Difficoltà rapporti figlio
Sono single, ho avuto un figlio 27 anni fa da un uomo sposato che non si è mai interessato a lui. Il ragazzo è cresciuto con me, circondato dall'affetto e dalle "coccole" di tutta la famiglia, la nonna e gli zii. Per parte mia ho cercato di fargli sentire sempre il mio amore, attento e vigile e accompagnando la sua crescita e il suo progressivo distacco da me con la necessità di mantenere vivo un rapporto basato sul dialogo, sul parlare insieme anche se non si hanno le stesse idee. Questo anche quando, qualche anno fa, sono andata a vivere col mio compagno (mio figlio non ha voluto venire).
Il problema è questo: il ragazzo ha sempre mostrato molta autonomia, e spirito di indipendenza e io non l'ho mai frenato in questo anche se come tutte le madri l'ho messo in guardia dai pericoli. Adesso però all'incirca da quando aveva 17 anni, quindi 10 anni fa, tutto questo si è trasformato in ostilità vera e propria verso di me, fastidio per ogni mio tentativo di interessarmi alla sua vita, al suo lavoro. E' come una crisi adolescenziale che dura all'infinito, anche se lui già lavora e vive da solo, se la sa cavare bene in tante cose. Naturalmente gli ho chiesto molte volte la ragione vera di questo suo astio che, al di là degli errori che posso aver commesso come tutti, non sento proprio di meritare. La risposta è stata sempre quella di negare qualsiasi astio, sono tutte mie fantasie, anche se altre persone se ne accorgono.
Per me sarebbe molto importante conoscere questo motivo profondo perchè mi consentirebbe di razionalizzare questo comportamento per me incomprensibile,e tanto doloroso, e sarebbe anche l'occasione per parlarne apertamente con mio figlio e chiarirsi. E' forse inutile dire che questo problema mi sta conducendo alla depressione, al lasciarmi andare, mi sta togliendo il gusto di tutto anche perchè non vedo sbocchi.
Il problema è questo: il ragazzo ha sempre mostrato molta autonomia, e spirito di indipendenza e io non l'ho mai frenato in questo anche se come tutte le madri l'ho messo in guardia dai pericoli. Adesso però all'incirca da quando aveva 17 anni, quindi 10 anni fa, tutto questo si è trasformato in ostilità vera e propria verso di me, fastidio per ogni mio tentativo di interessarmi alla sua vita, al suo lavoro. E' come una crisi adolescenziale che dura all'infinito, anche se lui già lavora e vive da solo, se la sa cavare bene in tante cose. Naturalmente gli ho chiesto molte volte la ragione vera di questo suo astio che, al di là degli errori che posso aver commesso come tutti, non sento proprio di meritare. La risposta è stata sempre quella di negare qualsiasi astio, sono tutte mie fantasie, anche se altre persone se ne accorgono.
Per me sarebbe molto importante conoscere questo motivo profondo perchè mi consentirebbe di razionalizzare questo comportamento per me incomprensibile,e tanto doloroso, e sarebbe anche l'occasione per parlarne apertamente con mio figlio e chiarirsi. E' forse inutile dire che questo problema mi sta conducendo alla depressione, al lasciarmi andare, mi sta togliendo il gusto di tutto anche perchè non vedo sbocchi.
[#1]
carissima signora,
capisco che tale situazione la stia abbattendo. Forse, nonostante il suo impegno al favorire l'autonomia di suo figlio, questi si è sentito investito del ruolo di marito essendo l'unico uomo della sua vita per lungo tempo e poi tradito quando giustamente lei ha desiderato vivere col suo compoagno. Difficilmente però potrà lui ammettere questa dinamica, se è vera. pertanto, per il suo benessere, le consiglio di affidarsi ad un collega che la possa sostenre, valutare con lei gli eventi e magari saper affrontare un dialogo sereno con suo figlio.
Tanti tanti auguri.
capisco che tale situazione la stia abbattendo. Forse, nonostante il suo impegno al favorire l'autonomia di suo figlio, questi si è sentito investito del ruolo di marito essendo l'unico uomo della sua vita per lungo tempo e poi tradito quando giustamente lei ha desiderato vivere col suo compoagno. Difficilmente però potrà lui ammettere questa dinamica, se è vera. pertanto, per il suo benessere, le consiglio di affidarsi ad un collega che la possa sostenre, valutare con lei gli eventi e magari saper affrontare un dialogo sereno con suo figlio.
Tanti tanti auguri.
Dr.ssa Silvia Graziani
gsilvia77@libero.it
[#2]
Gent.ma Sig.ra, concordo pienamente con la Dott.ssa Graziani.
In generale le relazioni tra genitori e figli non sono semplici , figuriamoci in situazioni particolari come la Sua, nella quale ha dovuto crescere un figlio senza l'aiuto del padre, che resta comunque una figura importante di riferimento, nonchè un modello maschile di vita col quale confrontarsi, specialmente nel caso di un figlio maschio.
Le consiglierei di valutare una terapia familiare, per cercare di comprendere le motivazioni del comportamento di suo figlio e possibilmente migliorare la Vs relazione.
Cordiali saluti
In generale le relazioni tra genitori e figli non sono semplici , figuriamoci in situazioni particolari come la Sua, nella quale ha dovuto crescere un figlio senza l'aiuto del padre, che resta comunque una figura importante di riferimento, nonchè un modello maschile di vita col quale confrontarsi, specialmente nel caso di un figlio maschio.
Le consiglierei di valutare una terapia familiare, per cercare di comprendere le motivazioni del comportamento di suo figlio e possibilmente migliorare la Vs relazione.
Cordiali saluti
Elena Giambalvo
[#3]
Gentile utente,
credo che lo spazio del forum non sia sufficiente (ed il contesto non è quello giusto) per appprofondire una situazione complessa e meritevole di maggiori approfondimenti.
Ritengo utile usufruire di spazi adeguati quali un colloquio presso uno specialista del settore.
Cordialmente
credo che lo spazio del forum non sia sufficiente (ed il contesto non è quello giusto) per appprofondire una situazione complessa e meritevole di maggiori approfondimenti.
Ritengo utile usufruire di spazi adeguati quali un colloquio presso uno specialista del settore.
Cordialmente
Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com
[#5]
Gent.ma Sig.ra,
sicuramente quello che Lei ha detto è vero.
Non è certo facile coinvolgere in una terapia una persona con la quale non si ha un buon rapporto.
Inizi Lei e poi, in un secondo momento, potrà valutare se parlarne a suo figlio.
Tanti auguri,
Dott.ssa Giambalvo
sicuramente quello che Lei ha detto è vero.
Non è certo facile coinvolgere in una terapia una persona con la quale non si ha un buon rapporto.
Inizi Lei e poi, in un secondo momento, potrà valutare se parlarne a suo figlio.
Tanti auguri,
Dott.ssa Giambalvo
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.9k visite dal 12/11/2007.
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