Insonnia e terapia per disturbo alimentare

Gent.mi Dottori,
buongiorno.
Qui di seguito riassumo per sommi capi la mia "storia", affinché possiate avere un quadro abbastanza completo, cosi' da potermi dare un consiglio.
Soffro di bulimia nervosa da 15 lunghissimi anni. Purtroppo solo da pochi mesi ho deciso di curarmi; in passato NON c'era in me la volontà di guarire; la bulimia era diventata la mia "compagna di vita". Ciò malgrado sono riuscita a laurearmi e trasferirmi in Cina per lavoro, sperando fievolmente che il trasferimento potesse aiutarmi. Non è stato cosi'. Al rientro ho cominciato a soffrire d'ansia e attacchi di panico. Inizialmente mi fu prescritto alprazolama dal medico curante che però mi stordiva e gonfiava. Mi decisi ad andare da uno psichiatra che mi visitò in 15 minuti e mi prescrisse cymbalta 60. Contemporaneamente feci alcune sedute di psicoterapia con una sua collega ma non ero convinta e mi sentivo abbandonata...smisi alla 4° seduta. Il farmaco mi stabilizzò l'umore (niente ansia e attacchi di panico) ma non risolse la bulimia. Dopo 1 anno di assunzione, non so perchè, decisi di sospenderlo.
E' successo a gennaio/febbraio di due anni fa: lo scorso anno è stato un infermo: ansia, insonnia, nervosismo...Ne sono uscita senza farmaci e tornando a fare sport. A dicembre di quest'anno, non so per quale motivo, è scattata la molla. Ho cercato una struttura ospedaliera dove curarmi e l'ho trovata: da febbraio mi seguono una psicologa (ogni 3 settimane), un altro psicologo (ogni 3 settimane), una nutrizionista e un'internista. Ho ridotto tanto le abbuffate/vomito e riesco a mangiare regolarmente a colazione e pranzo...purtroppo la sera ancora non ci siamo; tuttavia anche se vomito cerco cmq. di mangiare qualcosa.
All'inizio del percorso l'ansia si è riacutizzata, ora va molto meglio ma soffro d'insonnia. Sia io sia gli psicologi sono contrari all'uso di farmaci; mi limito a prendere 3 pastiglie di valeriana e 1 di melatonina prima di dormire.Su di me hanno effetto ma se sono particolarmente agitata, non c'è niente da fare: notte in bianco per poi crollare alle 21 della sera successiva fino alle 6.30...e mi sento benissimo.
Vorrei sapere:
- l'insonnia è forse ansia che si è "spostata" a sera? E' legata al percorso che sto facendo? Cosa posso fare per aiutarmi un po'? Il medico curante mi ha detto di prendere 10 gocce di Lexotan prima di dormire? Sono tante (sono alta 1.62 e peso 45 Kg), è un dosaggio a rischio di dipendenza???? Mi mette ansia anche il solo pensiero di prenderle. Valeriana e melatonina vanno bene? Hanno controindicazioni nell'uso prolungato?
Ho eseguito esame tiroide (tutto ok :) ed elettroencefalogramma, di cui martedi' avrò i risultati. Su ok dei medici pratico sport: 2 ore di danza e 4 ore di palestra a settimana.
Cosa mi consiglia? Cosa può servirmi per eliminare questo maledetto sintomo e frami del bene e vivere?
Grazie mille di tutti i vostri consigli.
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2009 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentilissima

A quanto pare la strada percorso e in generale buona direi a mio parere,il fatto poi di cercare altre interprettazioni alla sua Insonnia che può diventare ansia ecc,non so quanto le posso giovare!!
IO personalmente penso che l'insonnia è un disturbo che se visto in positivo può dare i suoi frutti,se mettiamo per puro caso che lei,ha delle questioni in sospeso,e si mette a dormire lei non dormirà perchè le questioni che deve affrontare sono li,sempre presenti nella sua coscienza,quindi a quel punto vi conviene alzarsu e fare qualcosa per affrontare le cose in sospeso!

Non basta mettersi giù a letto e chiudere gli occhi affinchè il sonno arrivi,e il sonno che deve far chiudere gli occhi!!! non l'incontrario,se vuole proprio dormire paradosalmente e meglio che lei si opponga con tutta se stessa al fatto di non voler dormire,vedrà che l'organismo si autoregola da solo,e può essre che si addormenta alla fine per stanchezza!


