Psicologia e religione possono mescolarsi?
Carissimi Psicologi
in questi giorni è nato un dibattito con i miei amici che riguarda proprio la vostra professione...Non trovando risposta, chiedo un parere a voi che siete in questo campo per capire chi ha ragione.
La domanda è:
Da un punto di vista deontologico (non opinabile)può uno psicologo essere anche cattolico durante l'esercizio del suo lavoro?
Spiego meglio le due tesi che sono emerse e voi mi potete dire quale è giusta.
A) lo psicologo può avere una sua fede ma non può risolvere i problemi di un paziente parlando della religione e spiegando cosa è giusto e cosa è sbagliato per i principi della sua religione. Il rischio è che se a recarsi dal professionista è una persona che non condivide la sua fede o peggio è ateo, che sucederebbe?
B) Lo psicologo non si può dimenticare di avere una religione ed è libero di parlare della sua fede con il paziente dando consigli per il risolvere il problema in base alle sue credenze religiose. Può essere quindi uno psicologo cristiano.
Chi ha ragione?
Non vi rubo molto tempo, perchè ho visto che ci sono persone che hanno più bisogno della vostra attenzione
Buona giornata
in questi giorni è nato un dibattito con i miei amici che riguarda proprio la vostra professione...Non trovando risposta, chiedo un parere a voi che siete in questo campo per capire chi ha ragione.
La domanda è:
Da un punto di vista deontologico (non opinabile)può uno psicologo essere anche cattolico durante l'esercizio del suo lavoro?
Spiego meglio le due tesi che sono emerse e voi mi potete dire quale è giusta.
A) lo psicologo può avere una sua fede ma non può risolvere i problemi di un paziente parlando della religione e spiegando cosa è giusto e cosa è sbagliato per i principi della sua religione. Il rischio è che se a recarsi dal professionista è una persona che non condivide la sua fede o peggio è ateo, che sucederebbe?
B) Lo psicologo non si può dimenticare di avere una religione ed è libero di parlare della sua fede con il paziente dando consigli per il risolvere il problema in base alle sue credenze religiose. Può essere quindi uno psicologo cristiano.
Chi ha ragione?
Non vi rubo molto tempo, perchè ho visto che ci sono persone che hanno più bisogno della vostra attenzione
Buona giornata
[#1]
Gentile Utente,
nel suo scritto c'è un pò di confusione sul ruolo e sull'identità professionale dello psicologo.
Esiste un codice deontologico, secondo il quale lo psicologo, non parla delle sue cose al paziente, nè di religione, nè di altro...
Inoltre, uno psicologo, non dice cosa è giusto e cosa è sbagliato, quello è un giudice.
cari saluti
nel suo scritto c'è un pò di confusione sul ruolo e sull'identità professionale dello psicologo.
Esiste un codice deontologico, secondo il quale lo psicologo, non parla delle sue cose al paziente, nè di religione, nè di altro...
Inoltre, uno psicologo, non dice cosa è giusto e cosa è sbagliato, quello è un giudice.
cari saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
(..)i problemi di un paziente parlando della religione e spiegando cosa è giusto e cosa è sbagliato per i principi della sua religione (..)
gentile ragazzo le scelte devono essere condivise dallo psicologo sulla base dei rapporti costi benefici, sulla base della presenza o meno di disagio, sulla base delle conseguenze per il benessero psicologico di chi le fa.
Uno psicologo deve agire secondo un fondamento scientifico e non sulla base di una morale dettata da un credo religioso. Ci sono i consiglieri spirituali per questo (i sacerdoti). Lo psicologo fa e deve fare un altro lavoro retto da presupposti scientifici.
saluti
gentile ragazzo le scelte devono essere condivise dallo psicologo sulla base dei rapporti costi benefici, sulla base della presenza o meno di disagio, sulla base delle conseguenze per il benessero psicologico di chi le fa.
Uno psicologo deve agire secondo un fondamento scientifico e non sulla base di una morale dettata da un credo religioso. Ci sono i consiglieri spirituali per questo (i sacerdoti). Lo psicologo fa e deve fare un altro lavoro retto da presupposti scientifici.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#3]
uno psicologo è in primo luogo un individuo, con le proprie idee e le proprie convinzioni...
premesso questo il nostro lavoro riguarda sia un ambito deontologico che soprattutto un ambito clinico e scientifico, che sovrasta le convinzioni personali...c'è una definizione molto bella che viene data di un terapeuta che deve essere "senza memoria e senza desideri", quasi in un atteggiamento acritico nei confronti dei pazienti e nei confronti di se stesso che guarda all'altro.
cordiali saluti.
premesso questo il nostro lavoro riguarda sia un ambito deontologico che soprattutto un ambito clinico e scientifico, che sovrasta le convinzioni personali...c'è una definizione molto bella che viene data di un terapeuta che deve essere "senza memoria e senza desideri", quasi in un atteggiamento acritico nei confronti dei pazienti e nei confronti di se stesso che guarda all'altro.
cordiali saluti.
