Ansia e paura di stare male
Buon pomeriggio a tutti. Ho 20 anni e ho sempre sofferto d'ansia; sempre inteso letteralmente, infatti già dalla prima elementare soffrivo di mal di stomaco prima delle interrogazioni e spesso vomitavo fuori da scuola. La mia credo sia un'ansia che riguarda tutte le attività della vita in generale, soprattutto quelle in cui sono al centro dell'attenzione (interrogazioni orali e non verifiche ad esempio, uscite con ragazzi o con persone che non conosco). Credo di "soffrire" di ansia da prestazione.
Negli ultimi tre anni quest'ansia si è intensificata e in particolare ho paura di uscire in compagnia e stare male (dar di stomaco o colite). Non ho paura di non arrivare in tempo in bagno, però ho paura di rovinare la serata o l'uscita e di fare brutta figura o di essere un peso per gli altri. Quando esco da sola non ho di questi problemi o per lo meno sono meno accentuati.
Non so da quando di preciso ho quest'ansia, credo tre anni, però episodi simili mi sono capitati anche prima ad esempio in terza media in gita. Ogni volta che sono andata in gita poi mi ricapitava. Una volta mi è successo in terza superiore in pullman e dovevo andare in bagno, dopo un po' non ce l'ho fatta e l'ho detto alla mia prof e allora ci siamo fermati in un autogrill ma nel momento in cui sono andata in bagno il mio problema si era già risolto.
Quest'anno vado all'università e all'inizio avevo paura di stare male durante il viaggio (1 ora di treno e metro) e mi è capitato di stare male soprattutto quando avevo esami (anche se mi sentivo tranquilla). Quelle volte però ho sempre affrontato le mie paure e anche se stavo male non me ne sono andata ma ho finito l'esame (porto sempre dietro l'imodium per sicurezza).
Il mio ragazzo sa di questo mio problema e lo accetta e mi sta vicino e mi dice che devo reagire e uscire. Anche secondo me è vero, cioè devo superare le mie paure e uscire e cercare di non pensarci. La maggior parte delle volte che sono tentata di non uscire mi faccio forza e esco perché sono convinta di poter affrontare il problema da sola e rimanere a casa non farà altro che peggiorare la situazione. è giusto il mio comportamento?
Ho notato che se mi abituo a stare in un posto poi l'ansia si attenua (o questa mia paura almeno). Infatti con il mio ragazzo non riesco ad andare in posti diversi, neanche al cinema ad esempio perché mi era capitato più volte di stare male e ho paura che ricapiti. Se sto vicino a casa sono tranquilla perché tanto so che posso tornare a casa facilmente, anche se stiamo in un parco senza bagno. Ho paura di andare fuori a mangiare con lui o con le mie amiche perché ho paura di stare male. Cosa devo fare? pensavo di farcela da sola però è difficile vivere con quest'ansia. Sto proprio male a volte anche se non lo do a vedere. L'anno scorso ho fatto anche agopuntura e per un po' l'ansia si era calmata, però la paura di stare male è rimasta comunque. Devo rivolgermi a uno psichiatra? Grazie a tutti
Negli ultimi tre anni quest'ansia si è intensificata e in particolare ho paura di uscire in compagnia e stare male (dar di stomaco o colite). Non ho paura di non arrivare in tempo in bagno, però ho paura di rovinare la serata o l'uscita e di fare brutta figura o di essere un peso per gli altri. Quando esco da sola non ho di questi problemi o per lo meno sono meno accentuati.
Non so da quando di preciso ho quest'ansia, credo tre anni, però episodi simili mi sono capitati anche prima ad esempio in terza media in gita. Ogni volta che sono andata in gita poi mi ricapitava. Una volta mi è successo in terza superiore in pullman e dovevo andare in bagno, dopo un po' non ce l'ho fatta e l'ho detto alla mia prof e allora ci siamo fermati in un autogrill ma nel momento in cui sono andata in bagno il mio problema si era già risolto.
Quest'anno vado all'università e all'inizio avevo paura di stare male durante il viaggio (1 ora di treno e metro) e mi è capitato di stare male soprattutto quando avevo esami (anche se mi sentivo tranquilla). Quelle volte però ho sempre affrontato le mie paure e anche se stavo male non me ne sono andata ma ho finito l'esame (porto sempre dietro l'imodium per sicurezza).