Per quanto riguarda i farmaci,io Personalmente non sono contrario,anche se non essendo noi medici l'ultinma parola aspetta al medico!!!

Vi INvito a chiedere uteriori delucidazioni ai suoi terapeuti cosa che penso la conopscono ancora meglio di noi!


Saluti
[#2]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Amica,

a volte i farmaci sono necessari ed è il caso di prenderli se il medico lo ritiene opportuno.
Il Centro presso il quale è in cura non include anche una visita psichiatrica nel percorso?

Molte volte l'insonnia è dovuta ad ansia e/o depressione, in particolare quando sono assenti altre cause di natura medica, e di conseguenza potrebbe essere avvenuto uno spostamento da un sintomo all'altro.
Non ignorerei comunque il fatto che il gran caldo di queste ultime settimane sta causando disturbi del sonno a molte persone.

Mi chiedo se una frequenza di sedute così scarsa sia sufficiente ad aiutarla, tanto più se non assume farmaci e visto che la sua storia clinica inizia 15 anni fa: ne ha parlato con gli psicologi del Centro?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#3]
Utente
Utente
Gent.ma Dott.ssa Massaro,

grazie mille per il Suo sollecito riscontro.
Anch'io vorrei almeno 1 seduta a settimana ma, purtroppo, la struttura ospedaliera non ha staff a sufficenza; sono impegnati quasi esclusivamente presso la clinica dell'ospedale, per cui questa è la disponiblità che possono darmi.
Provai anche all'ospedale San Carlo di Milano ma mi fu detto che il programma nuovo/sperimentale in corso prevedeva solo persone con residenza in Milano. Non mi sono abbattuta e ho cercato nella mia provincia.
Si', il percorso prevede anche uno psichiatra, che è il responsabile della struttura.
Anch'io ritengo che l'insonnia che, nel mio caso, è difficoltà ad addormentarmi, sia dovuta all'ansia che dal giorno si è spostata la notte.
Io vorrei evitare farmaci ma chiederò nuovamente consulto..Quando va male dormo 6 ore, il giorno dopo poi crollo la sera verso le 21/22 e dormo dritta dritta fino alle 6.30/7.00. Talvolta invece capita di stare sveglia fino alle 3 ma questo mi è successo 3 volte negli ultimi 4 mesi.
Ammetto che in me è sempre presente la paura di non riuscire a guarire, unita ad un lavoro stressante, ad una caua legale per truffa e ad una situazione famigliare non idilliaca.
L'ansia piu' grande è prorpio la mia battaglia contro il sintomo: durante il giorno non ci penso e se mangio con qualcuno sono abbastanza serena.....di sera è la fine..
In passato mi faceva da ansiolitico, oggi invece è un paradosso: sento ansia, vorrei abbuffarmi/vomitare ma mi dico di no e il pensiero di farlo mi accresce l'ansia...
Lo sport mi aiuta ma non sempre vinco e dico NO. Ogni volta che casco mi sento uno schifo, vinta, delusa da me stessa e triste.
Inoltre c'è forte la paura d'ingrassare, che tuttavia pian piano sta svanendo (ma moooooooooooooolto piano), mi sto sofrzando di rieducarmi a mangiare con l'aiuo della nutrizionista..Anche qui è una serie di tentativi, prima di trovare la ricetta ideale.
Se avessi in casa qualcuno con cui confidarmi e che stesse con me la sera (i miei genitori hanno un'attività che li tiene impegnati fino a tarda sera), cucinerei e proverei a riavvicinarmi al cibo anche cosi' ma non è la mia situazione. Sono sempre sola e, con onestà, la tristezza, un vuoto che mi fa male alla pancia mi portano ad isolarmi e a farmi del male.
E' una dipendeza infernale e io ho tanta tanta tanta tanta paura di non guarire.
So che controllo ancora molti aspetti della mia vita; forse il sonno è il momento in cui dovrei lasciarmi andare e non ci riesco.
Sono tanto impaurita.

Grazie mille

Ho pensato ad una soluzione privata ma non posso permettermelo purtroppo.
[#4]
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Kazanzhi,
buongiorno.

