Posso affermare di manifestare due depressioni "differenti" sempre se soffro realmente di
Gentili medici del sito, sono un ragazzo di 23 anni. Fino a poco tempo fà pensavo di essere apatico mentre adesso credo di essere scivolato in una "leggera" depressione.
ho cercato su internet i sintomi, ho trovato questa pagina che credo sia abbastanza completa:
http://web.ticino.com/oasiblu/dep/dep20.htm
Posso affermare di manifestare due depressioni "differenti" sempre se soffro realmente di depressione.
Una è quella che sento dentro di me mentre l'altra è quella che manifesto ai miei genitori, (uno dei due è un medico e non si è ancora accorto di nulla talmente la maschero bene)
dei sintomi elencati nel sito precedente mi ritrovo esattamente in questi.
tristezza, senso di abbattimento, incapacità di provare emozioni sia piacevoli sia spiacevoli.
Il paziente è distaccato da ciò che lo circonda ecc....
Il paziente depresso non prende più decisioni ecc...
I colloqui spontanei con chi gli sta accanto divengono rari e, se gli vengono rivolte domande dirette, risponde brevemente.
Il paziente diventa triste, scoraggiato, senza speranza, si disinteressa di ciò che lo circonda e interrompe le attività abituali (lavoro, studio, impegni casalinghi ecc.)
inversione del ritmo sonno veglia (sto scrivendo questo messaggio alle 03,30)
durante il giorno sono assolutamente sereno e sto bene con me stesso mentre di notte sono ancora più sereno perchè sono assolutamente solo con me stesso e non penso a niente e nessuno.
Per questo sviluppa progressivamente la convinzione di non valere, di essere incapace e inadeguato, e prova sentimenti di colpa nei confronti dei propri familiari.
in un confronto diretto con qualsiasi persona mi sentirei assolutamente inadeguato.
ho frequentato per due anni l'università in una facoltà che mi piaceva ed anche molto, e l'ho mollata perchè il lavoro che speravo di fare tramite la laurea era riservato a una ristretta nicchia (non volevo fare l'astronauta ma quasi)
adesso sono quasi due anni che faccio parte della famosa generazione nè nè e di fronte al test di ammissione che si svolgerà fra qualche mese a cui vorrei partecipare per reiscrivermi all'università non ho la minima intenzione di prepararmi e faccio scorrere lentamente i mesi.
mi isolo dagli amici perchè i miei amici non mi soddisfano, sono attorniato da debosciati come e più di me che il sabato non hanno alcuna intenzione di uscire (pur vivendo in una grande città piena di stimoli)
ai miei genitori invece faccio notare solo l'inversione del ritmo sonno veglia e l'apatia totale durante il giorno.
con il prossimo comunico normalmente e senza nessuna paura, sono molto naturale ma ho sempre meno argomenti di cui disporre per interessare il prossimo. anche per questo i miei genitori ancora non si sono accorti di nulla, diciamo che la nascondo bene.
l'altro sesso non mi interessa quasi più. ho sempre avuto dei gusti molto difficili, adesso provo una leggera indifferenza.
aspetto risposta per poter continuare il mio racconto ed essere il più chiaro possibile.
ho cercato su internet i sintomi, ho trovato questa pagina che credo sia abbastanza completa:
http://web.ticino.com/oasiblu/dep/dep20.htm
Posso affermare di manifestare due depressioni "differenti" sempre se soffro realmente di depressione.
Una è quella che sento dentro di me mentre l'altra è quella che manifesto ai miei genitori, (uno dei due è un medico e non si è ancora accorto di nulla talmente la maschero bene)
dei sintomi elencati nel sito precedente mi ritrovo esattamente in questi.
tristezza, senso di abbattimento, incapacità di provare emozioni sia piacevoli sia spiacevoli.
Il paziente è distaccato da ciò che lo circonda ecc....
Il paziente depresso non prende più decisioni ecc...
I colloqui spontanei con chi gli sta accanto divengono rari e, se gli vengono rivolte domande dirette, risponde brevemente.
Il paziente diventa triste, scoraggiato, senza speranza, si disinteressa di ciò che lo circonda e interrompe le attività abituali (lavoro, studio, impegni casalinghi ecc.)
inversione del ritmo sonno veglia (sto scrivendo questo messaggio alle 03,30)
durante il giorno sono assolutamente sereno e sto bene con me stesso mentre di notte sono ancora più sereno perchè sono assolutamente solo con me stesso e non penso a niente e nessuno.
