A volte penso al suicidio... anche se non vorrei
Salve di nuovo, perdonate la mia ennesima richiesta ma la cosa sta davvero degenerando.
Sarà un anno che ormai non vivo più. Mi sto chiudendo sempre di più in me stesso, ho avuto talmente tante sfortune in amicizia che ormai non ci credo più e non ne voglio più.
Da quando mi sono lasciato con l' ultima mia ex, circa un anno fa, avrò frequentato 30, 35 ragazze, ma alla fine non ho mai trovato ciò che cerco e quindi ho troncato sul nascere.
Ho anche problemi in ambito sessuale: più cerco di non pensarci, più mi deprimo al pensiero che ormai il sesso è diventata cosa così futile, ed al solo pensiero di passare tutta la mia vita con una donna che in passato si è divertita a darsi a gente di cui a malapena conosce il nome mi fa stare male, non potrei fare a meno di vederla come una cosa facile, e di logica non riesco a sentirmi unico e fortunato ad averla, e di certo il mio presunto bell' aspetto non mi conforta. Il mio sogno più grande è sempre stato sentimentalista, è sempre stato rivolto all' amore, alla famiglia e ad una vita serena, ma questa cosa stronca tutto a priori.
Ormai anche il mio lavoro non mi fa più sentire realizzato. Entrano soldi e soldi ma non so cosa farmene, ho anche raggiunto una posizione di grande rilievo nelle società ma non me ne frega niente. Oltretutto mio padre, nonché il presidente, non mi permette di vivere; pretende che io mi spacchi la schiena lavorando e lavorando senza la possibilità di svagarmi a parte la domenica e la settimana di ferragosto perché, a detta sua, lui è riuscito da solo a creare il suo impero economico sudando per 30 anni, e per lui io dovrei fare lo stesso.
Dentro casa non c' è rapporto: non posso parlare con nessuno, perché nessuno ha voglia di ascoltarmi. Ognuno ha i suoi problemi e a malapena ci si rivolge la parola.
A detta della psicologa che mi ha in cura, questo fatto del bruxismo ha dato il via ad una catena di eventi che mi hanno portato ad una probabile dismorfofobia, dato che a quanto pare ciò che io vedo allo specchio non è ciò che vedono gli altri (guance gonfie che non ho, naso storto che non ho, testa enorme che non ho..).
Ormai dormo una notte si e tre notti no, ed anche questo mi destabilizza non poco, aggiungendo anche il fatto che la notte che riesco a dormire se arrivo a 4 ore di sonno è anche troppo.
Ormai, finito di lavorare, passo le mie serate dentro la solita cameretta sul solito letto a guardare il solito film, e spesso prenderei a testate il muro pur di uscire da questa noia.
Questa che mi ha in cura adesso è già la terza psicologa, ded ogni volta che faccio una seduta sono sempre i soliti blablabla non è così blablabla la vita la scegli tu blablabla.
Non so più se voglio continuare questa vita che a quanto pare è ciò che mi aspetta anche in futuro, non so più che fare, non so dove sbattere la testa.. Vi giuro che io ci ho provato in ogni modo quest' anno a prendere in mano la mia esistenza, ma per quanto ci abbia provato è tutto come era, e forse come sarà...
Non so che fare..
Sarà un anno che ormai non vivo più. Mi sto chiudendo sempre di più in me stesso, ho avuto talmente tante sfortune in amicizia che ormai non ci credo più e non ne voglio più.
Da quando mi sono lasciato con l' ultima mia ex, circa un anno fa, avrò frequentato 30, 35 ragazze, ma alla fine non ho mai trovato ciò che cerco e quindi ho troncato sul nascere.