Grazie mille anche a Lei per l'attenzione dedicatami.
Si', ha ragione: nel momento in cui vado a dormire, tutti i pensieri si affollano e quello di voler/dover riuscire a dormire rincara il carico ed ecco che....bum non dormo.
Come faccio ad oppormi al "non voler dormire"? Scusi, non capisco cosa intende. Forse vuol dire che dovrei oppormi al "voler dormire" a tutti i costi e fare altro fin quando il corpo si stanca e crollo? Cosa posso fare?
Vede se la sera mi corico prima che i miei genitori rientrino le probabilità che mi mi addormenti sono alte (e poi nella notte non sento nulla, malgrado mio padre sia poco rispettoso degli altri); se invece li sento arrivare, sento lui che brontola, sbatte le porte, accende la TV, va avanti e indietro e lascia l'acqua aperta, allora è finita..
Penso che moltod erivi dalla rabbia che sto tirando fuori e dal disagio che ora non nascondo piu' stando in casa.
Vorrei andare via ma ci sono 2 ostacoli: una difficoltà econimica e la paura che da sola mi crei piu' alibi per stare male.
Forse però, ho pensato, se trovassi anche un minuscolo monolocale, per me sarebbe un nido..Potrei trovare altre attività per andarci solo proprio quando devo dormire...
Sono in una situazione in cui avrei tanto bisogno di braccia che mi sorreggano, di braccia che mi accolgano quando mi viene da piangere, che mi spronino quando traballo e mi sgridino anche ma che io veda sempre lì.
Ho bisogno di risposte ma temo che quelle sia solo io a poterle trovare...Il che mi spaventa, perchè brancolo nel buio.
Ho sola una cosa chiara in me: VOGLIO GUARIRE, VOGLIO TORNARE A VIVERE ma è come se una catena ancora non mi permettesse di correre via...come se fossi in un pozzo fondo e melmoso. Vedo il cielo e il sole, mi arrampico e salgo per un po' ma poi ricasco nella melma.

[#5]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
A mio parere dovrebbe stabilire se il percorso attuale è sufficiente o meno, e se non ho capito male di questo ha già parlato con lo staff e le è stato fatto capire che le servirebbe essere seguita in maniera più continuativa.

Se posso darle un consiglio, se davvero la struttura non ha altro da offrirle le converrebbe contattare comunque degli psicologi psicoterapeuti privati e far presente la sua situazione chiedendo quali sono le loro tariffe.
Queste infatti possono variare parecchio, ma soprattutto di solito la maggior parte di noi viene incontro a chi ha realmente delle difficoltà economiche e vale quindi la pena che si informi.
[#6]
Utente
Utente
Gent,ma Dott.ssa Massaro,
buonasera.

Grazie nuovamente per la Sua risposta.
In realtà sono io che vorrei fare almeno una seduta a settimana; l'équipe medica per ora non mi ha detto che avrei bisogno di essere seguita in modo piu' continuativo.
Tuttavia mercoledi' ho seduta e ne approfitto per chiedere allo psicologo se a suo avviso ne ho bisogno.
Io credo mi risponderà in modo oggettivo; io credo voglia il mio bene e che mi dirà cosa è meglio fare.
In ogni caso non è giusto, anzi è scandaloso, che lo stato non supporti le strutture pubbliche come dovrebbe; non solo garantendo stipendi quantomeno decorosi a medici e psicologi ma permettendo loro di lavorare con gli strumenti e negli ambienti piu' adatti.