Il mio ragazzo sa di questo mio problema e lo accetta e mi sta vicino e mi dice che devo reagire e uscire. Anche secondo me è vero, cioè devo superare le mie paure e uscire e cercare di non pensarci. La maggior parte delle volte che sono tentata di non uscire mi faccio forza e esco perché sono convinta di poter affrontare il problema da sola e rimanere a casa non farà altro che peggiorare la situazione. è giusto il mio comportamento?
Ho notato che se mi abituo a stare in un posto poi l'ansia si attenua (o questa mia paura almeno). Infatti con il mio ragazzo non riesco ad andare in posti diversi, neanche al cinema ad esempio perché mi era capitato più volte di stare male e ho paura che ricapiti. Se sto vicino a casa sono tranquilla perché tanto so che posso tornare a casa facilmente, anche se stiamo in un parco senza bagno. Ho paura di andare fuori a mangiare con lui o con le mie amiche perché ho paura di stare male. Cosa devo fare? pensavo di farcela da sola però è difficile vivere con quest'ansia. Sto proprio male a volte anche se non lo do a vedere. L'anno scorso ho fatto anche agopuntura e per un po' l'ansia si era calmata, però la paura di stare male è rimasta comunque. Devo rivolgermi a uno psichiatra? Grazie a tutti
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazza, vorrei sintetizzare alcuni punti contenuti nella sua richiesta:
- fin da quando era ragazzina, aveva forti attivazioni ansiose in situazioni in cui temeva di essere esposta al giudizio o alla valutazione di altre persone (un pò come se in mente avesse "Oddio, cosa penseranno di me?" o simili!)
- queste attivazioni avevano l'effetto di "scombussolarle" lo stomaco con sintomi a carico del digerente (ad esempio, il vomito)
- a questo problema se ne sono sommati altri due: la paura di star male (potrebbe essere una forma di "ansia anticipatoria") e di stare in situazioni nuove, sconosciute o imprevedibili (infatti, quando si abitua sente di star meglio).
"Provare ad uscirne da soli" è una strada tentata da molti. Si fa ricorso ai rimedi più svariati per cercare di risolvere il problema; solo che a volte si sbaglia bersaglio.
Infatti, se si cerca di "sconfiggere l'ansia" si andrà incontro ad un compito impossibile: l'ansia non si può "sconfiggere", perchè per sconfiggere qualcosa bisogna lottare, e se lottiamo ci "attiviamo"!
Un'ipotesi possibile sarebbe, previa valutazione specialistica da parte di uno psicoterapeuta, un percorso di psicoterapia focalizzato sul problema (ad esempio, ad indirizzo cognitivo-comportamentale o strategico).
Potrebbe apprendere in tempi ragionevoli a gestire meglio la sua ansia e a depotenziare tutti quei fattori (come ad esempio il timore del giudizio degli altri o di fare "brutta figura", la convinzione di aver bisogno di un "accompagnatore fidato", i comportamenti di evitamento delle situazioni che teme) che potrebbero mantenere in piedi la sua sofferenza.
Cordiali saluti
- fin da quando era ragazzina, aveva forti attivazioni ansiose in situazioni in cui temeva di essere esposta al giudizio o alla valutazione di altre persone (un pò come se in mente avesse "Oddio, cosa penseranno di me?" o simili!)
- queste attivazioni avevano l'effetto di "scombussolarle" lo stomaco con sintomi a carico del digerente (ad esempio, il vomito)
- a questo problema se ne sono sommati altri due: la paura di star male (potrebbe essere una forma di "ansia anticipatoria") e di stare in situazioni nuove, sconosciute o imprevedibili (infatti, quando si abitua sente di star meglio).
"Provare ad uscirne da soli" è una strada tentata da molti. Si fa ricorso ai rimedi più svariati per cercare di risolvere il problema; solo che a volte si sbaglia bersaglio.
Infatti, se si cerca di "sconfiggere l'ansia" si andrà incontro ad un compito impossibile: l'ansia non si può "sconfiggere", perchè per sconfiggere qualcosa bisogna lottare, e se lottiamo ci "attiviamo"!
Un'ipotesi possibile sarebbe, previa valutazione specialistica da parte di uno psicoterapeuta, un percorso di psicoterapia focalizzato sul problema (ad esempio, ad indirizzo cognitivo-comportamentale o strategico).
Potrebbe apprendere in tempi ragionevoli a gestire meglio la sua ansia e a depotenziare tutti quei fattori (come ad esempio il timore del giudizio degli altri o di fare "brutta figura", la convinzione di aver bisogno di un "accompagnatore fidato", i comportamenti di evitamento delle situazioni che teme) che potrebbero mantenere in piedi la sua sofferenza.