Per questo sviluppa progressivamente la convinzione di non valere, di essere incapace e inadeguato, e prova sentimenti di colpa nei confronti dei propri familiari.
in un confronto diretto con qualsiasi persona mi sentirei assolutamente inadeguato.
ho frequentato per due anni l'università in una facoltà che mi piaceva ed anche molto, e l'ho mollata perchè il lavoro che speravo di fare tramite la laurea era riservato a una ristretta nicchia (non volevo fare l'astronauta ma quasi)
adesso sono quasi due anni che faccio parte della famosa generazione nè nè e di fronte al test di ammissione che si svolgerà fra qualche mese a cui vorrei partecipare per reiscrivermi all'università non ho la minima intenzione di prepararmi e faccio scorrere lentamente i mesi.
mi isolo dagli amici perchè i miei amici non mi soddisfano, sono attorniato da debosciati come e più di me che il sabato non hanno alcuna intenzione di uscire (pur vivendo in una grande città piena di stimoli)
ai miei genitori invece faccio notare solo l'inversione del ritmo sonno veglia e l'apatia totale durante il giorno.
con il prossimo comunico normalmente e senza nessuna paura, sono molto naturale ma ho sempre meno argomenti di cui disporre per interessare il prossimo. anche per questo i miei genitori ancora non si sono accorti di nulla, diciamo che la nascondo bene.
l'altro sesso non mi interessa quasi più. ho sempre avuto dei gusti molto difficili, adesso provo una leggera indifferenza.
aspetto risposta per poter continuare il mio racconto ed essere il più chiaro possibile.
[#1]
Gentile Utente,
internet non è un clinico, non può fare diagnosi del suo malessere, nè tanto meno indirizzarla verso un'auto-diagnosi.
Se lei vertesse realemnte in uno stato depressivo, una valutzione psicologica de visu, diventa una possibile strada da seguire, girovagare online, non l'aiuta affatto.
Provi a parlare con i suioi genitori, nascondere non l'aiuta, magari provvederanno loro ad indirizzarla verso un clinico di riferimento.
Saluti
internet non è un clinico, non può fare diagnosi del suo malessere, nè tanto meno indirizzarla verso un'auto-diagnosi.
Se lei vertesse realemnte in uno stato depressivo, una valutzione psicologica de visu, diventa una possibile strada da seguire, girovagare online, non l'aiuta affatto.
Provi a parlare con i suioi genitori, nascondere non l'aiuta, magari provvederanno loro ad indirizzarla verso un clinico di riferimento.
Saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Caro ragazzo,
non hai preso in considerazione l'idea che la tua reazione potrebbe essere perfettamente adeguata alla situazione che stai vivendo?
Hai seguito per 2 anni un corso universitario che ti piaceva ma a metà strada hai chiuso, realizzando che il lavoro che sogni è riservato a pochi (escludendo quindi di poter essere fra loro), non sai cosa fare del tuo futuro, potresti ricominciare l'università a fianco di ragazzi che hanno 4 anni meno di te, in famiglia nessuno si accorge di come ti senti e ti sei reso conto che i tuoi amici sono persone annoiate e svogliate che non contribuiscono certo a infonderti entusiasmo.
Non ti sembra sufficiente per sentirti quanto meno disorientato?
Se poi da quando hai mollato l'università non hai fatto altro, e solo a distanza di 2 anni stai pensando di ricominciare, significa anche che in famiglia non ricevi particolari stimoli nè richieste di decidere del tuo futuro, e che il modo in cui passi le giornate non è preso sufficientemente in considerazione perchè qualcuno lo contesti e lo contrasti.
Credo che tutto questo insieme abbatterebbe e farebbe scivolare nell'apatia chiunque.
Con questo non voglio dire che non sarebbe opportuna una valutazione psicologica condotta di persona, come ti ha consigliato la d.ssa Randone, e te lo consiglio anzi anch'io.
Vorrei però invitarti a considerare la faccenda anche in termini di ragionevole reazione alla situazione, e non solo in termini di possibile patologia.
La parola “depressione” è abusata e questo non consente di rendersi conto che esistono situazioni che portano a sentirsi giù senza essere "malati" di qualcosa:
www.medicitalia.it/fmassaro/news/668/DEPRESSIONE-troppe-diagnosi-e-troppi-farmaci
A mio parere dovresti chiedere un supporto psicologico per arrivare alla data del test in condizioni tali da poterlo passare, e per farti aiutare a rimettere la tua vita sui binari giusti in modo tale da riacquistare serenità.
Ti auguro che questo avvenga presto!
non hai preso in considerazione l'idea che la tua reazione potrebbe essere perfettamente adeguata alla situazione che stai vivendo?