Ho anche problemi in ambito sessuale: più cerco di non pensarci, più mi deprimo al pensiero che ormai il sesso è diventata cosa così futile, ed al solo pensiero di passare tutta la mia vita con una donna che in passato si è divertita a darsi a gente di cui a malapena conosce il nome mi fa stare male, non potrei fare a meno di vederla come una cosa facile, e di logica non riesco a sentirmi unico e fortunato ad averla, e di certo il mio presunto bell' aspetto non mi conforta. Il mio sogno più grande è sempre stato sentimentalista, è sempre stato rivolto all' amore, alla famiglia e ad una vita serena, ma questa cosa stronca tutto a priori.
Ormai anche il mio lavoro non mi fa più sentire realizzato. Entrano soldi e soldi ma non so cosa farmene, ho anche raggiunto una posizione di grande rilievo nelle società ma non me ne frega niente. Oltretutto mio padre, nonché il presidente, non mi permette di vivere; pretende che io mi spacchi la schiena lavorando e lavorando senza la possibilità di svagarmi a parte la domenica e la settimana di ferragosto perché, a detta sua, lui è riuscito da solo a creare il suo impero economico sudando per 30 anni, e per lui io dovrei fare lo stesso.
Dentro casa non c' è rapporto: non posso parlare con nessuno, perché nessuno ha voglia di ascoltarmi. Ognuno ha i suoi problemi e a malapena ci si rivolge la parola.
A detta della psicologa che mi ha in cura, questo fatto del bruxismo ha dato il via ad una catena di eventi che mi hanno portato ad una probabile dismorfofobia, dato che a quanto pare ciò che io vedo allo specchio non è ciò che vedono gli altri (guance gonfie che non ho, naso storto che non ho, testa enorme che non ho..).
Ormai dormo una notte si e tre notti no, ed anche questo mi destabilizza non poco, aggiungendo anche il fatto che la notte che riesco a dormire se arrivo a 4 ore di sonno è anche troppo.
Ormai, finito di lavorare, passo le mie serate dentro la solita cameretta sul solito letto a guardare il solito film, e spesso prenderei a testate il muro pur di uscire da questa noia.
Questa che mi ha in cura adesso è già la terza psicologa, ded ogni volta che faccio una seduta sono sempre i soliti blablabla non è così blablabla la vita la scegli tu blablabla.
Non so più se voglio continuare questa vita che a quanto pare è ciò che mi aspetta anche in futuro, non so più che fare, non so dove sbattere la testa.. Vi giuro che io ci ho provato in ogni modo quest' anno a prendere in mano la mia esistenza, ma per quanto ci abbia provato è tutto come era, e forse come sarà...
Non so che fare..
[#1]
Gentile Utente,
questo consulto, come i suoi pregressi, contengono sconforto, rabbia ed incapacità a modificare la situazione che si trova ad esperire, da quella familiare, lavorativa, esistenziale, sentimentale, sessuale...
Credo che dovrebbe parlare con la sua psicologa e, comprendere cosa non va nel vostro percorso o allenaza terapeutica.
Un lavoro di psicoterapia, credo possa esserele di aiuto .
Cari auguri
questo consulto, come i suoi pregressi, contengono sconforto, rabbia ed incapacità a modificare la situazione che si trova ad esperire, da quella familiare, lavorativa, esistenziale, sentimentale, sessuale...
Credo che dovrebbe parlare con la sua psicologa e, comprendere cosa non va nel vostro percorso o allenaza terapeutica.
Un lavoro di psicoterapia, credo possa esserele di aiuto .
Cari auguri
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Caro ragazzo,
hai fatto bene a rivolgerti ad una psicologa, ma dovresti chiederti perchè ne hai cambiate già tre.
Posto che è possibile non trovarsi bene con una o con due, quando il comportamento diventa seriale è legato più al paziente che ai professionisti che consulta.
I "blablabla" che riferisci sul fatto che la vita è tua e sei tu a scegliere sono probabilmente molto sensati, perché le cose stanno effettivamente così.
Dall'ultima volta che ci hai scritto noto che la situazione si è evoluta per quanto riguarda la percezione del rapporto con tuo padre, che da figura che "cerca di farti sudare i risultati" è diventato uno che "non ti fa più vivere".
