Supporto del partner in un percorso terapeutico

Salve, nella storia clinica è possibile leggere il prologo della vicenda di cui sto per scrivere il prosequio. Sono passati quasi 6 mesi, del contattare uno psicologo o similia, niente. Nonostante tutto alcuni miglioramenti ci sono stati sicuramente, ma non abbastanza. Riesco a convincerla a prenotare le visite (quelle gratuite dell'usl) finchè qualche giorno fa le si scatena una forte depressione e totale confusione, tutto questo arrichito da delle sue reazioni che mi deludono molto; non sa cosa fare, vuole una pausa nella nostra relazione ma nonostante tutto vuole stare con me, mi ritiene l'uomo della sua vita. Di sua sponte ha pensato di informarsi per sedute di gruppo per la dipendenza sessuale (leggendo il prequel è chiaro il motivo e ce ne sono altri a sostegno di questo), vuole stare bene senza più compromessi e non vuole cercare di reprimere i problemi. Ma qui si pone nelle mie mani un grande quesito, non so se starle ancora accanto e soffrire del fatto che non so se e quando starà bene (ho sopportato davvero tanto in questi mesi, ma sono andato avanti perchè il nostro amore è davvero forte) ; oppure lasciarla e farle proseguire da sola questo cammino (lei ha paura di non riuscirci da sola). Lei mi ha detto che accetterà sia una che l'altra, non vuole farmi soffrire oltre e spetta a me la scelta. Mi rendo conto che il problema svia probabilemnte dal parere medico ma sono davvero in ansia, ieri notte l'ho passata in bianco e con la tachicardia.
Grazie.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Caro ragazzo,

si tratta di una situazione difficile da affrontare soprattutto se sei il solo a starle accanto.
E' così? da ciò che hai scritto in precedenza penso di sì.

E' difficile cercare di aiutare chi non vuole accettare aiuto, o lo accetta solo fino a un certo punto, e tu ti sei reso conto del fatto che puoi arrivare ad aiutarla solo in parte perchè è indispensabile l'intervento di un esperto.
Forse il tuo insistere in totale buona fede sul fatto che dovrebbe iniziare un percorso psicologico ha spostato la responsabilità del benessere della ragazza da lei a te, e avete continuato a relazionarvi seguendo questi due ruoli: tu che insisti e lei che si fa pregare, quasi come se il discorso non la riguardasse.

Forse potresti ottenere qualcosa mettendola di fronte ad un ultimatum, dicendole che le vuoi bene ma che il suo rifiuto di farsi aiutare da uno psicologo sta portando anche te a stare male, e che non sei più disposto a stare con lei se non si deciderà.
Così spezzeresti il circolo vizioso e magari otterresti che, restituendole completamente la responsabilità di decidere del proprio benessere, cambi atteggiamento.

Cosa ne pensi?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
Sono stato poco chiaro, mi scuso. Lei si è resa conto che è giunto il momento di affrontare la sistuazione, domani stesso ha la visita psichiatrica usl. Ha anche altre persone accanto ma non sono state sufficienti.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Avevo capito che la forte crisi che ha avuto con l'approssimarsi della visita l'aveva spinta a rinunciare, o almeno a pensare se per ora non andarci, ma rileggendo il primo post dopo la tua precisazione mi è chiaro che il problema sono "solo" i dubbi che entrambi avete, per motivi diversi, in relazione al vostro rapporto.

Ovviamente non posso dirti cosa fare, ma posso suggerirti di aspettare e vedere che piega prenderà tutta la storia quando avrà iniziato a farsi curare seriamente.

Se però la decisione non dipende solo da te, perchè anche lei si sta chiedendo se sia meglio prendervi una pausa, penso che potreste parlare della possibilità di attendere per decidere qualcosa, perchè se migliorasse entrambi potreste sentirvi più sereni e vedere le cose in maniera differente da ora.
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Utente
Utente
Entrambi dopo una discussione avuta stamattina siamo più distesi. Attendo per la visita di domani
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Se vuoi facci sapere se ci sono novità dopo la visita.
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Utente
Utente
Mi ha raccontato la visita di oggi, che aveva la funzione di smistamento , durante la quale le è stato modo di parlare del problema. Le è stato detto che ha un disturbo della personalità; la terapia è necessaria e chiaramente sarà lunga e non è da escludere l'uso di psicofarmaci se dovessero presentarsi fenomeni autolesivi (già adesso non mangia da 3 giorni). entro fine mese le sarà comunicato a chi verrà assegnata.

Io sono più tranquillo, abbiamo parlato molto ieri e avantieri, sono contento che abbia fatto il primo passo ma in me si è fatto ormai largo l'idea di lasciarla. Le è stato chiesto da un amico se aveva più paura di perdere me o di cadere nel vuoto(quando ha conosciuto me si era già decisamente ridimensionata da un pò), non è stata in grado di dare una risposta certa in quanto la seconda paura ovviamente c'è e si sente anche se le avverte che è probabile che non faccia gli stessi errori di prima. Starle accanto è la cosa giusta? Lo è per me, per lei, o per tutti e due? Io ho bisogno di una persona stabile accanto a me.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Quel che è certo è che non puoi stare con lei con lo scopo di aiutarla o di starle accanto, se non provi più dei sentimenti nei suoi confronti.
Il fatto che anche lei sia titubante ti renderà più facile lasciarla, come mi pare di capire che tu abbia deciso di fare.
Tutto sommato se avrà bisogno di un aiuto potrai sempre esserci, se entrambi lo vorrete.