Hai seguito per 2 anni un corso universitario che ti piaceva ma a metà strada hai chiuso, realizzando che il lavoro che sogni è riservato a pochi (escludendo quindi di poter essere fra loro), non sai cosa fare del tuo futuro, potresti ricominciare l'università a fianco di ragazzi che hanno 4 anni meno di te, in famiglia nessuno si accorge di come ti senti e ti sei reso conto che i tuoi amici sono persone annoiate e svogliate che non contribuiscono certo a infonderti entusiasmo.
Non ti sembra sufficiente per sentirti quanto meno disorientato?
Se poi da quando hai mollato l'università non hai fatto altro, e solo a distanza di 2 anni stai pensando di ricominciare, significa anche che in famiglia non ricevi particolari stimoli nè richieste di decidere del tuo futuro, e che il modo in cui passi le giornate non è preso sufficientemente in considerazione perchè qualcuno lo contesti e lo contrasti.
Credo che tutto questo insieme abbatterebbe e farebbe scivolare nell'apatia chiunque.
Con questo non voglio dire che non sarebbe opportuna una valutazione psicologica condotta di persona, come ti ha consigliato la d.ssa Randone, e te lo consiglio anzi anch'io.
Vorrei però invitarti a considerare la faccenda anche in termini di ragionevole reazione alla situazione, e non solo in termini di possibile patologia.
La parola “depressione” è abusata e questo non consente di rendersi conto che esistono situazioni che portano a sentirsi giù senza essere "malati" di qualcosa:
www.medicitalia.it/fmassaro/news/668/DEPRESSIONE-troppe-diagnosi-e-troppi-farmaci
A mio parere dovresti chiedere un supporto psicologico per arrivare alla data del test in condizioni tali da poterlo passare, e per farti aiutare a rimettere la tua vita sui binari giusti in modo tale da riacquistare serenità.
Ti auguro che questo avvenga presto!
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#3]
gentile utente, purtroppo internet può solo aiutare in qualche riflessione personale...non è possibile utilizzarlo come diagnosta...
per cui la consiglio di rivolgersi a qualche collega per riuscire ad avviare un progetto utile alla sua situazione di vita.
cordiali saluti.
per cui la consiglio di rivolgersi a qualche collega per riuscire ad avviare un progetto utile alla sua situazione di vita.
cordiali saluti.
Dr. Luigi Gileno
[#4]
Ex utente
gentili dottori, dentro di me sento di essere letteralmente uno stronzo.
nella mia breve vita ho potuto vedere gente che sta male, amici che se ne sono andati a causa di incidenti stradali, gli ospedali sono pieni di gente che soffre, inoltre la televisione propone oltre alle solite veline alcuni servizi che fanno riflettere e fanno capire che tu sei un privilegiato. nel nostro paese non dilaga l'aids e non siamo obbligati a sobbarcarci 20 kg di acqua sulla schiena per 15 km di cammino. ho sentito molte volte sta frase ed ora ne sono sempre più convinto.
"Se vivevamo nel dopoguerra e tutti dovevano correre per accaparrarsi un pezzo di pane, nessuno aveva il tempo di inventarsi questa malattia che si chiama apatia"
la scorsa settimana sull'emittente la 7 è andato in onda un servizio dove facevano vedere una prostituta rumena di 23 anni (mia coetanea) che si prostituiva per mancanza di soldi dall' età di 18 anni. questa ragazza vive in una baracca ai margini della ferrovia.
io penso a me dentro casa, coccolato dai miei genitori che non mi fanno mancare nulla.
dottoressa massaro, in famiglia non si accorgono di nulla perchè io non voglio che nessuno si accorga di nulla. i miei non mi hanno mai toccato ed è stato un male, secondo me un bel ceffone qualche volta mi avrebbe giovato.
in famiglia sono solare, parlo normalmente. con gli amici non parlo molto ma sono ugualmente solare e metto gli altri subito a loro agio. sono disposto a farmi in quattro per tutti (stupidamente) poi ricevo delle botte niente male.
se penso alla situazione di quella coetanea e poi ripenso alla mia sono sempre più convinto di essere uno stronzo smidollato. non è questione di sfiducia nei propri riguardi, semplicemente evito di prendermi in giro da solo.
non soffro di depressione perchè come detto prima sono solare con tutti, amichevole ecc.... solo che dando uno sguardo ai sintomi e vedendo che la gran parte combacia con quello che mi sento dentro un leggero dubbio mi è venuto.
starò semplicemente cercando una scusa per la mia svogliatezza. ho già detto che mi sento uno smidollato?
nella mia breve vita ho potuto vedere gente che sta male, amici che se ne sono andati a causa di incidenti stradali, gli ospedali sono pieni di gente che soffre, inoltre la televisione propone oltre alle solite veline alcuni servizi che fanno riflettere e fanno capire che tu sei un privilegiato. nel nostro paese non dilaga l'aids e non siamo obbligati a sobbarcarci 20 kg di acqua sulla schiena per 15 km di cammino. ho sentito molte volte sta frase ed ora ne sono sempre più convinto.
