Relazionarmi con l'altro sesso

Buonasera. Sono un uomo di 39 anni. Sono di nazionalità italiana, a causa del lavoro di mio padre e per altri motivi ho fatto sin dalla mia infanzia moltissimi traslochi che mi hanno portato un pò in tutta italia e anche all'estero. A 20 anni mi sono sposato, un matrimonio conclusosi 8 anni piu tardi senza figli. In preda allo sconforto e al rancore ho cercato subito dopo di arruolarmi nella legione straniera francese e in seguito nella guardie del corpo all'estero con le quali ho partecipato a diverse missioni in territorio africano. Tornato in Italia due anni piu tardi ho cercato di rifarmi una vita dapprima produttiva cercando un lavoro e poi nel 2005 sentimentale trovandomi una ragazza. L'anno successivo però un grave incidente sul lavoro mi obbligò a subìre due interventi alla colonna vertebrale e l'anestesia mi causò dei problemi di memoria, non riconoscevo cose e persone e non collegavo ad oggetti di uso comune il loro nome. Questi problemi sparirono gradualmente negli anni sucessivi ma la mia ragazza con la quale convivevo non sopportò la situazione e se ne andò. Cercai in seguito di farmi una famiglia ma trovai donne interessate solo al sesso senza legami oppure a donne che mi volevano secondo 'un'immagine' che era nella loro testa con la quale dovevo uniformarmi ma che non mi amavano per ciò che io sono. Eppure non fumo, non mi drogo,bevo con moderazione ma non mi sono mai ubriacato,non sono mai andato con prostitute (nonostante i luoghi comuni sui militari all'estero), non ho il vizio del gioco e non sono assolutamente un violento. In realtà qualcosa di anomalo lo debbo avere, onestamente ho sbalzi di umore repentini,la mattina per esempio sono di buon umore ma può darsi che in tarda mattinata sia preda dell'angoscia piu totale o della tristezza, ho frequenti incubi notturni, non faccio vita sociale e non ho molti amici, quelli che ho li vedo sopratutto per lavoro ma ognuno ha la sua vita e raramente ci esco, altri sono molto lontani e ci sentiamo via internet saltuariamente. Non ho la famiglia vicino, sono sparsi per l'europa e non abbiamo rapporti da anni pur avendo loro notizie. Faccio fatica a fidarmi delle persone, vedo in tutti dei nemici, e faccio molta fatica ad aprirmi con chiunque..sono confuso e non so cosa fare.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile utente,

mi sembra che lei si renda già conto che quello che "non va" in lei non c'entra con le sue caratteristiche e le sue qualità (magari non ha semplicemente incontrato donne che le apprezzassero), ma con gli sbalzi d'umore e la scarsa vita sociale che forse ne è una conseguenza.
Il fatto di essere cresciuto girando molte città le ha permesso sicuramente di fare tante esperienze, ma non di contare su radici solide. Forse questo è ciò che ora le manca e che la rende così instabile e introverso.

A mio parere dovrebbe contattare uno psicologo della sua zona per approfondire la questione: scrivendo a noi ha già iniziato ad aprirsi e a pensare che qualcuno potesse ascoltarla e capirla, e questo accadrà sicuramente anche quando si recherà di persona da un nostro collega.

Tanti auguri per il suo futuro,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
La ringrazio del suo suggerimento dottoressa, ho provato in passato a rivolgermi ad un conoscente psicoterapeuta sopratutto per la sindrome di stress post traumatico (spero che sia la definizione giusta) indottami dalle mie esperienze in zona di guerra, mi fu utile per 'metabolizzare' almeno in parte quel periodo della mia vita. Purtroppo le mie condizioni economiche attuali non mi permettono di rivolgermi ad uno specialista e, cosa forse ancora piu importante, faccio molta fatica ad aprirmi ad una persona a quattrocchi anche se ammetto mi sarebbe utile provare almeno per vedere cosa succede. Per questo motivo ho scelto questo modo di parlare..un pò impersonale è vero, ma almeno inizialmente è più a me congeniale.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Quando ci si rivolge a uno psicologo/psicoterapeuta, non dovrebbe essere mai qualcuno che si conosce già da prima. Oltretutto fornire servizi a parenti o conoscenti è proibito dal nostro codice deontologico. Qualsiasi rapporto d'aiuto con un conoscente rischia inevitabilmente di essere minato dalle dinamiche preesistenti e di ricadere nel "consiglio" dell'amico che niente ha a che vedere con l'aiuto psicologico efficace.

Se la cosa la sta facendo soffrire più del dovuto, deve prendere il coraggio a due mani e fare le cose nella maniera appropriata, consultando un professionista di persona. Da qui non sarebbe possibile fornirle l'aiuto di cui ha bisogno, purtroppo. Può rivolgersi al servizio pubblico, se il fattore economico è importante.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le utente,
mi associo alle osservazioni dei colleghi lei ha già fatto un percorso di psicoterapia quindi parte già da un buon livello di consapevolezza, ora si tratta di decidere se è importante o meno prendersi cura di sé (eventualmente può rivolgersi al Consultorio familiare della sua ASL).
Le consiglio la lettura di questo articolo nella speranza di fornirle qualche spunto di riflessione:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it