Elaborazione del lutto per la morte della madre
salve, sto chiedendo un consulto perchè non riesco a capacitarmi se la mia reazione alla morte di mia madre sia una cosa normale o se è brace sotto la cenere. io e mia madre abbiamo vissuto per 34 anni un rapporto simbiotico, dato forse dal fatto che fossi figlia unica ma anche dal carattere molto gioviale di mia madre. dopo 2 mesi di malattia mia madre è morta in soli 5 minuti e io a distanza di 20 giorni non provo alcuna emozione al riguardo. anzi, mi pare quasi che io non abbia mai avuto una madre. premetto che non assumo alcun medicinale anche perchè a me pare non ce ne sia bisogno in quanto ho ripreso a lavorare, dormo l'intera notte e con mio padre ho cercato di costruire un'altra routine. ecco, ogni qualvolta in passato mi capitava di pensare alla morte di mia madre, anche per una banale influenza, piangevo a dirotto, mi angosciavo e pensavo che quella dovesse esssere la mia reazione. c'è comunque da dire che niente mi da gioia. vivo in una sorta di limbo. dottore, è una reazione normale o fra quanto esploderà una reazione molto più devastante?la ringrazio anticipatamente per la risposta
[#1]
Sarebbe inutile colpevolizzarsi perché non sta soffrendo abbastanza. È possibile che lei sia una di quelle persone che si credono deboli, ma che alla prova dei fatti resistono molto più di quanto ci si aspetterebbe.
Oppure una persona che non reagisce subito ai lutti, anche questo può succedere.
In ogni caso non dovrebbe crearsi aspettative su ciò che sentirà o non sentirà, prenda la cosa come viene, affronti il suo lutto giorno per giorno e si preoccupi, eventualmente, solo quando sarà necessario.
Cordiali saluti
Oppure una persona che non reagisce subito ai lutti, anche questo può succedere.
In ogni caso non dovrebbe crearsi aspettative su ciò che sentirà o non sentirà, prenda la cosa come viene, affronti il suo lutto giorno per giorno e si preoccupi, eventualmente, solo quando sarà necessario.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Gentile Utente,
la "paralisi emotiva ed affettiva", è spesso un meccanismo psichico di difesa dal dolore.
Come giustamente ha intitolato la sua richiesta, dovrebbe effettuare quel doloroso, ma indispensabile, processo di elaborazione del lutto, processo che serve a dar vove e spazio al dolore inespresso.
cari ed affettuosi saluti
la "paralisi emotiva ed affettiva", è spesso un meccanismo psichico di difesa dal dolore.
Come giustamente ha intitolato la sua richiesta, dovrebbe effettuare quel doloroso, ma indispensabile, processo di elaborazione del lutto, processo che serve a dar vove e spazio al dolore inespresso.
cari ed affettuosi saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Gentile signora,
lei ha perso sua madre con la quale intratteneva un rapporto particolarmente significativo, una perdita grave avvenuta nell’arco di breve tempo quindi in modo ancora più traumatico.
In linea generale, non sentire emozioni, riorganizzarsi la quotidianità, sono una possibile reazione al lutto, una difesa che aiuta a non sentire il dolore immenso della perdita.
Anche il suo sentirsi in un limbo è parte delle reazioni normali alla perdita.
Il processo di elaborazione del lutto richiede un certo arco di tempo che varia, così come varia la qualità dell’elaborazione, in relazione a fattori personali ed ambientali oltre che al tipo di legame affettivo intercorso con la persona scomparsa.
E’ un processo che evolve in genere in maniera naturale e che passa attraverso diverse fasi che consentono il contatto con il dolore e la sua elaborazione culminando con l’accettazione definitiva della perdita.
Al termine del processo le energie, che precedentemente erano investite nell’elaborazione del lutto, possono essere nuovamente reinvestite sul nuovo. In questo modo la vita può riprendere il suo corso regolare.
Quando il processo è difficoltoso, si può “congelare” in una delle sua fasi, protrarsi eccessivamente nel tempo, non completarsi. Allora può essere utile chiedere un aiuto psicologico.
Dunque, per ora, si dia tempo e qualora in futuro dovesse sentirsi in difficoltà, può contattare uno psicologo.
Cari saluti
lei ha perso sua madre con la quale intratteneva un rapporto particolarmente significativo, una perdita grave avvenuta nell’arco di breve tempo quindi in modo ancora più traumatico.
In linea generale, non sentire emozioni, riorganizzarsi la quotidianità, sono una possibile reazione al lutto, una difesa che aiuta a non sentire il dolore immenso della perdita.
Anche il suo sentirsi in un limbo è parte delle reazioni normali alla perdita.
Il processo di elaborazione del lutto richiede un certo arco di tempo che varia, così come varia la qualità dell’elaborazione, in relazione a fattori personali ed ambientali oltre che al tipo di legame affettivo intercorso con la persona scomparsa.
E’ un processo che evolve in genere in maniera naturale e che passa attraverso diverse fasi che consentono il contatto con il dolore e la sua elaborazione culminando con l’accettazione definitiva della perdita.
Al termine del processo le energie, che precedentemente erano investite nell’elaborazione del lutto, possono essere nuovamente reinvestite sul nuovo. In questo modo la vita può riprendere il suo corso regolare.
Quando il processo è difficoltoso, si può “congelare” in una delle sua fasi, protrarsi eccessivamente nel tempo, non completarsi. Allora può essere utile chiedere un aiuto psicologico.
Dunque, per ora, si dia tempo e qualora in futuro dovesse sentirsi in difficoltà, può contattare uno psicologo.
Cari saluti
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 19.6k visite dal 30/05/2011.
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