Convivenza e genitore
Gentilissimi,
Sono una ragazza di 24 anni. Sto con il mio fidanzato da 2 anni, e viviamo a distanza. Mi sono appena laureata, cosa che aspettavamo da tanto, perché adesso dovrò fare la specialistica e potrei avvicinarmi a lui. Vorremmo andare a convivere, se ne parla da tanto, e io mi sento pronta (a parte le normali ansie che precendono un grande cambiamento!).
Il problema sono i miei sensi di colpa. Vivo con mia mamma, mio padre è venuto a mancare quasi 7 anni fa, e lei si è chiusa in se stessa. Adesso, da quando sto con il mio ragazzo, le vengono delle vertigini, che il medico associa a una paura del mio distacco. E' consapevole del fatto che io me ne debba andare, ma allo stesso tempo so che non vorrebbe lasciarmi andare. E, tra l'altro, si sente anche come se il mio ragazzo vorrebbe inglobarmi nella sua famiglia, cosa non vera. A lei, poi, non piace tanto il mio ragazzo (anche se credo che non le piacerebbe chiunque!), e questo fatto crea dei litigi anche tra me e lui.
Noi avremmo scelto di vivere nella sua città, non per la vicinanza ai suoi ma perché non è troppo distante da Roma, e l'università che mi interessa si trova lì. Io però, per motivi economici, vorrei evitare di vivere proprio a Roma, e questo paese, che è pure molto carino e mi piace, ha un costo di vita che riuscire a sostenere.
In sintesi, ho paura che lei possa prenderlo come una prova che io voglia stare con vicino ai genitori suoi, e mi sento in colpa a muovermi, anche se sono consapevole che ne ho tutto il diritto. Poi sono anche molto indipendente, e questa situazione mi sta logorando. Cosa mi potete consigliare?
Sono una ragazza di 24 anni. Sto con il mio fidanzato da 2 anni, e viviamo a distanza. Mi sono appena laureata, cosa che aspettavamo da tanto, perché adesso dovrò fare la specialistica e potrei avvicinarmi a lui. Vorremmo andare a convivere, se ne parla da tanto, e io mi sento pronta (a parte le normali ansie che precendono un grande cambiamento!).
Il problema sono i miei sensi di colpa. Vivo con mia mamma, mio padre è venuto a mancare quasi 7 anni fa, e lei si è chiusa in se stessa. Adesso, da quando sto con il mio ragazzo, le vengono delle vertigini, che il medico associa a una paura del mio distacco. E' consapevole del fatto che io me ne debba andare, ma allo stesso tempo so che non vorrebbe lasciarmi andare. E, tra l'altro, si sente anche come se il mio ragazzo vorrebbe inglobarmi nella sua famiglia, cosa non vera. A lei, poi, non piace tanto il mio ragazzo (anche se credo che non le piacerebbe chiunque!), e questo fatto crea dei litigi anche tra me e lui.
Noi avremmo scelto di vivere nella sua città, non per la vicinanza ai suoi ma perché non è troppo distante da Roma, e l'università che mi interessa si trova lì. Io però, per motivi economici, vorrei evitare di vivere proprio a Roma, e questo paese, che è pure molto carino e mi piace, ha un costo di vita che riuscire a sostenere.
In sintesi, ho paura che lei possa prenderlo come una prova che io voglia stare con vicino ai genitori suoi, e mi sento in colpa a muovermi, anche se sono consapevole che ne ho tutto il diritto. Poi sono anche molto indipendente, e questa situazione mi sta logorando. Cosa mi potete consigliare?
[#1]
Gentile ragazza,
lo svincolo dalla propria famiglia a volte non è così semplice da attuare quando si vengono a determinare certe modalità di relazione che tendono a renderlo difficoltoso. Non conosco il tipo di rapporto che aveva in precedenza con sua madre, ma certo è che la scomparsa di suo padre ha avuto delle ricadute sul vostro rapporto. Sua madre, da quanto descrive, ha difficoltà a lasciarla andare tanto da arrivare a somatizzare il suo disagio, secondo quanto afferma il medico.
Concordo con la collega, sua madre avrebbe bisogno di essere aiutata da uno specialista ad elaborare la perdita subita e a recuperare una dimensione di benessere che possa aiutare anche lei a costruire la sua vita con maggiore serenità.