Purtroppo ho cominciato il mio percorso solo a febbraio e sono solo all'inizio. Avrei tanto voluto cominciare anni fa, ma questa è una riflessione che faccio solo oggi, oggi che voglio guarire.
Certo se avessi affrontato il tutto prima, chissà, oggi potrei essere liberi.
A dire il vero ho provato 3 psicologi, tra cui lo psichiatra che dopo 15 minuti e 150 euro mi prescrisse il cymbalta 60 e poi m'indirizzo' dalla sua collega. Mi sono sentita un pacco. Ci andai 4 volte ma non solo la tariffa non si allontanava di molto da quella richiesta dallo psichiatra, io non ero convinta e motivata.
Con tutto rispetto mi chiedo come si possa prescrivere uno psicolfarmaco senza una reale anamnesi del paziente. Questo è il passato...Io voglio vivere il mio presente e il mio futuro.
Il mio sintomo non è tanto diverso da una dipendenza, a mio avviso ma è tanta la fame di vita che ho...Un tempo non volevo vivere; o meglio, ero totalmente apatica: un robot che studiava, mieteva esami con il massimo dei voti e, poi, successivamente, lavorava a ritmi folli.
Oggi io rivoglio la mia identità; voglio vivere, voglio trovare il coraggio di dire cosa voglio e costruire qualcosa.
Piango tanto da che ho cominciato il percorso; negli anni passati non ci riuscivo; ed è come se si sciogliesse qualcosa..se sento di voler piangere lo faccio, se non sto bene lo dico, se mi sento triste anche, se sono arrabbiata lo faccio presente...Faccio ancora fatica e ci sono molte occasioni in cui ancora non ci riesco ma mi rendo conto che quando comunico come mi sento in
realtà, chi mi vuole bene, cerca di aiutarmi...In passato stavo zitta. Sto imparando a dire il mio sentire, ad esprimere i miei bisogni. Se mi aspetto che la mano mi venga tesa nel modo in cui io desidero ma non lo dico, resterò costantemente delusa. Voglio spezzare quel circolo vizioso, voglio dire che esisto come fa un neonato che piange quando vuole qualcosa...POi imparerò a meglio articolare quello che voglio...
Mi sento comunque tanto tanto tanto tanto fragile e tutti i giorni mi chiedo se mai ce la farò; se ci sarà un giorno in cui mi alzerò con il sorriso di aver ripreso la mia vita...
[#7]
Utente
Utente
Gent.ma Dott.ssa Massaro,

rileggendo il mio messaggio iniziale mi sono accorta di un errore: gli psicoterapeuti che mi seguono sono due: una psicoterapeuta che è, per così dire, coordinatrice di tutta l'équipe e che si aggiorna con nutrizionista, internista e l'altro psicoterapeuta.
Questo secondo psicoterapeuta lo vedo ogni 2 settimane, non ogni 3...Certo non è come una seduta a settimana ma è cmq. diverso.
Ho solo voluto fare questa precisazione.
Mi rivolsi anche all'USSL per una psicoterapeuta ma anche il quel caso la tariffa era abbastanza alta (almeno per le mie possibilità). Chiedeva 70 euro/ora.
Con molta onestà penso sia giusto che uno specialista percepisca quanto gli spetta e quanto ritiene valga il suo lavoro, peraltro delicatissimo e tutt'altro che leggero.
Mi sono specializzata anch'io in una disciplina "particolare"; so cosa significa studiare con impegno, investire nel percorso di studi (senza certezza alcuna sul futuro) e mi demoralizzo e arrabbio quando mi dicono che se prendessero un qualsiasi cittadino di origine cinese e lo mandassero in Cina a fare ricerca di mercato, cercare il prodotto che vogliono e gestirgliene l'approvvigionamento costante, gli costerebbe molto meno...Che ci provino...ne ho visti diversi tornare a casa con la coda fra le gambe.
Inoltre non saprei come trovare lo psicoterapeuta "giusto" e per giusto non intendo bravo/a ma a me simpatico, nel senso piu' proprio del termine.
Mi trovo bene con la psicoterapeuta e lo psicoterapeuta che mi seguono, perchè SOLO LI' CON LORO DI FRONTE sento di essere me stessa, non mi sento giudicata e parlo come se parlassi a me stessa..Talvolta, anzi quasi sempre, durante la seduta piango ed è un pianto liberatorio..Mi vien un po' da piangere anche adesso...E' perchè mi sento capita, è perchè mi sento accolta nella mia fragilità ma spronata a venirne fuori...Non mi sento sola e esco dalle sedute a tratti sollevata e a tratti piu' convinta.
Lo sa anche Lei quanto sia difficile; chissà cosa sente tutti i giorni...Non augurerei al mio peggior nemico questo inferno, perchè ti succhia la linfa vitale, ti fa diventare una larva, ti toglie la voglia di vivere, ti ricnhiude in una bolla in cui non si sente nulla.
Io ora sento...sento anche il dolore, sento l'ansia ed è il sentirla senza intontirmi con ansiolitici che mi ha dato la forza di iniziare..L'anno scorso stavo cosi' male...ad un anno di distanza va molto meglio e ho forza di vivere...Ci son riuscita da sola, non so come...Oggi non sono piu' sola...Ho però tanta fretta di guarire, tanta fretta di vivere, di assaporare le piccole cose senza schiavitu'....di stare bene con me stessa, di volermi bene....Questo voglio anche se lo vedo cosi' lontano...
[#8]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"In passato stavo zitta. Sto imparando a dire il mio sentire, ad esprimere i miei bisogni. Se mi aspetto che la mano mi venga tesa nel modo in cui io desidero ma non lo dico, resterò costantemente delusa. Voglio spezzare quel circolo vizioso, voglio dire che esisto come fa un neonato che piange quando vuole qualcosa...POi imparerò a meglio articolare quello che voglio..."