La tua consapevolezza della situazione può quindi essersi accresciuta anche grazie all'intervento delle psicologhe che hai consultato, e resto dell'idea che potrebbe esserti di grande aiuto investire in qualcosa di tuo, che ti permetta di costruire dei risultati e dei successi che dipendano solo da te, e non da quanto realizzato in passato da tuo padre o dalla tua famiglia.
Visto che le risposte che ricevi paiono irritarti molto mi sento di darti un duplice consiglio: prendi contatto con uno psicologo, invece che con una psicologa, e cercane uno che si occupi di psicoterapia psicoanalitica.
In questo modo avrai la certezza di non sentirti dare risposte che ti irritano.
Cosa ne pensi?
hai fatto bene a rivolgerti ad una psicologa, ma dovresti chiederti perchè ne hai cambiate già tre.
Posto che è possibile non trovarsi bene con una o con due, quando il comportamento diventa seriale è legato più al paziente che ai professionisti che consulta.
I "blablabla" che riferisci sul fatto che la vita è tua e sei tu a scegliere sono probabilmente molto sensati, perché le cose stanno effettivamente così.
Dall'ultima volta che ci hai scritto noto che la situazione si è evoluta per quanto riguarda la percezione del rapporto con tuo padre, che da figura che "cerca di farti sudare i risultati" è diventato uno che "non ti fa più vivere".
La tua consapevolezza della situazione può quindi essersi accresciuta anche grazie all'intervento delle psicologhe che hai consultato, e resto dell'idea che potrebbe esserti di grande aiuto investire in qualcosa di tuo, che ti permetta di costruire dei risultati e dei successi che dipendano solo da te, e non da quanto realizzato in passato da tuo padre o dalla tua famiglia.
Visto che le risposte che ricevi paiono irritarti molto mi sento di darti un duplice consiglio: prendi contatto con uno psicologo, invece che con una psicologa, e cercane uno che si occupi di psicoterapia psicoanalitica.
In questo modo avrai la certezza di non sentirti dare risposte che ti irritano.
Cosa ne pensi?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#3]
Ex utente
Gentili dottori, vi ringrazio.
Il fatto di aver cambiato psicologhe (non le ho scelte io tutte donne, perché le prime due facevano parte di servizi pubblici di assistenza psicologica messe a disposizione dal mio comune, mentre questa è la prima specialista privata, consigliatami caldamente dal mio ortodonsista che mi ci ha mandato per via del bruxismo, che secondo lui deriva da stress) è semplicemente perché nessuna è riuscita ad andare a fondo al mio problema.
Il fatto di mio padre è stato uno dei motivi con cui ho cercato di riprendermi un pò, e mi spiego meglio: il periodo che scrissi la prima richiesta in psicologia fui io che mi feci avanti con lui dicendo che avevo intensione di prendere seriamente il mio lavoro, ma questa cosa è alquanto degenerata al punto che se io chiedessi un giorno di ferie (che so, voglio andare a farmi un week end fuori e chiedo il venerdì libero) dovrei sentirmi un traditore perché secondo lui "Ecco, sapete solo scansare i doveri"... Anche il fatto di cercarmi un altro lavoro la vedo cosa alquanto improbabile per due motivi principalmente: innanzitutto sono io che ho scelto di seguire le ormei di mio padre perché sicuramente questo è un impiego che oltre a piacermi mi permette di non rendere conto a nessuno, ed io non vorrei mai fare il dipendente a 1000 euro al mese tutta la vita, e seconda cosa i miei genitori si sentirebbero a pezzi dopo tutta la fatica che hanno fatto per creare il mio futuro.