"Se vivevamo nel dopoguerra e tutti dovevano correre per accaparrarsi un pezzo di pane, nessuno aveva il tempo di inventarsi questa malattia che si chiama apatia"
la scorsa settimana sull'emittente la 7 è andato in onda un servizio dove facevano vedere una prostituta rumena di 23 anni (mia coetanea) che si prostituiva per mancanza di soldi dall' età di 18 anni. questa ragazza vive in una baracca ai margini della ferrovia.
io penso a me dentro casa, coccolato dai miei genitori che non mi fanno mancare nulla.
dottoressa massaro, in famiglia non si accorgono di nulla perchè io non voglio che nessuno si accorga di nulla. i miei non mi hanno mai toccato ed è stato un male, secondo me un bel ceffone qualche volta mi avrebbe giovato.
in famiglia sono solare, parlo normalmente. con gli amici non parlo molto ma sono ugualmente solare e metto gli altri subito a loro agio. sono disposto a farmi in quattro per tutti (stupidamente) poi ricevo delle botte niente male.
se penso alla situazione di quella coetanea e poi ripenso alla mia sono sempre più convinto di essere uno stronzo smidollato. non è questione di sfiducia nei propri riguardi, semplicemente evito di prendermi in giro da solo.
non soffro di depressione perchè come detto prima sono solare con tutti, amichevole ecc.... solo che dando uno sguardo ai sintomi e vedendo che la gran parte combacia con quello che mi sento dentro un leggero dubbio mi è venuto.
starò semplicemente cercando una scusa per la mia svogliatezza. ho già detto che mi sento uno smidollato?
[#5]
Il confronto con situazioni più difficili può servire a ridimensionare la gravità percepita della propria situazione, ma sarebbe un errore pensare che siccome c'è chi sta peggio il proprio disagio non ha motivo di esistere.
Se ti senti nel modo che ci hai descritto non cambia nulla che altri stiano meglio o peggio di te.
Se ti sei "arenato" in parte potresti avere delle responsabilità, in parte no, ma se anche impegnandoti non riesci a cambiare le cose hai bisogno di un aiuto: non conta il fatto che riesci a mostrarti solare e disponibile con gli altri, conta come ti senti dentro.
Se ti senti nel modo che ci hai descritto non cambia nulla che altri stiano meglio o peggio di te.
Se ti sei "arenato" in parte potresti avere delle responsabilità, in parte no, ma se anche impegnandoti non riesci a cambiare le cose hai bisogno di un aiuto: non conta il fatto che riesci a mostrarti solare e disponibile con gli altri, conta come ti senti dentro.
[#6]
Ex utente
posso sintetizzare due gravi problemi.
sono un ragazzo studioso, non troppo ma nella media. ahimè non si potrebbe dire questo di me perchè ho una certa repulsione per i libri.
mi piace studiare, mi piace conoscere, amo apprendere e quando so qualcosa la mia autostima aumenta.
non riesco a capire perchè da qualche anno non voglia studiare e non voglia crearmi un futuro.
veramente so perchè non voglio studiare, non sono abituato a soffrire, a sudare per raggiungere l'ambito traguardo, attualmente non ho nemmeno un traguardo da raggiungere.
il secondo problema è il seguente. attualmente la mia unica "passione" è ritornare in un luogo molto bello e per me molto caro. vorrei tanto riuscire a crearmi una posizione lavorativa sicura e stabile in questo luogo e trasferirmi definitivamente.
questi luoghi sono delle isole, come potreste immaginare nelle isole la gran parte dei lavori si svolgono da giungo ad agosto.
3 mesi di guadagno per vivere i restanti 12.
non è una posizione tanto desiderabile...
tramite il corso di laurea che andrei a fare, riuscirei a creami "agevolmente" una posizione "sicura" e "stabile" in questi luoghi. riuncendo a lavorate tutto l'anno a differenza della gente locale dedita al settore turistico che come detto prima lavora dai 3 ai 5 mesi e deve vivere tutto l'anno con i soldi guadagnati nel periodo estivo.
la via di accesso a questo grande sogno (per me smidollato è un sogno) è un esame di ammissione ad un corso di laurea, uno fra i più tosti. diciamo che non è difficile passare l'esame di ammissione. basterebbe studiare i 10 mesi precedenti l'esame e sperare per il meglio.
l'esame in caso si potrebbe ritentare l'anno successivo con una preparazione ancora maggiore ma io a 23 anni non posso permettermi di far passare il tempo così inutilmente.
i miei genitori sono letteralmente disperati ed hanno il terrore che a loro capiti qualcosa così che io senza niente in mano debba.....
