Depressione per essere gay
buonasera, premetto che chiedo scusa a tutti gli ammalati, i sofferenti di malattie gravi, invalidanti, ma mi permetto di chiedere un piccolo aiuto anche io. non cerco una soluzione o una cura, so che non c'è.
sono gay, da sempre dalla nascita, non per scelta ovviamente, gay si nasce. sono consapevole di esserlo, ma non sono mai riuscito ad accettarmi. negli ultimi 10 anni vedo che la situazione peggiora sempre più. fino a qualche anno fa speravo credevo di migliorare un pò invece tuttaltro. essere gay mi ha portato diversi problemi a relazionarmi con gli altri, a lavoro, con amici, parenti, non perchè lo sanno ma perchè io sto male con loro, non riesco a stare a parlare a volte, a comportarmi da persona normale. scappo mi nascondo mi nego, penso lo sospettano, non ho mai avuto una ragazza. a casa lo sanno, anni fa è venuto fuori all improvviso, una scoperta terribile e dolorosa per tutti. oltre al malessere in casa provo vergogna, sensi di colpa. ci sono dei momenti in cui non ce la faccio più, prima capitava di rado, ora tutti i giorni da quando mi alzo a quando vado a letto 24h su 24 ho questo pensiero, questo dolore, questa sofferenza, questo star male che amplifica ed ingigantisce tutti i problemi della vita quotidiana. mi ha portato anche disturbi psicosomatici, ipocondria, ansia, ossessioni, fobie. ovviamente vivo una solitudine da anni, ho cambiato 3 psicologi fino ad arrivare a un quarto con cui mi trovo bene da 3 anni, ma questo non basta a mettermi a posto. nemmeno pensare ad altre malattie, a chi soffre, non serve a sollevarmi. a volte ho proprio una forte depressione che mi fa rinchiudere in casa, e quando non posso per il lavoro, è dura. ho partecipato a brevi gruppi di condivisione, ma nulla. ovviamente la mia vita sessuale è repressa, in passato ho avuto rapporti sia "affettivi" ke sessuali. non mi piace l'essere gay (parola che scrivo ma non ripeto a voce) perchè non ci porta nulla di buono e non ci da la possibilità di essere normali, avere una famiglia normale, un figlio, cosa che più passa il tempo più mi manca e so che mi mancherà un figlio. a me non manca un ragazzo, ma lo star bene o al massimo degli amici. pensare di invecchiare così mi fa paura. per me non esistono momenti felici sono tutti offuscati da questo pensiero fisso che ho in testa che mi fa soffrire, star male, ovviamente piangere, e stare in stati depressivi per giorni. sono davvero stanco e ormai credo di non accettarmi più, anche se sono convinto di essere gay. pensare a quello che ha portato questa cosa nella mia famiglia e il ricordo di quei giorni ormai lontani è vivo e acceso lo stesso e peggiora il mio malessere. amo i miei genitori. con coetanei etero parenti e colleghi il più delle volte è quasi impossibile e ingestibile starci. so che sono noioso ma vivere cosi per anni non è facile. ho sempre pensato che la famiglia fosse un valore importantissimo, ne ho una distaccata ma presente, ma non potro mai averne una fatta da me. grazie a tutti.
