I sintomi erano tachicardia, sensazione
Buongiorno dottori, di solito scrivo in cardiologia o in psichiatria ma stavolta per la prima volta scrivo qui, perchè non voglio assolutamente che un mio problema diventa anche il problema della persona che amo.
Ho 24 anni e ho iniziato a soffrire di attacchi di panico nel 2008, il primo mi prese in macchina mentre guidavo e i sintomi erano tachicardia, sensazione di svenimento, e più che semplice ansia, direi vera e propria paura di essere sul punto di morire. Ho fatto mille visite e tutti mi hanno escluso problemi "reali" tipo infarto ecc., quindi sono finita dalla mia psichiatra che mi ha dato, nell'ordine: en, xanax, tavor (al momento del bisogno), seropram, gabapentin, depakin...
L'anno scorso a inizio estate, smisi tutto di mia spontanea iniziativa perchè mi sentivo davvero molto meglio. Credevo quasi di esserne uscita del tutto! Passano due settimanema ricasco, punto e a capo, peggio di prima, finisco pure al pronto soccorso con tanto di valium in vena.
Ricomincio i farmaci, fino a gennaio di quest'anno. Da gennaio di quest'anno ho smesso di nuovo, stavolta in modo graduale. Adesso non prendo più niente da circa 3 mesi.
Ho fatto anche psicoterapia ma personalmente non mi è servita tantissimo.
Non sto malissimo, anzi direi benino, però a volte qualche crisi c'è ancora e che ne fa le spese è il mio fidanzato che mi porta sempre a casa e mi mette a letto. Lui non ce la fa più a reggere questa situazione e io ho paura che mi lasci. Anche se lui dice di volermi stare accanto e che comunque apprezza gli sforzi che sto facendo io ho paura che sotto sotto non abbia più voglia di sopportarmi e non voglio perderlo. Non so più che fare...
Ho 24 anni e ho iniziato a soffrire di attacchi di panico nel 2008, il primo mi prese in macchina mentre guidavo e i sintomi erano tachicardia, sensazione di svenimento, e più che semplice ansia, direi vera e propria paura di essere sul punto di morire. Ho fatto mille visite e tutti mi hanno escluso problemi "reali" tipo infarto ecc., quindi sono finita dalla mia psichiatra che mi ha dato, nell'ordine: en, xanax, tavor (al momento del bisogno), seropram, gabapentin, depakin...
L'anno scorso a inizio estate, smisi tutto di mia spontanea iniziativa perchè mi sentivo davvero molto meglio. Credevo quasi di esserne uscita del tutto! Passano due settimanema ricasco, punto e a capo, peggio di prima, finisco pure al pronto soccorso con tanto di valium in vena.
Ricomincio i farmaci, fino a gennaio di quest'anno. Da gennaio di quest'anno ho smesso di nuovo, stavolta in modo graduale. Adesso non prendo più niente da circa 3 mesi.
Ho fatto anche psicoterapia ma personalmente non mi è servita tantissimo.
Non sto malissimo, anzi direi benino, però a volte qualche crisi c'è ancora e che ne fa le spese è il mio fidanzato che mi porta sempre a casa e mi mette a letto. Lui non ce la fa più a reggere questa situazione e io ho paura che mi lasci. Anche se lui dice di volermi stare accanto e che comunque apprezza gli sforzi che sto facendo io ho paura che sotto sotto non abbia più voglia di sopportarmi e non voglio perderlo. Non so più che fare...
[#1]
Cioè vuole dire che "di solito scrive" in cardiologia o psichiatria, ma siccome ora "non sa più che fare" scrive in psicologia?
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Ex utente
no dottore, intendevo proprio il contrario.
Mi sono resa conto che il mio problema non è a livello fisico e devo farlo curare da chi è nel campo. Io finora avevo sbagliato campo perchè mi ero intestardita (ad esempio sul cuore e sull'infarto). ora ho finalmente capito che la radice del problema è nella psiche e quindi ho bisogno di voi.
Mi sono resa conto che il mio problema non è a livello fisico e devo farlo curare da chi è nel campo. Io finora avevo sbagliato campo perchè mi ero intestardita (ad esempio sul cuore e sull'infarto). ora ho finalmente capito che la radice del problema è nella psiche e quindi ho bisogno di voi.
[#4]
Ex utente
la prima psicoterapia l'ho fatta il primo anno (2008) che mi sono venuti gli attacchi di panico, è durata circa 4 mesi, una volta a settimana, ma se devo dire la verità le domande si limitavano a un "come sta oggi?" e mi lasciavano un po' l'amaro in bocca.
La seconda l'ho fatta di gruppo, l'anno scorso nel 2010 di circa tre mesi ed è stata migliore, con tanto di insegnamento di vari esercizi di respirazione da fare durante una crisi di panico. Cercavano di farci vedere le cose sotto altri punti di vista. E' stata proprio dopo questa che ho mollato gli psicofarmaci perchè vedevo che stavo bene...
La seconda l'ho fatta di gruppo, l'anno scorso nel 2010 di circa tre mesi ed è stata migliore, con tanto di insegnamento di vari esercizi di respirazione da fare durante una crisi di panico. Cercavano di farci vedere le cose sotto altri punti di vista. E' stata proprio dopo questa che ho mollato gli psicofarmaci perchè vedevo che stavo bene...
[#5]
Quindi deve aver avuto un'idea di come nei disturbi d'ansia sia importante ricevere istruzioni. Si tratta non tanto di parlare, interpretare, capire e scoprire cause, ma soprattutto di agire e sperimentare modi nuovi di comportarsi e sentire. La respirazione è solo un esempio, ci sono altre cose che è possibile fare.
Dal punto di vista di una terapia concreta e focalizzata come la terapia breve strategica, se non vi sono complicazioni di altro genere è possibile uscire dall'ansia rapidamente, anche nel giro di una decina di sedute. Ma è necessario rivolgersi a uno psicologo psicoterapeuta esperto in disturbi d'ansia.
Legga qui e s'informi:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Un punto importante è che dopo aver ottenuto lo sblocco dei sintomi il lavoro non è ancora concluso. È necessario proseguire ancora un po' nella terapia per consolidare i risultati ottenuti, e dev'essere il terapeuta a decretare la fine della terapia, non è opportuno interromperla di propria iniziativa.
Cordiali saluti
Dal punto di vista di una terapia concreta e focalizzata come la terapia breve strategica, se non vi sono complicazioni di altro genere è possibile uscire dall'ansia rapidamente, anche nel giro di una decina di sedute. Ma è necessario rivolgersi a uno psicologo psicoterapeuta esperto in disturbi d'ansia.
Legga qui e s'informi:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Un punto importante è che dopo aver ottenuto lo sblocco dei sintomi il lavoro non è ancora concluso. È necessario proseguire ancora un po' nella terapia per consolidare i risultati ottenuti, e dev'essere il terapeuta a decretare la fine della terapia, non è opportuno interromperla di propria iniziativa.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.6k visite dal 04/06/2011.
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