ps: mi sento proprio uno stronzo.
sono un ragazzo studioso, non troppo ma nella media. ahimè non si potrebbe dire questo di me perchè ho una certa repulsione per i libri.
mi piace studiare, mi piace conoscere, amo apprendere e quando so qualcosa la mia autostima aumenta.
non riesco a capire perchè da qualche anno non voglia studiare e non voglia crearmi un futuro.
veramente so perchè non voglio studiare, non sono abituato a soffrire, a sudare per raggiungere l'ambito traguardo, attualmente non ho nemmeno un traguardo da raggiungere.
il secondo problema è il seguente. attualmente la mia unica "passione" è ritornare in un luogo molto bello e per me molto caro. vorrei tanto riuscire a crearmi una posizione lavorativa sicura e stabile in questo luogo e trasferirmi definitivamente.
questi luoghi sono delle isole, come potreste immaginare nelle isole la gran parte dei lavori si svolgono da giungo ad agosto.
3 mesi di guadagno per vivere i restanti 12.
non è una posizione tanto desiderabile...
tramite il corso di laurea che andrei a fare, riuscirei a creami "agevolmente" una posizione "sicura" e "stabile" in questi luoghi. riuncendo a lavorate tutto l'anno a differenza della gente locale dedita al settore turistico che come detto prima lavora dai 3 ai 5 mesi e deve vivere tutto l'anno con i soldi guadagnati nel periodo estivo.
la via di accesso a questo grande sogno (per me smidollato è un sogno) è un esame di ammissione ad un corso di laurea, uno fra i più tosti. diciamo che non è difficile passare l'esame di ammissione. basterebbe studiare i 10 mesi precedenti l'esame e sperare per il meglio.
l'esame in caso si potrebbe ritentare l'anno successivo con una preparazione ancora maggiore ma io a 23 anni non posso permettermi di far passare il tempo così inutilmente.
i miei genitori sono letteralmente disperati ed hanno il terrore che a loro capiti qualcosa così che io senza niente in mano debba.....
ps: mi sento proprio uno stronzo.
[#7]
Gent.le ragazzo,
sembra che tu abbia molta voglia di raccontarti e questa è un'ottima premessa per iniziare un percorso con uno psicologo (privato o pubblico ad es. presso il COnsultorio familiare)che ti aiuti a fare chiarezza dentro di te, stabilire degli obiettivi, consolidare la tua motivazione ma sopratutto assumere un atteggiamento meno giudicante che ti consenta di entrare in contatto con i tuoi reali bisogni.
sembra che tu abbia molta voglia di raccontarti e questa è un'ottima premessa per iniziare un percorso con uno psicologo (privato o pubblico ad es. presso il COnsultorio familiare)che ti aiuti a fare chiarezza dentro di te, stabilire degli obiettivi, consolidare la tua motivazione ma sopratutto assumere un atteggiamento meno giudicante che ti consenta di entrare in contatto con i tuoi reali bisogni.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#8]
Ex utente
dottoressa, mi ha frainteso internet ed uno schermo rendono forti molte persone. io sono un ragazzo aperto e disponibile con tutti, attualmente non ho una grande fiducia nel prossimo (nei coetanei 20 enni) mi trovo molto bene invece a discutere con gente che ha 10 20 30 anni più di me.
tutte queste cose sono abituato e tenermele dentro, neanche ai miei genitori, i miei più grandi amici ne ho mai parlato apertamente.
so benissimo che nessuno, neanche i miei genitori possono "aiutarmi" nel senso che i miei genitori cercano di aiutarmi in tutti i modi ma se io faccio "muro" il loro aiuto viene vanificato.
ho "paura" che uno psicologo possa solo dirmi (sentendo di persona quello che ho scritto in questa discussione) di affidarmi alla mia unica aspirazione, studiare per raggiungere l'ambito traguardo e poter iscrivermi ad un corso di laurea ad accesso programmato.
neanche vedere la preoccupazione negli occhi dei miei genitori riesce a spronarmi in positivo, figuriamoci le parole di un completo estraneo.
questo è un momento nel quale vorrei tanto cambiare ma allo stesso tempo sono "infognato" in un qualcosa che vorrei tanto superare.
mi piace molto fare uno sport e quest'anno l'ho
abbandonato per apatia, sappiamo tutti che uno sport
(hobby) non da il pane sotto ai denti.
lentamente ho cacciato ogni mia piccola aspirazione e passione ed ora ne sono totalmente sprovvisto.
vorrei appigliarmi a qualcosa ma non riesco a scorgere nulla.
dico questo con l'amaro in bocca sapendo che fuori c'è gente che sta molto ma molto peggio di me.