sono gay, da sempre dalla nascita, non per scelta ovviamente, gay si nasce. sono consapevole di esserlo, ma non sono mai riuscito ad accettarmi. negli ultimi 10 anni vedo che la situazione peggiora sempre più. fino a qualche anno fa speravo credevo di migliorare un pò invece tuttaltro. essere gay mi ha portato diversi problemi a relazionarmi con gli altri, a lavoro, con amici, parenti, non perchè lo sanno ma perchè io sto male con loro, non riesco a stare a parlare a volte, a comportarmi da persona normale. scappo mi nascondo mi nego, penso lo sospettano, non ho mai avuto una ragazza. a casa lo sanno, anni fa è venuto fuori all improvviso, una scoperta terribile e dolorosa per tutti. oltre al malessere in casa provo vergogna, sensi di colpa. ci sono dei momenti in cui non ce la faccio più, prima capitava di rado, ora tutti i giorni da quando mi alzo a quando vado a letto 24h su 24 ho questo pensiero, questo dolore, questa sofferenza, questo star male che amplifica ed ingigantisce tutti i problemi della vita quotidiana. mi ha portato anche disturbi psicosomatici, ipocondria, ansia, ossessioni, fobie. ovviamente vivo una solitudine da anni, ho cambiato 3 psicologi fino ad arrivare a un quarto con cui mi trovo bene da 3 anni, ma questo non basta a mettermi a posto. nemmeno pensare ad altre malattie, a chi soffre, non serve a sollevarmi. a volte ho proprio una forte depressione che mi fa rinchiudere in casa, e quando non posso per il lavoro, è dura. ho partecipato a brevi gruppi di condivisione, ma nulla. ovviamente la mia vita sessuale è repressa, in passato ho avuto rapporti sia "affettivi" ke sessuali. non mi piace l'essere gay (parola che scrivo ma non ripeto a voce) perchè non ci porta nulla di buono e non ci da la possibilità di essere normali, avere una famiglia normale, un figlio, cosa che più passa il tempo più mi manca e so che mi mancherà un figlio. a me non manca un ragazzo, ma lo star bene o al massimo degli amici. pensare di invecchiare così mi fa paura. per me non esistono momenti felici sono tutti offuscati da questo pensiero fisso che ho in testa che mi fa soffrire, star male, ovviamente piangere, e stare in stati depressivi per giorni. sono davvero stanco e ormai credo di non accettarmi più, anche se sono convinto di essere gay. pensare a quello che ha portato questa cosa nella mia famiglia e il ricordo di quei giorni ormai lontani è vivo e acceso lo stesso e peggiora il mio malessere. amo i miei genitori. con coetanei etero parenti e colleghi il più delle volte è quasi impossibile e ingestibile starci. so che sono noioso ma vivere cosi per anni non è facile. ho sempre pensato che la famiglia fosse un valore importantissimo, ne ho una distaccata ma presente, ma non potro mai averne una fatta da me. grazie a tutti.
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, quello che lei descrive è uno stato di profonda sofferenza che potrebbe essere connesso a più aree di disagio, connesse alla mancata accettazione del suo orientamento sessuale.
Le fanno male il timore di rifiuto da parte di familiari ed amici, le difficoltà che potrebbe incontrare in una società dominata da modelli culturali che non garantiscono eguali diritti a tutti (indipendentemente dal fatto che siano etero-, omo-, bi-sessuali etc.), il conflitto tra il suo orientamento sessuale ed il valore di una famiglia "tradizionale".
Ha già alle spalle diversi percorsi psicologici, sui quali potrebbe essere utile qualche informazione in più: sono stati percorsi di psicoterapia? Lo psicoterapeuta di quale orientamento teorico era? Quanto sono durati?
Questo perchè una cosa è una "consulenza psicologica", altro è una "psicoterapia", che la aiuti a fare pace con sè stesso e a fronteggiare le difficoltà che può trovare sul suo cammino.
Cordiali saluti
Le fanno male il timore di rifiuto da parte di familiari ed amici, le difficoltà che potrebbe incontrare in una società dominata da modelli culturali che non garantiscono eguali diritti a tutti (indipendentemente dal fatto che siano etero-, omo-, bi-sessuali etc.), il conflitto tra il suo orientamento sessuale ed il valore di una famiglia "tradizionale".
Ha già alle spalle diversi percorsi psicologici, sui quali potrebbe essere utile qualche informazione in più: sono stati percorsi di psicoterapia? Lo psicoterapeuta di quale orientamento teorico era? Quanto sono durati?
Questo perchè una cosa è una "consulenza psicologica", altro è una "psicoterapia", che la aiuti a fare pace con sè stesso e a fronteggiare le difficoltà che può trovare sul suo cammino.
Cordiali saluti
[#2]
Gentile ragazzo,
sembra che lei sofra molto dal fatto di non sentirsi accettato, del essere diverso dalla maggioranza. Lei non si accetta perché non si sente accettato dagli altri, famiglia, amici, colleghi...
Il giudizio degli altri (che lo leggi non solo dalle parole dette, ma anche dagli atteggiamenti, gesti, ...) definisce quelle che è lei. La tua particolarità è che quello che le accade intorno (opinione degli amici o genitori sulle tue decisioni, commenti che immagini, dei genitori)lo leggi come se fosse uno specchio di se, come qualcosa che dice CHI è lei. Ha bisogno di cominciare a costruire un SUO punto di vista. Una psicoterapia dovrebbe dare eccellenti risultati, LEI è giovane e vale veramente la pena.