Brava, si tratta di un progresso molto importante.
Visto che mi sembra di capire che si sta trovando bene, al di là della frequenza delle sedute, mercoledì parli chiaramente allo psicologo del centro e gli chieda cosa pensa della situazione e se non c'è qualche modo per aumentare le sedute, visto che ne sente il bisogno e che penso possa farle solo bene.

Ci faccia sapere cosa le dirà mercoledì e se ci saranno novità.
[#9]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2009 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta

Gentilissima

Quella che lei descrive è un processo molto fine,sappiamo tutti che sapere delle risposte a volte non basta,conoscere le cose non basta,può studiare libri di psicologia, farsi diagnosi,conoscere lo zen ecc,ma nulla di tutte queste cose vi aiuteranno se non è lei eè soltanto lei,ad occpuarsi di se stessa,si chiamo RESPONSABILITA'!
Non abbia paura di questa parola la responsabilità è un concetto bellissimo,se capito a fondo,significa capacità di rispondere alle situazioni,ora lei sta valutando alcune soluzioni ai suoi problemi,comincia a vedere come uscirne,valuta ecc, nel fare questo fa bene,ma si faccia aiutare ancora di più dall'aiuto dei professionisti che la seguono di già!
La definizione del pozzo,che lei stessa descrive,personalmente la vedo come lo stadio dell'impasse,stato quiete fermo melma,ecc!
Quando si arriva a questo stato si ha il bisogno di farsi aiutare visto che quello è lo stato per eccellenza di maturazione,anche se comporta molta paura,emozioni di angoscia ecc ecc!

Purtroppo questo spazio,online non lo aiuterà a farsi carico dei suoin problemi per fare ciò dovrebbe iniziare una Buona Psicoterapia, per uscire da questo stato di stasi!

Cosa che le auguro fortemente!

Un saluto
[#10]
Utente
Utente
Gent.ma Dott.ssa Massaro,
buonasera.

Io La ringrazio davvero; perchè mi sta dedicando il Suo tempo e la Sua competenza ma è soprattutto il tempo. Ne ho buttato via cosi' tanto e ne ho compreso il valore inestimabile, l'infinità che sta in ogni istante.
Una volta, diversi anni fa, mi fu chiesto quale a mio avviso fosse il regalo piu' preziosi che si potesse fare ad una persona; io risposi l'affetto ma la persona mi disse che ce n'era uno ancora piu' importante: IL PROPRIO TEMPO. Capii solo parzialmente il senso di quelle parole, oggi quel senso mi è cosi' chiaro.
Mercoledì parlero' con lo psicologo e gli chiedero' se non è possibile incrementare le sedute.
Dissi già che ero disposta a recarmi presso la clinica per fare i colloqui ma mi dissero che non era possibile, perché quando "di servizio" pressa la clinica/comunità non hanno modo di "interagire" con esterni. Suppongo che la clinica/comunità sia protetta dall'esterno e che io potrei costituire un elemento di disturbo per le ragazze che vengono li' curate.
So anche che l'altra difficoltà è la mancanza di ambulatori liberi presso l'ospedale; non so, forse ci sono protocolli da seguire che rendono poco agevole l'organizzazione. Se ci penso mi spaventa un po', perchè se è cosi' mi domando quante ragazze e quanti ragazzi soffrano del mio stesso disagio. E' cosi' triste. C'è una canzone di Robbie Williams che dice "voglio solo sentire, sentire la mia casa (il suo corpo), sentire amore...c'è cos' tanta vita nelle mie vene che vien gettata via..C'è una voragione nel mio animo, che puoi vedere dal mio volto.." Quella canzone per molti versi mi descrive appieno..e come me descrive tante/i giovani che dovrebbero essere esplosioni di vita e invece....
Sa cosa temo nel porre allo psicologo la domanda? Temo che possa dirmi che purtroppo, suo malgrado, questo è quanto la struttura pubblica ha da offrire. Da parte della psicologa/coordinatrice temo non ci siano speranze, ha sempre l'agenda cosi' fitta fitta. Lo psicologo viene da Genova; non so se ogni settimana ma ogni due di sicuro.
Ho dato loro piena disponibilita' di orario (anche la mattina), perchè per fortuna posso gestire gli orari di lavoro; basta lo sappia con anticipo, cosi' da preparare il lavoro con anticipo.
Inizialmente mi fu prospettata anche la soluzione della clinica/comunità; tuttavia la stessa équipe non l'ha ritenuta opportuna sia perchè il mio stato di salute è buono, sia perché mantenere una vita sociale, un lavoro e degli hobbies mi è di enorme aiuto, sia perché il ricovero con la conseguente perdita del lavoro (lavoro su contratti a progetto, purtroppo) all'età di 30 anni mi creerebbe altri problemi nel ricercarne un altro dopo la dimissione dalla clinica (ove soggiornerei con l'ansia di non guarire e trovarmi senza lavoro) sia perchè sto supportando la mia famiglia in un momento economico critico, donde la mia stessa difficoltà economica nel permettermi cure da pecialiti privati.

