Aiutare mia zia,ha perso il figlio
Gentili dottori,
vi scrivo per esporvi un problema e avere qualche consiglio.Circa 2 mesi fa mio cugino,un ragazzo molto bello di 24 anni,ha fatto un gesto senza ritorno,si è ucciso.Premetto che non lo frequentavo se non in sporadiche rimpatriate familiari,mi piaceva,ma non posso dirlo di averlo conosciuto bene.Conosco però bene sua madre,mia zia.Le sono legata,e a pelle,ho sempre avuto molta stima.E' una donna che mi piace moltissimo,e non so come aiutarla in questa situazione.Ha un carattere estroverso ma molto riservato,le sue cose,sensazioni, non le esplicita,se non piccoli accenni.Però vedo che trema mentre parla,sento un'onda di disperazione in lei.Tutti in famiglia le siamo vicini fisicamente,andiamo a trovarla,si è fatto un bozzolo intorno a lei,per farle sentire ora come non mai il nostro amore.Tuttavia temo non basti,ho paura,penso,credo,che avrebbe bisogno di parlare di lui.Con mio zio parla poco,perchè lui è introverso,timido,taciturno.Lei no,parla,ma di altro.Poi accenna a mio cugino,ma con una parola en passant, e tu non sai mai se su quella parola devi restarci o se devi passar oltre,per non mettere il dito nella piaga.Premetto che mia madre e gli altri fratelli,le han già provato ad accennare se ha voglia di parlare con qualcuno,uno psicologo.Lei non vuole.Dice che nulla deve chiarirsi,che il motivo della sua sofferenza lo sa.Ho paura quando trema,sono triste quando le vedo gli occhi.Mi spiace non riuscire a capire o sentire,per darle una mano.Cosa possiamo fare per lei?
Grazie mille
vi scrivo per esporvi un problema e avere qualche consiglio.Circa 2 mesi fa mio cugino,un ragazzo molto bello di 24 anni,ha fatto un gesto senza ritorno,si è ucciso.Premetto che non lo frequentavo se non in sporadiche rimpatriate familiari,mi piaceva,ma non posso dirlo di averlo conosciuto bene.Conosco però bene sua madre,mia zia.Le sono legata,e a pelle,ho sempre avuto molta stima.E' una donna che mi piace moltissimo,e non so come aiutarla in questa situazione.Ha un carattere estroverso ma molto riservato,le sue cose,sensazioni, non le esplicita,se non piccoli accenni.Però vedo che trema mentre parla,sento un'onda di disperazione in lei.Tutti in famiglia le siamo vicini fisicamente,andiamo a trovarla,si è fatto un bozzolo intorno a lei,per farle sentire ora come non mai il nostro amore.Tuttavia temo non basti,ho paura,penso,credo,che avrebbe bisogno di parlare di lui.Con mio zio parla poco,perchè lui è introverso,timido,taciturno.Lei no,parla,ma di altro.Poi accenna a mio cugino,ma con una parola en passant, e tu non sai mai se su quella parola devi restarci o se devi passar oltre,per non mettere il dito nella piaga.Premetto che mia madre e gli altri fratelli,le han già provato ad accennare se ha voglia di parlare con qualcuno,uno psicologo.Lei non vuole.Dice che nulla deve chiarirsi,che il motivo della sua sofferenza lo sa.Ho paura quando trema,sono triste quando le vedo gli occhi.Mi spiace non riuscire a capire o sentire,per darle una mano.Cosa possiamo fare per lei?
Grazie mille
[#1]
Cara Ragazza,
la perdita di un figlio è un'esperienza terrificante, lancinante e devastante sul piano psichico.
L'amore delle parsone care, come lei, può sono lenire in parte la sofferenza, ma il rumore di fondo rimane e perpetua, anche un supporto psicologico, può solo parzialemnte aiutare nell'elaborazione della sofferenza, ma la perdita è troppo importante.
Le stia vicino come può, altro non credo ci sia da fare, il tempo stempererà i connotati del dolore, ma non il dolore dell'assenza.
cari saluti
la perdita di un figlio è un'esperienza terrificante, lancinante e devastante sul piano psichico.
L'amore delle parsone care, come lei, può sono lenire in parte la sofferenza, ma il rumore di fondo rimane e perpetua, anche un supporto psicologico, può solo parzialemnte aiutare nell'elaborazione della sofferenza, ma la perdita è troppo importante.
Le stia vicino come può, altro non credo ci sia da fare, il tempo stempererà i connotati del dolore, ma non il dolore dell'assenza.
cari saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
gentile ragazza, in situazioni come questa bisogna essere pronti ad accogliere qualsiasi reazione da parte di questa donna, che ha subito uno dei traumi peggiori che possano accadere nella vita.
statele vicino, siate pronti a rispondere, anche solo con il silenzio alle sue necessità.
e nel momento in cui la signora se la sentirà potrà aprirsi alla sua sofferenza ed eventualmente decidere di rivolgersi ad uno specialista.
cordiali saluti.
statele vicino, siate pronti a rispondere, anche solo con il silenzio alle sue necessità.
e nel momento in cui la signora se la sentirà potrà aprirsi alla sua sofferenza ed eventualmente decidere di rivolgersi ad uno specialista.
cordiali saluti.
Dr. Luigi Gileno
[#3]
Gentile Utente,
la morte di un figlio non può essere superata.
Tutti noi sappiamo, anche se ci è doloroso ammetterlo, che un giorno i nostri genitori ci lasceranno.
Un figlio no! Non possiamo nemmeno pensarlo!
Ecco perchè la coscienza si dissocia, tanto è traumatico e devastante l'evento("Ho paura quando trema,sono triste quando le vedo gli occhi").
Tutti i genitori colpiti da tale disgrazia che ho avuto modo di vedere nell'ambito della mia attività clinica descrivono questo momento come uno "spartiacque" nella propria vita e si descrivono anche in "io prima" e "io dopo" a partire da quel momento.
Ci sono anche associazioni di self-help create da genitori che hanno perso un figlio; qui ho avuto modo di vedere che le persone si sentono maggiormente comprese nel loro dolore.
Ma a distanza di due mesi probabilmente è davvero troppo presto per suggerire qualcosa a Sua zia.
Le stia vicino con l'amore che ha da offrire, pronta anche ad accogliere le Sue "imprevedibili" reazioni al dolore.
Saluti,
la morte di un figlio non può essere superata.
Tutti noi sappiamo, anche se ci è doloroso ammetterlo, che un giorno i nostri genitori ci lasceranno.
Un figlio no! Non possiamo nemmeno pensarlo!
Ecco perchè la coscienza si dissocia, tanto è traumatico e devastante l'evento("Ho paura quando trema,sono triste quando le vedo gli occhi").
Tutti i genitori colpiti da tale disgrazia che ho avuto modo di vedere nell'ambito della mia attività clinica descrivono questo momento come uno "spartiacque" nella propria vita e si descrivono anche in "io prima" e "io dopo" a partire da quel momento.
Ci sono anche associazioni di self-help create da genitori che hanno perso un figlio; qui ho avuto modo di vedere che le persone si sentono maggiormente comprese nel loro dolore.
Ma a distanza di due mesi probabilmente è davvero troppo presto per suggerire qualcosa a Sua zia.
Le stia vicino con l'amore che ha da offrire, pronta anche ad accogliere le Sue "imprevedibili" reazioni al dolore.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.6k visite dal 10/06/2011.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.