La soluzione a questo problema non è il ritiro sociale, non frequentare ragazzi/e, non deve essere l'isolamento né la depressione.
Ci provi con uno psicoterapeuta che capisca la sua difficoltà ma prima di tutto ne parli ancora con il suo terapeuta. Coraggio!
sembra che lei sofra molto dal fatto di non sentirsi accettato, del essere diverso dalla maggioranza. Lei non si accetta perché non si sente accettato dagli altri, famiglia, amici, colleghi...
Il giudizio degli altri (che lo leggi non solo dalle parole dette, ma anche dagli atteggiamenti, gesti, ...) definisce quelle che è lei. La tua particolarità è che quello che le accade intorno (opinione degli amici o genitori sulle tue decisioni, commenti che immagini, dei genitori)lo leggi come se fosse uno specchio di se, come qualcosa che dice CHI è lei. Ha bisogno di cominciare a costruire un SUO punto di vista. Una psicoterapia dovrebbe dare eccellenti risultati, LEI è giovane e vale veramente la pena.
La soluzione a questo problema non è il ritiro sociale, non frequentare ragazzi/e, non deve essere l'isolamento né la depressione.
Ci provi con uno psicoterapeuta che capisca la sua difficoltà ma prima di tutto ne parli ancora con il suo terapeuta. Coraggio!
Dr.ssa Minerva Medina-Diaz, psicologa
specialista in psicoterapia cognitiva POSTRAZIONALISTA EMDR
www.minervamedina.it
[#3]
Gentile utente, visto che lei e' gia' in terapia da 3 anni con un collega, il consiglio non puo' che essere di parlare di queste sue preoccupazioni al suo terapeuta.
Di certo resta il fatto che ogni scelta nella vita comporta di conseguenza una rinuncia, l'importanete e' viversi queste scelte in maniera compatibile con la propria serenita' e salute mentale.
Auguri
Di certo resta il fatto che ogni scelta nella vita comporta di conseguenza una rinuncia, l'importanete e' viversi queste scelte in maniera compatibile con la propria serenita' e salute mentale.
Auguri
Dr. Maurizio Brescello
[#4]
Ex utente
grazie per le risposte, le ho lette e rilette e le rileggerò.
certo il mio star male deriva anche dall'impossibilita di una famiglia normale/tradizionale che non potrò crearmi MAI. i miei genitori mi hanno accettato. non se ne parla mai, per me parlarne sarebbe provare una vergogna da verme proprio, nel frattempo pero sto male con loro, per quello che è capitato 10 anni fa e per la vergogna. il ritiro sociale è inevitabile: rare volte esco con etero (1 volta ogni 2 mesi) è un dramma: ansia agitazione conto i minuti che mi separando dal tornare a casa, mentre uno normale vorrebbe star fuori il più possibile, ma il confronto con persone etero è insuperabile, idem feste e ricorrenze con parenti. ho sempre fatto consulenze e non psicoterapia, non saprei come farla e dove. il mio psicologo (rogersiano) sa tutto e di piu. non sono sereno con me stesso, vivo questa cosa forzatamente perche ci sono nato, ma non la voglio. ho saltato tappe esperienze di vita, con amici, l'adolescenza è stata da solo, non sono mai andato in vacanza. mi sento un vecchio in un corpo di uno con 10 anni meno di quelli che ho. insomma è dura. e non vedo vie di fuga ormai.
certo il mio star male deriva anche dall'impossibilita di una famiglia normale/tradizionale che non potrò crearmi MAI. i miei genitori mi hanno accettato. non se ne parla mai, per me parlarne sarebbe provare una vergogna da verme proprio, nel frattempo pero sto male con loro, per quello che è capitato 10 anni fa e per la vergogna. il ritiro sociale è inevitabile: rare volte esco con etero (1 volta ogni 2 mesi) è un dramma: ansia agitazione conto i minuti che mi separando dal tornare a casa, mentre uno normale vorrebbe star fuori il più possibile, ma il confronto con persone etero è insuperabile, idem feste e ricorrenze con parenti. ho sempre fatto consulenze e non psicoterapia, non saprei come farla e dove. il mio psicologo (rogersiano) sa tutto e di piu. non sono sereno con me stesso, vivo questa cosa forzatamente perche ci sono nato, ma non la voglio. ho saltato tappe esperienze di vita, con amici, l'adolescenza è stata da solo, non sono mai andato in vacanza. mi sento un vecchio in un corpo di uno con 10 anni meno di quelli che ho. insomma è dura. e non vedo vie di fuga ormai.
