Incapacità di corteggiare

Gentilissimi,
Vi scrivo per avere un'indicazione. Cercherò di essere breve: vi scrivo perchè non riesco a "cercare" partners sessuali e sentimentali, pur desiderandolo.Cosa voglio dire: ho forte difficoltà nell'approcciare e sedurre una donna, e normalmente riesco ad avviare un rapporto, sentimentale o sessuale, solo se è la donna ad avvicinarsi a me e dimostrare il suo interesse in maniera praticamente inequivocabile. La cosa mi disturba perchè il mio ultimo rapporto sessuale risale a circa 13 mesi fa. Non ritengo che questo sia particolarmente grave o patologico di per se, però avverto un forte desiderio sessuale e anche una certa solitudine, che mi rendono infelice.
Per darvi un'idea della situazione vi posso dire che spesso mi è capitato di iniziare a frequentare ragazze perchè mi interessavano, e non essere poi riuscito a trasformare la conoscenza in un rapporto amoroso o erotico che sia. E' come se non sapessi, anzi ritengo di non sapere, cosa bisogna fare per arrivare a quel risultato. Per contrasto so come si diventa amici di qualcuno, o come iniziare un rapporto di lavoro, o come relazionarmi con i membri della famiglia: quantomeno sono molto soddisfatto di come lo faccio, che mi sembra gia un buon risultato.
Per completare il quadro posso aggiungere che ho 25 anni, parlo 4 lingue, vivo all'estero da 3 anni, prima per studio, ora per lavoro e ho molti amici. Sono a volte ansioso, ma sempre meno col passare del tempo. Ho grande stima di me stesso e della mia intelligenza (senza falsa modestia), ma fisicamente non mi piaccio, anche se mi rendo conto di non essere brutto. E' come se pensassi di non poter piacere a una donna, salvo che si dimostri il contrario.
Ho gia parlato con un professionista della mia zona di questo problema durante due consulti: ha ritenuto che non ci fossero diagnosi da fare, e che semplicemente io sia un po piu introverso degli altri. Detto questo ha aggiunto che se la cosa mi disturbava avremmo potuto approfondirla. Io non ho ritenuto di intraprendere una terapia con lui perchè la sua risposta in qualche modo mi aveva soddisfatto, l'avevo accettata: scelsi di provare ad andare avanti da solo e lavorare su di me. In qualche modo man mano che passa il tempo mi sento piu tranquillo, mi accetto di piu per quello che sono, però ancora non ho sbloccato la situazione.
A questo punto la mia domanda: che cosa mi consigliate? valutate che la terapia possa essere utile, al di la del fatto che un consulto non fa male a nessuno? Se si, che tipo di terapia? A me onestamente interessa sbloccare questa situazione, e prendere finalmente il controllo della mia vita sessuale e sentimetale. altri aspetti, francamente, non mi interessano.
Avete eventuali suggerimenti di immediata applicazione, per provare a sbloccare questo tipo di situazione? Letture,tecniche, strategie da applicare su se stessi, o altro che a me non viene in mente?
Mi scuso per il fiume di parole!
Un grazie e un saluto cordiale.
[#1]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile utente,

un percorso psicologico (non parlerei di psicoterapia, dal momento che la sua situazione non è tale da giustificare una diagnosi) può esserle utile per accrescere l'autostima e analizzare meglio cosa succede quando una ragazza le interessa, ma non se la sente di avvicinarla esponendosi al posssibile rifiuto.
Mi sembra infatti di capire che il punto sia questo: se lei sa di piacere a una ragazza che le interessa non ha problemi, mentre se non sa cosa la ragazza può pensare di lei si blocca.
E' così?
le è mai successo in passato di farsi avanti ricevendo un rifiuto? Se sì, può dirci com'è andata?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Per superare l'insicurezza e la paura del rifiuto è adatta una consulenza psicologica mirata, ovvero non una "psicoterapia che fa bene a chiunque", ma un percorso con indicazioni comportamentali specifiche dirette a farle superare gradualmente la paura.

Un tipo di approccio che può fare al caso suo è quello breve strategico, di cui può trovare indicazioni e descrizioni qui:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/376-che-cos-e-la-psicoterapia-breve-strategica.html

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#3]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazzo,


"normalmente riesco ad avviare un rapporto, sentimentale o sessuale, solo se è la donna ad avvicinarsi a me e dimostrare il suo interesse in maniera praticamente inequivocabile".

