Pensiero fisso e ansia... credo...

Salve a tutti.

Da un po' di tempo ho dei pensieri fissi che non ne vogliono sapere di lasciarmi in pace... o meglio, lo fanno, ma per periodi di tempo molto brevi.
Vi racconto una breve storia: diverso tempo fa (ormai 4 anni fa), quando mi trasferii a casa con l'angelo che poi sarebbe diventata mia moglie, ebbi delle crisi perché il trasferimento fu molto repentino e io non ebbi molta decisione a riguardo ma, col tempo, le sensazioni che provavo si mitigarono. Ogni tanto si ripresentano ma ormai so come farvi fronte, sia per le esperienze passate (di eventi belli e brutti che ci hanno legato ne sono successi tanti) che per la pazienza sia mia che di mia moglie.
Ogni tanto però mi capitava di avere delle "crisi" che poi, col tempo, si mitigavano, dovute magari al periodo un po' noioso o al lavoro un po' più snervante del solito.
Ma adesso mi sembra di essere tornato indietro: è da un paio di mesi che mi sto martoriando la testa con i miei errori passati.
Il primo: quasi quattro anni fa, quando era da poco che mi ero trasferito, ma prima che mi sposassi, capitò che mia moglie era via per una settimana per lavoro. Io andai a trovare una mia amica che non vedevo da tempo... e, beh... successe l'irreparabile anche se mi fermai prima di "finire" e mi tormentai per quello che avevo fatto. Dopodiché portai questa ragazza a casa e non l'ho più praticamente sentita.
Dopo vari tormenti, il 19 Aprile di quest anno ho confessato la cosa a mia moglie che, all'inizio voleva buttarmi fuori di casa ma poi, successivamente nella stessa giornata, mi ha perdonato. Nei giorni dopo mi ha fatto molte domande chiaramente e io ho risposto a tutte.
Il problema è che adesso la mia mente vorrebbe che confessassi anche un'altra cosa che ho combinato molto prima: io e la mia ragazza stavamo di nuovo insieme (la nostra storia dura, grossomodo, da 10 anni e mezzo) ma io ho fatto delle cose che non dovevo fare con una, al tempo, collega. E adesso, forse rinfrancato dal fatto che lei potrebbe perdonarmi, vorrei confessare anche questa cosa... ma dall'altra non voglio perché lei mi ha perdonato per qualsiasi cosa le abbia fatto in passato e comunque non ha riflessi sulla nostra vita quotidiana (a parte il fatto che adesso ci penso).

C'è da dire che ultimamente ci sono altri fattori che reputo importanti che, penso, stiano condizionando il mio umore e, di conseguenza, la mia inefficacia nel contrastare il conflitto:
- sono tornato a lavorare sotto il mio vecchio capo e il lavoro mi annoia;
- ho poca vita sociale;
- sto facendo una dieta abbastanza dura: a pranzo uno yogurt e a merenda un frutto;

Per cercare di calmarmi sto prendendo la valeriana di mattina ma non funziona molto.

Sto pensando seriamente se rivolgermi a uno psicoterapeuta ma tenderei a non farlo per adesso vista la precarietà dei miei fondi monetari... in più non voglio fare sentire mia moglie una incapace di starmi accanto. Lei fa già tanto per me :)

Cordiali saluti e grazie

Scusate la lunghezza :)
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente, potrebbe gentilmente riformulare la sua richiesta?
Vuole sapere se riteniamo opportuna una psicoterapia?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Utente
Utente
Beh sì... e cosa ve ne sembra del mio problema se di problema si tratta.
Magari variare un po' la vita e semplicemente cercare di pensare positivo potrebbero farmi stare meglio?
E' che sono molto dubbioso e smanioso di stare meglio: nei momenti di crisi peggiore, quando non ho valvole di sfogo o non mi diverto, etc... mi vengono crisi di pianto, mi commuovo facilmente, vedo la foto di mia moglie e mi viene da piangere pensando che lei è dolce e che è sbagliato ciò che le ho fatto (anche se è passata diversa acqua sotto i ponti) e che non la voglio perdere... cose che comunque penso anche normalmente ogni tanto, ma non mi fanno stare male.
Non vorrei rischiare di non essere chiaro: io amo mia moglie e farei qualsiasi cosa per lei... tranne farla soffrire di nuovo. Quando le ho confessato ciò che ho fatto il 19 Aprile lei è stata comprensiva e mi ha perdonato... e se le confessassi anche quest'altra cosa ancora più vecchia (ma molto meno grave)? Questa è la cosa che mi tormenta.
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Ciò di cui Lei parla si chiama "senso di colpa".
Il senso di colpa si attiva in noi quando siamo consapevoli di avere danneggiato qualcosa/qualcuno.
Tuttavia dovrebbe spingerci a "riparare", nel senso di non ripetere l'errore nuovamente.
Se, al contrario, non sperimentiamo il senso di colpa, diventiamo devianti (a livello sociale, delinquenziale, ecc...).
Se non riesce ad uscire da questo "tormento" può pensare di chiedere aiuto ad uno psicologo di persona per elaborare questa angoscia.
Sull'interazione con Sua moglie, invece, comprenderà che non spetta a noi darLe consigli o indicazioni in merito.