[#5]
<<..non cerco una soluzione o una cura, so che non c'è..>>
Caro ragazzo, mi consenta una riflessione con Lei. Immagini di trovarsi ad un bivio. Da una parte la possibilità di accettare la sua condizione Gay e dall'altra la possibilità di diventare Etero. Provi a formulare due risposte. Una emotiva, istintiva, d'impulso. L'altra, invece, meditata, ragionata, frutto di una riflessione attenta e razionale. Quale sarebbe la sua scelta?
Cordialità.
Dr. Willy Murgolo
Psicologo-Psicoterapeuta
Ipnosi Clinica-Sessuologia
[#6]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gent.le ragazzo, condivido appieno i pensieri dei colleghi, soprattutto per quanto riguarda la necessità di una presa in carico della sua problematica a livello più profondo, e quindi attraverso una psicoterapia. Solo in questo modo le sarà possibile recuperare se stesso e il senso della sua vita e delle sue scelte. La sintomatologia che porta è importante e da non sottovalutare, se la sua vita è così fortemente 'invalidata' consideri anche la possibilità di un accompagnamento farmacologico che alleggerisca la sofferenza e il disagio sociale che vive.
Se lo vuole, posso suggerirle un valido contatto a Milano, per un percorso di psicoterapia. Ne parli comunque con il suo psicologo attuale: il parlarne con lui, il non nascondersi e non 'lasciarsi vivere', credo siano un buon primo passo!
Forza, ha tutta la vita davanti a sè.
In bocca al lupo
Se lo vuole, posso suggerirle un valido contatto a Milano, per un percorso di psicoterapia. Ne parli comunque con il suo psicologo attuale: il parlarne con lui, il non nascondersi e non 'lasciarsi vivere', credo siano un buon primo passo!
Forza, ha tutta la vita davanti a sè.
In bocca al lupo
[#7]
Gentile ragazzo,
mi permetto di informarla di un'iniziativa a Milano che potrebbe essere interessante per lei. Questa domenica 22 maggio l'Associazione Arcoballeno, associazione di genitori omosessuali, organizza al Parco Sempione la 3° Festa delle Famiglie.
Potrebbe anche visitare il loro sito: www.famigliarcoballeno.org
Un saluto
mi permetto di informarla di un'iniziativa a Milano che potrebbe essere interessante per lei. Questa domenica 22 maggio l'Associazione Arcoballeno, associazione di genitori omosessuali, organizza al Parco Sempione la 3° Festa delle Famiglie.
Potrebbe anche visitare il loro sito: www.famigliarcoballeno.org
Un saluto
[#8]
Ex utente
diciamo che io mi sento da tempo davanti a un bivio ma fermo, due strade non percorribili, etero non si diventa purtroppo, mica si sceglie la sessualità! rimane un sogno irraggiungibile questa strada. l'altra è impossibile, come faccio ad accettarmi?? io non mi vado bene non mi piaccio e non mi piace la mia vita! il mio psicologo sa tutto, gli parlo in continuazione dei miei problemi, delle mie paure dei miei stati d'animo. dei giorni in cui sono a terra. di tutto, della mia sofferenza e della mia solitudine, del mio malessere, del mal di vivere che si ripresenta per quasi tutto il mese. dell'ansia che ti prende, dei blocchi, di tutto. quello è l'unico momento in cui sono gay, poi uscito dal colloquio torno ad essere non etero, non gay, ma un represso.
l'iniziativa proposta di milano per domenica 22 maggio è un idea, ma con la sfortuna che ho, ho paura di finire in televisione, dovrei camuffarmi, sarebbe bello ma non posso assolutamente.
l'iniziativa proposta di milano per domenica 22 maggio è un idea, ma con la sfortuna che ho, ho paura di finire in televisione, dovrei camuffarmi, sarebbe bello ma non posso assolutamente.
[#9]
Psicologo, Psicoterapeuta
>>etero non si diventa purtroppo, mica si sceglie la sessualità!
Sono d'accordo con lei, e così si pronunciano le indicazioni attuali in tema di orientamento sessuale. Se vuole, può approfondire in questo link:
http://www.cbtpalermo.net/rivolgersi-ad-uno-psicologo/identit%C3%A0-di-genere-ed-orientamento-sessuale/
>> l'altra è impossibile, come faccio ad accettarmi?? io non mi vado bene non mi piaccio e non mi piace la mia vita!