"E' come se non sapessi, anzi ritengo di non sapere, cosa bisogna fare per arrivare a quel risultato."

Quindi ci sta chiedendo le "istruzioni per l'uso"? Ossia come dire che la sua individualità non può fare la differenza nell'entrare in relazione con l'altro?

"A me onestamente interessa sbloccare questa situazione, e prendere finalmente il controllo della mia vita sessuale e sentimetale. altri aspetti, francamente, non mi interessano."

la psicoterapia è un intervento mirato a favorire le condizioni favorevoli ad un processo di cambiamento relativo ad alcuni aspetti del suo modo di essere e di relazionarsi con gli altri, non solo e non semplicemente una "cura" per alleviare o eliminare eventuali disturbi psicopatologici.
A tal proposito se vuole approfondire può leggere questo articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#4]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"E' come se non sapessi, anzi ritengo di non sapere, cosa bisogna fare per arrivare a quel risultato..."

"fisicamente non mi piaccio, anche se mi rendo conto di non essere brutto. E' come se pensassi di non poter piacere a una donna, salvo che si dimostri il contrario"

Gentile Utente,

da ciò che ci ha scritto,si ipotizzano almeno tre questioni degne di attenzioni:

- mancanza di apprendimento e di negoziazione delle relazioni sentimentali.

- sentimenti di paura, ansia legati all'inesperienza e alla situazione

- bassa autostima e amabilità (io non piaccio)

Ciò che consigliano i Colleghi è una strada diretta ad affronatre questi temi. La psicoterapia, che - con i limiti di un consulto on line - mi sentirei di suggerire va ad esplorare anche le ragioni che sottendono le difficoltà per promuovere poi il cambiamento.
Può concordare con lo specialista che La vedrà la strada da seguire.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#5]
Attivo dal 2009 al 2020
Ex utente
Gentilissimi,
per prima cosa vi ringrazio tutti per la pronta risposta.

Dr.ssa Massaro: Si, piu volte mi sono fatto avanti e quasi sempre ho subito rifiuti. L'ultima volta mi è successo con una mia ex, con la quale mi vedevo spesso (senza avere rapporti, in un rapporto di amicizia). dopo un paio di mesi le ho parlato ed è cascata dalle nuvole, dicendomi che no, non era interessata, e che comunque era molto sorpresa perchè non aveva intuito nessun interesse.Per chiarezza: tra la nostra prima relazione e questo episodio sono passati 5 anni, in cui ci siamo visti molto poco, pur mantenendo buoni rapporti. Io onestamente credo a questa persona, che ha con me un rapporto di affetto che perdura ancora, a oggi è lei che mi cerca e mi chiede notizie, come prima del resto. Nota bene: quando la nostra relazione è iniziata, era stata lei a farsi avanti.
La cosa si è ripetuta altre volte e per esempio un altra ragazza mi cerca spesso per parlare, pensando che siamo amici: a me è anche simpatica ma ho iniziato a frequentarla per altri motivi, e ora che ho perso interesse (ho cambiato città e lavoro e non la vedo piu di persona) non so come reimpostare il rapporto.
Comunque quello che succede quando incasso un rifiuto è abbastanza semplice: provo rabbia, ansia, frustrazione, al limite non dormo o piango, e poi dopo qualche giorno sto meglio. Niente di strano, a mio giudizio. La situazione peggiora molto se mi rendo conto che mi è stato preferito qualcun altro: provo gelosia profondissima, frustrazione e desiderio di vendetta. Poi, piano piano, passa.
La cosa che mi lascia perplesso, è che comunque ricevo attenzioni e avances, anche se non frequentemente, da parte femminile. Quindi capisco di essere "sessualmente appetibile". Però non riesco a mettere a frutto questa cosa: se negli altri ambiti della mia vita agisco e scelgo, in questo le cose mi capitano, quando mi capitano.