Come ultima cosa, ciò che mi infastidisce delle risposte della specialista che mi ha in cura sono più che altro le generalizzazioni, i discorsi estremamente moralisti: perché io non sono solo abbattuto da traumi passati, ma come ho già detto è un anno che cerco di creare la vita come vorrei io ma a quanto pare le situazioni e le condizioni non me lo permettono affatto.
Anche il mio aspetto di cui in tutta la vita non me ne è mai fregato nulla, ora mi sta mettendo in ansia. Ogni volta che passo davanti ad uno specchio, un' automobile parcheggiata, una porta a vetri.. Inconsciamente l' occhio mi cade sul mento. Anche la guancia non è da meno: sia il maxillo-facciale che l' ortodonsista dicono che rispetto al passato si è sgonfiata molto fino a tornare dritta e pare che continuerà sempre più a sgonfiarsi (perché secondo loro io avrei costituzionalmente le guance scavate, anche se io me le vedo calate a mò di pitbull), ma io continuo a vederla come era prima; durante le giornate ho il vizio di toccarmi il muscolo della guancia destra e massaggiarmelo con tale forza che 2 sere su 3 mi si crea tumefazione...
Boh, non riesco a trovare vie d' uscita sinceramente. La psicologa dice che tutto ciò è collegato alla mia persistente mancanza d' amore (da piccolo non avevo un rapporto con i miei genitori), e dato che dalla mia famiglia non sono mai stato particolarmente apprezzato ora mi sto inconsciamente auto-punendo, auto-considerandomi una persona che non merita molto. Ma come ho già detto: boh..
Il fatto di aver cambiato psicologhe (non le ho scelte io tutte donne, perché le prime due facevano parte di servizi pubblici di assistenza psicologica messe a disposizione dal mio comune, mentre questa è la prima specialista privata, consigliatami caldamente dal mio ortodonsista che mi ci ha mandato per via del bruxismo, che secondo lui deriva da stress) è semplicemente perché nessuna è riuscita ad andare a fondo al mio problema.
Il fatto di mio padre è stato uno dei motivi con cui ho cercato di riprendermi un pò, e mi spiego meglio: il periodo che scrissi la prima richiesta in psicologia fui io che mi feci avanti con lui dicendo che avevo intensione di prendere seriamente il mio lavoro, ma questa cosa è alquanto degenerata al punto che se io chiedessi un giorno di ferie (che so, voglio andare a farmi un week end fuori e chiedo il venerdì libero) dovrei sentirmi un traditore perché secondo lui "Ecco, sapete solo scansare i doveri"... Anche il fatto di cercarmi un altro lavoro la vedo cosa alquanto improbabile per due motivi principalmente: innanzitutto sono io che ho scelto di seguire le ormei di mio padre perché sicuramente questo è un impiego che oltre a piacermi mi permette di non rendere conto a nessuno, ed io non vorrei mai fare il dipendente a 1000 euro al mese tutta la vita, e seconda cosa i miei genitori si sentirebbero a pezzi dopo tutta la fatica che hanno fatto per creare il mio futuro.
Come ultima cosa, ciò che mi infastidisce delle risposte della specialista che mi ha in cura sono più che altro le generalizzazioni, i discorsi estremamente moralisti: perché io non sono solo abbattuto da traumi passati, ma come ho già detto è un anno che cerco di creare la vita come vorrei io ma a quanto pare le situazioni e le condizioni non me lo permettono affatto.
Anche il mio aspetto di cui in tutta la vita non me ne è mai fregato nulla, ora mi sta mettendo in ansia. Ogni volta che passo davanti ad uno specchio, un' automobile parcheggiata, una porta a vetri.. Inconsciamente l' occhio mi cade sul mento. Anche la guancia non è da meno: sia il maxillo-facciale che l' ortodonsista dicono che rispetto al passato si è sgonfiata molto fino a tornare dritta e pare che continuerà sempre più a sgonfiarsi (perché secondo loro io avrei costituzionalmente le guance scavate, anche se io me le vedo calate a mò di pitbull), ma io continuo a vederla come era prima; durante le giornate ho il vizio di toccarmi il muscolo della guancia destra e massaggiarmelo con tale forza che 2 sere su 3 mi si crea tumefazione...