tutte queste cose sono abituato e tenermele dentro, neanche ai miei genitori, i miei più grandi amici ne ho mai parlato apertamente.
so benissimo che nessuno, neanche i miei genitori possono "aiutarmi" nel senso che i miei genitori cercano di aiutarmi in tutti i modi ma se io faccio "muro" il loro aiuto viene vanificato.
ho "paura" che uno psicologo possa solo dirmi (sentendo di persona quello che ho scritto in questa discussione) di affidarmi alla mia unica aspirazione, studiare per raggiungere l'ambito traguardo e poter iscrivermi ad un corso di laurea ad accesso programmato.
neanche vedere la preoccupazione negli occhi dei miei genitori riesce a spronarmi in positivo, figuriamoci le parole di un completo estraneo.
questo è un momento nel quale vorrei tanto cambiare ma allo stesso tempo sono "infognato" in un qualcosa che vorrei tanto superare.
mi piace molto fare uno sport e quest'anno l'ho
abbandonato per apatia, sappiamo tutti che uno sport
(hobby) non da il pane sotto ai denti.
lentamente ho cacciato ogni mia piccola aspirazione e passione ed ora ne sono totalmente sprovvisto.
vorrei appigliarmi a qualcosa ma non riesco a scorgere nulla.
dico questo con l'amaro in bocca sapendo che fuori c'è gente che sta molto ma molto peggio di me.
[#9]
Ex utente
ho riflettuto molto oggi e credo di essere arrivato ad una conclusione, un ragazzo di 23 anni non può avere come unica aspirazione il trasferimento in una località piacevole con un lavoro altrettanto piacevole.
ci sono dei passaggi intermedi che un ventenne deve per forza fare pena guardarsi indietro negli anni, ripensare al tempo sprecato e piangersi addosso.
come scritto attualmente mi sono disappassionato di tutto, la vita è bellissima, gioie dolori ecc ecc, quali sono i piccoli passi che devo fare per innamorarmi nuovamente della vita?
i miei amici attuali non mi soddisfano, sono un ragazzo chiuso caratterialmente ma molto disponibile.
in pratica parlo poco di me stesso, so ascoltare molto ma consigliare poco, sono sempre disponibile per favori vari ma quando noto che i favori che mi chiedono non vengono ricambiati mi chiudo, faccio una "crosta" e passo avanti.
l'ultima è stata questa.
mi hanno chiamato per un piccolo trasloco roba di studenti perchè ero l'unico ad avere la macchina, non ho chiesto soldi ne una pizza, volevo solo essere trattato bene. successivamente ho notato in questa persona che avevo aiutato solo freddezza.
ricevere queste cattiverie gratuite mi faceva rimanere male, ora da qualche anno ho imparato a fregarmene.
si ok, me ne frego ma ho anche imparato a chiudermi e non riconoscere ne cercare i veri amici di cui una persona ha bisogno in questa strana vita, per questo scrivo che i miei unici miei amici attualmente sono i miei genitori.
devo fare piccoli passi e riprendere piano piano fiducia, solo la fiducia potrà farmi cambiare.
cosa devo fare per dar fiducia agli amici?
cosa devo fare per dar fiducia all'amore?
cosa devo fare per dar fiducia allo studio?
cosa devo fare per dar fiducia a vattelapesca?
cosa devo fare per dar fiducia a me stesso?
come lo vedete il volontariato a gente che sta male? handicappati in primis?
potrei offrire del bene e al contempo riscoprire me stesso.
ci sono dei passaggi intermedi che un ventenne deve per forza fare pena guardarsi indietro negli anni, ripensare al tempo sprecato e piangersi addosso.
come scritto attualmente mi sono disappassionato di tutto, la vita è bellissima, gioie dolori ecc ecc, quali sono i piccoli passi che devo fare per innamorarmi nuovamente della vita?
i miei amici attuali non mi soddisfano, sono un ragazzo chiuso caratterialmente ma molto disponibile.
in pratica parlo poco di me stesso, so ascoltare molto ma consigliare poco, sono sempre disponibile per favori vari ma quando noto che i favori che mi chiedono non vengono ricambiati mi chiudo, faccio una "crosta" e passo avanti.
l'ultima è stata questa.
mi hanno chiamato per un piccolo trasloco roba di studenti perchè ero l'unico ad avere la macchina, non ho chiesto soldi ne una pizza, volevo solo essere trattato bene. successivamente ho notato in questa persona che avevo aiutato solo freddezza.
ricevere queste cattiverie gratuite mi faceva rimanere male, ora da qualche anno ho imparato a fregarmene.
si ok, me ne frego ma ho anche imparato a chiudermi e non riconoscere ne cercare i veri amici di cui una persona ha bisogno in questa strana vita, per questo scrivo che i miei unici miei amici attualmente sono i miei genitori.
devo fare piccoli passi e riprendere piano piano fiducia, solo la fiducia potrà farmi cambiare.
cosa devo fare per dar fiducia agli amici?
cosa devo fare per dar fiducia all'amore?
cosa devo fare per dar fiducia allo studio?
cosa devo fare per dar fiducia a vattelapesca?
cosa devo fare per dar fiducia a me stesso?
come lo vedete il volontariato a gente che sta male? handicappati in primis?
potrei offrire del bene e al contempo riscoprire me stesso.