Cordiali saluti
[#2]
Dovresti rivolgerti a uno psicologo psicoterapeuta, perché l'ansia del tuo tipo risponde molto bene alla psicoterapia, specie con approcci come il cognitivo-comportamentale o quello breve strategico.
Leggi qui per informarti:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Il suggerimento è di non lasciar passare ancora tempo, per evitare che i sintomi si strutturino ulteriormente e ti limitino ancor più la vita.
Cordiali saluti
Leggi qui per informarti:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Il suggerimento è di non lasciar passare ancora tempo, per evitare che i sintomi si strutturino ulteriormente e ti limitino ancor più la vita.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Ex utente
Grazie mille per le vostre risposte, siete molto gentili.
Quindi pensate che non riesco a risolvere da sola? Perché io so qual è il mio problema e lo ritengo anche abbastanza stupido perché oggettivamente non ho nessun problema fisico (almeno che io sappia, forse ho l'intestino irritabile però non è che sto male quando sono a casa. Capita come a tutti qualche volta ma niente di grave.
So anche che tutti siamo umani e che non mi devo vergognare di stare male e che se dovesse capitare, pazienza una soluzione la si trova.
Però non capisco perché non riesco a togliermi questo pensiero dalla testa... Io queste cose me le ripeto ogni volta prima di uscire con le mie amiche o con il mio ragazzo però serve sì per darmi forza ma io prima di uscire sto sempre male (mal di pancia e nausea,vomito e tutto il resto). Una volta stavo anche per svenire prima. Io vorrei iniziare a vivere serenamente perché mi piace uscire, visitare posti nuovi, andare in discoteca qualche volta. Ma non lo faccio mai, continuo a fare sempre le stesse cose perché mi mettono meno ansia.
Mi è capitato più volte di pensare di lasciare il mio ragazzo perché almeno non devo uscire o non devo andare con lui in vacanza anche se io voglio stare con lui! Insomma quando sto con lui sto bene però prima sono in ansia...e ci conosciamo da sei anni e stiamo insieme da un anno.
Non c'è qualcosa che posso fare oltre alla psicoterapia? Non che io sia contraria, però ho paura che diventi reale...anche se sì è vero, lo è già. Però se lo tengo per me o per le poche persone di cui mi fido magari riesco a combatterlo, no?
Grazie davvero, cordiali saluti
Quindi pensate che non riesco a risolvere da sola? Perché io so qual è il mio problema e lo ritengo anche abbastanza stupido perché oggettivamente non ho nessun problema fisico (almeno che io sappia, forse ho l'intestino irritabile però non è che sto male quando sono a casa. Capita come a tutti qualche volta ma niente di grave.
So anche che tutti siamo umani e che non mi devo vergognare di stare male e che se dovesse capitare, pazienza una soluzione la si trova.
Però non capisco perché non riesco a togliermi questo pensiero dalla testa... Io queste cose me le ripeto ogni volta prima di uscire con le mie amiche o con il mio ragazzo però serve sì per darmi forza ma io prima di uscire sto sempre male (mal di pancia e nausea,vomito e tutto il resto). Una volta stavo anche per svenire prima. Io vorrei iniziare a vivere serenamente perché mi piace uscire, visitare posti nuovi, andare in discoteca qualche volta. Ma non lo faccio mai, continuo a fare sempre le stesse cose perché mi mettono meno ansia.
Mi è capitato più volte di pensare di lasciare il mio ragazzo perché almeno non devo uscire o non devo andare con lui in vacanza anche se io voglio stare con lui! Insomma quando sto con lui sto bene però prima sono in ansia...e ci conosciamo da sei anni e stiamo insieme da un anno.
Non c'è qualcosa che posso fare oltre alla psicoterapia? Non che io sia contraria, però ho paura che diventi reale...anche se sì è vero, lo è già. Però se lo tengo per me o per le poche persone di cui mi fido magari riesco a combatterlo, no?
Grazie davvero, cordiali saluti
[#4]
>>> Quindi pensate che non riesco a risolvere da sola?
>>>
Finora ci sei riuscita? Credo di no, altrimenti non avresti avuto bisogno di rivolgerti a noi.