Ora che ha iniziato a farsi seguire ti puoi sentire più tranquillo anche perchè non la stai "abbandonando" a sè stessa: immagino che sia stato molto difficle starle accanto e supportarla, ora anche tu avrai bisogno di tirare un po' il fiato e forse di riprendere ad occuparti di te e della tua vita.
Sei stato coraggioso ad occuparti di lei e non puoi che averle fatto del bene, standole accanto, ma tutti hanno un limite e se hai esaurito le energie è il momento di prendere almeno in parte le distanze.
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Utente
Utente
Al contrario, io la amo e lei mi ama. Certo, ho subito ultimamente delle delusioni, ma i sentimenti sono rimasti; d'altro canto mi sono reso conto che mi sto facendo del male.

La mia adolescenza è stata turbata da una separazione dei miei che non hanno affrontato nel migliore dei modi, ne ho sofferto molto si, ma la mia personalità mi ha permesso di non abbandonarmi e di impegnarmi in cose sane. Ciò nonostante mi rendo conto che per essere davvero felice ho bisogno di avere accanto una persona stabile. Quando ho iniziato la relazione con lei sapevo che non sarebbe stata semplice, ma mi sono armato di pazienza e buona volontà (qualità che mi contraddistingue) ed ho affrontato ogni tipo di problema con lei, sopportando sbalzi di umore e situazione che non mi andavano molto a genio. Però non mi sarei mai aspettato che le sue turbe sofciasserò in una volta e con irruenza dopo 9 mesi insieme. Al contrario ero abbastanza sicuro che le cose sarebbero andate sempre a migliorare (e alcune cose lo andavano a prevedere).

In questo momento sono dell'idea che qualora ci lasciassimo le lascerei una porta aperta (ciò non implica che non potrei farmi la mia vita e innamorarmi di una persona in questo lasso di tempo), magari tra qualche anno avrà trovato la stabilità necessaria per poter proseguire una relazione in maniere sana e serena.
Fino all'anno scorso ero abbastanza convinto che il ritornare insieme a distanza di tempo non avesse senso. Oggi sento di dire che non è così, se ci si è amati davvero non ci vuole niente a riaccendere il sentimento.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Di lei avevi scritto "non sa cosa fare, vuole una pausa nella nostra relazione ma nonostante tutto vuole stare con me" e che ha lasciato a te l'onere di decidere, quindi è quanto meno confusa.
D'altronde, come potrebbe non esserlo visto il grosso disagio psicologico che sta affrontando?

Se la tua preoccupazione non ha a che fare con i sentimenti, ma solo con l'opportunità o meno di restare assieme non sapendo se e quando starà finalmente bene ("Io ho bisogno di una persona stabile accanto a me"), penso che le cose si risolveranno prima o poi da sole.
Potresti prendere le distanze per un periodo se la situazione si è fatta troppo pesante da sostenere, ma può essere che le cure diano buoni risultati anche in tempi relativamente brevi, considerato che può rispondere bene ai farmaci e che è molto giovane.
Le sue condizioni potrebbero quindi anche modificarsi nel giro di poco, e di conseguenza potrebbero venir meno i motivi che ora ti stanno facendo meditare un allontanamento.
Considera infatti che, data l'età (immagino che sia bene o male una tua coetanea), la sua psiche è fisiologicamente ancora in evoluzione perchè non ha ancora raggiunto un'identità adulta definitiva.
Di conseguenza anche i cambiamenti prodotti dalla terapia possono incontrare meno resistenze.

Ogni caso è ovviamente diverso dagli altri, ma ti auguro che un miglioramento sia visibile quanto prima e che tutto si possa sistemare.
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Utente
Utente
Lei è sempre stata restia a prendere addirittura un'aspirina, figuriamoci psicofarmaci. Di solito cosa viene dato? E in quali casi?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Ma come ha reagito quando le hanno detto che potrebbero esserle prescritti?
Potrebbero darle ad es. degli antidepressivi, ma è solo un'ipotesi e ovviamente noi psicologi non ci occupiamo di questo quindi se hai domande al riguardo devi postarle in Psichiatria.
Se ti sembra che si sia trovata bene riuscirà magari a fidarsi e potrà anche sentirsi meno a disagio all'idea di prendere delle medicine, che comunque le saranno prescritte sicuramente solo se ce ne sarà bisogno.
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Utente
Utente
Mi ha scritto (oggi abbiamo solo chattato) che ci è rimasta male, ma non mi pare abbia messo le mani avanti. Poco fa mi ha scritto che si sente meglio perchè sa di aver intrapreso la scelta giusta.

Mi ha chiesto se avessi preso una deciso (le ho detto di no) e mi ha detto che aveva pensato al darci un appuntamento a distanza di mesi, definendo una data precisa, e decidere allora. Questa cosa l'avevo già pensata anche io, ma è per ora solo una ipotesi.