Di questa sua frase valuterei separatamente due aspetti: uno è relativo al fatto che, attualmente, imparare ad accettarsi le appare impossibile, l'altro è che non sa come fare.
Credo che, finchè non scoprirà come fare, le sembrerà impossibile e non si piacerà; ma, come dicevano i latini, "Caritas bene ordinata incipit a se ipso".
Ognuno di noi vale per il suo orientamento sessuale o perchè è Persona? Un omosessuale vale meno di un eterosessuale?
Vede, nascere e crescere in un contesto sociale omofobo può "insegnare" a temere e disprezzare l'omosessualità e la libera espressione del proprio orientamento; e, per chi è orientato in senso omosessuale, questo è drammatico, perchè l'attrazione si mischia alla repulsione "morale".
Non so se lei stia facendo un percorso di psicoterapia o un sostegno psicologico: il secondo è una forma si supporto per una difficoltà momentanea, mentre la psicoterapia è un percorso più incisivo per difficoltà più strutturate.
E qui vorrei sottolineare un punto per me fondamentale. Le linee guida che le ho linkato sopra affermano senza mezzi termini che non esiste un orientamento sessuale "patologico": secondo l'American Psychological Association il disagio nasce dal non aver integrato in modo armonico il proprio orientamento sessuale con il proprio sistema di valori, principi, credenze etc.
Aggiungo che l'orientamento sessuale non è necessariamente qualcosa di monolitico: anzi, può essere "fluido", frutto di un percorso di definizione che può essere anche lungo e faticoso.
La mia indicazione è quella di chiarirsi se lei è attualmente seguito da uno psicologo o da uno psicoterapeuta, chiedendolo a lui, e di valutare l'opportunità di un percorso di psicoterapia, con uno specialista esperto nelle tematiche dell'identità di genere.
La metto solo in guardia nei confronti delle cosiddette "terapie riparative", che si propongono di "modificare l'orientamento sessuale" di una persona. L'Ordine Nazionale degli Psicologi ha preso una posizione molto chiara e netta, sanzionando pesantemente queste prassi, considerate ascientifiche e contrarie al Codice Deontologico degli Psicologi Italiani (per approfondimenti, http://www.psy.it/documenti/Omosessualita_terpie.pdf).
Cordiali saluti
Sono d'accordo con lei, e così si pronunciano le indicazioni attuali in tema di orientamento sessuale. Se vuole, può approfondire in questo link:
http://www.cbtpalermo.net/rivolgersi-ad-uno-psicologo/identit%C3%A0-di-genere-ed-orientamento-sessuale/
>> l'altra è impossibile, come faccio ad accettarmi?? io non mi vado bene non mi piaccio e non mi piace la mia vita!
Di questa sua frase valuterei separatamente due aspetti: uno è relativo al fatto che, attualmente, imparare ad accettarsi le appare impossibile, l'altro è che non sa come fare.
Credo che, finchè non scoprirà come fare, le sembrerà impossibile e non si piacerà; ma, come dicevano i latini, "Caritas bene ordinata incipit a se ipso".
Ognuno di noi vale per il suo orientamento sessuale o perchè è Persona? Un omosessuale vale meno di un eterosessuale?
Vede, nascere e crescere in un contesto sociale omofobo può "insegnare" a temere e disprezzare l'omosessualità e la libera espressione del proprio orientamento; e, per chi è orientato in senso omosessuale, questo è drammatico, perchè l'attrazione si mischia alla repulsione "morale".
Non so se lei stia facendo un percorso di psicoterapia o un sostegno psicologico: il secondo è una forma si supporto per una difficoltà momentanea, mentre la psicoterapia è un percorso più incisivo per difficoltà più strutturate.
E qui vorrei sottolineare un punto per me fondamentale. Le linee guida che le ho linkato sopra affermano senza mezzi termini che non esiste un orientamento sessuale "patologico": secondo l'American Psychological Association il disagio nasce dal non aver integrato in modo armonico il proprio orientamento sessuale con il proprio sistema di valori, principi, credenze etc.
Aggiungo che l'orientamento sessuale non è necessariamente qualcosa di monolitico: anzi, può essere "fluido", frutto di un percorso di definizione che può essere anche lungo e faticoso.
