Tristezza in gravidanza

Buongiorno,
sono una ragazza di 24 anni al quarto mese della mia prima gravidanza desiderata sia da me che da mio marito.
Purtroppo prima di questa gravidanza avevo avuto un aborto spontaneo per cui abbiamo deciso di far sapere la notizia ad amici e parenti solo al terzo mese.
Quando l'abbiamo detto ai genitori di mio marito loro si sono dimostrati contenti anche se ci hanno confidato che anche la loro figlia,mia cognata è in dolce attesa per cui la notizia che gli abbiamo dato è stata importante per loro ma non ha ottenuto il successo che speravamo(nel senso che non hanno altri nipoti e comunicare loro che diventavano nonni per la prima volta ci rendeva orgogliosi ma mia cognata ci ha preceduto!)
Per me però la cosa più importante era comunicarlo ai miei genitori e a mia nonna paterna(che vive in casa con loro). Sono apparsi subito molto felici e questo ci ha rincuorato anche se si sono lasciati sfuggire che sono molto giovane e che speravano che a dare loro il primo nipote fosse mio fratello di 33 anni.
Devo dire che non ho badato molto questa loro considerazione fino a che ieri sera, mio fratello ha annunciato che sua moglie aspetta un bambino anche lei e in casa i miei genitori si sono scatenati dalla gioia esultando e urlando.
Io invece ci sono rimasta male,e per la notizia e per la reazione dei miei.
Mi sono sentita messa in disparte..non lo so spiegare bene però dalla parte dei miei suoceri mi trovo a vivere la gravidanza confrontandola con mia cognata(confronti che fanno i miei suoceri) ed ora anche a casa mia,dai miei genitori,nel posto dove mi sentivo più sicura mi trovo a dover confrontare la mia gravidanza con la moglie di mio fratello che urla a tutti quant'è felice di questa gravidanza.
Mia nonna già ieri sera si è permessa di dirmi "vedi che loro l'hanno detto subito (al primo mese) che aspettano un figlio altro che voi che avete aspettato fino al terzo mese" incurante del perchè ho aspettato cosi tanto per dirlo.
Come se non bastasse la moglie di mio fratello stamattina si è presentata a casa mia scusandosi se era incinta anche lei e dicendomi che non l'hanno fatto per togliermi "la scena" ma purtroppo questo figlio a loro è capitato per sbaglio.
Questo è stata l'ennesima mazzata nei piedi perchè proprio ieri sera mio fratello ha confidato a mia madre che questo loro figlio l'hanno voluto e cercato in mille modi.
Io non so cosa dire e cosa fare..mi sento solo molto triste..vorrei abitare a non so quanti km di distanza da mio fratello,dai miei per non vederli per anni e farmi la mia vita sola con mio marito e con la creatura che ho in grembo sapendo bene il bene che voglio loro ma stavolta mi hanno deluso tutti!davvero.
Vi prego di aiutarmi se riuscite almeno a cercare d darmi una spiegazione logica del mio comportamento.
Grazie per l'ascolto
[#1]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
la sua reazione di delusione è comprensibile e credo derivi dalla scarsa di sensibilità, magari involontaria, sia da parte dei suoi genitori sia da parte dei suoi suoceri.
Trasformare l'arrivo dei nipoti in una sorta di "competizione" tra figli, credo sia retaggio di una mentalità nella quale la considerazione dei figli innanzi tutto deriva dalla loro capacità di soddisfare le aspettative genitoriali nei tempi che si ritengono opportuni, ignorando i loro desideri e le loro aspettative.
Se la situazione per lei è fonte di sofferenza, ne parli con suo marito, cercando con lui di individuare le strategie relazionali più adeguate ad evitare future "mancanze di sensibilità" da parte dei vostri familiari.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#2]
Utente
Utente
Gentile dott.sa,
la ringrazio per la sua tempestività nella risposta.
Ne ho parlato con mio marito però vede,per lui tutto questo non è fonte di sofferenza.
Mi dice di non badare a queste cose e di essere felice per mio fratello (cosa che non riesco ad essere).
Lui al contrario di me non da molta importanza a cosa ne pensano i genitori.
Probabilmente mi sento cosi triste perchè sono in una fase particolare della mia vita.
Secondo lei come mi dovrei comportare con i miei familiari?
e con la moglie di mio fratello?
Oggi li ho evitati tutti ma evitarli non risolve il problema!
[#3]
Dr.ssa Monia Marziani Psicologo, Psicoterapeuta 19
Gentile ragazza,

