Introversione, timidezza, stupidità?

Salve. Sono un ragazzo di 26 anni da sempre timido, riservato ed introverso, sebbene in maniera "selettiva". Non mi sono mai visto come tutti gli altri. Nonostante i miei 26 anni, non ho ancora mai avuto rapporti sessuali, ho passioni relativamente desuete e oltre a non avere probabilmente neppure una fisionomia da uomo (nn che sembri una donna) né una barba dura e folta, ho una voce acuta, piuttosto che il classico "vocione" virile. A volte penso che la mancanza di esperienze, sia sessuali che relative a rapporti sociali (che coltivo in dosi piuttosto moderate e senza riuscire a "lasciarmi andare" completamente) abbia contribuito a questa involuzione (o meglio, ad eludere lo sviluppo che tutti "gli altri" hanno avuto). Ho fatto qualche altro lavoro, ma da poco lavoro in fabbrica e sto avendo modo di avere a che fare con un gruppo di tre ragazzi (senza pregiudizi, tutti e tre napoletani e con la strafottenza che - molto spesso - ne caratterizza la sua (dei napoletani) gioventù). Il mio rapporto con loro è piuttosto strano, quasi altalenante, non so se per colpa mia o no, ma mi ritrovo talvolta ad essere parte integrante del gruppo e talvolta ad esser trattato come lo "scemo del villaggio", anche in presenza di altre persone, quindi umiliato. E' una situazione difficile da spiegare, ma è come se quel modo di schezare(?) non facesse parte del mio, e non a caso non succede con altre persone, così come non è successo durante le mie precedenti occupazioni. Insomma, per farla breve, capita che ridendo ad una battuta, improvvisamente si incupiscano e domandino: "Che c***o ridi? Sei uno scemo, ridi sempre." Non escludo si tratti di un modo loro di giocare, ma cosa li porta a trattare in questo modo proprio me? Io? Penso sia colpa mia perché a quanto mi è parso di capire questo tipo di atteggiamento viene attuato solo su di me e quando succede con altri vi è comunque un coraggioso scambio reciproco. Cosa che nel mio caso non avviene per paura. Mi sento spesso in soggezione e da buon cacasotto (scusate l'espressione colorita), ho paura che una mia risposta possa scatenare la loro ira(?!)e che la situazione degeneri. Ho comunque sempre cercato di mantenere quel minimo di dignità che mi resta difendendomi sempre, anche quando uno di questi tre, sempre scherzando ambiguamente (nel senso che non si capisce se scherzi o no), è arrivato in più di un'occasione ad alzare le mani. Boh, è una situazione che non capisco e non so neppure descrivere. Mi sembra un modo stupido di scherzare che avviene con una modalità che le altre persone non si azzarderebbero mai ad attuare. Insomma, è una questione di rispetto. Io non ho mai mancato di rispetto a loro, ma loro si prendono confidenza probabilmente in quanto io li "lascio fare". Il succo di tutta la questione ad ogni modo è questo: io di mio ho l'autostima sotto i piedi, cosa che celo con l'autoironia; frequentare queste persone mi ha fatto convincere di essere davvero io quello sbagliato. Ormai mi sento scemo: lo sono?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
un consulto online, non può essere sostitutivo di uno de visu, la sua storia è lunga e complessa, mi sembra chiaro, che lei lamenta scarsa autostima e forse, poche esperienze di vita.
L'introversione e la timidezza, non sono caratteristiche negative, ma modalità di essere, che le appartengono.
SE desidera approfondire i tratti della sua psiche o caratteriali, forse una consulenza psicologica, sarebbe utile.
Cari saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it