Posso chiederle consigli per l'insonnia? Fosse anche una diversa posologia di valeriana e melatonina o orari diversi nell'assumerla; piuttosto che un'igiene del sonno. Dove posso trovare informazioni utili?
Lexotan e simili potrebbero aiutarmi davvero? In che modo, senza rischiare di darmi dipendenza e gonfiarmi???
Un esempio: ieri sera sono andata al cinema; una bellissima serata. Sono rientrata tardi, ossia verso l'1.30, ho preso valeriana e melatonina un'ora prima (quand'ero ancora al cinema) ma nulla...Mi son rigirata fino alle 3. Ho perfino preso 10 gocce di Lexotan..Ero disperata, perchè continuavo a dirmi che dovevo dormire e non ci riuscivo. I tappi che uso per non entire i rumori e le lamentele di mio padre mi facevano male e creavano effetto eco del battito cardiaco nelle oreccie. Stamane mi arei dovuta alzare alle 8 per andare alle prove del ssaggio di danza. Ora sono uno zombie..Tiro fino alle 19 e poi andrò a dormire....Perchè non riesco a dormire come tutti appena poggiano la testa ul cuscino? Un tempo ci riucivo...voglio tornare ad essere come tutti gli altri dottoressa... Sono stanca di stare male.
[#11]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Come sa già, noi non siamo medici e non possiamo fornire indicazioni su farmaci o altri prodotti.
E' importante che lei veda l'insonnia per quello che è, e cioè un sintomo che fa parte di un quadro più complesso, e che eviti di cercare altre soluzioni al di fuori del percorso che sta già seguendo.
[#12]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<Ero disperata, perchè continuavo a dirmi che dovevo dormire e non ci riuscivo.>

In effetti è proprio così, più ci si concentra sul fatto di obbligarsi a dormire meno ci si riesce.

Concordo su quanto le hanno espresso i colleghi, è bene che ne parli direttamente con i suoi curanti.

Molti auguri



Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#13]
Utente
Utente
Gent.ma Dott.ssa Massaro,

sì, mi scusi. Avevo dimenticato che non potete dare indicazioni si farmaci e prodotti simili.
"Evitare di cercare altre soluzioni al di fuori del percorso che sto già seguendo"; ho capito cosa vuole dire.
Oggi pomeriggio ne parlo anche con la nutrizionista e mercoledì con lo psicologo.
La tengo aggiornata sugli sviluppi. Nel frattempo martedì ritiro il risultato dell'elettroencefalogramma; se anche quello è posto (speriamo), allora è tutto legato al mio problema di fondo.
Altre due domande, se posso: il fatto che quando mi corico, poi avverta lo stimolo di fare pipì più volte, proprio pochi istanti prima di addormentarmi, è sempre ansia, vero?!
Di fatto non faccio pipì; è solo stimolo.
Stanotte dopo un pianto sonoro ho dormito (più o meno dalle 22 alle 7); ero esausta..
Seconda domanda: ho notato che la settimana che precede il ciclo è un po' più critica, sono più agitata e l'insonnia è più pesante. Anche questo può influire?
Voglio però capire come affrontare questo problema dell'insonnia e fidarmi delle indicazioni dei medici.