Boh, non riesco a trovare vie d' uscita sinceramente. La psicologa dice che tutto ciò è collegato alla mia persistente mancanza d' amore (da piccolo non avevo un rapporto con i miei genitori), e dato che dalla mia famiglia non sono mai stato particolarmente apprezzato ora mi sto inconsciamente auto-punendo, auto-considerandomi una persona che non merita molto. Ma come ho già detto: boh..
[#4]
"Il fatto di aver cambiato psicologhe (...) è semplicemente perché nessuna è riuscita ad andare a fondo al mio problema."
Considerando che la prima volta lei ci ha scritto in aprile, un mese e mezzo fa circa, non so bene cosa si aspettasse dalle 3 psicologhe incontrate in poche settimane.
Per "andare a fondo", inquadrare il problema e iniziare a risolverlo occorre almeno qualche seduta, nessuno di noi ha soluzioni pronte da fornire nel giro di un paio di sedute (perchè immagino che non ne abbia fatte più di così con ognuna di loro).
E' comprensibile la sua impazienza di risolvere, ma una situazione sfaccettata come la sua deve essere prima di tutto attentamente valutata e le psicologhe che l'hanno vista non ne hanno avuto il tempo.
Oltretutto a volte i servizi pubblici erogano sedute di sostegno psicologico aspecifico, senza un piano d'intervento e un orientamento preciso come accadrebbe ad es. sottoponendosi ad una psicoterapia, e può essere che lei abbia avuto accesso a questo tipo di prestazione, specialmente se non ha riferito sintomi di particolare gravità.
Se la psicologa attuale non la convince penso che le sarebbe davvero utile un percorso di tipo psicoanalitico, nel quale ascolterebbe domande e non risposte.
Credo proprio che un tipo di lavoro psicologico differente costituirebbe un'utile rottura con il tipo di intervento che ha conosciuto finora, e che forse stimola in lei una tendenza alla critica alla quale può essere preferibile non fornire ulteriori appigli.
Considerando che la prima volta lei ci ha scritto in aprile, un mese e mezzo fa circa, non so bene cosa si aspettasse dalle 3 psicologhe incontrate in poche settimane.
Per "andare a fondo", inquadrare il problema e iniziare a risolverlo occorre almeno qualche seduta, nessuno di noi ha soluzioni pronte da fornire nel giro di un paio di sedute (perchè immagino che non ne abbia fatte più di così con ognuna di loro).
E' comprensibile la sua impazienza di risolvere, ma una situazione sfaccettata come la sua deve essere prima di tutto attentamente valutata e le psicologhe che l'hanno vista non ne hanno avuto il tempo.
Oltretutto a volte i servizi pubblici erogano sedute di sostegno psicologico aspecifico, senza un piano d'intervento e un orientamento preciso come accadrebbe ad es. sottoponendosi ad una psicoterapia, e può essere che lei abbia avuto accesso a questo tipo di prestazione, specialmente se non ha riferito sintomi di particolare gravità.
Se la psicologa attuale non la convince penso che le sarebbe davvero utile un percorso di tipo psicoanalitico, nel quale ascolterebbe domande e non risposte.
Credo proprio che un tipo di lavoro psicologico differente costituirebbe un'utile rottura con il tipo di intervento che ha conosciuto finora, e che forse stimola in lei una tendenza alla critica alla quale può essere preferibile non fornire ulteriori appigli.
[#5]
Ex utente
Gentilissima dottoressa Massaro, quando io vi ho scritto la prima volta è proprio perché avevo già effettuato diverse sedute e non ne avevo trovato giovamento, anzi, spesso e volentieri le risposte che ricevevo dalla specialista mi facevano stare ancora peggio..