Le psicopatologie non sono problemi stupidi solo perché non si possono toccare o vedere. Semmai, stupido potrebbe essere intestardirsi a negare l'evidenza di un problema! Ma in realtà nemmeno questa è stupidità, perché ovviamente non è fatto apposta. Voler a tutti i costi risolversi l'ansia da soli è a sua volta un sintomo ansioso (si chiama ossessività). È l'eccesso di volersi controllare, che alla fine porta paradossalmente a perdere il controllo.
Cordiali saluti
>>>
Finora ci sei riuscita? Credo di no, altrimenti non avresti avuto bisogno di rivolgerti a noi.
Le psicopatologie non sono problemi stupidi solo perché non si possono toccare o vedere. Semmai, stupido potrebbe essere intestardirsi a negare l'evidenza di un problema! Ma in realtà nemmeno questa è stupidità, perché ovviamente non è fatto apposta. Voler a tutti i costi risolversi l'ansia da soli è a sua volta un sintomo ansioso (si chiama ossessività). È l'eccesso di volersi controllare, che alla fine porta paradossalmente a perdere il controllo.
Cordiali saluti
[#5]
Ex utente
Sì per stupido intendevo che è una cosa che può capitare a tutti e di cui non bisogna vergognarsi o avere ansia. Che poi nel mio caso non è stupido perché è diventato un ostacolo, è un'altra cosa.
Io non nego il mio problema, ne ho parlato con i miei genitori e con le persone a me più care e ora lo sto dicendo a voi appunto per sapere se io posso fare qualcosa o se qualcun altro può aiutarmi a superarlo. Anche perché non voglio arrivare a una situazione peggiore. Ho letto commenti di persone che hanno il mio stesso problema e alcuni non riescono a uscire di casa perché stanno male fuori. Io sto male prima e ho paura che mi accada fuori (a volte succede, la maggior parte delle volte no), però comunque reagisco e cerco di non buttarmi giù. Il fatto di reagire e uscire comunque può aiutarmi a superare la mia paura? Non l'ansia, proprio la paura di stare male.
In ogni caso, l'unica cosa che voglio è stare meglio e se l'unica soluzione è la psicoterapia mi informerò al più presto.
Grazie mille.
Io non nego il mio problema, ne ho parlato con i miei genitori e con le persone a me più care e ora lo sto dicendo a voi appunto per sapere se io posso fare qualcosa o se qualcun altro può aiutarmi a superarlo. Anche perché non voglio arrivare a una situazione peggiore. Ho letto commenti di persone che hanno il mio stesso problema e alcuni non riescono a uscire di casa perché stanno male fuori. Io sto male prima e ho paura che mi accada fuori (a volte succede, la maggior parte delle volte no), però comunque reagisco e cerco di non buttarmi giù. Il fatto di reagire e uscire comunque può aiutarmi a superare la mia paura? Non l'ansia, proprio la paura di stare male.
In ogni caso, l'unica cosa che voglio è stare meglio e se l'unica soluzione è la psicoterapia mi informerò al più presto.
Grazie mille.
[#6]
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Non c'è qualcosa che posso fare oltre alla psicoterapia? Non che io sia contraria, però ho paura che diventi reale...
Se non fosse già "reale" non avrebbe problemi ad uscire!
La richiesta di "qualcosa che mi aiuti ad uscirne sola" è molto comune, e, come sottolineato dal Dott. Santonocito, spesso "fa parte" del problema.
"Psicoterapia" vuol dire anche imparare a farcela da soli, ma con l'aiuto di qualcuno..
Cordiali saluti
Se non fosse già "reale" non avrebbe problemi ad uscire!
La richiesta di "qualcosa che mi aiuti ad uscirne sola" è molto comune, e, come sottolineato dal Dott. Santonocito, spesso "fa parte" del problema.
"Psicoterapia" vuol dire anche imparare a farcela da soli, ma con l'aiuto di qualcuno..
Cordiali saluti
[#7]
>>> Che poi nel mio caso non è stupido perché è diventato un ostacolo, è un'altra cosa.
>>>
Esattamente.
>>> Io non nego il mio problema
>>>
Lo neghi a te stessa nel momento in cui dici: "Non c'è qualcosa che posso fare oltre alla psicoterapia? Non che io sia contraria, però ho paura che diventi reale..."
È una specie di superstizione: se ammetto di avere un problema, lo creo io nel momento in cui l'ammetto. Ma il problema c'è già! Negarlo non solo è inutile, ma lo fa peggiorare. Il primo passo per risolvere qualunque problema è ovviamente riconoscerne l'esistenza.
