Non so cosa faree della mia vita

Salve,
ho di nuovo bisogno di un vostro consiglio.
Sono una ragazza di 24 anni, ho finito gli studi, sono tornata nella mia città natale e ora non ho quasi nulla in mano. Vi spiego: dopo aver concluso gli studi superiori (liceo scientifico- primo errore) mi sono iscritta ad un corso di laurea in una grande città. Ho scelto quel particolare corso perchè ero attratta dalle materie che vi venivano insegnate, al secondo anno di università ho capito che quel corso di studi non mi avrebbe mai dato un lavoro qui in italia ma siccome sono sempre stata una persona testarda e non volevo sprecare i due anni già passati ho deciso di finire tutto il mio percorso di studi (secondo grande errore). Durante il periodo universitario sono spesso tornata nel mio paese di origine, mediamente una volta ogni due settimane, per poter rivedere il mio ragazzo. Tra studio, tirocinio/tesi e viaggi sono arrivata quasi al collasso nervoso. Mi sono comunque laureata con il massimo dei voti e nei tempi previsti (anzi quasi in anticipo). Sono tornata a casa e ora mi sono resa conto di aver sprecato tempo. Ho una famiglia normale, un ragazzo che amo molto ma mi sento lo stesso una fallita, una stupida perchè pur sapendo di stare sbagliando ho voluto proseguire la strada sprecando tempo e soldi (non miei). I miei genitori mi hanno sempre detto che a loro non importa se io troverò un lavoro non attinente ai miei studi... che loro mi hanno dato i soldi con il cuore... ma a me non basta. Sono delusa da me stessa. In questi mesi ho cercato disperatamente un lavoro attinente alle mie capacità! Il non fare nulla a casa pensavo sarebbe stato riposante, invece no. Sono sola durante il giorno (i miei amici sono sparsi per l'italia, qui nella mia cittadina non ho più nessuno) e questo non mi fa bene. Ci sono i miei pensieri a tenermi compagnia, a ricordarmi come ho rovinato la mia vita da sola e consapevolmente, a ricordarmi della fatica che ho fatto e dei soldi spesi per avere un pugno di mosche in mano, a ricordarmi che se dovessi accontentarmi di un altro tipo di lavoro sarei maggiormente una fallita. Le altre persone aggravano questo mio stato di,non so come definirlo, forse "depressione", dicendomi di andare all'estero. Ma io qui ho una casa, degli affetti, in più (non prendetemi per matta) mi sento visceralmente legata alla mia terra, ai suoi pregi e ai suoi difetti. Andrei via solo se non riuscissi a mangiare, ecco. Non so come uscire da questa situazione, mi sento paralizzata, è la prima volta nella mia vita che non so che diavolo fare... non ho obiettivi.
Perdonatemi se mi sono dilungata... vi ringrazio dell'attenzione e della pazienza.
Saluti
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazza, quanto tempo fa si è laureata?
Questo stato è cominciato allora, quando è tornata a casa o anche prima di laurearsi?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Ci sono i miei pensieri a tenermi compagnia, a ricordarmi come ho rovinato la mia vita da sola e consapevolmente, a ricordarmi della fatica che ho fatto e dei soldi spesi per avere un pugno di mosche in mano, a ricordarmi che se dovessi accontentarmi di un altro tipo di lavoro sarei maggiormente una fallita

Gentile ragazza, innanzitutto complimenti per la conclusione di un percorso di studi. Non avrà soddisfatto le sue aspettative, non sarà stato quello che lei sognava, forse non riuscirà a trasformare le sue conoscenze in produttività lavorativa... ma il traguardo lo ha raggiunto.

Nel periodo che ho citato sopra potrebbe esservi una chiave di lettura del suo disagio. Secondo una lettura cognitivo-comportamentale, sebbene a lei sembri che il suo malessere derivi dalla "situazione esterna", forse sono i suoi pensieri, che tornano e ritornano spesso sui contenuti di fallimento e delusione che lei ci ha comunicato, a tenere giù il suo tono dell'umore.

Il problema è che, quando l'umore va giù, il comportamento lo segue: si può cominciare ad uscire di meno, a rimanere in casa, a non curare più il proprio aspetto e la propria immagine.

Questo, a sua volta, può trascinare l'umore ancora più giù, in un circolo vizioso da cui può risultare alla lunga faticoso uscire.

La invito a considerare una ipotesi. Se davvero la sua situazione è così sofferta come ce la descrive, continuare a darsi addosso la fa sentire meglio? Se la sua risposta somiglia ad un "no", le propongo di utilizzare questo periodo di minore attività per "riprogrammare" i suoi obiettivi.

Questo potrà farlo da sola, se si sente nelle condizioni di farlo, oppure rivolgersi ad uno psicoterapeuta, meglio se esperto in disturbi dell'umore, e, con il suo aiuto, trovare la sua strada.

Quando la strada su cui siamo non conduce alla meta che desideravamo, o cambiamo strada, o cambiamo meta.

Cordialmente
[#3]
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Vi ringrazio entrambi per le risposte celeri che mi avete dato.

Rispondo alla Dott.ssa Pileci: mi sono laureata sei mesi fa ma questi pensieri li avevo da parecchio tempo... solo che avevo mille cose da fare durante il giorno, volevo (e dovevo) dare sempre il 100% per cui cercavo di non distrarmi e i pensieri li accantonavo in un angolino. Mi sono impegnata veramente tanto, non per vantarmi ma è la verità.

Al Dott. Cali vorrei dire che apprezzo molto ciò che mi ha scritto, lo ringrazio.

Vorrei dirvi che ho scelto il mio percorso di studi non solo perchè le materie erano interessanti ma anche perchè volevo dare un "senso" alla morte di 3 persone che mi erano care, sono morte tutte e tre di tumore circa 6-7 anni fa... ed io ho impiegato i miei 2 tirocini, con le relative tesi, proprio alla ricerca in campo oncologico... penso di aver dato un minimo contributo... ma adesso non so cosa fare, per me intendo... vorrei dare un senso anche alla mia vita.
Il problema grande è che la mia "meta" non so quale sia, e pensare che ho 24 anni, non sono una ragazzina!
Grazie ancora per l'attenzione,
cordiali saluti
[#4]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>adesso non so cosa fare, per me intendo... vorrei dare un senso anche alla mia vita.

Bene, mi sembra un buon inizio. Ognuno di noi si confronta con perdite dolorose reagendo come può; lei ha scelto di dare un suo contributo con i suoi studi, i tirocini e le tesi che ha prodotto.

Mi sembra che in questo momento si trovi in una fase "E ora?": quando ha scelto il suo percorso di studi, forse non ha progettato nel lungo periodo, ma ha concentrato i suoi sforzi nell'obiettivo della laurea.

Se ci riflette, un obiettivo può essere un capolinea o una "tappa". Il compito difficile che la aspetta è proprio quello di trasformare i "capolinea" in "tappe", tenendo conto della sua età (a 24 anni non si è più ragazzini... ma neppure anziani!).

Per questo le indicavo un percorso di terapia, possibilmente focalizzato sul problema e che la aiuti a "ridefinirsi" ed a riprogrammarsi per mettere a frutto ciò che ha appreso, affinchè non resti solo un "tributo" alle care persone che non ci sono più.

Cordiali saluti ed in bocca al lupo!
[#5]
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Grazie mille! Crepi il lupo!
Saluti!