sicuramente non deve essere stato facile superare un aborto spontaneo e posso supporre che la vicinaza di suo marito e dei suoi familiari può solo in parte averla aiutata.
Perchè non attivare quello che definisco l'EGOISMO POSITIVO, cioè quel bisogno di attenzione che solo noi possiamo appagare in noi stesse nel momento in cui ci adoperiamo in prima persona per ottenerlo?

Voglio dire più semplicemente: cerchi di instaurare un abbozzo di rapporto con il figlio che ha in grembo e si ricordi del punto di riferimento che lei sarà per lui.
Gli altri parenti ruoteranno attorno a voi e non sembra, da quanto dice, che non siano comunque contenti dell'arrivo di questa creatura.
Non è importante, nell'instaurarsi dei rapporti tra nonni, zii e nipoti chi nasce per primo di uno o due mesi: ogni bambino avrà le sue caratteristiche, anche se inevitabilmente (in quanto coetanei)i confronti ci saranno, ma sarà lei a doverli sminuire in sè stessa e per sè stessa e suo figlio.

Provi a concentrarsi di più su di lei e sulla sua famiglia, non dimenticando che chi è stato importante per lei fino ad oggi potrà ancora esserlo.

Dr.ssa Monia Marziani

[#4]
Dr. Maurizio Brescello Psicologo 102 1
Leggendola mi pare che sia in atto una gara famigliare di gravidanza. Chi lo dice per primo o fa il primo figlio e' il piu' bravo. Capisco l'aspettitiva di felicitazione da parte dei genitori, ma non e' che lei cerca piuttosto una convalida rispetto alla sua gravidanza? Si interroghi piuttosto su questo. Se la gravidanza e' per lei ed il suo compagno la cosa piu' autentica, le reazioni dei familiari dovrebbero essere relative.

Auguri

Dr. Maurizio Brescello

[#5]
Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10
Dev'essere stata una sensazione molto triste: aver dovuto passare alcuni mesi portando dentro di sè in solitudine il timore di perdere un secondo bambino e quando finalmente la lieta notizia può essere gridata al mondo con la gioia traboccante di una futura madre... il mondo non condivide lo stesso entusiasmo.

Forse perchè l'entusiasmo invece di moltiplicarsi per 3 si è frazionato, forse perchè le aspettative di paternità per un 33enne sembravano scemare e qualcuno temeva che l'evento non sarebbe mai arrivato, forse perchè qualche nonno inizia a preoccuparsi di avere 2 neonipoti in contemporanea!

Le spiegazioni sono le più varie e ogni nucleo familiare ha il proprio modo di vivere la tradizione della procreazione: è un delicato momento in cui le pressioni culturali si fanno più vive e gli intrecci familiari, i ruoli relazionali consolidati, le reciproche posizioni si riattivano.

Anche quei nodi, quei conflitti sommersi che si pensava di aver superato è possibile che tornino a smuovere emozioni e insicurezze covate nel grembo familiare.

Il consiglio più utile sarebbe di effettuare un percorso con uno psicoterapeuta che la aiutasse a rielaborare ansie e emozioni legate al suo essere figlia/madre, e legate agli intrecci familiari con cui ciascuno deve fare i conti, perchè le servirà per gestire tutto il movimento di due famiglie che si attiverà intorno al piccolo in arrivo.

Questo per potersi godere la sua gravidanza e la SUA nuova famiglia, un po' più consapevole di cosa la fa stare bene e di come ottenerlo.

Cari auguri.

Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it

[#6]
Utente
Utente
Vi ringrazio davvero tutti per le vostre risposte!!
Seguirò i vostri consigli!!

grazie di cuore
[#7]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
la reazione di suo marito è sicuramente legata al tipo di rapporto che lo lega ai suoi genitori, tuttavia è importante che anche lei riesca a stabilire dei confini chiari e visibili per tutti tra lei e le rispettive famiglie di origine, ridimensionando il potere che i loro comportamenti esercitano attualmente su di lei.
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