Dr. Luigi Gileno
[#4]
Gentile signora,
se una paziente di credo cattolico si presentasse da me per un IVG ad esempio, io non potrei non tenerne conto. Ma sto tenendo conto delle credenze e delle onvinzioni di quella paziente, come farei con tutte le altre mie pazienti.
Ma io, in qualità di psicologa posso soltanto accogliere e comprendere ciò che la paziente in questione mi sta dicendo. Non è mio compito nè giudicare, nè commentare, nè entrare nel merito delle scelte altrui.
Qui finisce il compito dello psicologo.
Certamente in terapia si può parlare anche di questi aspetti che riguardano l'individuo, ma non a scopo terapeutico.
Lo psicologo può essere cristiano, così come può essere tante altre cose. Essere italiano, essere uomo o donna, essere genitore, avere un certo tipo di personalità, ecc...ma il focus è sempre ed esclusivamente sul paziente.
Saluti,
se una paziente di credo cattolico si presentasse da me per un IVG ad esempio, io non potrei non tenerne conto. Ma sto tenendo conto delle credenze e delle onvinzioni di quella paziente, come farei con tutte le altre mie pazienti.
Ma io, in qualità di psicologa posso soltanto accogliere e comprendere ciò che la paziente in questione mi sta dicendo. Non è mio compito nè giudicare, nè commentare, nè entrare nel merito delle scelte altrui.
Qui finisce il compito dello psicologo.
Certamente in terapia si può parlare anche di questi aspetti che riguardano l'individuo, ma non a scopo terapeutico.
Lo psicologo può essere cristiano, così come può essere tante altre cose. Essere italiano, essere uomo o donna, essere genitore, avere un certo tipo di personalità, ecc...ma il focus è sempre ed esclusivamente sul paziente.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#6]
Lo psicologo può avere le idee e i credo che vuole, ma sono sempre più importanti quelli delle persone che a lui si rivolgono.
Di fatto molte persone si rivolgono a noi aspettandosi suggerimenti e indicazioni esplicite, ma sta allo psicologo darne - se il suo approccio lo prevede - in modo che siano compatibili e non conflittuali con il sistema di credenze e valori della persona (come da nostro codice deontologico).
Cordiali saluti
Di fatto molte persone si rivolgono a noi aspettandosi suggerimenti e indicazioni esplicite, ma sta allo psicologo darne - se il suo approccio lo prevede - in modo che siano compatibili e non conflittuali con il sistema di credenze e valori della persona (come da nostro codice deontologico).
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#7]
Non le nascondo che è un problema con cui mi sono confrontata più volte durante il mio percorso formativo e trovo questa discussione molto interessante.
Per quanto mi riguarda, la mia formazione è di carattere interpersonale, porto me stessa nella relazione con il paziente.
Questo significa che ogni volta dovrò tener conto delle mie credenze ma anche fare in modo che queste non vadano ad imporsi al paziente.
Devo aiutare il paziente e sostenerlo in ciò che per lui è migliore e non per come io vivrei o affronterei ciò che lui sta passando. Questo lo trovo essenziale.
La saluto
Per quanto mi riguarda, la mia formazione è di carattere interpersonale, porto me stessa nella relazione con il paziente.
Questo significa che ogni volta dovrò tener conto delle mie credenze ma anche fare in modo che queste non vadano ad imporsi al paziente.
Devo aiutare il paziente e sostenerlo in ciò che per lui è migliore e non per come io vivrei o affronterei ciò che lui sta passando. Questo lo trovo essenziale.
La saluto
Dr.ssa Sara Breschi
Psicoterapeuta - Psicoanalista
Sito Web: www.sarabreschi.it
[#8]
Ex utente
Carissimi psicologi
vi ringrazio per aver parlato delle Vostre esperienze e dei Vostri punti di vista ,ho trovato tutto molto interessante!
Vi pongo un ultimo quesito:
E'possibile che uno psicologo adoperi la preghiera o la lettura e l'analisi di testi tratti da libri religiosi come terapia?
