Stato d'ansia e nodo alla gola
Salve,
scrivo per cercare possibili spiegazioni di cosa ultimamente mi sta avvenendo: nelle ultime settimane, sono spesso 'vittima' di stati d'ansia (spesso leggeri, qualche volta forti) spesso associati ad una sorta di nodo alla gola che mi rende difficile la respirazione.
Quando mi trovo in situazioni che prima mi mettevano in agitazione o tensione, ho notato che questi sintomi sono come acuiti, e mi agito più di quanto non facessi prima.
Già da qualche settimana prima che iniziasse questo, avevo iniziato a sentirmi come abbattuto e scoraggiato, poco capace di affrontare la vita intorno a me: tutto era partito da una discussione piuttosto sostenuta con alcuni miei amici durante un qualsiasi sabato sera in pizzeria.
Premetto che nell'ultimo anno ho vissuto una serie di eventi per me particolarmente impegnativi a livello mentale:
- la fine del liceo, che ha portato un allontanamento da persone alle quali ero molto legato;
- l'inizio dell'Università lontana dalla mia città natale, cosa che mi permette di stare a casa solo pochissimi giorni al mese, e che mi ha costretto a cambiare radicalmente abitudini e frequentazioni;
- un periodo depressivo vissuto da due miei familiari (entrambi ormai superati);
- la rottura del legame tra i miei genitori, che ha generato una serie di tensioni familiari sia tra loro che tra noi figli e loro
Per adesso, non mi sembra che questo stato d'agitazione mi precluda dallo svolgere normalmente la mia vita, anche se faccio tutto con maggiore fatica rispetto a qualche tempo fa. Inoltre, ci sono giorni in cui non avverto quasi per nulla questa agitazione ed il nodo alla gola ad esso associato.
A Vostro giudizio sarebbe il caso di ricorrere ad una visita presso uno specialista oppure le mie sensazioni sono semplicemente imputabili al prolungato periodo di stress che mi sono trovato ad affrontare? Perché ho notato che la maggior parte della mia tensione è nata dopo che la maggior parte dei problemi prima elencati si era, in qualche modo, risolta!
Vi ringrazio già da ora per l'attenzione!
scrivo per cercare possibili spiegazioni di cosa ultimamente mi sta avvenendo: nelle ultime settimane, sono spesso 'vittima' di stati d'ansia (spesso leggeri, qualche volta forti) spesso associati ad una sorta di nodo alla gola che mi rende difficile la respirazione.
Quando mi trovo in situazioni che prima mi mettevano in agitazione o tensione, ho notato che questi sintomi sono come acuiti, e mi agito più di quanto non facessi prima.
Già da qualche settimana prima che iniziasse questo, avevo iniziato a sentirmi come abbattuto e scoraggiato, poco capace di affrontare la vita intorno a me: tutto era partito da una discussione piuttosto sostenuta con alcuni miei amici durante un qualsiasi sabato sera in pizzeria.
Premetto che nell'ultimo anno ho vissuto una serie di eventi per me particolarmente impegnativi a livello mentale:
- la fine del liceo, che ha portato un allontanamento da persone alle quali ero molto legato;
- l'inizio dell'Università lontana dalla mia città natale, cosa che mi permette di stare a casa solo pochissimi giorni al mese, e che mi ha costretto a cambiare radicalmente abitudini e frequentazioni;
- un periodo depressivo vissuto da due miei familiari (entrambi ormai superati);
- la rottura del legame tra i miei genitori, che ha generato una serie di tensioni familiari sia tra loro che tra noi figli e loro
Per adesso, non mi sembra che questo stato d'agitazione mi precluda dallo svolgere normalmente la mia vita, anche se faccio tutto con maggiore fatica rispetto a qualche tempo fa. Inoltre, ci sono giorni in cui non avverto quasi per nulla questa agitazione ed il nodo alla gola ad esso associato.
A Vostro giudizio sarebbe il caso di ricorrere ad una visita presso uno specialista oppure le mie sensazioni sono semplicemente imputabili al prolungato periodo di stress che mi sono trovato ad affrontare? Perché ho notato che la maggior parte della mia tensione è nata dopo che la maggior parte dei problemi prima elencati si era, in qualche modo, risolta!
Vi ringrazio già da ora per l'attenzione!
[#1]
" la maggior parte della mia tensione è nata dopo che la maggior parte dei problemi prima elencati si era, in qualche modo, risolta!"
Gent.le ragazzo,
è possibile che tu, inconsapevolmente, abbia dato la precedenza ai bisogni degli altri e messo in secondo piano i tuoi, ora che i problemi degli altri sono avviati alla risoluzione, stai entrando in contatto con il tuo disagio che finora è stato "trascurato", quindi forse questo è il momento migliore per ricominciare a prenderti cura di te.
In questo senso dei colloqui con uno psicologo (all'Università o presso il Consultorio) potranno aiutarti a fare chiarezza dentro di te.
