Debolezza caratteriale bimbo
Il mio bambino, cinque anni e mezzo, mi racconta spesso di certi compagnetti (non tutti), anche più piccoli, che alla scuola materna lo prevaricano, togliendogli i giocattoli, o non condividendoli con lui, o escludendolo dai giochi... Ogni tanto mi parla di qualche bimbo che gli ha fatto male (per fortuna niente di importante). Le prime volte gli consigliavo di rivolgersi alla maestra, ossia a chi rappresenta l'autorità, però, col tempo, temo che questo comportamento, oltre che (lo constato) infruttuoso, potrebbe rivelarsi, anche e soprattutto, dannoso, in quanto nel bimbo potrebbe strutturarsi una tempra debole, nonché l'incapacità di provvedere a se stesso con i propri mezzi e di gestire autonomamente la relazione interpersonale. Che cosa mi consiglia?
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Il mio bambino, cinque anni e mezzo, mi racconta spesso di certi compagnetti (non tutti), anche più piccoli, che alla scuola materna lo prevaricano, togliendogli i giocattoli, o non condividendoli con lui, o escludendolo dai giochi...
Gentile utente, una cosa è la prevaricazione (ad esempio, togliere con la forza i giocattoli o fare del male agli altri bambini), altra è non condividere o non includere nei giochi.
Sono tutte cose spiacevoli per il suo bambino, ma non tutte sono aggressioni.
Potrebbe essere utile insegnare al suo bambino a scegliere i bambini con cui condividere e giocare, e a difendersi nei giusti limiti da chi lo voglia prevaricare con violenza.
In linea di principio, è bene che impari a gestire il conflitto con gli altri bambini sia rivolgendosi a chi è preposto per aiutarlo, sia imparando a dire "no" in prima persona, che è una "vitamina" molto potente per rafforzare la consapevolezza dei propri diritti.
La difficoltà sta nel trovare un giusto compromesso tra difesa dei propri diritti ed "eccesso di difesa": la prima è a sua volta un diritto, il secondo un'aggressione o una ritorsione.
Per cui può essere utile insegnare al suo bambino a non farsi picchiare, ma non condividerei, ad esempio, l'insegnare a riprendersi i giocattoli a suon di sberle.
Cordiali saluti
Gentile utente, una cosa è la prevaricazione (ad esempio, togliere con la forza i giocattoli o fare del male agli altri bambini), altra è non condividere o non includere nei giochi.
Sono tutte cose spiacevoli per il suo bambino, ma non tutte sono aggressioni.
Potrebbe essere utile insegnare al suo bambino a scegliere i bambini con cui condividere e giocare, e a difendersi nei giusti limiti da chi lo voglia prevaricare con violenza.
In linea di principio, è bene che impari a gestire il conflitto con gli altri bambini sia rivolgendosi a chi è preposto per aiutarlo, sia imparando a dire "no" in prima persona, che è una "vitamina" molto potente per rafforzare la consapevolezza dei propri diritti.
La difficoltà sta nel trovare un giusto compromesso tra difesa dei propri diritti ed "eccesso di difesa": la prima è a sua volta un diritto, il secondo un'aggressione o una ritorsione.
Per cui può essere utile insegnare al suo bambino a non farsi picchiare, ma non condividerei, ad esempio, l'insegnare a riprendersi i giocattoli a suon di sberle.
Cordiali saluti
[#2]
Gentile Signore,
non ha avuto occasione di osservare il comportamento di suo figlio insieme ad altri bambini? Ad esempio ad un parco giochi, oppure insieme a dei cuginetti o degli amici suoi coetanei...
In quelle occasioni ha avuto modo di vedere confermate le sue perplessità e i suoi dubbi o le cose si sono svolte diversamente?
Il suo bambino è figlio unico o in casa ha possibilità di relazione con altri bambini?
Saluti.
non ha avuto occasione di osservare il comportamento di suo figlio insieme ad altri bambini? Ad esempio ad un parco giochi, oppure insieme a dei cuginetti o degli amici suoi coetanei...
In quelle occasioni ha avuto modo di vedere confermate le sue perplessità e i suoi dubbi o le cose si sono svolte diversamente?
Il suo bambino è figlio unico o in casa ha possibilità di relazione con altri bambini?
Saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#3]
gentile utente, la scuola dell'infanzia è una sorta di "palestra" in cui i bimbi fanno esperienza dell'altro e della socializzazione, esperienza che sarà utile nel futuro anche non immediato dell'individuo.
è giusto che lei si preoccupi, come credo sia una cosa auspicabile che la maestra venga eventualmente informata delle situazioni che possono avvenire nella sua classe e che possono arrecare danno ai piccoli.
il mio consiglio è quello di sfruttare l'occhio attento ed esperto delle maestre per poter capire se si tratti di una "carenza" da parte del bambino oppure di un tratto di personalità che già si è delineato.
ad ogni modo, l'importante è non far vivere questa caratteristica del bimbo come un punto a sfavore, ma valorizzarne la natura, magari scegliendo attività utili a sviluppare il carattere ma anche le capacità.
per ora la saluto con cordialità.