Da quanto ho letto nelle Vostre opinioni mi sembra di aver compreso che la religione può essere oggetto di discussione a meno che non "infastidisca" il paziente. Ma può davvero essere usata come percorso terapeutico? A prescindere dal credo del paziente cosa dice il codice deontologico?
Se per esempio un paziente si presenta con un tradimento alle spalle, un aborto, un divorzio oppure una confusione omosessuale, può uno psicologo affrontare questi problemi facendogli presente ciò che la Chiesa sostiene in merito?
Non è difficile per uno psicologo che è anche cattolico praticante dividere i due settori (scientifico e religioso)?
Grazie in anticipo.
vi ringrazio per aver parlato delle Vostre esperienze e dei Vostri punti di vista ,ho trovato tutto molto interessante!
Vi pongo un ultimo quesito:
E'possibile che uno psicologo adoperi la preghiera o la lettura e l'analisi di testi tratti da libri religiosi come terapia?
Da quanto ho letto nelle Vostre opinioni mi sembra di aver compreso che la religione può essere oggetto di discussione a meno che non "infastidisca" il paziente. Ma può davvero essere usata come percorso terapeutico? A prescindere dal credo del paziente cosa dice il codice deontologico?
Se per esempio un paziente si presenta con un tradimento alle spalle, un aborto, un divorzio oppure una confusione omosessuale, può uno psicologo affrontare questi problemi facendogli presente ciò che la Chiesa sostiene in merito?
Non è difficile per uno psicologo che è anche cattolico praticante dividere i due settori (scientifico e religioso)?
Grazie in anticipo.
[#9]
(..)E'possibile che uno psicologo adoperi la preghiera o la lettura e l'analisi di testi tratti da libri religiosi come terapia?(..)
gentile utente se uno psicologo fa un lavoro del genere non sta certamente svolgendo la sua professione di psicologo, sempre che non utilizzi questi a scopi strategici per entrare nei contenuti mentali del suo paziente.
Ma se dovesse affrontare determinati problemi facendo presente l'opinione di una dottrina religisa si starebbe certamente allontanando da un lavoro scientifico e quindi in contrasto con il codice deontologico.
saluti
gentile utente se uno psicologo fa un lavoro del genere non sta certamente svolgendo la sua professione di psicologo, sempre che non utilizzi questi a scopi strategici per entrare nei contenuti mentali del suo paziente.
Ma se dovesse affrontare determinati problemi facendo presente l'opinione di una dottrina religisa si starebbe certamente allontanando da un lavoro scientifico e quindi in contrasto con il codice deontologico.
saluti
[#10]
Gentile Utente,
se una coppia in difficoltà ad esempio per un tradimento dovesse esprimere il desiderio di restare insieme perchè questo è conforme al prorpio credo e alle proprie convinzioni, lo psicologo ne prende atto e ne tiene conto. Ma ancora una volta sono le convinzione del paziente.
Questo però viene tenuto ben presente anche ad esempio in una coppia NON credente, ma che esprime il desiderio di salvare il legame. Come se dicessero "Noi vogliamo parlare delle nostre difficoltà con uno specialista, ma non vogliamo divorziare".
E' vero che divorziare è contrario alla dottrina cattolica, ma lo psicologo non ha alcun diritto di entrare nel merito.
Stesso discorso vale per la preghiera, anche perchè la preghiera, credo in qualunque religione, è il dialogo/ contatto tra il credente e il "suo" Dio. Quindi non riguarda lo psicologo.
Che utilità avrebbe dunque?
Non si tratta di una tecnica psicoterapica.
Saluti,
se una coppia in difficoltà ad esempio per un tradimento dovesse esprimere il desiderio di restare insieme perchè questo è conforme al prorpio credo e alle proprie convinzioni, lo psicologo ne prende atto e ne tiene conto. Ma ancora una volta sono le convinzione del paziente.
Questo però viene tenuto ben presente anche ad esempio in una coppia NON credente, ma che esprime il desiderio di salvare il legame. Come se dicessero "Noi vogliamo parlare delle nostre difficoltà con uno specialista, ma non vogliamo divorziare".
E' vero che divorziare è contrario alla dottrina cattolica, ma lo psicologo non ha alcun diritto di entrare nel merito.
Stesso discorso vale per la preghiera, anche perchè la preghiera, credo in qualunque religione, è il dialogo/ contatto tra il credente e il "suo" Dio. Quindi non riguarda lo psicologo.
Che utilità avrebbe dunque?
Non si tratta di una tecnica psicoterapica.
Saluti,
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 11.8k visite dal 29/06/2011.
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