Dr.ssa Camplone:
In un certo senso si, se esistessero le istruzioni per l'uso le consulterei volentieri. Una volte mi è anche successo di trovarle. Le spiego, cercando di essere breve: circa tre anni fa ho trascorso 6 mesi in Colombia, per motivi di studio. In questo paese vanno molto i balli di coppia, salsa merengue etc. Ora io sono un ballerino mediocre e anche un po timido, però col ballo ho imparato "il codice" locale: si invita una ragazza a ballare, si fa un po di conversazione, si prova con garbo ad avvicinarsi, se la ragazza lascia fare si puo provare un bacio. Fintanto che ero li, il mio problema era risolto: avevo una partner fissa ma quando andavo a ballare da solo cercavo sempre qualche scappatella, a volte trovandola a volte no. Non si fa, lo so, ma d'altronde non era una storia seria, e comunque non è che voglia diventare un seduttore seriale, vorrei solo poter scegliere.Finita questa parentesi tropicale sono tornato in Italia trovandomi da capo, senza sapere dove iniziare.
Capisce in che senso vorrei le istruzioni per l'uso?

Dr.ssa Pileci:
Io sono d'accordo con lei rispetto alle questioni che ha identificato. Però mi permetta un'osservazione: io i motivi di fondo del mio problema credo di conoscerli.C'è un lutto (mia madre è mancata 17 anni fa), una crescita precoce, un rapporto conflittuale coi coetanei(fino ai 16 anni circa), una certa rivalità con mio padre, altri piccoli traumi etc. senza entrare in particolari che sfocerebbero in una biografia. Come dire, io vedo abbastanza chiaro nel mio vissuto, e credo di portarmelo sulle spalle con una certa disinvoltura.
Scusi se mi permetto, ma a un certo punto, perchè indagare qualcosa che si conosce? In che modo la terapia è diversa dall'autoanalisi e dall'introspezione?

Dr. Santonocito grazie, non ero a conoscenza di questa possibilità e mi sembra molto interessante!

Grazie ancora a tutti per la disponibilità e la prontezza!
[#6]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Scusi se mi permetto, ma a un certo punto, perchè indagare qualcosa che si conosce? In che modo la terapia è diversa dall'autoanalisi e dall'introspezione?"

Semplicemente perchè il cambiamento non si ha quando la persona viene solo a conoscenza di qualcosa o fa delle connessioni tra eventi e modi di essere. Mi spiego meglio: anche gli amici dicono a volte le stesse cose che dice lo psicoterapeuta. Quest'ultimo però aiuta la persona a mettere in ordine queste cose e soprattutto a decentrare la situazione o prendere le distanze dal "vecchio" modo di funzionare e cominciare a camminare in maniera diversa, ponendo le domande giuste al momento giusto.
Molte persone sono bravissime ad analizzare le situazioni ma non a distaccarsene e rimangono invischiate per tutta la vita.
E poi, a volte è una questione di narrativa: il modo in cui noi ci raccontiamo la nostra storia di vita o gli eventi più significativi può intrappolarci.
Ad es se uno dice: "poichè i miei genitori sono separati, quindi anch'io sono destinato a divorziare e a non avere relazioni gratificanti"

Quindi una psicoterapia potrebbe fare luce su:
"C'è un lutto (mia madre è mancata 17 anni fa), una crescita precoce, un rapporto conflittuale coi coetanei(fino ai 16 anni circa), una certa rivalità con mio padre, altri piccoli traumi"

e sui significati che questi eventi hanno avuto per Lei.

Questa è fondamentalmente la differenza.
La differenza fondamentale con autoanalisi e introspezione poi è la relazione terapeutica, all'interno della quale è possibile vedere bene quali sono le modalità relazionali del
paziente, in quanto vengono riprodotte nell'interazione col terapeuta e quindi cambiarle.
[#7]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazzo,
qui siamo in Italia ci sono gli aperitivi, le discoteche, le chat, facebook e forse una minore spontaneità derivante dai diversi condizionamenti culturali. Ciò premesso, può studiare tutte le strategie che ritiene più efficaci ma poi ad un certo punto deve scegliere se "scendere in campo a giocare o restare seduto in panchina" lasciando che le cose possano accadere senza necessariamente essere lì a monitorare la situazione.

Per quanto riguarda gli altri aspetti del suo passato una psicoterapia le consentirebbe di "mettere a fuoco" come esso ha condizionato la formazione della sua personalità nonchè le sue modalità relazionali.