Aiutatemi a capire che mi succede.
Gentili medici,
Sono un ragazzo di ventun'anni. Sono di natura una persona sensibile, malinconica, portata all'introspezione. Nel 2007 ho iniziato di soffrire di disturbi d'ansia e attacchi di panico, evento che ha condizionato molto le mie giornate da quel giorno, nonostante le crisi di panico siano state rare. Più di una volta mi è stata prescritta una cura, prima con Xanax, poi con Lyrica, ma per mia negligenza non le ho mai cominciate. Da circa due anni ho iniziato a somatizzare quest'ansia nei modi più disparati. Dai capogiri nei luoghi aperti (e nei luoghi chiusi), alla debolezza perenne, all'emicrania, alla derealizzazione. Spesso mi sento altrove, in più di un corpo. FIno a qui, credo che tutto sia riconducibile ai disturbi d'ansia.
Da un pò di tempo però, sono comparsi una serie di disturbi che mi hanno disorientato, sia a livello fisico che mentale. Mi capita spesso di avvertire dolori al torace difficilmente definibili, al punto che non capisco se si tratta di un illusione o di una cosa reale. Inoltre sono sempre più spossato. Poco lucido, mi sento di svenire diverse volte al giorno. L'attività fisica che praticavo è diventata un'utopia. Spesso dormire è difficile a causa di pensieri che sembrano "urlarmi" addosso. Parallelamente, a livello emotivo mi sento depresso, di una depressione cosmica e senza fine, sfiduciato. Sono enormemente sensibile al dolore umano, questo mi provoca crisi che non sfociano mai in pianto. Inoltre, sto sperimentando un attaccamento morboso alle persone. Rimpiango ogni minuto un rapporto morto da tre anni, e in ogni altro cerco subito degli elementi per rimpiazzarlo.
Se puntualizzo così tanti elementi, è perchè io sono una persona totalmente diversa. Ero, e sono tuttora una persona ottimista, solare, per quanto sensibile. Fiero e cosciente delle mie capacità, ma assolutamente distrutto da questi episodi.
Premettendo che a breve riconsulterò uno specialista, per cercare di venire fuori da questa situazione, la mia domanda è: Gli episodi descritti sono davvero tutti riconducibili all'ansia? Quali aspettative è lecito avere in merito? Io non sono così, e per quanto speri ogni giorno di tornare quello di prima, mi sento davvero dentro un vortice.
Grazie per l'attenzione dedicatami, quello che fate è davvero notevole.
Sono un ragazzo di ventun'anni. Sono di natura una persona sensibile, malinconica, portata all'introspezione. Nel 2007 ho iniziato di soffrire di disturbi d'ansia e attacchi di panico, evento che ha condizionato molto le mie giornate da quel giorno, nonostante le crisi di panico siano state rare. Più di una volta mi è stata prescritta una cura, prima con Xanax, poi con Lyrica, ma per mia negligenza non le ho mai cominciate. Da circa due anni ho iniziato a somatizzare quest'ansia nei modi più disparati. Dai capogiri nei luoghi aperti (e nei luoghi chiusi), alla debolezza perenne, all'emicrania, alla derealizzazione. Spesso mi sento altrove, in più di un corpo. FIno a qui, credo che tutto sia riconducibile ai disturbi d'ansia.
Da un pò di tempo però, sono comparsi una serie di disturbi che mi hanno disorientato, sia a livello fisico che mentale. Mi capita spesso di avvertire dolori al torace difficilmente definibili, al punto che non capisco se si tratta di un illusione o di una cosa reale. Inoltre sono sempre più spossato. Poco lucido, mi sento di svenire diverse volte al giorno. L'attività fisica che praticavo è diventata un'utopia. Spesso dormire è difficile a causa di pensieri che sembrano "urlarmi" addosso. Parallelamente, a livello emotivo mi sento depresso, di una depressione cosmica e senza fine, sfiduciato. Sono enormemente sensibile al dolore umano, questo mi provoca crisi che non sfociano mai in pianto. Inoltre, sto sperimentando un attaccamento morboso alle persone. Rimpiango ogni minuto un rapporto morto da tre anni, e in ogni altro cerco subito degli elementi per rimpiazzarlo.