Il mio quadro clinico è il seguente:
Ad aprile 2010, quando il rapporto con la mia ultima ex ha iniziato ad incrinarsi, ho effettuato un consulto con uno psicologo che gestisce una sede di servizio comunale, che mi ha mandato dalla prima psicologa che mi ha seguito. Questo percorso aveva una garanzia di una trentina di sedute per un miglioramento, due volte alla settimana. Feci il percorso fino a metà settembre 2010, periodo in cui ho mollato perché più continuavo e più mi sentivo depresso, perché non trovavo le soluzioni che cercavo, ma solo chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere (a volte mi sembrava di star parlando con un' amica, e non è una cosa buona).
Ho parlato quindi di nuovo con il gestore di questo servizio, che mi ha indirizzato presso un' altra specialista di quello studio che si occupa di problemi adolescenziali-relazionali... Peggio che andar di notte. Ho seguito questa psicologa da metà settembre a metà-fine marzo (quando appunto mi sono poi rivolto a voi) per una volta la settimana, ma ho mollato anche questa dato che l' unica cosa che è riuscita a fare questa specialista è stato farmi tornare in mente e rimpiangere ancora di più la perdita della mia ultima ex, portandomi in una depressione assoluta.
Quindi poco prima del vostro consulto, per il motivo principale della mia ex, mi sono rivolto a questa prima dottoressa privata, che in un paio di sedute è riuscita dove le altre due non erano riuscite: farmi superare il trauma della rottura dell' ultimo rapporto sentimentale, mettendomi davanti ciò che di più realistico ed obiettivo ci potesse essere. Ora è un pò che seguo il percorso con quest' ultima, ed a quanto pare qualcosa sta venendo fuori. Premetto subito che il percorso riguardo ciò che vi ho descritto lo abbiamo inizato da poche settimane (forse 4 o 5 sedute), quindi non so dirvi. Io ho chiesto parere a voi per capire meglio la mia situazione, e, se anche è vero che quando sono tanti galli a cantare non fa mai giorno, in questo caso ho sentito davvero il bisogno di chiedere diversi pareri, perché si parla cmq di un lato di medicina, quindi ho approfittato del vostro servizio gratuito e specifico per sapere un pò cosa ne pensate... Anche riguardo le prime analisi della psicologa che mi segue, che ho riassunto sopra.
Il mio quadro clinico è il seguente:
Ad aprile 2010, quando il rapporto con la mia ultima ex ha iniziato ad incrinarsi, ho effettuato un consulto con uno psicologo che gestisce una sede di servizio comunale, che mi ha mandato dalla prima psicologa che mi ha seguito. Questo percorso aveva una garanzia di una trentina di sedute per un miglioramento, due volte alla settimana. Feci il percorso fino a metà settembre 2010, periodo in cui ho mollato perché più continuavo e più mi sentivo depresso, perché non trovavo le soluzioni che cercavo, ma solo chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere (a volte mi sembrava di star parlando con un' amica, e non è una cosa buona).
Ho parlato quindi di nuovo con il gestore di questo servizio, che mi ha indirizzato presso un' altra specialista di quello studio che si occupa di problemi adolescenziali-relazionali... Peggio che andar di notte. Ho seguito questa psicologa da metà settembre a metà-fine marzo (quando appunto mi sono poi rivolto a voi) per una volta la settimana, ma ho mollato anche questa dato che l' unica cosa che è riuscita a fare questa specialista è stato farmi tornare in mente e rimpiangere ancora di più la perdita della mia ultima ex, portandomi in una depressione assoluta.