Molti auguri
lo svincolo dalla propria famiglia a volte non è così semplice da attuare quando si vengono a determinare certe modalità di relazione che tendono a renderlo difficoltoso. Non conosco il tipo di rapporto che aveva in precedenza con sua madre, ma certo è che la scomparsa di suo padre ha avuto delle ricadute sul vostro rapporto. Sua madre, da quanto descrive, ha difficoltà a lasciarla andare tanto da arrivare a somatizzare il suo disagio, secondo quanto afferma il medico.
Concordo con la collega, sua madre avrebbe bisogno di essere aiutata da uno specialista ad elaborare la perdita subita e a recuperare una dimensione di benessere che possa aiutare anche lei a costruire la sua vita con maggiore serenità.
Molti auguri
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
gentile utente, i cambiamenti sono sempre momenti molto delicati negli equilibri di una famiglia, ancor più quando sono insorte difficoltà nella famiglia stessa.
certo è che per lei le difficoltà di sua madre non possono rappresentare un blocco, anche se vanno comunque tenute in debita considerazione.
per cui concordo con i colleghi quando suggeriscono un percorso di elaborazione da parte di sua madre.
la saluto cordialmente.
certo è che per lei le difficoltà di sua madre non possono rappresentare un blocco, anche se vanno comunque tenute in debita considerazione.
per cui concordo con i colleghi quando suggeriscono un percorso di elaborazione da parte di sua madre.
la saluto cordialmente.
Dr. Luigi Gileno
[#3]
Utente
Vi ringrazio tutti, in effetti lo penso anche io, ma volevo sentirmi dire che non sto facendo la cosa sbagliata.
Purtroppo in tutto questo mi son venuti molti sensi di colpa, e anche una sorta di distrubo somatico...spesso capita di sentire pressione sul petto, o il braccio pesante, o mal di testa, e queste sensazioni sono spesso accompagnate da paure irrazionali. La cosa che mi fa rabbia è che io non ho mai avuto problemi di questo genere, e ho sempre saputo affrontare i miei problemi in modo più positivo e sano. Spero di saper affrontare questo problema, e che mi senta più tranquilla una volta che mi trasferisco.
In ogni caso vi ringrazio per il vostro parere.
Cordiali saluti.
Purtroppo in tutto questo mi son venuti molti sensi di colpa, e anche una sorta di distrubo somatico...spesso capita di sentire pressione sul petto, o il braccio pesante, o mal di testa, e queste sensazioni sono spesso accompagnate da paure irrazionali. La cosa che mi fa rabbia è che io non ho mai avuto problemi di questo genere, e ho sempre saputo affrontare i miei problemi in modo più positivo e sano. Spero di saper affrontare questo problema, e che mi senta più tranquilla una volta che mi trasferisco.
In ogni caso vi ringrazio per il vostro parere.
Cordiali saluti.
[#4]
I sintomi somatici che avverte non sono un modo della sua coscienza per dirle "tu questo non lo devi fare", ma il risultato dell'emotività (ansia, colpa) che lei sta associando a questa situazione.
L'emancipazione dalla famiglia di origine può essere difficoltosa, ma quasi sempre genitori e figli trovano il modo di adattarsi e continuare a frequentarsi, proseguendo nel frattempo ognuno per la propria strada.
Cordiali saluti
L'emancipazione dalla famiglia di origine può essere difficoltosa, ma quasi sempre genitori e figli trovano il modo di adattarsi e continuare a frequentarsi, proseguendo nel frattempo ognuno per la propria strada.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#5]
<Purtroppo in tutto questo mi son venuti molti sensi di colpa, e anche una sorta di distrubo somatico...spesso capita di sentire pressione sul petto, o il braccio pesante, o mal di testa, e queste sensazioni sono spesso accompagnate da paure irrazionali.
Sarebbe allora utile anche per lei chiedere un consulto ad uno psicologo che potrebbe aiutarla a superare questo momento di difficoltà e ad affrontare il cambiamento che si appresta a fare con maggiore serenità.
Cordialmente
Sarebbe allora utile anche per lei chiedere un consulto ad uno psicologo che potrebbe aiutarla a superare questo momento di difficoltà e ad affrontare il cambiamento che si appresta a fare con maggiore serenità.
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.9k visite dal 06/05/2011.
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