Reagire e uscire sarebbe l'ideale, ma se fosse così facile forse l'avresti già fatto, non ti pare?
Cordiali saluti
>>>
Esattamente.
>>> Io non nego il mio problema
>>>
Lo neghi a te stessa nel momento in cui dici: "Non c'è qualcosa che posso fare oltre alla psicoterapia? Non che io sia contraria, però ho paura che diventi reale..."
È una specie di superstizione: se ammetto di avere un problema, lo creo io nel momento in cui l'ammetto. Ma il problema c'è già! Negarlo non solo è inutile, ma lo fa peggiorare. Il primo passo per risolvere qualunque problema è ovviamente riconoscerne l'esistenza.
Reagire e uscire sarebbe l'ideale, ma se fosse così facile forse l'avresti già fatto, non ti pare?
Cordiali saluti
[#8]
Gent.le ragazza,
probabilmente se ti fossi già rivolta ad uno psicologo tre anni fa probabilmente oggi non vivresti più questo disagio, trascinare la situazione pensando di farcela da soli è una trappola nella quale cadono in molti.
Se non hai la possibilità di rivolgerti ad uno specialista privato puoi fare dei colloqui con lo psicologo del Consultorio familiare della tua asl qui trovi i riferimenti:
http://www.asl.milano.it/user/Default.aspx?MOD=VARUFF&PAG=85&SEZ=9&SER=33
probabilmente se ti fossi già rivolta ad uno psicologo tre anni fa probabilmente oggi non vivresti più questo disagio, trascinare la situazione pensando di farcela da soli è una trappola nella quale cadono in molti.
Se non hai la possibilità di rivolgerti ad uno specialista privato puoi fare dei colloqui con lo psicologo del Consultorio familiare della tua asl qui trovi i riferimenti:
http://www.asl.milano.it/user/Default.aspx?MOD=VARUFF&PAG=85&SEZ=9&SER=33
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#9]
Ex utente
Grazie mille ancora per tutte le risposte, davvero mi è d'aiuto ricevere pareri soprattutto da parte di esperti perché anche parlarne con le mie amiche o con il mio ragazzo è difficile. Più che altro non cambia la situazione, almeno ora so che qualcosa posso fare!
Forse ho trascinato la cosa un po' perché pensavo che fosse un "momento no" e un po' perché in un certo senso il problema mi è da ostacolo perché faccio fatica a uscire e divertirmi però non mi impedisce di farlo, anche se, ripeto, con molta fatica e rovinando molto spesso le serate. L'ultima volta ad esempio dovevo uscire a cena con il mio ragazzo solo che non riuscivo a mangiare per la nausea. Il mese scorso sono andata tre giorni con lui al mare (la notte prima non ho dormito per l'ansia)e durante la vacanza sono stata bene, tutto i giorni. Ero tranquilla, mangiavo e andavamo in spiaggia serenamente. Tranne una sera che siamo andati a un pub e gli ho chiesto se potevamo tornare in albergo perché avevo ancora la nausea e mal di pancia. Non capisco perché ho questo "rifiuto" nei confronti dei pub. Dovrebbe essere meglio perché lì il bagno c'è...
Comunque il fatto che sono stata tranquilla secondo voi è perché dovevo stare tre giorni con lui e quindi se stavo male una volta fa niente perché avevo tanto tempo a disposizione per "rimediare"? Mentre qui quando ci vediamo tre ore vorrei che fossero perfette e quindi mi agito di più?
Forse ho trascinato la cosa un po' perché pensavo che fosse un "momento no" e un po' perché in un certo senso il problema mi è da ostacolo perché faccio fatica a uscire e divertirmi però non mi impedisce di farlo, anche se, ripeto, con molta fatica e rovinando molto spesso le serate. L'ultima volta ad esempio dovevo uscire a cena con il mio ragazzo solo che non riuscivo a mangiare per la nausea. Il mese scorso sono andata tre giorni con lui al mare (la notte prima non ho dormito per l'ansia)e durante la vacanza sono stata bene, tutto i giorni. Ero tranquilla, mangiavo e andavamo in spiaggia serenamente. Tranne una sera che siamo andati a un pub e gli ho chiesto se potevamo tornare in albergo perché avevo ancora la nausea e mal di pancia. Non capisco perché ho questo "rifiuto" nei confronti dei pub. Dovrebbe essere meglio perché lì il bagno c'è...