Quindi poco prima del vostro consulto, per il motivo principale della mia ex, mi sono rivolto a questa prima dottoressa privata, che in un paio di sedute è riuscita dove le altre due non erano riuscite: farmi superare il trauma della rottura dell' ultimo rapporto sentimentale, mettendomi davanti ciò che di più realistico ed obiettivo ci potesse essere. Ora è un pò che seguo il percorso con quest' ultima, ed a quanto pare qualcosa sta venendo fuori. Premetto subito che il percorso riguardo ciò che vi ho descritto lo abbiamo inizato da poche settimane (forse 4 o 5 sedute), quindi non so dirvi. Io ho chiesto parere a voi per capire meglio la mia situazione, e, se anche è vero che quando sono tanti galli a cantare non fa mai giorno, in questo caso ho sentito davvero il bisogno di chiedere diversi pareri, perché si parla cmq di un lato di medicina, quindi ho approfittato del vostro servizio gratuito e specifico per sapere un pò cosa ne pensate... Anche riguardo le prime analisi della psicologa che mi segue, che ho riassunto sopra.
[#6]
E' una pessima cosa che le sembrasse di chiacchierare con un'amica, e ora che ha specificato meglio come sono andate le cose non posso che concordare sul fatto che sia stata la scelta più opportuna chiudere con le prime due psicologhe, perchè evidentemente il loro approccio non faceva per lei.
Sopra ci ha scritto:
"La psicologa dice che tutto ciò è collegato alla mia persistente mancanza d'amore (da piccolo non avevo un rapporto con i miei genitori), e dato che dalla mia famiglia non sono mai stato particolarmente apprezzato ora mi sto inconsciamente auto-punendo, auto-considerandomi una persona che non merita molto".
Molti problemi e difficoltà sono legati all'ambiente familiare di provenienza, e penso che quanto le è stato detto sia plausibile. Non posso dirle se è anche vero, perchè non la conosco e non ho quindi elementi per pronunciarmi.
La considerazione che si riceve dai propri genitori da piccoli è fondamentale per la costruzione dell'autostima: sono i genitori a dire ad un bambino come lui è (bello o brutto, intelligenti o stupido, capace o incapace ecc.), il bambino non è in grado di avere una propria opinione al riguardo nè di smentire le proprie figure di riferimento.
Quando gli adulti gli comunicano caratteristiche negative ci crede e si comporta di conseguenza, com'è normale che sia, alimentando successive etichettature perfettamente in linea con quelle apposte inizialmente dalla famiglia.
Quando non vengono valorizzate alcune sue qualità un bambino può non rendersi conto di possederle, e rimanerne convinto anche quando cresce.
Se lei non ha ricevuto particolari apprezzamenti e incoraggiamenti dai suoi è possibile che in fondo conservi un'immagine di sè rispondente a quanto i suoi le hanno comunicato negli anni, sulla quale sicuramente lavorerete.
Le consiglio di continuare il percorso appena iniziato e di cercare di fidarsi, congelando i dubbi finchè non avrà davvero motivo di esporli direttamente alla dottoressa - cosa che penso potrà non accadere nemmeno.
Sopra ci ha scritto:
"La psicologa dice che tutto ciò è collegato alla mia persistente mancanza d'amore (da piccolo non avevo un rapporto con i miei genitori), e dato che dalla mia famiglia non sono mai stato particolarmente apprezzato ora mi sto inconsciamente auto-punendo, auto-considerandomi una persona che non merita molto".
Molti problemi e difficoltà sono legati all'ambiente familiare di provenienza, e penso che quanto le è stato detto sia plausibile. Non posso dirle se è anche vero, perchè non la conosco e non ho quindi elementi per pronunciarmi.
La considerazione che si riceve dai propri genitori da piccoli è fondamentale per la costruzione dell'autostima: sono i genitori a dire ad un bambino come lui è (bello o brutto, intelligenti o stupido, capace o incapace ecc.), il bambino non è in grado di avere una propria opinione al riguardo nè di smentire le proprie figure di riferimento.
Quando gli adulti gli comunicano caratteristiche negative ci crede e si comporta di conseguenza, com'è normale che sia, alimentando successive etichettature perfettamente in linea con quelle apposte inizialmente dalla famiglia.