Se puntualizzo così tanti elementi, è perchè io sono una persona totalmente diversa. Ero, e sono tuttora una persona ottimista, solare, per quanto sensibile. Fiero e cosciente delle mie capacità, ma assolutamente distrutto da questi episodi.
Premettendo che a breve riconsulterò uno specialista, per cercare di venire fuori da questa situazione, la mia domanda è: Gli episodi descritti sono davvero tutti riconducibili all'ansia? Quali aspettative è lecito avere in merito? Io non sono così, e per quanto speri ogni giorno di tornare quello di prima, mi sento davvero dentro un vortice.
Grazie per l'attenzione dedicatami, quello che fate è davvero notevole.
[#1]
La risposta è: potrebbero, ma non è sicuro. Non è possibile dirglielo da qui, deve fare quel consulto specialistico.
>>> Io non sono così
>>>
Invece deve accettare che in questo momento è proprio così. Sarà il primo passo per uscirne, ma sempre facendosi aiutare.
Cordiali saluti
>>> Io non sono così
>>>
Invece deve accettare che in questo momento è proprio così. Sarà il primo passo per uscirne, ma sempre facendosi aiutare.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Gli episodi descritti sono davvero tutti riconducibili all'ansia?
Gentile ragazzo, "a distanza" non è possibile individuare e ricostruire formulazioni coerenti della sua storia personale.
Quello che posso ipotizzare è che stiano convergendo diversi fattori che contribuiscano al suo malessere, tra cui anche la riduzione delle attività e degli interessi che le davano benessere.
>>Quali aspettative è lecito avere in merito?
E' una domanda particolarmente importante, molto sensata e realistica.
Se lei ha deciso di rivolgersi ad uno specialista, le aspettative è opportuno "tararle" sul tipo di trattamento che quello specialista è competente ed autorizzato ad erogare.
Ad esempio, uno psicologo potrà fornirle un percorso di sostegno circoscritto a problematiche specifiche e limitate nel tempo, mentre uno psicoterapeuta potrebbe formulare un piano di terapia. A questo potrebbe integrarsi un'eventuale farmacoterapia, da prescriversi a cura di uno specialista in Psichiatria.
Le allego il link di un articolo in cui sono illustrati alcuni tra i principali approcci alla psicoterapia attualmente più accreditati:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
>>Io non sono così, e per quanto speri ogni giorno di tornare quello di prima, mi sento davvero dentro un vortice.
Comprendo il suo punto di vista, ma mi permetta di suggerirle un'altra ipotesi. E se lei fosse ANCORA quello di prima, solo con difficoltà emotive che la fanno soffrire parecchio e cambiamenti nel comportamento e nel modo di pensare che non l'aiutano a venirne fuori?
Cordiali saluti
Gentile ragazzo, "a distanza" non è possibile individuare e ricostruire formulazioni coerenti della sua storia personale.
Quello che posso ipotizzare è che stiano convergendo diversi fattori che contribuiscano al suo malessere, tra cui anche la riduzione delle attività e degli interessi che le davano benessere.
>>Quali aspettative è lecito avere in merito?
E' una domanda particolarmente importante, molto sensata e realistica.
Se lei ha deciso di rivolgersi ad uno specialista, le aspettative è opportuno "tararle" sul tipo di trattamento che quello specialista è competente ed autorizzato ad erogare.
Ad esempio, uno psicologo potrà fornirle un percorso di sostegno circoscritto a problematiche specifiche e limitate nel tempo, mentre uno psicoterapeuta potrebbe formulare un piano di terapia. A questo potrebbe integrarsi un'eventuale farmacoterapia, da prescriversi a cura di uno specialista in Psichiatria.
Le allego il link di un articolo in cui sono illustrati alcuni tra i principali approcci alla psicoterapia attualmente più accreditati:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
>>Io non sono così, e per quanto speri ogni giorno di tornare quello di prima, mi sento davvero dentro un vortice.
