Panico da esami del sangue
Buonasera,
ho 28 anni e sono sempre stata in ottima salute. Oggi, per l'ennesima volta, ho vissuto una situazione bruttissima. Siccome da 5 anni non facevo le analisi del sangue, ho deciso di buttarmi e farmele prescrivere.
Io vivo però nel più grande terrore di questo esame. La sola idea della siringa mi causa disperazione, sconforto ed una paura immotivata, anche nei giorni precedenti. Dal dottore è andata come pensavo: nella sala d'aspetto ho perso la testa e ho cominciato ad agitarmi, andare in tachicardia ed avere il fiato corto. Entrata, appena il medico mi sfiorava il braccio scattavo come una molla, non riuscivo a stare ferma, mi veniva da piangere e infatti sono scoppiata in lacrime. L'esame è durato pochi secondi e non ho provato nessun dolore, ma ho continuato a tremare e a piangere a dirotto. Ancora adesso, dopo molte ore, a ripensarci ricomincio a piangere, sia per la cosa in sè che per l'idea di non sapermi per niente controllare.
Non ho mai sensazione di svenimento o giramento di testa. Non mi pare che i sintomi siano quelli descritti per gli attacchi di panico, è il tipo di paura che fa venire voglia di gridare e scappare. E mi rendo conto benissimo che non è proprio doloroso, ma in quei casi perdo il controllo completamente. Come mai mi succede questo? Esiste un modo per superarlo? Non ho mai fatto una flebo in vita mia, fortunatamente, ma la sola idea mi causa le stesse sensazioni...invece dal dentista le punture di anestesia non mi fanno la minima impressione. Alla televisione appena vedo una scena di analisi del sangue o puntura devo distogliere lo sguardo perchè mi causa bruttissime sensazioni.
Mi pare un insieme di sintomi del tutto irrazionali... non mi dò delle spiegazioni... vi chiedo un parere professionale, se avete bisogno di ulteriori informazioni, sono a completa disposizione.
Grazie per l'attenzione che mi presterete
letizia
ho 28 anni e sono sempre stata in ottima salute. Oggi, per l'ennesima volta, ho vissuto una situazione bruttissima. Siccome da 5 anni non facevo le analisi del sangue, ho deciso di buttarmi e farmele prescrivere.
Io vivo però nel più grande terrore di questo esame. La sola idea della siringa mi causa disperazione, sconforto ed una paura immotivata, anche nei giorni precedenti. Dal dottore è andata come pensavo: nella sala d'aspetto ho perso la testa e ho cominciato ad agitarmi, andare in tachicardia ed avere il fiato corto. Entrata, appena il medico mi sfiorava il braccio scattavo come una molla, non riuscivo a stare ferma, mi veniva da piangere e infatti sono scoppiata in lacrime. L'esame è durato pochi secondi e non ho provato nessun dolore, ma ho continuato a tremare e a piangere a dirotto. Ancora adesso, dopo molte ore, a ripensarci ricomincio a piangere, sia per la cosa in sè che per l'idea di non sapermi per niente controllare.
Non ho mai sensazione di svenimento o giramento di testa. Non mi pare che i sintomi siano quelli descritti per gli attacchi di panico, è il tipo di paura che fa venire voglia di gridare e scappare. E mi rendo conto benissimo che non è proprio doloroso, ma in quei casi perdo il controllo completamente. Come mai mi succede questo? Esiste un modo per superarlo? Non ho mai fatto una flebo in vita mia, fortunatamente, ma la sola idea mi causa le stesse sensazioni...invece dal dentista le punture di anestesia non mi fanno la minima impressione. Alla televisione appena vedo una scena di analisi del sangue o puntura devo distogliere lo sguardo perchè mi causa bruttissime sensazioni.
Mi pare un insieme di sintomi del tutto irrazionali... non mi dò delle spiegazioni... vi chiedo un parere professionale, se avete bisogno di ulteriori informazioni, sono a completa disposizione.
Grazie per l'attenzione che mi presterete
letizia
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile signora Letizia,
la sintomatologia che lei descrive è compatibile con l'ipotesi di una fobia specifica, ovvero l'emofobia.
E' molto spiacevole, provoca brutte sensazioni, e, nei casi in cui siamo costretti a sottoporci a procedure mediche che implicano aghi e sangue (come quelle che descrive lei), può indurre attacchi d'ansia anche molto intensi.
La cosa che più disturba chi soffra di fobie è la lucida consapevolezza che non proveranno dolore, che non sono in pericolo, che non succederà nulla di rischioso e che tutto finirà in pochi secondi.
Eppure questo di solito non basta a consolare o far stare meglio; anzi, di solito, chi ne soffre riferisce di sentirsi molto stupido e si colpevolizza o si autodenigra per questo.
