Controllo maniacale della mente

Buonasera,
scrivo qui per avere un parere perchè mi sembra di poter perdere il controllo della mente da un momento all'altro, nonostante sia sempre cosciente di quello che faccio.
Il mio problema è che penso di non essere normale, nella mia testa si susseguono pensieri uno dietro l'altro, a volte non chiari e ho la sensazione di essere l'unico essere sulla terra ad essere diverso dagli altri. Tutto è nato anni fa da una sensazione di irrealtà provata e da lì ho iniziato a cercare spiegazioni in internet e la mia paura e il mio disturbo sono aumentati. ho seguìto per anni una psicoterapia di tipo psicoanalitico, ma spesso proprio il fatto di dover andare a parlare con la psicologa mi metteva agitazione e paura perchè pensavo che mi potesse leggere l'inconscio, nonostante la terapeuta mi dicesse che non facevamo analisi. avevo la sensazione che le sedute non fossero 'pratiche', ma solo un continuo scavare nelle sensazioni e nelle emozioni, cosa che alla lunga credo abbia aumentato il mio problema perchè mi portava a scavare anche da sola e a rimuginare su tutto.
ultimamente ogni minuto della mia vita penso che tutte le azioni delle persone sono in realtà guidate dall'inconscio e la cosa mi fa paura. continuo ad analizzarmi di continuo e a cercare di attribuire ogni mio comportamento o pensiero ad una precisa causa ma ne esco fuori di testa. è come se provassi a fare su di me il lavoro di uno psicoterapeuta in base a tutto quello che ho letto via via negli anni, provando ad essere allo stesso tempo paziente e terapeuta pur sapendo che è impossibile farlo. ho paura di non avere più il controllo della mente.
continuo a presentarmisi in testa domande assurde, tipo 'ma io sono reale? ma il mondo è reale? ma io in quel posto ci sono davvero stata? e se la vita fosse un sogno?' e dubbi filosofici a cui non c'è risposta e ho paura di tutto quello che concerne la mente e la salute mentale. Avrei bisogno di essere rassicurata, di sapere se è una cosa tanto anormale e di sapere se magari la terapia cognitivo comportamentale, essendo più scientifica e basata sul presente che non sul passato possa essere la soluzione al mio problema.
grazie
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
le scrive:

"ho seguìto per anni una psicoterapia di tipo psicoanalitico"

per quale motivo ha deciso di intraprenderla?

se non era analisi di cosa si trattava?

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#2]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> nonostante sia sempre cosciente di quello che faccio.
>>>

È proprio per questo che si complica da sola la vita: è *troppo* cosciente. È il tentativo esasperato di controllo che rischia di farle perdere il controllo.

I suoi dubbi ossessivi sono tutto il contrario del "lavoro" che avrebbe bisogno di fare. Avrebbe bisogno innanzitutto di comprendere che i nostri pensieri non sempre hanno un reale valore. Solo perché la mente può concepire una domanda, non significa che sia una domanda intelligente o che esista una risposta. In questo consiste il dubbio ossessivo, nell'usare la mente in modo improprio.

Le terapie focalizzate sul problema come la cognitivo-comportamentale o la strategica sono adatte a questo tipo di problema.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Grazie per le risposte.
ora rispondo a tutti andando per ordine:

per Dr.ssa Torregliani:

ho deciso in questi giorni di non andare più dalla mia terapeuta, perchè pur esponendole il problema lei mi ha risposto che non mi fido di lei e che 'non le lascio fare il suo lavoro' e che non posso chiederle di spiegarmi bene come funziona il lavoro terapeutico ma devo mollare la presa e fidarmi e basta. è proprio questo che mi intimorisce e non mi permette di seguire questo tipo di terapia. a furia di parlare ed analizzare, essendo io ansiosa di base, per tutto il giorno poi continuo a pensare e ad analizzare ed entro in una specie di vortice in cui la mia ansia e la paura di perdere il contatto con la realtà aumenta. con la terapeuta sentivo un buon feeling all'inizio ma dopo quasi 4 anni di terapia mi ritrovo con un problema che sembra si cronicizzi invece di sciogliersi. gliel'ho detto ma lei mi ha risposto che secondo lei non è vero, è che tutti hanno dei momenti in cui stanno peggio nonostante si siano fatti passi avanti. inoltre se mi sento dire che ho paura dei cambiamenti, del futuro, e che la mia identità è quella di non avere un'identità mi preoccupo ancora di più e mi spavento e ci penso fino all'infinito. non riesco nemmeno più a concentrarmi sullo studio e sono sempre stata molto studiosa.