è giusto che lei si preoccupi, come credo sia una cosa auspicabile che la maestra venga eventualmente informata delle situazioni che possono avvenire nella sua classe e che possono arrecare danno ai piccoli.
il mio consiglio è quello di sfruttare l'occhio attento ed esperto delle maestre per poter capire se si tratti di una "carenza" da parte del bambino oppure di un tratto di personalità che già si è delineato.
ad ogni modo, l'importante è non far vivere questa caratteristica del bimbo come un punto a sfavore, ma valorizzarne la natura, magari scegliendo attività utili a sviluppare il carattere ma anche le capacità.
per ora la saluto con cordialità.
Dr. Luigi Gileno
[#4]
Utente
Rispondo alle domanda interlocutorie della Dott.ssa Paola Scalco.
Sì, il comportamento è remissivo anche nei confronti del fratellino più piccolo (4 anni), probabilmente anche per una sorta di istinto protettivo: infatti, quelle rare volte che reagisce, finisce poi col fargli veramente male...
Con i compagni casuali, quelli magari incontrati ai giardini o nei parchi, socializza subito e tiene un comportamento quasi "alla pari". Idem con gli amichetti fissi fuori dall'ambiente scolastico. Però capita spesso che venga escluso da gruppi magari preesistenti, pur essendo un bambino carino, solare, dal sorriso dolce e accattivante.
Sì, il comportamento è remissivo anche nei confronti del fratellino più piccolo (4 anni), probabilmente anche per una sorta di istinto protettivo: infatti, quelle rare volte che reagisce, finisce poi col fargli veramente male...
Con i compagni casuali, quelli magari incontrati ai giardini o nei parchi, socializza subito e tiene un comportamento quasi "alla pari". Idem con gli amichetti fissi fuori dall'ambiente scolastico. Però capita spesso che venga escluso da gruppi magari preesistenti, pur essendo un bambino carino, solare, dal sorriso dolce e accattivante.
[#5]
<<...quelle rare volte che reagisce, finisce poi col fargli veramente male...>>
Forse perciò è su questo che dovete più che altro porre l'attenzione: da quanto Lei dice, il suo bambino passa da un' estrema passività ad un'aggressività che non sa ancora controllare. In ciò va aiutato, insegnandogli a verbalizzare le emozioni che prova ed evitare di mettere in atto comportamenti scorretti.
Tutte le emozioni sono legittime (anche la rabbia), ciò che non sempre è legittimo è il comportamento che ne può conseguire.
Forse non avendo ancora acquisito tali abilità di autocontrollo, suo figlio teme di "esagerare" (come a volte gli succede) e preferisce piuttosto stare un passo indietro.
La invito anche a riflettere su altri aspetti: ad esempio se sua moglie condivide le sue stesse preoccupazioni e se ne avete discusso; quali reazioni ha avuto suo figlio alla nascita del fratellino, di poco più piccolo di lui; quali osservazioni hanno fatto in proposito le insegnanti della scuola dell'infanzia.
Tenete conto del fatto che con l'inizio della scuola primaria cambieranno molte cose per lui e sarà davvero importante portarlo al graduale conseguimento delle "abilità sociali" richieste in quel tipo di contesto. Per la sua e la vostra serenità.
Se lo ritenete opportuno, potete rivolgervi ad uno psicologo che si occupi di età evolutiva, per chiarirvi meglio le idee ed eventualmente avere indicazioni più specifiche da seguire.
Saluti.
Forse perciò è su questo che dovete più che altro porre l'attenzione: da quanto Lei dice, il suo bambino passa da un' estrema passività ad un'aggressività che non sa ancora controllare. In ciò va aiutato, insegnandogli a verbalizzare le emozioni che prova ed evitare di mettere in atto comportamenti scorretti.
Tutte le emozioni sono legittime (anche la rabbia), ciò che non sempre è legittimo è il comportamento che ne può conseguire.
Forse non avendo ancora acquisito tali abilità di autocontrollo, suo figlio teme di "esagerare" (come a volte gli succede) e preferisce piuttosto stare un passo indietro.
La invito anche a riflettere su altri aspetti: ad esempio se sua moglie condivide le sue stesse preoccupazioni e se ne avete discusso; quali reazioni ha avuto suo figlio alla nascita del fratellino, di poco più piccolo di lui; quali osservazioni hanno fatto in proposito le insegnanti della scuola dell'infanzia.
Tenete conto del fatto che con l'inizio della scuola primaria cambieranno molte cose per lui e sarà davvero importante portarlo al graduale conseguimento delle "abilità sociali" richieste in quel tipo di contesto. Per la sua e la vostra serenità.
Se lo ritenete opportuno, potete rivolgervi ad uno psicologo che si occupi di età evolutiva, per chiarirvi meglio le idee ed eventualmente avere indicazioni più specifiche da seguire.
Saluti.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 4k visite dal 03/05/2011.
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