La mia indicazione è quella di chiarirsi se lei è attualmente seguito da uno psicologo o da uno psicoterapeuta, chiedendolo a lui, e di valutare l'opportunità di un percorso di psicoterapia, con uno specialista esperto nelle tematiche dell'identità di genere.
La metto solo in guardia nei confronti delle cosiddette "terapie riparative", che si propongono di "modificare l'orientamento sessuale" di una persona. L'Ordine Nazionale degli Psicologi ha preso una posizione molto chiara e netta, sanzionando pesantemente queste prassi, considerate ascientifiche e contrarie al Codice Deontologico degli Psicologi Italiani (per approfondimenti, http://www.psy.it/documenti/Omosessualita_terpie.pdf).
Cordiali saluti
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<<..diciamo che io mi sento da tempo davanti a un bivio ma fermo, due strade non percorribili, etero non si diventa purtroppo, mica si sceglie la sessualità! rimane un sogno irraggiungibile questa strada. l'altra è impossibile, come faccio ad accettarmi?? ..>>
Gentile e paziente ragazzo, Le avevo suggerito di immaginare quale strada avrebbe scelto difronte ad un bivio. Lei si é limitato a formulare una scelta di tipo indiretto "..rimane un sogno irragiungibile.."
Fermo restando da parte mia il rispetto per le opinioni altrui, quand'anche provenienti da Istituzioni di grosso spessore quali l'Organizzazione Mondiale della Sanità, cortesemente mi consenta di esporle un caso da me trattato di omosessualità distonica, cioè non accettata dal mio paziente, anche se l'avvertiva fortemente. Di fronte al bivio egli molto chiaramente manifestò che se mai fosse stato possibile avrebbe fatto qualsiasi cosa puir di diventare "etero" , una dimensione che considerava la più giusta ed in ogni caso desiderata.
Non voleva sentire suggerimenti sulla possibilità di accettare la sua condizione omosex.
Una volta assodato ciò, senza condurla nei sentieri del percorso terapeutico che portò felicemente in porto il raggiungimento dell'obiettivo preposto, posso solo limitarmi a dirle che questo risultato fu reso possibile nel momento in cui il paziente, attraverso una serie di manovre atte a mobilitare il causa-effetto, venne a galla che all'età di circa tre anni egli aveva assistito ad una performance della madre che abitualmente sputava in faccia al consorte, il papà del ragazzo, senza che il medesimo si ribellasse. Questo trattamento si insinuò con il risultato che sappiamo nel delicato processo di identificazione con la figura paterna,che in ogni ragazzo
maschio é determinante per una normale crescita evolutiva e parallelamente un blocco del flusso erotico verso le figure femminili che simbolicamente rappresentavano la madre.
Ripeto che non sto ad elencarle le varie manovre che a partire della presa di coscienza di quanto visto e rimosso sono state determinanti per una soluzione del caso. Anni più tardi ebbi notizia che il paziente in questione si sposò felicemente.
Naturalmente, fermo restando tutte le prese di posizione su questo procedimento, gli aspetti deontologici, il rifiuto, che non contesto, di terapie "riparative", e le varie teorizzazioni più o meno moderne che indicherebbero unicamente di aiutare il soggetto ad accettare la sua omosessualità, sono da me accettate, ma non sempre condivise.
Cordialità.