Per Dr.ssa Camplone:

ho intrapreso la psicoterapia psicoanalitico fenomenologica ma all'epoca non ero ancora bene informata sui diversi indirizzi psicoterapici esistenti. la seduta consisteva sempre in un colloquio verbale ma non mi sembrava di acquisire delle tecniche utili per poter star meglio. semplicemente parlavo di come mi sentivo e dei miei pensieri e emozioni ma il fatto di doverci sempre trovare un motivo nascosto di sottofondo alle mie azioni o pensieri ha iniziato a farmi creare più pensieri e non meno.

Per Dr.Santonocito:

inizio a pensare anch'io che forse su di me possa funzionare solo la terapia cognitivo comportamentale, perchè essendo già io portata a pensare 'troppo' e a farmi castelli mentali, l'ispezionare in profondo la mia persona forse non fa per me. un dubbio però mi rimane: è vero che con la terapia cognitivo comportamentale si cura solo il sintomo ma non la vera causa? cioè, non è che nel mio profondo/inconscio la situazione, i conflitti interiori, ecc restino invariati e quindi finchè non estirpo il male alla radice non sarò mai del tutto guarita?

Grazie ancora a tutti
[#4]
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Gentile Dr.ssa Torreggiani,
riconosco di aver interferito a volte con il lavoro della terapeuta, perchè spesso le sue risposte o per paradosso le sue non risposte non mi convincevano e pensavo che non si stesse centrando il punto, non si stesse risolvendo la questione. è come se fossi sempre rimasta in bilico in attesa di una spiegazione da parte sua su quello che mi succedeva. ho iniziato a pensare di avere più problemi di quelli che in realtà ho e iniziando a pensare che per tutto c'è un motivo e che per ogni azione che uno compie c'è uno stimolo interno ho iniziato a focalizzarmi su questo in modo eccessivo e non riesco ad uscirne.
i sintomi che vorrei eliminare sono questo continuo analizzare e sviscerare i problemi, questo continuo pensare, perchè nonostante io rifletta molto poi non giungo ad una soluzione che mi faccia stare bene. essendo una persona molto riflessiva e che è portata a pensare più del dovuto e a rimuginare, speravo che la terapia cognitivo comportamentale potesse aiutarmi a porre uno stop ai pensieri inutili e a pensare in maniera più concreta e meno astratta. mi sembra di investire troppe energie nel pensare piuttosto che nell'agire e più penso profondamente più mi agito.
visto che Lei opera in ambito psicoanalitico, volevo porle questa domanda: ma è sempre vero che analizzando a fondo i problemi si giunge ad una conclusione? a volte non si rischia di creare solo più confusione?

Grazie per l'attenta lettura e il tempo impiegato finora nel rispondermi
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
alla conclusione si arriva se si è attivato un processo di crescita personale che non va confuso con la "rimuginazione" o la "vivisezione" dei propri processi mentali.
Crescita personale significa consapevolezza profonda dei vari aspetti del proprio modo di essere, inclusi quelli più "scomodi" o disfunzionali.
Io credo che lei abbia speso molte energie nel cercare di capire come lavora la sua analista e questa si è rivelata una deriva fuorviante che ha sabotato l'alleanza terapeutica e che, pur essendo emersa ed esplicitata all'interno dello spazio terapeutico, non ha determinato il superamento dell'impasse.
[#6]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
La distinzione fra sintomi e "cause profonde" è tutt'altro che netta e recisa come si può pensare, sintomi e cause tendono ad alimentarsi circolarmente gli uni con le altre.

Per andare a fondo, è comunque necessario passare per la superficie. Risolvere i sintomi non di rado mette in moto processi di cambiamento che portano a una ristrutturazione generalizzata e che interessa le "cause profonde".

Inoltre nessun lavoro psicoterapeutico serio che attacchi il problema si ferma alla facciata. Vengono comunque discusse le connessioni del problema con altre aree.

Legga qui per farsi un'idea:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Cordiali saluti
[#7]
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Grazie ad ognuno e complimenti per il servizio