Grazie mille dottoressa.
Le auguro buona giornata

[#14]
Utente
Utente
Gent.ma Dott.ssa Rinella,

grazie mille anche a Lei e alla Sua risposta.

Oggi e mercoledì ne parlerò con i medici.
Spero tanto di trovare presto la giusta strada da seguire.
Non fa nulla se c'impiego tanto; mi basterebbero progressi piccolo ma graduali.

Un detto cinese dice che "se si tirano i germogli affinché crescano più in fretta, i germogli poi moriranno". Io voglio pensare che il germoglio della mia guarigione sia quantomeno stato piantato...Vorrei vederlo spuntare, crescere e fiorire, anche a poco a poco...Lo garderei col sorriso..Ho solo tanta tanta tanta paura che muoia.

Cordialmente
[#15]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Può trattarsi di sintomi legati all'ansia e alla sindrome premestruale, ma, come le ho detto, non è utile che suddivida in pezzettini il quadro ed è necessario che quando ha le visite parli di tutti i sintomi a chi la sta seguendo.
[#16]
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Kazanxhi,
buongiorno.
Grazie mille anche a Lei, davvero.
Non avevo mai riflettuto sul concetto di RESPONSABILITA', o meglio, forse l'ho evitato.
In fondo il mio disturbo cela il desiderio di non crescere, di restare bambina, di ritrovare quella serenità che ricordo aver conosciuto quand'ero bambina..almeno fino ad un certo punto.
Non crescere significa non assumersi responsasbilità. Per certi versi sono sempre stata molto, forse troppo, responsabile: ottimi risultati a scuola, niente uscite o sfuriate tipiche dell'adolescenza, sempre composta ed educata. Tuttavia, se ci rifletto bene, in questi anni io sono stata responsabile verso gli altri ma MAI verso me stessa; al contrario, sono stata assolutamente irresponsabile. Forse è come se avessi riversato su me stessa in modo autodistruttivo quel carico eccessivo di responsabilità che sentivo addosso ma che non avevo il coraggio di dire..
Vorrei imparare a rilassarmi, vorrei imparare ad essere menefreghista quanto basta ed egoista nel modo più appropriato.
Io infatti mi sento molto egoista nella mia malattia: tutto gravita attorno a me, al mio disagio, al cibo e sono egoista in questo ma in modo distruttivo. Vorrei imparare ad essere egoista in modo costruttivo, cioè a cncecdermi momenti e attività che mi facciano davvero sta bene, in cui gli altri (problemi in primis) possono ben bene andare a quel paese....è che non ci riesco e l'unica forma di "rilassamento" in realtà falso e deprimente è ancora l'abbuffata seguita dal vomito...questo mi distrugge.
Mi spaventa essere responsabile verso me stessa, ha ragione ma un po' ho comminciato a farlo..anche se non del tutto...Forse anche per questo l'ansia si è spostata ed ha ssunto la forma dell'insonnia.
Appena mi corico si affollano ricordi, pensieri, situazioni che per motivi diversi mi preoccupano ed io non riesco a scacciarli..
[#17]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2009 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta

Benissimo!!!

Vedo che sta diventando consapevole di sè,questo è il primo passo, ma cerchi di capire che la sua insonnia esiste perchè lei si deve assumere la responsabilità della sua vita, è la sua vita è non può sfuggirl!!!
L'insonnia si risolverà da sè quando comincierà ad affrontare le cose una per una e concluderLe e buttar via ciò che non le serve più!!!

Cose che non le servono più, situazioni che ha mal digerito nel passato,persone che più che farle del bene le hanno fatto del male ecc ecc ecce!!!

Deve dire non quando e da dire NO e dire si quando vuole dire SI!!!!
Ma questo lo può fare nella terapia!!!



Vi auguro un buon cammino!!
[#18]
Utente
Utente
Gent.ma Dott,ssa Massaro,
buongiorno e buon sabato.