[#11]
Ex utente
in questi giorni non mi sono collegato spesso a causa degli orari di lavoro, e che comunque condivido intenret con i miei famigliari e scrivere non riesco quando gli altri sono in giro per casa. ora ho piu tempo libero e rileggendo tutto posso dire che io mi sento fermo a quel bivio immobile e incapace di scegliere tant'è che mi sento proprio poltrire negli anni nello stesso punto da quando ne avevo 17. la differenza è che ho fatto la patente e ho un lavoro ovviamente queste 2 cose per forza di cose, ma sono invecchiato senza fare niente. rimane un sogno appunto un'idea la possibilità di prendere una strada per essere etero. ma so che è impossibile e per cui la devo scartare. non credo ovviamente nelle cure riparative. rimarrebbe accettarsi ma non riesco se no in dieci anni e piu non mi rovinavo la salute così. poi in questi giorni di pioggia mi viene ancora più male. mi sento vuoto e senza un perchè. sento che ormai col passare del tempo è sempre peggio e l'idea di andare avanti cosi mi fa stare peggio. inoltre non mi sono mai piaciuto fisicamente. forse per questo ho ancora piu problemi a relazionarmi con gli altri e a conoscere ragazzi. anche se in passato he ho avuti abbastanza. poi basta. l'ultimo l ho conosciuto nel 2009 (dal 2007 che non conoscevo nessuno) e ci siamo visti 2 volte e stop perchè ho voluto io finire li. insomma un disastro in tutto e per tutto ormai non so più che fare. ho due consapevolezze: uno cosa sono e cosa mi piace, due che ci devo convivere fino che scampo con questa cosa, ma non posso continuare cosi non è vivere è solo soffrire, ho fatto 2 settimane stando leggermente meglio, forse per via degli impegni di lavoro, ma ora sono di nuovo a terra scarico e concedetemi il termine distrutto proprio, mi sento vagare mi sento colpevole verso la mia famiglia e mi sento male per questo e quindi non mi accetto e non riesco a farmi più una vita. mi sento la proverbiale nuovola di fantozzi addosso. fino a qualche anno fa avevo la speranza che qualcosa potesse cambiare, da 3 anni a questa parte ci ho messo una pietra sopra perchè ho avuto le mie conferme che più si va avanti più è peggio. io non cerco un ragazzo, una relazione, no no. io sono sicuro che avrei bisogno di amici, questo si perchè non si puo essere cosi soli. so che parlare e stare con delle persone amiche mi farebbe bene. io ho un paio di amici con cui mi vedo per un hobby ogni tanto con cui sto bene. ma ovviamente non sannno di me e non possiamo vederci sempre. ci vedremo una due volte al mese. pero in quei momenti sto meglio perchè la mente si libera un po' e comunque loro sono persone normali pulite semplici affidabili. mentre con i miei colleghi che conosco da piu tempo mi trovo bene ma è un continuo a parlare di donne e ragazze. sono persone ottime anche loro, ma questi argomenti normali per persone normali mi fanno stare male, perchè non so cosa dire e perchè ce'il confronto diretto tra me che sono in un modo e loro che sono normali e vorrei essere anche io cosi. gli unici amici che sono come me, uno non lo vedo da tempo, ci sentiamo ogni tanto via sms, perchè si è "fidanzato" (non credo nelle relazioni tra 2 dello stesso sesso) da quasi un paio d'anni... l'altro che conosco da quasi 10 anni non si è rivelato una persona di cui fidarsi, dice un sacco di balle e io non sono del tutto scemo, ma spesso me ne sto zitto. per non questionare ogni volta come in passato è accaduto, riparando tutto per mia volontà perchè se fosse per lui.. ci vediamo una volta ogni 3-4 mesi se non di piu. si parla di come va come non va.. del lavoro ecc..io credo che comunque sotto sotto pure lui ha dei problemi e non sta bene però non ne vuole parlare.. in passato delle cose gli sono uscite ma secondo me si vuole autoconvincere che la sua vita è bella così... contento lui a me spiace solo che non sia una persona come credevo, ma una volta che me ne sono reso conto ok. per lui ci sono sempre stato, ma quando ero piu piccolo e gia non stavo bene in alcuni periodi (mi ricordo era la fine dell'estate, periodo critico per me) pensavo di poter contare su di lui, ma si dimostrava infastidito e disturbato. piuttosto dimmi arrangiati non mi disturbare, ma essere cosi freddi e indisponenti e capirlo da solo. col tempo ho poi capito e vabbè. anni fa aveva bisogno di soldi con piacere lho fatto. una discreta somma (meta di uno stipendio) io non dico ridammeli, ti chiedo gli interessi o chissa cosa!!!! ma caspita dì almeno non ce li ho, non te li voglio/posso dare, una pizza, sono passati 3 anni. per vederci ogni tanto ci sono mille e mille scuse (sono malato e non ho la macchina sono le più quotate, lavoro, ho la febbre) tutte balle... ripeto non sono i soldi, non mi cambiano la vita e non mi interessano, perchè tanto sto male per altri motivi. ma sono tante piccole cose che ti fanno capire chi e come sono le persone di cui poterti fidare o con cui poter star bene. pero da questa piccola esperienza un vantaggio cè: sono ben contento di aver aiutato una persona, mi sono sentito vivo per qualcosa, lho fatto volentieri e lo rifarei... peccato siano passati 3 anni.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 33.8k visite dal 18/05/2011.
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