Sono quadri trattabili in tempi ragionevoli e con buone probabilità di successo: esistono modelli di psicoterapia (ad esempio, la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia breve strategica etc.) che hanno messo a punto protocolli specifici efficaci ed efficienti per il trattamento di queste problematiche.
Un percorso di psicoterapia come quelli che le ho descritto potrebbe aiutarla a fronteggiare le sue difficoltà, e risolvere una questione che lei vive come pesante e limitante.
Cordiali saluti
la sintomatologia che lei descrive è compatibile con l'ipotesi di una fobia specifica, ovvero l'emofobia.
E' molto spiacevole, provoca brutte sensazioni, e, nei casi in cui siamo costretti a sottoporci a procedure mediche che implicano aghi e sangue (come quelle che descrive lei), può indurre attacchi d'ansia anche molto intensi.
La cosa che più disturba chi soffra di fobie è la lucida consapevolezza che non proveranno dolore, che non sono in pericolo, che non succederà nulla di rischioso e che tutto finirà in pochi secondi.
Eppure questo di solito non basta a consolare o far stare meglio; anzi, di solito, chi ne soffre riferisce di sentirsi molto stupido e si colpevolizza o si autodenigra per questo.
Sono quadri trattabili in tempi ragionevoli e con buone probabilità di successo: esistono modelli di psicoterapia (ad esempio, la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia breve strategica etc.) che hanno messo a punto protocolli specifici efficaci ed efficienti per il trattamento di queste problematiche.
Un percorso di psicoterapia come quelli che le ho descritto potrebbe aiutarla a fronteggiare le sue difficoltà, e risolvere una questione che lei vive come pesante e limitante.
Cordiali saluti
[#2]
Gentilissima,
il punto è che lei arriva a fare il prelievo che è già terrorizzata, probabilmente per tutti gli scenari anticipatori che si crea già da giorni prima, nonchè nella sala d'attesa. Se la sua fobia fosse specifica per gli aghi non conoscerebbe eccezioni come le punture di anestesia del dentista. Probabilmente va ricontestualizzata nei significati personali del suo mondo emotivo di questo momento, cosa da fare in un contesto terapeutico.Cordialmente
il punto è che lei arriva a fare il prelievo che è già terrorizzata, probabilmente per tutti gli scenari anticipatori che si crea già da giorni prima, nonchè nella sala d'attesa. Se la sua fobia fosse specifica per gli aghi non conoscerebbe eccezioni come le punture di anestesia del dentista. Probabilmente va ricontestualizzata nei significati personali del suo mondo emotivo di questo momento, cosa da fare in un contesto terapeutico.Cordialmente
Dr.ssa Isabella Ricci
[#3]
Utente
Vi ringrazio entrambi moltissimo per la sollecitudine e la professionalità con cui avete risposto.
In effetti le stranezze che io noto, confrontandomi con altre persone terrorizzate dagli esami sono:
- nessun minimo segnale di svenimento o nausea, io divento solo "isterica"
- non ho nessuna paura del dentista e sono le punture nel braccio a spaventarmi di più...
Valuterò l'idea di fare qualche seduta terapeutica per "scavare nel mio passato" e trovare una soluzione (tutti mi preannunciano terrore e disperazione se mai aspetterò un bambino!), in effetti ho in mente un racconto (assolutamente assurdo) sentito da piccola che potrebbe avermi traumatizzato in questo senso.
Grazie ancora e cordiali saluti
letizia
In effetti le stranezze che io noto, confrontandomi con altre persone terrorizzate dagli esami sono:
- nessun minimo segnale di svenimento o nausea, io divento solo "isterica"
- non ho nessuna paura del dentista e sono le punture nel braccio a spaventarmi di più...
Valuterò l'idea di fare qualche seduta terapeutica per "scavare nel mio passato" e trovare una soluzione (tutti mi preannunciano terrore e disperazione se mai aspetterò un bambino!), in effetti ho in mente un racconto (assolutamente assurdo) sentito da piccola che potrebbe avermi traumatizzato in questo senso.
Grazie ancora e cordiali saluti
letizia
[#4]
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Valuterò l'idea di fare qualche seduta terapeutica per "scavare nel mio passato" e trovare una soluzione (tutti mi preannunciano terrore e disperazione se mai aspetterò un bambino!), in effetti ho in mente un racconto (assolutamente assurdo) sentito da piccola che potrebbe avermi traumatizzato in questo senso.
Non è detto che si debba per forza "scavare nel passato" per trovare una soluzione ad un problema presente. A volte, basta adottare delle strategie volte al padroneggiamento della situazione.
Le allego un link che contiene materiale informativo su vari approcci terapeutici oggi disponibili:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Cordiali saluti
Non è detto che si debba per forza "scavare nel passato" per trovare una soluzione ad un problema presente. A volte, basta adottare delle strategie volte al padroneggiamento della situazione.
Le allego un link che contiene materiale informativo su vari approcci terapeutici oggi disponibili:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 32.5k visite dal 04/05/2011.
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