Comunque il fatto che sono stata tranquilla secondo voi è perché dovevo stare tre giorni con lui e quindi se stavo male una volta fa niente perché avevo tanto tempo a disposizione per "rimediare"? Mentre qui quando ci vediamo tre ore vorrei che fossero perfette e quindi mi agito di più?
[#10]
E' possibile che si sia instaurata un'ansia anticipatoria che si associa ad una serie di valutazioni che condizionano i tuo comportamenti creando un "circolo vizioso", per questo è necessario un colloquio con uno psicologo-psicoterapeuta, attraverso una consulenza on line non si può intervenire direttamente.
[#12]
Gent.le ragazza,
oltre a quanto ti hanno già indicato i colleghi, aggiungo solo un paio di cose:
qualche volta per il timore di chiedere un aiuto, oppure per la paura di essere giudicati in modo negativo, si tende a pensare che un problema d'ansia, soprattutto se presente da tempo, possa risolversi da se oppure che si riesca a superarlo da soli.
Al contrario, come vede, poi alcuni meccanismi es. ansia anticipatoria (o paura della paura) di cui le hanno parlato i colleghi, tendono a diventare automatici e ad agire al di fuori dal proprio controllo.
Vedo che lei è di Milano, in ambito pubblico può anche rivolgersi all'Ospedale San Carlo, vi è una struttura molto valida -Unità di Psicologia - e trattano i Disturbi d'Ansia con un approccio cognitivo-comportamentale
In bocca al lupo!
oltre a quanto ti hanno già indicato i colleghi, aggiungo solo un paio di cose:
qualche volta per il timore di chiedere un aiuto, oppure per la paura di essere giudicati in modo negativo, si tende a pensare che un problema d'ansia, soprattutto se presente da tempo, possa risolversi da se oppure che si riesca a superarlo da soli.
Al contrario, come vede, poi alcuni meccanismi es. ansia anticipatoria (o paura della paura) di cui le hanno parlato i colleghi, tendono a diventare automatici e ad agire al di fuori dal proprio controllo.
Vedo che lei è di Milano, in ambito pubblico può anche rivolgersi all'Ospedale San Carlo, vi è una struttura molto valida -Unità di Psicologia - e trattano i Disturbi d'Ansia con un approccio cognitivo-comportamentale
In bocca al lupo!
Dr.Fausto Girone
Psicologo-Psicoterapeuta Milano
www.faustogirone.com
[#13]
Ex utente
Gentile dottore, mi scusi per il ritardo, la ringrazio per la sua risposta e per il suo consiglio, ora mi sto informando su psicologi e psicoterapeuti della provincia di Milano (abito in zona Rho) per motivi di comodità. Però prenderò in considerazione anche l'Ospedale se me lo consiglia. Volevo chiedere, per il mio caso è necessario un approccio psicoterapeutico o anche solo psicologico? Più che altro per sapere su cosa è meglio informarmi.
Ringrazio ancora.
Ringrazio ancora.
[#14]
Gent.le ragazza,
uno psicologo che ha anche una specializzazione in psicoterapia dispone di maggiori strumenti di intervento,
ovvero è abilitato ad effettuare diagnosi, interventi di sostegno psicologico e psicoterapia.
Per cui se ti rivolgi privatamente ti consiglerei appunto di cercare un professionista non solo psicologo ma anche psicoterapeuta.
In ambito pubblico dovrebbe essere lo stesso. Credo che a Rho ci siano dei consultori e abitualmente nelle strutture pubbliche operano psicologi specializzati in psicoterapia.
Rispetto al tipo di percorso (sostegno psicologico o psicoterapia),potrai valutarlo insieme allo psicologo.
In bocca al lupo e facci sapere se vuoi
uno psicologo che ha anche una specializzazione in psicoterapia dispone di maggiori strumenti di intervento,
ovvero è abilitato ad effettuare diagnosi, interventi di sostegno psicologico e psicoterapia.
Per cui se ti rivolgi privatamente ti consiglerei appunto di cercare un professionista non solo psicologo ma anche psicoterapeuta.
In ambito pubblico dovrebbe essere lo stesso. Credo che a Rho ci siano dei consultori e abitualmente nelle strutture pubbliche operano psicologi specializzati in psicoterapia.
Rispetto al tipo di percorso (sostegno psicologico o psicoterapia),potrai valutarlo insieme allo psicologo.
In bocca al lupo e facci sapere se vuoi
Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 43.6k visite dal 02/07/2011.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.