Gent.le ragazzo,
è possibile che tu, inconsapevolmente, abbia dato la precedenza ai bisogni degli altri e messo in secondo piano i tuoi, ora che i problemi degli altri sono avviati alla risoluzione, stai entrando in contatto con il tuo disagio che finora è stato "trascurato", quindi forse questo è il momento migliore per ricominciare a prenderti cura di te.
In questo senso dei colloqui con uno psicologo (all'Università o presso il Consultorio) potranno aiutarti a fare chiarezza dentro di te.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Utente
Intanto grazie mille per le velocissime risposte!
Sì, in qualche modo io ho trascurato soprattutto le mie paure circa la nuova vita che andavo ad affrontare (sì, l'idea del passo che stavo per compiere da un lato mi appassionava ma dall'altro mi impauriva pure, ma credo che sia normale vista la portata del cambiamento).
Ho vissuto per mesi come sentendo la responsabilità su di me di dover necessariamente esser forte per aiutare sia mio fratello sia mio padre (che attraversavano momenti particolarmente difficili), probabilmente chiedendo a me stesso uno sforzo ben più grande di quello che ero in grado di sostenere, visto che nello stesso periodo delle loro difficoltà io vivevo il periodo di preparazione alla 'nuova vita' che mi portava via non poche energie mentali.
Devo anche dire che ho vissuto il primo semestre senza nessun problema (a parte i primissimi giorni d'ambientamento, in cui ero particolarmente spaesato), tornando pochissimo a casa, anche forse per non farmi coinvolgere troppo dalla delicata situazione familiare e per poter essere all'altezza sia delle aspettative degli altri su di me, sia della mia stessa volontà di far molto bene ai primi esami, cosa che alla fine sono riuscito a fare.
L'inizio dei problemi è coinciso col mio stare un po' più a contatto con la mia famiglia grazie all'assenza di lezioni di gennaio-febbraio: ho ritrovato sia mio fratello che mio padre in condizioni decisamente migliorate e ho considerato come concluso il periodo di ambientamento nella nuova realtà universitaria. E da lì ho cominciato a sentirmi come vuoto, senza più forze mentali di affrontare cose che mi sembravano prima del tutto banali.
Ma, al di là dei sintomi di per loro della mia ansia, che per ora non sono affatto debilitanti per la mia vita, quello che mi preoccupa e che mi fa pensare che sarebbe meglio chiedere consulenza, è il fatto che mi sembra di esser entrato in un circolo vizioso di pensiero, chiedendomi ogni giorno come sto, com'è andata, a che livello era la mia ansia...
Sì, in qualche modo io ho trascurato soprattutto le mie paure circa la nuova vita che andavo ad affrontare (sì, l'idea del passo che stavo per compiere da un lato mi appassionava ma dall'altro mi impauriva pure, ma credo che sia normale vista la portata del cambiamento).
Ho vissuto per mesi come sentendo la responsabilità su di me di dover necessariamente esser forte per aiutare sia mio fratello sia mio padre (che attraversavano momenti particolarmente difficili), probabilmente chiedendo a me stesso uno sforzo ben più grande di quello che ero in grado di sostenere, visto che nello stesso periodo delle loro difficoltà io vivevo il periodo di preparazione alla 'nuova vita' che mi portava via non poche energie mentali.
Devo anche dire che ho vissuto il primo semestre senza nessun problema (a parte i primissimi giorni d'ambientamento, in cui ero particolarmente spaesato), tornando pochissimo a casa, anche forse per non farmi coinvolgere troppo dalla delicata situazione familiare e per poter essere all'altezza sia delle aspettative degli altri su di me, sia della mia stessa volontà di far molto bene ai primi esami, cosa che alla fine sono riuscito a fare.
L'inizio dei problemi è coinciso col mio stare un po' più a contatto con la mia famiglia grazie all'assenza di lezioni di gennaio-febbraio: ho ritrovato sia mio fratello che mio padre in condizioni decisamente migliorate e ho considerato come concluso il periodo di ambientamento nella nuova realtà universitaria. E da lì ho cominciato a sentirmi come vuoto, senza più forze mentali di affrontare cose che mi sembravano prima del tutto banali.
Ma, al di là dei sintomi di per loro della mia ansia, che per ora non sono affatto debilitanti per la mia vita, quello che mi preoccupa e che mi fa pensare che sarebbe meglio chiedere consulenza, è il fatto che mi sembra di esser entrato in un circolo vizioso di pensiero, chiedendomi ogni giorno come sto, com'è andata, a che livello era la mia ansia...
[#3]
Gent.le ragazzo,
durante il colloquio con lo psicoterapeuta potrai approfondire come sviluppare la capacità di distinguere tra la tendenza ad un eccessivo autocontrollo e la capacità di entrare in contatto con il tuo vissuto.
Torna pure a scriverci se vorrai tenerci aggiornati o chiedere ulteriori delucidazioni.
durante il colloquio con lo psicoterapeuta potrai approfondire come sviluppare la capacità di distinguere tra la tendenza ad un eccessivo autocontrollo e la capacità di entrare in contatto con il tuo vissuto.
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.3k visite dal 08/05/2011.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.