[#10]
Ex utente
gentili dottori, ho trovato questa discussione nella quale mi ritrovo perfettamente
http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20081129163840AAl1yua
vi chiedo un piccolo consiglio perchè pur essendo gentile, disponibile per certi versi "solare" mi ritrovo ad essere estremamente chiuso.
ho scritto che ho degli "amici" debosciati di cui potrei fare veramente a meno.
ho subito delle "grandi delusioni" avvenute ai tempi delle superiori che ora ripensandoci su possono essere benissimo riclassificate come stupidaggini. (cazzatelle)
ahimè queste stupidaggini mi causavano una grossa insicurezza che nel tempo si è tramutata in sfiducia verso il prossimo, vedendo questi amici debosciati mi chiudo ancora di più e pur essendo cordiale con tutti, mi ritrovo ad essere chiuso con il 100% della gente.
non ho mai parlato apertamente nemmeno con i miei genitori che sono le persone a cui voglio più bene nella mia vita. glisso spesso e volentieri.
voi consigliate e fate bene a consigliare di rivolgersi a degli psicologi e so benissimo che una terapia da uno psicologo potrebbe cambiarmi da così a così.
il mio problema è che ho il terrore di essere giudicato, ho paura che uno possa pensare che io sia un debosciato quando so benissimo di esserlo.
ritornando alla risposta presente in questa discussione
http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20081129163840AAl1yua
nella risposta si legge di cercare appiglio in qualcosa che piace, in un sogno remoto ecc... io attualmente non ho nessuno spuntone al quale possa appigliarmi, il sapere che gente che sta male e che fà di tutto per migliorare dovrebbe essere uno stimolo enorme ma.... ahimè non basta.
più passa il tempo, più mi sento inadatto al confronto con gli altri. non voglio conoscere altra gente perchè sarei in difficoltà quando gli altri mi chiederebbero "ma tu cosa fai nella vita" ?
mi sento uno stronzo sopratutto perchè anche i ragazzi in cura psichiatrica affetti da una vera forma depressiva molto spesso trovano la forza di chiedere aiuto a qualcuno e in seguito di dare esami all'università (mio obiettivo attuale).
non so se dico una cavolata ma credo di essere sprofondato in una situazione ben peggiore della depressione, non è molto bello quando il primo stimolo della propria vita è cancellare gli stimoli positivi e le ambizioni.
vi prego non ditemi soltanto di rivolgermi a uno psicologo. appena troverò la forza o il coraggio sarà la prima cosa che farò.
http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20081129163840AAl1yua
vi chiedo un piccolo consiglio perchè pur essendo gentile, disponibile per certi versi "solare" mi ritrovo ad essere estremamente chiuso.
ho scritto che ho degli "amici" debosciati di cui potrei fare veramente a meno.
ho subito delle "grandi delusioni" avvenute ai tempi delle superiori che ora ripensandoci su possono essere benissimo riclassificate come stupidaggini. (cazzatelle)
ahimè queste stupidaggini mi causavano una grossa insicurezza che nel tempo si è tramutata in sfiducia verso il prossimo, vedendo questi amici debosciati mi chiudo ancora di più e pur essendo cordiale con tutti, mi ritrovo ad essere chiuso con il 100% della gente.
non ho mai parlato apertamente nemmeno con i miei genitori che sono le persone a cui voglio più bene nella mia vita. glisso spesso e volentieri.
voi consigliate e fate bene a consigliare di rivolgersi a degli psicologi e so benissimo che una terapia da uno psicologo potrebbe cambiarmi da così a così.
il mio problema è che ho il terrore di essere giudicato, ho paura che uno possa pensare che io sia un debosciato quando so benissimo di esserlo.
ritornando alla risposta presente in questa discussione
http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20081129163840AAl1yua
nella risposta si legge di cercare appiglio in qualcosa che piace, in un sogno remoto ecc... io attualmente non ho nessuno spuntone al quale possa appigliarmi, il sapere che gente che sta male e che fà di tutto per migliorare dovrebbe essere uno stimolo enorme ma.... ahimè non basta.