Eccomi qui, dopo i colloqui e un piccolo tentativo.
Ho spiegato ad entrambi gli psicoloogi che mi seguono il problema dell'insonnia e come mi sento per via del fatto di non riuscire a dormire.
La reazione è stata inaspettata: dolcemente ferma nel non darmi alcun farmaco.
Ho capito l'intento, o almeno credo. Io do' troppa importanza al problema, tanta da averlo fatto diventare un'ossessione: piu' ci penso e meno lo risolvo.
E' tipico di chi soffre del mio disturbo; il punto è sempre qui: testa e niente pancia.
La dott.ssa mi ha fatto chiaramente capire che fin quando mi dirò "devo dormire" non dormirò; mi ha fatto capire che fin quando non accetterò me stessa e, quindi, anche il fatto che dormo male, tutti i prboblemi non si risolveranno.
Concorda nel sostenere che l'insonnia è "solo" frutto della mia ansia. Mi dice che la cura migliore è la VITA, la cura miglioreè provare ad esplorare il mondo e me stessa.
Basterebbe che imparassi a rilassarmi con me stessa, a concedermi piccolo piaceri anzichè farmi del male ogniqualvolta resto sola con me stessa e i pensieri, le ansie, le paure si affollano nella mia testa con la "vomitevole conseguenza".
Dott.ssa è davvero diabolico: quando sto bene non penso a farmi del male, quando sto male (anche quando ho ansia) ricorro al vomito. Non capisco perché, è assurdo. E'come se la mia testa dicesse: tanto stai già male!!!!!!
In questi giorni ho provato ad ascoltare il consiglio dellla dott.ssa: niente valeriana e melatonina (che cmq. ha detto posso prendere senza problemi); solo una tisana a base di passiflora, melissa, valeriana, biancospino (SEDIVITAX); non ho guardato l'orologio e nemmeno una goccia di lexotan, nemmeno stanotte durante la quale non ho dormito bene. Mi son detta: se non dormo pazienza, dormirò domani sera. Eccezion fatta per stanotte le altre 2 ho dormito bene. Una tirata da mezzanotte alle 6.30. Tuttavia ieri avevo sonno, tutto il giorno, boh.
Stanotte ho dormito male perchè non mi sentivo bene.
Ho una strana sensazione: leggera difficoltà a respirare, stanotte tachicardia al minimo rumore e arti un po' deboli.
Temo sia perchè ieri sera purtroppo ho dato di stomaco: pensa si tratti di aritmia dovuta al vomito, possibile che senta ancora questa sensazione?
Pertanto durante le notte mi son svegliata 2 volte con questa sensazione. Ho dormito ma non so quanto, per ora non ho sonno. E non ho preso nemmeno una goccia di Lexotan..
Se non fosse per la sensazione di cui sopra starei bene...
Secondo lei è ansia o reale aritmia? Cosa posso fare?
Una domanda cui non so rispondere ma che penso lei riesca a chiarirmi: talvolta mi sembra di sognare e, quindi, di dormire, ma al contempo, ho la sensazione di essere sveglia come se fossi io a pilotare il sogno.
Stanotte è successo ma mi sembrava scorresse senza intoppi, era cosi'vero. Poi mi son svegliata; non so che ore fossero ma a me sembrava di aver chiuso gli occhi solo 10 minuti prima.
Secondo lei in quei momenti sto realmente dormendo?

Le auguro buona giornata dott.ssa.

[#19]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Lei dichiara di soffrire di bulimia nervosa, eppure i dati altezza/peso che ha inserito dicono che è sottopeso. Può chiarire meglio questo punto? Che diagnosi ha ricevuto, esattamente?

Può spiegare com'è composta la psicoterapia/psicoterapie a cui è/è stata sottoposta? Contenuto delle sedute, modello teorico (se lo conosce), indicazioni pratiche ricevute e via dicendo.

Ho l'impressione che in questo turbinio di psichiatri, psicologi e specialisti vari che si avvicenderebbero si sia un po' perso il senso del lavoro da fare. Sarebbe forse meglio che si facesse seguire da un solo specialista esperto in disturbi alimentari o al massimo due (psichiatra e psicoterapeuta), che ricevesse una nuova valutazione diagnostica di conferma e che intraprendesse un percorso di cura coerente e continuo.

Le suggerisco anche di valutare la possibilità di procurarsi tale specialista nel privato, potrebbe alla fine risparmiare tempo e forse costarle meno di quanto pensa.

Legga questi due articoli e s'informi:

http://www.giuseppesantonocito.it/art_psicoterapia.htm

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Le domande sui farmaci dovrebbe reinserirle nella sezione psichiatria.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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