Comprendo il suo punto di vista, ma mi permetta di suggerirle un'altra ipotesi. E se lei fosse ANCORA quello di prima, solo con difficoltà emotive che la fanno soffrire parecchio e cambiamenti nel comportamento e nel modo di pensare che non l'aiutano a venirne fuori?
Cordiali saluti
[#3]
Caro ragazzo,
l'ansia non trattata può peggiorare e portare allo sviluppo di nuovi sintomi e manifestazioni, potenzialmente a carico di qualunque distretto corporeo (compresi dolori di vario tipo, che però devono sempre esssere sottoposti a valutazione medica per evitare di scambiare per somatizzazione un disturbo invece organico).
Di conseguenza la tua situazione in questi 3-4 anni può essersi complicata e avere comprensibilmente inciso anche sul tono dell'umore.
Il rapporto che dici di rimpiangere continuamente è terminato proprio nel periodo nel quale collochi l'esordio dei tuoi disturbi d'ansia: puoi dirci qualcosa di più al riguardo?
Hai iniziato a star male in concomitanza con la fine della relazione?
l'ansia non trattata può peggiorare e portare allo sviluppo di nuovi sintomi e manifestazioni, potenzialmente a carico di qualunque distretto corporeo (compresi dolori di vario tipo, che però devono sempre esssere sottoposti a valutazione medica per evitare di scambiare per somatizzazione un disturbo invece organico).
Di conseguenza la tua situazione in questi 3-4 anni può essersi complicata e avere comprensibilmente inciso anche sul tono dell'umore.
Il rapporto che dici di rimpiangere continuamente è terminato proprio nel periodo nel quale collochi l'esordio dei tuoi disturbi d'ansia: puoi dirci qualcosa di più al riguardo?
Hai iniziato a star male in concomitanza con la fine della relazione?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#4]
Utente
Grazie a tutti per le tempestive risposte, e per l'enorme disponibilità!
Dr.ssa Massaro: No, i primi episodi d'ansia risalgono a qualche tempo prima dell'inizio della relazione. Il periodo in cui sono stato con lei, per quanto non facile, non ha caratteristiche particolari. L'unica caratteristica particolare di questo rapporto magari, è proprio quella di essere stato il primo che ha dovuto confrontarsi con la mia ansia.
Dr. Cali: Quindi, lei dice che la cosa migliore sarebbe optare per la psicoterapia, valutando con lo specialista un eventuale allargamento alla farmacoterapia? Perchè tra le mie difficoltà, c'è anche quella di capire a quale specialista rivolgermi in primis.
Dr. Santonocito: Forse ha ragione. Purtroppo, alla mia età spesso si è confusi di proprio su chi si è. Con questa situazione poi, si fatica davvero tanto.
Dr.ssa Massaro: No, i primi episodi d'ansia risalgono a qualche tempo prima dell'inizio della relazione. Il periodo in cui sono stato con lei, per quanto non facile, non ha caratteristiche particolari. L'unica caratteristica particolare di questo rapporto magari, è proprio quella di essere stato il primo che ha dovuto confrontarsi con la mia ansia.
Dr. Cali: Quindi, lei dice che la cosa migliore sarebbe optare per la psicoterapia, valutando con lo specialista un eventuale allargamento alla farmacoterapia? Perchè tra le mie difficoltà, c'è anche quella di capire a quale specialista rivolgermi in primis.
Dr. Santonocito: Forse ha ragione. Purtroppo, alla mia età spesso si è confusi di proprio su chi si è. Con questa situazione poi, si fatica davvero tanto.
[#5]
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Quindi, lei dice che la cosa migliore sarebbe optare per la psicoterapia, valutando con lo specialista un eventuale allargamento alla farmacoterapia? Perchè tra le mie difficoltà, c'è anche quella di capire a quale specialista rivolgermi in primis
Più precisamente, valutare insieme ad uno psicoterapeuta se l'indicazione di una psicoterapia è adatta alle sue esigenze e se un'eventuale consulenza psichiatrica è indicata.
Cordiali saluti
Più precisamente, valutare insieme ad uno psicoterapeuta se l'indicazione di una psicoterapia è adatta alle sue esigenze e se un'eventuale consulenza psichiatrica è indicata.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2k visite dal 28/06/2011.
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