più passa il tempo, più mi sento inadatto al confronto con gli altri. non voglio conoscere altra gente perchè sarei in difficoltà quando gli altri mi chiederebbero "ma tu cosa fai nella vita" ?
mi sento uno stronzo sopratutto perchè anche i ragazzi in cura psichiatrica affetti da una vera forma depressiva molto spesso trovano la forza di chiedere aiuto a qualcuno e in seguito di dare esami all'università (mio obiettivo attuale).
non so se dico una cavolata ma credo di essere sprofondato in una situazione ben peggiore della depressione, non è molto bello quando il primo stimolo della propria vita è cancellare gli stimoli positivi e le ambizioni.
vi prego non ditemi soltanto di rivolgermi a uno psicologo. appena troverò la forza o il coraggio sarà la prima cosa che farò.
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"ho "paura" che uno psicologo possa solo dirmi (sentendo di persona quello che ho scritto in questa discussione) di affidarmi alla mia unica aspirazione, studiare per raggiungere l'ambito traguardo e poter iscrivermi ad un corso di laurea ad accesso programmato"
"vi prego non ditemi soltanto di rivolgermi a uno psicologo"
Sembra che tu ti aspetti da noi che non ti possiamo vedere nè parlare qualcosa di più di quanto potresti aspettarti da uno psicologo che ti incontrasse di persona.
In realtà è il contrario, e non conoscendoti non possiamo dirti altro se non che ci sembra davvero utile che tu inizi un percorso psicologico, invece di tirare avanti ancora per altro tempo con lo stato d'animo che ci hai descritto.
Non trovi?
"vi prego non ditemi soltanto di rivolgermi a uno psicologo"
Sembra che tu ti aspetti da noi che non ti possiamo vedere nè parlare qualcosa di più di quanto potresti aspettarti da uno psicologo che ti incontrasse di persona.
In realtà è il contrario, e non conoscendoti non possiamo dirti altro se non che ci sembra davvero utile che tu inizi un percorso psicologico, invece di tirare avanti ancora per altro tempo con lo stato d'animo che ci hai descritto.
Non trovi?
[#12]
Ex utente
ha perfettamente ragione, ho solo un grande nemico. me stesso! sono estremamente orgoglioso (in questo caso orgoglione) sono sicuro di potercela fare da solo quando sono anni che vegeto...
mi trovo in difficoltà quando incontro gente nuova che mi potrebbe chiedere cosa faccio nella vita e vorrei ovviamente glissare.
varrebbe lo stesso per lo psicologo che in un futuro breve dovrei/vorrei incontrare.
ometterei sicuramente alcuni passaggi per farmi declassificare da debosciatissimo a debosciato.
ho costruito una grande sfiducia in me stesso che si è trasformata in sfiducia verso gli altri.
ho una sana invidia verso le persone estremamente solari.
mi trovo in difficoltà quando incontro gente nuova che mi potrebbe chiedere cosa faccio nella vita e vorrei ovviamente glissare.
varrebbe lo stesso per lo psicologo che in un futuro breve dovrei/vorrei incontrare.
ometterei sicuramente alcuni passaggi per farmi declassificare da debosciatissimo a debosciato.
ho costruito una grande sfiducia in me stesso che si è trasformata in sfiducia verso gli altri.
ho una sana invidia verso le persone estremamente solari.
[#13]
Gent.le ragazzo,
il ruolo dello psicologo non è quello di fare un "massaggio emozionale condito con rassicurazioni e compatimento delle tue sfortune", ma creare le condizioni favorevoli ad un processo di cambiamento, che passa necessariamente dalla possibilità di mettere in discussione gli aspetti più rigidi del tuo modo di essere al fine di modificarli rendendoli funzionali alle tu esigenze.
il ruolo dello psicologo non è quello di fare un "massaggio emozionale condito con rassicurazioni e compatimento delle tue sfortune", ma creare le condizioni favorevoli ad un processo di cambiamento, che passa necessariamente dalla possibilità di mettere in discussione gli aspetti più rigidi del tuo modo di essere al fine di modificarli rendendoli funzionali alle tu esigenze.
[#14]
Uno psicologo che ti vedesse di persona non avrebbe il compito di giudicarti, ma di aiutarti, e coglierebbe molto più di quello che tu vorresti far vedere proprio per poterti aiutare.
Francamente da qui non possiamo dirti altro: spero che gli spunti che ti abbiamo fornito ti siano stati di qualche utilità, ma il lavoro vero dev'essere svolto di persona.
Francamente da qui non possiamo dirti altro: spero che gli spunti che ti abbiamo fornito ti siano stati di qualche utilità, ma il lavoro vero dev'essere svolto di persona.
Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 2.2k visite dal 29/05/2011.
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