbo è timido e non ha amici: a scuola però ha certamente dei compagni. Ora che la scuola è finita e c'è più tempo, potrebbe organizzare con l'aiuto delle altre mamme che magari hanno più tempo di Lei delle semplici attività per coinvolgere anche Suo figlio.
D'altra parte però ci sono altri dati che mi fanno pensare:
- a 10 anni non ha un amichetto speciale
- è molto bravo a scuola: è un ragazzino molto competitivo? potremmo pensare che anche questa timidezza sia un modo per esprimere la sua competizione (a livello sociale)?
- è un po' in sovrappeso: di quanto? cosa dovrebbe fare per migliorare secondo Lei? viene in qualche modo stressato o deriso per questo?
- la noia che prova cos'è? tristezza? vuoto? ...?
Diventa importante capire come sta Suo figlio e come vive lui tutto ciò che Lei sta descrivendo.
Non tutti i ragazzini sono uguali e non tutti desiderano essere strapieni di amici.
Bisogna distinguere infatti se la timidezza di Suo figlio sia un tratto caratteriale, oppure mancanza di abilità sociali, oppure un modo (probabilmente competitivo) di entrare in relazione con la gente.
Potrebbe provare a contattare uno psicologo psicoterapeuta con formazione in terapia della famiglia in modo da domandare direttamente allo specialista, domandando in prima battuta voi adulti e, se necessario, coinvolgere il ragazzo in un secondo momento.
Saluti,
Dice che il bimbo è timido e non ha amici: a scuola però ha certamente dei compagni. Ora che la scuola è finita e c'è più tempo, potrebbe organizzare con l'aiuto delle altre mamme che magari hanno più tempo di Lei delle semplici attività per coinvolgere anche Suo figlio.
D'altra parte però ci sono altri dati che mi fanno pensare:
- a 10 anni non ha un amichetto speciale
- è molto bravo a scuola: è un ragazzino molto competitivo? potremmo pensare che anche questa timidezza sia un modo per esprimere la sua competizione (a livello sociale)?
- è un po' in sovrappeso: di quanto? cosa dovrebbe fare per migliorare secondo Lei? viene in qualche modo stressato o deriso per questo?
- la noia che prova cos'è? tristezza? vuoto? ...?
Diventa importante capire come sta Suo figlio e come vive lui tutto ciò che Lei sta descrivendo.
Non tutti i ragazzini sono uguali e non tutti desiderano essere strapieni di amici.
Bisogna distinguere infatti se la timidezza di Suo figlio sia un tratto caratteriale, oppure mancanza di abilità sociali, oppure un modo (probabilmente competitivo) di entrare in relazione con la gente.
Potrebbe provare a contattare uno psicologo psicoterapeuta con formazione in terapia della famiglia in modo da domandare direttamente allo specialista, domandando in prima battuta voi adulti e, se necessario, coinvolgere il ragazzo in un secondo momento.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
gentile signora, gli elementi non sono molti ma una cosa gliela voglio suggerire, partendo dalla mia esperienza clinica.
molto spesso siamo presi dai mille impegni della quotidianità...questo ci porta, per forza di cose, a non avere "tempo" per la famiglia e per i figli...figli che "accusano" la mancanza di attenzioni da parte dei genitori e che faticano a venir fuori, soprattutto quando si è in presenza di fratelli più piccoli.
ora questo è un discorso molto generico, ma la cosa che suggerisco sempre è di trovare del tempo durante la settimana, anche poco, da dedicare al piccolo...solo a lui...magari un'ora il papà e un'altra ora la mamma, ma il bambino deve sapere che in quei giorni e orari stabiliti ci si occuperà di lui e di quello che a lui piace.
parta da questa piccola attenzione e lavori pian piano su quelle cose che potrebbero dare sicurezze a suo figlio.
ci tenga comunque informati e la saluto cordialmente.
molto spesso siamo presi dai mille impegni della quotidianità...questo ci porta, per forza di cose, a non avere "tempo" per la famiglia e per i figli...figli che "accusano" la mancanza di attenzioni da parte dei genitori e che faticano a venir fuori, soprattutto quando si è in presenza di fratelli più piccoli.
ora questo è un discorso molto generico, ma la cosa che suggerisco sempre è di trovare del tempo durante la settimana, anche poco, da dedicare al piccolo...solo a lui...magari un'ora il papà e un'altra ora la mamma, ma il bambino deve sapere che in quei giorni e orari stabiliti ci si occuperà di lui e di quello che a lui piace.
parta da questa piccola attenzione e lavori pian piano su quelle cose che potrebbero dare sicurezze a suo figlio.
ci tenga comunque informati e la saluto cordialmente.
Dr. Luigi Gileno
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.7k visite dal 07/07/2011.
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