Non essere capiti e apprezzati
Buongiorno,sono nuovo di questo forum, premetto che sono in cura da anni con una psicoterapeuta. Volevo chiedere a chi risponderà,quando si è in un periodo di debolezza,depressione e mancata autostima ed è difficile far tutto e per di più non ci si sente capiti dai famigliari che la prendono come una mancata voglia e/o abitudine, come si reagisce a tutto questo? Io proprio poco fà mi son sentito dire queste cose e sono parole che si rinnovano dopo anni cioè dopo un'adolescenza vissuta difficilmente sia come profitto scolastico che come relazione sociale, la mia reazione non è stato rispondere a mia madre ma chiudermi in stanza e piangere a dirotto per il fatto che nonostante i miei sforzi ad uscire da questa situazione mi trovo rimproverato e non capito ecco il motivo del mio piangere cosa che mi riesce difficile in altri casi. Piuttosto c'è una reazione fredda a lutti e momenti di gioia,emozioni che cmq tengo dentro. Per un attimo mi son sentito disperato...... Grazie se leggerete queste mie parole.
[#1]
![Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016 Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016](https://static.medicitalia.it/public/fototessere/miniature/dottore.webp)
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Volevo chiedere a chi risponderà,quando si è in un periodo di debolezza,depressione e mancata autostima ed è difficile far tutto e per di più non ci si sente capiti dai famigliari che la prendono come una mancata voglia e/o abitudine, come si reagisce a tutto questo?
Gentile ragazzo, la farò breve, anche perchè lei è seguito da una psicoterapeuta e ha già ricevuto parecchie risposte ai suoi quesiti.
Un'ipotesi potrebbe essere smettere di esigere che gli altri la comprendano e la capiscano. Nessuno è tenuto a farlo, neppure i suoi familiari.
Comprendo che forse non è una risposta che fa piacere leggere, ma, molto semplicemente, finchè pretenderà che gli altri la capiscano, si causerà dolore e perderà tempo, che potrebbe più proficuamente investire nel dare una svolta concreta e più positiva alla sua vita.
Cordiali saluti
Gentile ragazzo, la farò breve, anche perchè lei è seguito da una psicoterapeuta e ha già ricevuto parecchie risposte ai suoi quesiti.
Un'ipotesi potrebbe essere smettere di esigere che gli altri la comprendano e la capiscano. Nessuno è tenuto a farlo, neppure i suoi familiari.
Comprendo che forse non è una risposta che fa piacere leggere, ma, molto semplicemente, finchè pretenderà che gli altri la capiscano, si causerà dolore e perderà tempo, che potrebbe più proficuamente investire nel dare una svolta concreta e più positiva alla sua vita.
Cordiali saluti
[#2]
Gent.le utente,
concordo con il collega, a volte ci si aspetta di essere capiti senza farsi capire
uso questo giro di parole per dirle che non è detto che le persone che stanno intorno a noi - anche chi ci sta più vicino - siano sempre in grado di capire i nostri bisogni, sentimenti, ecc.
Se i rapporti con i suoi famigliari glielo permettono, forse potrebbe . anche aiutato dal suo psicoterapeuta - lavorare proprio su questo: trovare il modo per farsi capire meglio da chi le sta vicino
Cari saluti
concordo con il collega, a volte ci si aspetta di essere capiti senza farsi capire
uso questo giro di parole per dirle che non è detto che le persone che stanno intorno a noi - anche chi ci sta più vicino - siano sempre in grado di capire i nostri bisogni, sentimenti, ecc.
Se i rapporti con i suoi famigliari glielo permettono, forse potrebbe . anche aiutato dal suo psicoterapeuta - lavorare proprio su questo: trovare il modo per farsi capire meglio da chi le sta vicino
Cari saluti
Dr.Fausto Girone
Psicologo-Psicoterapeuta Milano
www.faustogirone.com
[#3]
Gentile Utente,
per i familiari di una persona depressa può essere davvero difficile comprendere il disagio e le ragioni che lo sottendono.
Io sono convinta che i familiari dei pazienti in terapia avrebbero necessità di un sostegno a loro volta.
Detto questo, concordo con i Colleghi: ne ha parlato con lo psicoterapeuta che già La segue?
per i familiari di una persona depressa può essere davvero difficile comprendere il disagio e le ragioni che lo sottendono.
Io sono convinta che i familiari dei pazienti in terapia avrebbero necessità di un sostegno a loro volta.
Detto questo, concordo con i Colleghi: ne ha parlato con lo psicoterapeuta che già La segue?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 9.8k visite dal 25/06/2011.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.