Quando non vengono valorizzate alcune sue qualità un bambino può non rendersi conto di possederle, e rimanerne convinto anche quando cresce.
Se lei non ha ricevuto particolari apprezzamenti e incoraggiamenti dai suoi è possibile che in fondo conservi un'immagine di sè rispondente a quanto i suoi le hanno comunicato negli anni, sulla quale sicuramente lavorerete.
Le consiglio di continuare il percorso appena iniziato e di cercare di fidarsi, congelando i dubbi finchè non avrà davvero motivo di esporli direttamente alla dottoressa - cosa che penso potrà non accadere nemmeno.
[#7]
Ex utente
La ringrazio per la risposta, dottoressa. Ma il punto è che non so... Ogni giorno che passo, ogni giorno che ci penso su, mi sembra sempre che sia colpa mia...
Ho perso l' unica ragazza che abbia amato nella mia vita per colpa mia, sono solo per colpa mia, non riesco a trovare la felicità per colpa mia, non mi prende il lavoro per colpa mia... Ogni volta cerco di pensare e capire dove ho sbagliato, ma più lo faccio e più mi rendo conto che in fin dei conti forse sono io che non vado bene per il mondo, altrimenti non si spiegano tutti questi fallimenti e zero successi specialmente nell' ultimo anno... Forse non ho davvero le qualità che mi servirebbero, sono il classico "tutto fumo e niente arrosto". Questo è ciò che sinceramente a volte mi fa pensare "Perché sono ancora qui? Tanto continuerò solo a rovinare la mia esistenza"...
Boh, non è che domattina vado a comprare una pistola, ma il mio io non sembra essere proprio il massimo...
La mia psicologa dice che dovremmo lavorare molto sulla mia autostima, ma purtroppo non ho impulsi esterni che mi diano la possibilità di farla nascere in me, quindi non saprei neanche da dove cominciare... Tutto qua.
Ho perso l' unica ragazza che abbia amato nella mia vita per colpa mia, sono solo per colpa mia, non riesco a trovare la felicità per colpa mia, non mi prende il lavoro per colpa mia... Ogni volta cerco di pensare e capire dove ho sbagliato, ma più lo faccio e più mi rendo conto che in fin dei conti forse sono io che non vado bene per il mondo, altrimenti non si spiegano tutti questi fallimenti e zero successi specialmente nell' ultimo anno... Forse non ho davvero le qualità che mi servirebbero, sono il classico "tutto fumo e niente arrosto". Questo è ciò che sinceramente a volte mi fa pensare "Perché sono ancora qui? Tanto continuerò solo a rovinare la mia esistenza"...
Boh, non è che domattina vado a comprare una pistola, ma il mio io non sembra essere proprio il massimo...
La mia psicologa dice che dovremmo lavorare molto sulla mia autostima, ma purtroppo non ho impulsi esterni che mi diano la possibilità di farla nascere in me, quindi non saprei neanche da dove cominciare... Tutto qua.
[#8]
Gent.le ragazzo,
l'autostima è una conseguenza di un processo di crescita personale nel quale lei possa integrare gli aspetti "sgradevoli" del suo modo di essere assumendo un atteggiamento meno giudicante nei suoi confronti.
Nell'intento di offrirle qualche spunto di riflessione le suggerisco la lettura del libro di James Hillman "Il codice dell'anima".
l'autostima è una conseguenza di un processo di crescita personale nel quale lei possa integrare gli aspetti "sgradevoli" del suo modo di essere assumendo un atteggiamento meno giudicante nei suoi confronti.
Nell'intento di offrirle qualche spunto di riflessione le suggerisco la lettura del libro di James Hillman "Il codice dell'anima".
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 5.3k visite dal 21/05/2011.
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Approfondimento su Suicidio
I dati del suicidio in Italia e nel mondo, i soggetti a rischio, i fattori che spingono a comportamenti suicidari, cosa fare e come prevenire il gesto estremo.