Saluti,
[#4]
Utente
Utente
Beh, io le posso dire che non sono deviante perché provo senso di colpa per qualsiasi cosa faccia che reputo sbagliata.
E l'errore non l'ho più ripetuto da quella maledetta notte di Settembre 2007, quando ho capito veramente cosa provavo per mia moglie. Anzi, è stata proprio quella volta lì a farmi capire quanto stessi sbagliando.
Tuttavia, già in quel periodo, non pensavo più a ciò che avevo commesso prima di convivere. O almeno, sì, il pensiero qualche volta vagava verso quei lidi ma non mi tormentava di sicuro.
Il pensiero che ho adesso mi è tornato in mente il giorno stesso in cui ho confessato ciò che ho fatto e non mi spiego il perché visto che pensavo fosse sepolto nel passato e non tornasse a tormentarmi in questo modo. Credevo che togliermi un peso dalla coscienza mi avrebbe risollevato ma non è stato così... o almeno non del tutto.

Grazie dei consigli comunque :)
[#5]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

anche i sensi di colpa, gli errori, ecc... debbono essere compresi ed elaborati. Quindi si prenda il Suo tempo.
Siamo esseri umani, non macchine.

Saluti,
[#6]
Utente
Utente
Lei ha ragione e la ringrazio ancora tanto per il suo tempo... anche se in effetti, a pensarci bene, col tempo, questo pensiero tornerà nel suo angolino, quanto tempo ci vorrà? E' questo che mi crea ansia! Voglio sapere quanto tempo ci vorrà prima che la mia mente tolga questo pensiero dal fuoco.
E' possibile che tutti i miei amici siano dei bravi psicologi? Voglio dire, alla luce di quello che gli ho raccontato (ciò che grossomodo ho scritto qui), tutti quanti mi dicono: aspetta e dimentica, mettici impegno per lasciarti alle spalle questo pensiero.
Io ci provo, lo giuro, con qualsiasi mezzo. Il problema è anche la mia ansia: sto maluccio, ho mal di testa, mi addormento troppo presto rispetto ai miei canoni (sono abituato a giocare al PC fino a tardi... non sempre eh, qualche volta :) ), ho un senso di pressione alla bocca dello stomaco, sono diventato ipersensibile (di norma sono solo sensibile), per liberarmi dallo "stress" piango, etc...
Tutto questo può essere dovuto a un qualche accumulo di stress? Questo rimuginio continuo e lo stato che mi comporta intendo.
A volte, quando sono proprio giù di morale, ho proprio paura di ammalarmi.
In più lavoro anche troppo di fantasia: per esempio ho paura che, la notte quando vado ad espletare, di vedermi davanti il "fantasma" della tizia in questione... dannati videogiochi!

Boh, sembro una pallina impazzita.

Scusatemi ma forse ho proprio tanto tanto bisogno di sfogarmi e parlare, non lo so...

Grazie ancora tantissimo.
[#7]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"...aspetta e dimentica, mettici impegno per lasciarti alle spalle questo pensiero..."

Gentile signore, faccia attenzione perchè l'inghippo di questo meccanismo mentale è proprio rafforzare il pensiero che vuole tanto scacciare.
Cioè più si ripete o pensa di scacciare un pensiero e più questo pensiero si rafforza.

Per la sintomatologia può rivolgersi al Suo medico di base il quale, se necessario, potrà impostare una cura farmacologica.

Saluti,
[#8]
Utente
Utente
Hmmm... infatti lo so che è così. Accidenti, quando mi trasferii, ebbi tormenti continui dovuti al fatto del cambio di casa, di abitudini, responsabilità... e mi sentivo più o meno in questo modo: sensibile, apprensivo, pauroso... mi mettevo a cercare il significato di "ansia", "stress", etc... per capire se i sintomi combaciassero.
In effetti dovrei lasciare che il pensiero faccia il suo corso e sparisca come è sparito l'ultima volta. Vorrei solo capire se i pensieri possono danneggiare a lungo andare il "supporto"... già lo so da me che non fa bene rimuginare di continuo (pensi che sono perfino impaurito dal fatto di parlarne nel sonno).
La sua indicazione è, comunque, se non ho capito male, di lasciare che la mia mente elabori da sola senza sovraccaricarla inutilmente ed eventualmente rivolgermi al medico per "calmare" i sintomi fisici del rimuginio?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Accanirsi ripetendosi o dandosi la prescrizione di NON pensare a determinati eventi avrà l'effetto opposto, ovvero acutizzerà i pensieri e i Suoi timori.

Per quanto riguarda la sintomatologia ansiosa sarà il medico a poter prescrivere un trattamento farmacologico.

Saluti,
[#10]
Utente
Utente
Ok perfetto :) le farò sapere come procede.

Grazie mille e buona giornata
[#11]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Buona giornata anche a Lei!
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